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Riflessione sulla Giornata Internazionale della Donna: Le donne come architetti dell’armonia e della pace nel mondo

Nella struttura spirituale delle dieci Sefirot, la profondità del desiderio nella qualità femminile di Malchut determina il tipo di intenzione da dare (schermo e luce riflessa) al desiderio, che lo connette all’intero sistema spirituale.

Per noi, oggi, questo significa, su scala globale, che il successo del nostro passaggio dall’attuale percorso evolutivo in deterioramento, che porta tutti a un groviglio sempre maggiore di problemi, a un percorso che eleva la coscienza umana a uno stato unificato superiore, che porta all’armonia e alla pace nel mondo, dipende in gran parte dalle donne.

Se le donne vogliono, chiedono ed esigono l’elevazione dell’umanità a uno stato unificato superiore, allora vedremo aprirsi un mondo completamente nuovo e positivamente connesso.

Spero quindi che in questa Giornata internazionale della donna, le donne di tutto il mondo si prendano un momento per apprezzare la loro opportunità di influenzare l’umanità verso la transizione a uno stato più unificato, armonioso e pacifico.

Dopo una lunga evoluzione attraverso i desideri individuali di sopravvivenza (cibo, sesso e famiglia) e di sviluppo sociale (denaro, onore, controllo e conoscenza), ci troviamo ora nell’ultimo stadio evolutivo dell’umanità: quello dello sviluppo spirituale. Oggi, più sviluppiamo il nostro desiderio spirituale di riunirci come umanità armoniosamente connessa, più attireremo a noi questo stato, ponendo fine alla miriade di conflitti e dolori che il nostro sviluppo egoistico comporta e passando a un livello superiore di esistenza pieno di bontà e abbondanza.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.  

 

Un messaggio speciale per la Giornata Internazionale della Donna

Care Donne,

In questa Giornata Internazionale della Donna, per quanto io possa dire “Grazie” alle donne di tutto il mondo, non posso esprimere la vera gratitudine per il vostro immenso e costante contributo.

Mentre nuvole grigie si addensano sul nostro mondo con forze divisive che lacerano ogni sfera delle relazioni umane, diventa sempre più chiaro che se il mondo si sviluppasse secondo il desiderio delle donne, allora vivremmo in un mondo completamente diverso.

Le fonti Kabalistiche scrivono che è grazie alle donne giuste che siamo riusciti a uscire dall’Egitto. “Egitto” in questo contesto non ha nulla a che fare con la posizione geografica. Piuttosto, esso simbolizza la natura umana egoistica che sta dietro le nostre divisioni, i nostri conflitti e le guerre. Pertanto, spero sinceramente che il vostro desiderio aiuti l’umanità a superare la sua natura egoistica e che possiate avere un maggiore impatto positivo nel mondo.

Voi avete la capacità speciale di capire cosa significa prendersi cura del futuro del mondo e della prossima generazione di bambini e di famiglie. Per il momento, non riusciamo a comprendere l’intera portata della dipendenza del mondo da voi, ma più passiamo a un mondo sempre più interconnesso e interdipendente, più vedremo quanto dipendiamo tutti da voi.

Io spero quindi che desideriate che i cuori di tutti si aprano gli uni agli altri finché non scopriremo come possiamo vivere tutti insieme in armonia e in pace.

Tutto nella vita si sviluppa dalla donna

Tutto nella vita si sviluppa dalla donna. Gli uomini trovano e conquistano nuove terre, attraversano oceani e scoprono nuovi continenti. Ma poi arriva una donna e quindi sorge un villaggio con case, appaiono bambini e la terra inizia a svilupparsi.

Quindi, noi uomini, abbiamo passato una certa fase del cammino spirituale e ora è arrivato il momento che le donne si uniscano a noi per aiutarci a entrare nella terra spirituale e stabilirci in essa. Speriamo che quest’anno venga realizzato nella pratica.

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Da una Conversazione all’Evento di Unità: “Unity Tent” 13/10/22

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Risposta ad una moglie in lutto

Una mia studente mi ha scritto la seguente lettera (abbreviata):

“Caro maestro, vorrei chiederle di insegnarmi a parlare con il Creatore. Studio con lei da più di 12 anni e circa due mesi fa è venuto a mancare mio marito. Siamo stati insieme per 28 anni e lui mi ha sempre sostenuto e aiutato a studiare. Era come un angelo. Il mio cuore si spezza dentro di me. Parlo con lui nel mio cuore, gli chiedo consigli. È come un dialogo. Ma lui non c’è più, c’è solo il Creatore. Come posso passare dal parlare con l’immagine di una persona al parlare direttamente con il Creatore? Per favore, mi aiuti.”

Cara …, 

per prima cosa, le mie condoglianze per la perdita di tuo marito. In secondo luogo, il fatto che sia morto fisicamente non significa nulla. Al contrario, il tuo legame con lui ora è ancora più forte, anche se non ne percepisci la forza. Quindi, non pensare che il legame con tuo marito sia scomparso. Al contrario, immagina che lui sia con te internamente, emotivamente e spiritualmente. È così che dovresti relazionarti con lui. Parla con lui e parla con il Creatore; questo è tutto ciò di cui hai bisogno. Puoi parlare come vuoi. Basta parlare e sia lui che il Creatore ti capiranno. La cosa migliore da fare è parlare nei termini più semplici possibili.

Tuo marito è incorporato nella forza superiore, il Creatore, così come tutto il resto è incorporato in esso. Ogni volta che parliamo a qualcuno, in realtà stiamo parlando al Creatore, anche se non ne siamo consapevoli.

Il nostro problema più grande è capire che non c’è altro oltre al Creatore. Buoni, cattivi, tutto ciò che ci circonda è una manifestazione della forza superiore, il Creatore.

Le tue parole sincere, che vengono dal cuore, sono la preghiera migliore e più vera; è tutto ciò di cui hai bisogno. Le preghiere più efficaci sono quelle che non provengono da testi scritti da altri, per quanto sagaci, ma dal profondo del cuore.

Perciò, cara …, continua a parlare a tuo marito e al Creatore con parole tue. È la cosa migliore che tu possa fare per te stessa.

Crescere con la Roe contro Wade

Essendo figlio di due medici, di quelli che si impegnano a fondo e che portano il loro lavoro a casa, e con mia madre ginecologa, ho spesso assistito in prima persona alle complessità che comporta la decisione di interrompere una gravidanza. Mia madre, a cui spesso veniva chiesto di testimoniare come esperta in tribunale, discuteva regolarmente di questi casi con mio padre e io ero al corrente delle decisioni a favore e contro l’aborto. In un certo senso, sono cresciuto con la sentenza Roe v. Wade, poiché questi casi hanno fatto parte della mia formazione. Per questo motivo, capisco perché l’argomento è così delicato e difficile da risolvere.

Grazie alla mia formazione, sono arrivato all’opinione che, in fondo, una donna dovrebbe fare la sua scelta se abortire o meno.  Ma, credo anche che, dato che  la gente non ha sufficienti conoscenze sulle conseguenze di una decisione tale, e cosa comporta per la madre, per il feto e per le persone che circondano la donna incinta e quali effetti potrebbe avere, o non avere, sulla sua salute, in quale circostanze la donna ha concepito, e infinite altre considerazioni, è difficile arrivare a una decisione saggia e consapevole.

Inutile dire che in casi estremi, come in situazioni di abuso sessuale o stupro, come accade oggi in Ucraina, non c’è dubbio che l’aborto debba essere consentito. Pertanto, non dovrebbe esistere un divieto assoluto di aborto.

Ma la questione non si limita a gestire le emergenze. La sentenza Roe v. Wade intendeva dare alle donne il diritto di decidere del proprio corpo. Si tratta di una decisione assolutamente sensata. Tuttavia, per arrivare a una decisione che la aiuti davvero, una donna deve avere tutte le informazioni prima di decidere cosa fare.

Attualmente non esiste un sistema che fornisca queste informazioni. Le persone non conoscono le conseguenze delle loro azioni e decisioni. In altre parole, prima di decidere sul diritto di abortire, dobbiamo educare le persone su tutto ciò che circonda l’intero processo.

Non si parla solo di aborto. Le persone non hanno alcuna conoscenza dell’educazione sessuale, dei controlli delle nascite, della paternità, della nascita e dell’educazione dei figli. La decisione sul diritto di scegliere se abortire o meno dovrebbe far parte di questo intero complesso, di questo sistema educativo completo,  non essere una questione separata.

Dal punto di vista clinico, l’aborto è una procedura semplice. Tuttavia, si tratta di un processo molto emotivo. Le conseguenze emotive e mentali si manifestano solo a posteriori, quando la donna, e talvolta la sua famiglia, deve convivere con la sua decisione. Per questo motivo è così importante permettere alle donne di prendere decisioni consapevoli, il che richiede l’istituzione di un percorso educativo che le accompagni.

Inoltre, lo Stato non dovrebbe lasciare che le donne affrontino da sole le conseguenze delle loro decisioni. Il governo dovrebbe istituire un programma di assistenza  per aiutare le donne a portare a termine le loro decisioni, sia che si tratti di avere un bambino o di interrompere la gravidanza, e a riprendersi dopo.

Posso capire il clamore che ha suscitato la sentenza della Corte Suprema. Inoltre, sono certo che le persone abortiranno nonostante la sentenza della Corte. Il problema è che negli Stati che vietano l’aborto, le donne lo faranno illegalmente, esponendosi a condizioni sanitarie inadeguate, a trattamenti da parte di personale non autorizzato e a costi proibitivi.

Pertanto, l’unica soluzione che vedo è una soluzione strutturale che tenga conto delle esigenze e dei punti di vista di tutte le persone coinvolte, che fornisca informazioni complete, che copra tutti gli aspetti della questione e che offra strumenti che aiutino a prendere la decisione giusta e a gestirla in seguito. Una volta che questo impianto sarà stato messo in atto, credo che sarà naturale lasciare la decisione nelle mani delle donne che devono fare le scelte che riguardano la loro vita e quella dei loro figli non ancora nati.

Didascalia della foto:
Attivisti per il diritto all’aborto organizzano una veglia a lume di candela davanti alla Corte Suprema degli Stati Uniti d’America a Washington, 26 giugno 2022. REUTERS/Evelyn Hockstein

 

 

 

Quando lasciamo i nostri figli a qualcun altro

Da diverse settimane la polizia della città israeliana di Qiryat Shemona sta indagando su un caso di maltrattamento di minori, poiché cinque maestre d’asilo hanno maltrattato tredici bambini affidati alle loro cure. Gli abusi, documentati dalle telecamere, consistevano in maltrattamenti fisici ed emotivi, in cui gli insegnanti afferravano una mano dei bambini e li sollevavano in aria, li gettavano sui letti, coprivano le loro teste con coperte, si appoggiavano su di loro e impedivano loro di rimuovere la coperta dalla testa. Le telecamere sono state installate nell’asilo dopo che, alcuni anni fa, il governo ha imposto per legge di monitorare tutto ciò che accade negli asili, in seguito a un altro caso di violenza sui bambini.

Da parte loro, i genitori inorriditi, che hanno dovuto guardare i video registrati per confermare l’identità dei bambini, non capiscono come le donne, che sono tutte insegnanti preparate e certificate, siano diventate dei mostri nei confronti dei loro figli. Dov’era il loro istinto materno?

Ci sono due cose che dobbiamo notare qui:

1. Ho già detto in passato, e lo ribadisco in questa sede, che il numero di telecamere installate in un asilo o in una scuola non impedirà gli abusi. Quando l’ho detto per la prima volta, diversi anni fa, la gente non mi credeva; l’idea di mettere telecamere in ogni asilo sembrava ottima. Pensavano che le telecamere avrebbero frenato gli insegnanti violenti. Già allora sapevo che non sarebbe stato così, perché la natura umana è più forte di qualsiasi ammonimento e la presenza di telecamere non scoraggerà gli insegnanti violenti.

2. In nessuna cultura e in nessun popolo indigeno è accettabile lasciare i bambini nelle mani di chi li accudisce mentre la madre si assenta per ore e ore ogni giorno. I neonati vanno sempre tenuti in casa, accanto alla madre, almeno fino ai due anni di età. Questo è il modo indigeno,  il fatto che lo abbiamo abbandonato non significa che siamo più progrediti, ma che siamo fuori dalla natura. Il primo istinto materno che viene calpestato non è quello degli insegnanti, ma quello delle madri che affidano i propri figli alle loro cure.

L’idea che una madre debba tornare al lavoro poche settimane o mesi dopo aver avuto un figlio, è fondamentalmente errata. Poniamo la carriera e l’agiatezza come priorità rispetto ai bambini, quindi non dovremmo sorprenderci che i nostri figli soffrano.  Fin dagli albori dell’umanità, e in tutta la natura, le madri non si sognerebbero mai di affidare i propri figli alle cure di qualcun altro. Solo noi, grazie al progresso, abbiamo iniziato a pensare di essere più intelligenti della natura.  Ora paghiamo il prezzo per la nostra follia.  

Inoltre, dal momento che le persone stanno diventando sempre più narcisiste, sperimentando quella che diversi sociologi hanno definito “epidemia di narcisismo”, il rischio che i nostri figli vengano maltrattati è ancora più alto di prima e continuerà a crescere nel tempo. Nulla può fermare l’ego in crescita. Pertanto, nulla impedirà agli insegnanti di infliggere violenza a bambini indifesi.

Non ho nulla contro le donne che lavorano, ma credo che dovrebbero farlo da casa, almeno per i primi due anni di vita di ogni figlio.  Le donne devono essere presenti per i figli, e nessun surrogato, professionale e premuroso che sia, può sostituirle.  Le lettori potrebbero deridere il mio pensiero, considerarlo antiquato e superato; io preferisco considerarlo per ciò che è: naturale.  

Dobbiamo ripensare l’intero concetto di famiglia, genitorialità, bambini e educazione dei figli.  Dobbiamo vedere come possiamo organizzare la nostra vita in modo da non dover costantemente rincorrere carriere e orari prolungati.

Credevo che ora ci saremmo abituati a lavorare da casa, ma vedo che molte persone stanno ritornando ai loro uffici.  Non capisco perché. Chi ci guadagna? 

Penso che le donne debbano fare ciò che amano fare; devono lavorare perché amano il loro lavoro e non perché il loro sostentamento dipende da esso. Il lavoro dovrebbe dare loro soddisfazione e appagamento e renderle più felici, non più stressate e ansiose per i propri figli.

È vero, ci sono anche madri e padri che abusano dei loro figli. Questo fa parte del processo educativo a cui tutti dobbiamo sottoporci. Nel complesso, però, l’unico modo per prevenire gli abusi sui minori è lasciare i bambini sotto la tutela delle madri. Forse dovremmo rivedere il nostro modo di pensare, ma questo renderà tutti più felici, comprese le madri, e per me è l’unica cosa che conta.

Sono così combattuta che ho paura di pregare

Qualche giorno fa, ho ricevuto una mail da Yulia, che mi ha confessato di sentirsi lacerata, impotente in questo mondo, e incapace di aiutare chi le sta vicino. “Ho una preghiera per la pace”, ha scritto, “per i buoni rapporti tra le persone, ma ho la strana sensazione che più chiedo, più le cose si aggravino. È come se ci stessimo dirigendo verso questa fossa infuocata in cui potremmo cadere tutti, quindi ho paura di continuare a pregare”.

Tutto quello che posso dire è che dobbiamo pregare perché la gente trovi il bene che esiste nel mondo, perché c’è il bene in questo mondo, ma non è rivelato. Abbiamo bisogno di un esempio di esso, per vedere che ci sono attività nel mondo che sono veramente buone, solo che non possiamo vederle perché i nostri occhi sono egoisti, rivolti verso noi stessi. Di conseguenza, non possiamo vedere ciò che è fuori di noi.

Possiamo cambiarlo, ma per questo dobbiamo cambiare le nostre preghiere. Chiediamo tranquillità, pace e felicità, ma queste, alla fine, sono richieste egoistiche. La forza che ha creato questo mondo e lo sostiene,  che noi chiamiamo Creatore, è il contrario dell’egoismo. È una forza di assoluta bontà. Pertanto, se vogliamo sentire la sua presenza e i suoi benefici per il mondo, dobbiamo imparare a vedere il nostro mondo attraverso gli occhi benevoli del Creatore piuttosto che attraverso i nostri occhi egoistici.

Possiamo farlo se smettiamo di chiedere che le cose siano buone per noi e cominciamo a chiedere di diventare noi stessi persone buone. Se avessimo la qualità della bontà, saremmo in grado di vedere che la forza buona è tutto ciò che opera nel nostro mondo. Ma poiché non ce l’abbiamo e non sappiamo come dovrebbe agire in qualsiasi situazione, perché siamo completamente opposti ad essa, non possiamo individuarla nel mondo che ci circonda. Quindi, se vogliamo sentire che il mondo è buono dietro gli orrori che vediamo con i nostri occhi di oggi, egoisti, dobbiamo prima pregare di diventare buoni anche noi.

Quindi, cara Yulia, se vuoi smettere di avere paura che il mondo possa cadere in una fossa infuocata, prega che il Creatore ti cambi, e vedrai che il mondo sta andando in un luogo di unità e amore reciproco. Inoltre, vedrai come possiamo arrivarci senza il dolore e la sofferenza che vediamo intorno a noi, e saprai cosa dire alla gente e come aiutarla ad arrivarci presto.

Buona Festa della Donna!

Oggi, 8 marzo, è la Giornata Internazionale della Donna 2022.  Vorrei cogliere questa opportunità per porgere i miei migliori auguri a tutte le donne del mondo ed esprimere la mia speranza che il potere femminile nel mondo possa prevalere sulle forze di separazione.  Oggi, in questi tempi difficili di aggressività e violenza, abbiamo un disperato bisogno del potere femminile di pace e completezza.

Le donne danno la vita, sono l’origine di tutto ciò che esiste, il che le pone al centro della creazione.  Quindi, la preghiera della donna per la pace è più efficace nel portare risultati positivi. 

Spero e prego che il potere femminile possa avvicinarci alla forza della dazione in natura e insieme, guidati dalle donne, ci innalzeremo ad un livello di esistenza più connesso.

Esorto voi donne a fare uno sforzo per trascendere le divisioni che ci separano e aprire la strada verso l’unione. Esorto anche gli uomini a sostenere le donne nei loro propositi per raggiungere questo obiettivo, perché tutti noi beneficeremo dei loro sforzi.

Insieme si può creare un mondo dove si potrà vivere in pace, armonia e amore per gli altri.  Se riuscite a unire i vostri cuori come uno, il mondo intero si unirà insieme a voi. 

I miei migliori auguri per il vostro successo!

Buona festa della donna!

Didascalia della foto:
Una donna mostra un cartello della Giornata Internazionale delle Donne con i colori dell’Ucraina durante la manifestazione “Stand With Ukraine” a Times Square il 5 marzo 2022 a New York City. Ucraini, Ucraino-Americani e alleati si sono riuniti per dare sostegno all’Ucraina e protestare contro l’invasione russa. (Foto di Ron Adar / SOPA Images/Sipa USA)

Possiamo contare soltanto sulle donne

Domanda: Tatiana ti scrive: “Ho capito correttamente  che tutto deriva dalla donna.  Che la donna causò un peccato, e la donna deve portare il mondo alla correzione?

Risposta: Corretto.  Conto molto sulle donne poiché credo che la donna possa obbligare l’uomo a fare ciò che è necessario in famiglia, nella società, e nel mondo.

Spero che l’era della donna stia gradualmente iniziando. Le donne devono esigere un nuovo mondo.

Credo che la prossima fase sarà quando le donne smetteranno totalmente di partorire e smetteranno di fare i lavori di casa.  Ha già tutto ciò che le serve, allora tutto il mondo inizierà gradualmente ad affondare .

Domanda: Una minaccia tale al mondo dovrebbe arrivare da loro?

Risposta: Non si tratta di una minaccia per il mondo, ma una minaccia al nostro stato, alla nostra civiltà pazza e selvaggia.

Domanda: Perché? metti tutte le tue speranze nella donna solo perché partorisce?

Risposta: Credo che sia una grande forza nel nostro mondo, che è ancora dormiente.  Quando le donne capiranno che il mondo sta veramente andando nel senso sbagliato e non c’è altra forza se non la loro, esse potranno iniziare a relazionarsi al mondo diversamente, e nessuno potrà fermarle.

Domanda: E qual è la loro proprietà principale?

Risposta: Si basa sul fatto che esse sentano che il mondo non ha futuro.  E non lo possono accettare.

 

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From KabTV’s “News with Dr. Michael Laitman” 11/4/21

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Il nuovo Primo Ministro della Tunisia potrebbe segnare l’inizio della vera primavera araba.

Il 29 Settembre, il presidente della Tunisia, Kais Saied, ha nominato la Prof.ssa di Geologia, Najla Bouden Romdhane, nuovo Primo Ministro della nazione.  La cosa interessante di questa storia è che con l’intensificarsi dell’intolleranza nel mondo musulmano, un nazione musulmana nomina una donna come Primo Ministro.  Credo che sia una decisione saggia che può portare numerosi vantaggi e spero che la nomina della Prof.ssa Romdhane per questa alta carica, segni l’inizio  di una nuova e positiva primavera araba.

Anche se non spetta a me speculare sul motivo della scelta di una donna da parte del presidente Saied, non ho alcun dubbio che, essenzialmente, una donna sia una scelta naturale per un lavoro amministrativo. Dopo tutto, chi gestisce la casa? La donna. Mentre l’uomo è di solito considerato il capo della famiglia, la vera padrona di casa è,  in fondo, la signora. E’ vero  che sta accanto al suo uomo, ma da lì lei governa il marito e ogni altra persona e cosa. 

Fin dai tempi biblici, l’uomo è stato educato a seguire la donna quando si tratta di compiere delle scelte. Nel caso di Abramo, per esempio, “Dio disse ad Abramo… ‘qualunque cosa Sarah ti dica, ascoltala’” (Gen. 21:12).

Pertanto, penso che scegliere una donna per governare un paese arabo sia una buona scelta. Non ho dubbi che dovrà affrontare degli ostacoli. Dovrà dare prova di sé al suo popolo e ai leader arabi, ovunque vada. Nondimeno, è una rivoluzione ben accetta che credo alla fine avrà successo.

È tempo che anche le culture musulmane fondamentaliste comincino a riconoscere il potere unico delle donne, che la loro parola ha valore e peso. In tutto il mondo possiamo vedere l’impatto delle donne in ogni campo ed è ora che raggiunga anche il mondo musulmano.

Alcuni paesi si vantano di essere progressisti, ma in realtà pongono  sulla testa delle donne un soffitto di vetro , che blocca la loro promozione nei ranghi del governo. Penso che tali paesi stiano sbagliando. In politica, come a casa, ignorare il punto di vista delle donne è una grande perdita per tutti.

E’ scritto nel Libro dello Zohar (Beresheet 2): “E l’uomo disse “ora questo è un osso dei miei ossi, carne della mia carne”.. Ora iniziò a lodarla “Sarà chiamata donna, perché non c’è nessuno come lei, la gloria della casa””.

Infatti, una donna come capo di Stato si relazionerà allo Stato come si relaziona alla casa.  I suoi cittadini saranno come i suoi figli.  Se si comporta come una donna invece di cercare di adattarsi allo stereotipo maschile, si occuperà di ogni piccolo dettaglio che è sotto la sua influenza.

A differenza di un uomo, una donna può fare molte cose contemporaneamente, in maniera molto naturale. Mentre gli uomini devono concentrarsi su un compito alla volta per farlo bene, le donne possono svolgere più compiti contemporaneamente senza perdere la concentrazione su nessuno di essi.

Pertanto, è mia speranza che questo gradito cambiamento si diffonda in più paesi musulmani, compresa la società araba qui in Israele. Non ho dubbi che non sarà facile, ma alla fine, se le donne si uniranno alla guida dei paesi, saranno molto utili e promuoveranno soluzioni efficaci alle molteplici crisi che affliggono il nostro mondo.

Didascalia foto:
Il presidente della Tunisia Kais Saied incontra il nuovo Primo Ministro Najla Bouden Romdhane, a Tunisi, Tunisia,  29 settembre 2021. Presidenza tunisina/Handout via REUTERS