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Nuova percezione – Coscienza collettiva

La percezione collettiva porta una persona su un piano differente, si dice che devi sganciarti da te stesso ed entrare nel gruppo, prendere tutto ciò che esiste nel gruppo come tuo proprio, provare a pensare, agire e risolvere questioni basate sull’opinione di qualcun altro, sul desiderio e sugli scopi di qualcun altro.

Abituati a questa immagine e dopo un po’ osserva se puoi ritornare a te stesso e in che misura sarà un “te stesso” differente.

Quindi, nella Kabbalah, la così chiamata “decina” è praticata, quando dieci persone si uniscono tra loro e organizzano una base comune per un desiderio, per uno scopo, per un pensiero, al fine di trasformarsi in un tutt’uno. Per fare questo ognuno deve annullarsi di fronte a tutti gli altri e poi, come risultato di questo lavoro congiunto—non è facile, richiede tempo—essi si trasformano in un tutt’uno, com’era.

E’ molto interessante osservare come iniziano a pensare, festeggiare e risolvere i problemi. Ognuno ha una capacità completamente differente di vedere il mondo nello stesso momento. Questa è una percezione della realtà integrale. Questo è ciò che pratica la Kabbalah.

Ci consiglia ad interagire in modo tale da capire gradualmente ciò che realmente esiste nella nostra coscienza, come funziona, come possiamo guardare a questo in maniera un po’ differente e non da se stesso.

 

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Dalla trasmissione di KabTV “Together about important Things” 2/9/18

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Un microscopio per rilevare il Bore

E’ scritto: “Non c’è nulla al di fuori di Lui” e rispetto alla decina, vuole dire che noi dieci ci connettiamo con l’unica forza superiore che si deve rivelare. Stabiliamo la nostra relazione perché questa unica forza superiore, possa rivelarsi in noi.

Tutta la decina si aiuta reciprocamente, ognuno sostiene gli altri ed esiste solo per far progredire la decina.

Tutta la mia vita spirituale è nella decina e il mio dovere è connetterli tutti fino a che, in quella connessione, il Bore si riveli tra di noi. E’ come se prendessimo un microscopio o una macchina fotografica che si mette a fuoco girando la rotella per sistemare la lente dell’obiettivo. Se la sistemiamo correttamente, tutta la nostra attenzione sarà connessa e potremo vedere un’immagine chiara e nitida.

Questo è il nostro compito nella decina: girare ogni lente del gruppo perché possiamo vedere il Creatore che è dentro di noi. Ovviamente, appena riusciamo a metterLo a fuoco, Lui sparisce e dobbiamo cercarLo nuovamente per metterLo a fuoco un’altra volta. E così di volta in volta, ma ogni volta avanziamo aumentando la risoluzione e saliamo ad un livello più alto di revisione e implementazione.

Questo è il lavoro che dobbiamo fare tutti i giorni in ogni momento. Tutto il lavoro consiste nel portare la decina ad uno stato nel quale non vedo dieci persone ma dieci qualità e connettendole, ogni volta con maggiore precisione, sento il Bore ogni volta ad un grado più alto di NaRaNHaY.

Cominciamo a percepire lo studio delle dieci Sefirot nei nostri sentimenti, come qualcosa che succede nel cuore e nella mente dell’uomo. Capiremo che sono lo schema e il Kli nei nostri sensi. Cominceremo a vivere nel mondo spirituale, anche solo per il momento, come bambini che non capiscono del tutto, ma che già percepiscono e sentono i cambiamenti che stanno avvenendo in loro.

Sarà il vero studio della saggezza della Kabbalah. Capiremo il linguaggio dei rami, il linguaggio con cui scrivono i kabbalisti per trasmettere le informazioni spirituali di generazione in generazione usando le parole di questo mondo.

La cosa più importante è mantenere l’atteggiamento corretto verso la spiritualità, la nostra connessione, nella quale il Bore si rivela come attraverso una lente messa a fuoco correttamente. La regoliamo, mettiamo a fuoco i nostri amici ogni volta con più precisione nel punto comune: tutte le nostre intenzioni, i sentimenti e i pensieri devono focalizzarsi per arrivare ad essere come un solo uomo con un solo cuore. Questo significa che troviamo un punto focale comune nel quale riveliamo il Bore.

 

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Dalla lezione quotidiana di Kabbalah del 10/04/2021 “Un microscopio per rilevare il Creatore”

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Il vantaggio dei libri stampati

Domanda: Nonostante le sue conferenze siano registrate in video e audio, comunque si pubblicano i libri. Quale importanza hanno i libri stampati?

Risposta: Il libro non scomparirà. La forma elettronica può essere più conveniente. Se volo in qualche posto, apro il mio laptop e posso trovare un libro di Kabbalah scritto varie migliaia di anni fa. Non devo portarmi appresso un sacco di libri.

Tuttavia, la reale presentazione del materiale attraverso le lettere, è eterna. Non può scomparire perché ha la sua propria radice spirituale.

Nel mondo dell’informazione dal quale discendono su di noi tutte le influenze, le lettere rappresentano alcuni segni, alcune forze. La loro forma, la loro immagine è dettata dalla struttura e dalla connessione con il mondo superiore, con il mondo dell’informazione superiore. Per tale motivo non scomparirà.

 

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Dalla trasmissione di KabTV «Domande sui libri di Kabbalah», 28/10/2019

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Il movimento verso la spiritualità

Domanda: In linea di principio, lavoriamo costantemente in decine. Cosa ci manca adesso, una specie di sforzo impulsivo, un attacco attraverso il nostro lavoro interno nell’unità esterna? Cosa dobbiamo aggiungere nel nostro lavoro sulle decine per avere successo?

Risposta: Stiamo gradualmente cambiando. Lo vedo dal materiale che vi presento e da come scorre. Questo non è materiale casuale. Lo prepariamo prima di ogni lezione mentre passiamo da una fase all’altra. Quindi formatto i miei pensieri su Twitter.

Vedo che stiamo avanzando, le decine sono ben strutturate e gli amici partecipano con entusiasmo. All’inizio erano costretti a lavorare in decine, poi si sono resi conto che non avevano scelta perché doveva davvero essere così.

Ora, non sono nelle decine solo perché devono esserlo, ma anche in senso egoistico sentono che iniziano a percepire qualcosa attraverso la decina. Capiscono che attraverso la decina riveleranno la forza della redenzione, la forza della rivelazione, dell’ispirazione, tutti i desideri, tutta la luce e tutta la spiritualità. Vedo che si riferiscono alla spiritualità come qualcosa di prezioso, almeno come qualcosa di essenziale.
Almeno nessuno può essere indifferente alla decina, e questo è il motivo per cui sentiamo questo movimento, ed è molto buono.
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Dalla trasmissione di KabTV “Fundamentals of Kabbalah”, 5/02/2019

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Uscire dalla prigione dell’egoismo

Domanda: In che modo il gruppo aiuta un individuo a superare il proprio egoismo?

Risposta: Non possiamo superare il nostro egoismo da soli. Se ci provassimo, cadremmo nella depressione e nell’autocritica e proveremmo differenti stati prima di capire che solo attraverso la connessione con gli altri possiamo salire al di sopra dell’egoismo, della separazione, del vuoto e dell’assenza di significato che ci opprimono.

Un individuo dovrebbe scappare da se stesso verso il gruppo. Solo allora egli sarà in grado di uscire dalla prigione dell’egoismo.

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Dalla trasmissione di KabTV “Fundamentals of Kabbalah”, 7/10/2018

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Il centro della decina è il vaso spirituale

Io non devo cancellare i miei sentimenti come se non esistessero. Se faccio di me stesso uno zero assoluto per non pensare affatto a me, allora distruggo l’intera profondità del desiderio. Al contrario, io ho bisogno di elevarmi al di sopra del mio egoismo. Altrimenti, ne risulta che io sono uno zero e quindi il Creatore è un po’ più dello zero e niente di più.1

Non è sufficiente decidere semplicemente che non c’è nessun altro oltre al Creatore. Ci vuole la forza speciale della fede per elevarmi un po’ al di sopra di me. Altrimenti posso dire quanto voglio che non vi sia nessun altro oltre alla forza superiore, ma questo non mi aiuterà. Io attribuirò comunque tutto a me stesso o agli altri.

Pertanto, noi ci sforziamo di connetterci tra di noi al centro della decina, nel punto in cui ciascuno si annulla verso gli altri, verso la connessione e verso il Creatore. Pertanto, noi attiriamo gradualmente la luce riformatrice che compie questa azione su di noi.2

Ognuno di noi proferisce solo parole belle e corrette, ma non colleghiamo le nostre inclinazioni al Creatore e, quindi, non possiamo offrirgli il nostro desiderio comune (Kli), per dargli l’opportunità di rivelare se stesso e di gioire. I nostri desideri non si connettono e, pertanto, non possono rivelare il Creatore. Individualmente, tutto è corretto, ma non c’è abbastanza connessione.

Dieci persone si siedono insieme e ognuna di esse parla dal cuore, ma non siamo connessi l’uno con l’altro. Il problema è che noi non connettiamo la nostra aspirazione al Creatore e la nostra connessione reciproca, non vediamo che sono la stessa cosa. La connessione corretta tra di noi è la connessione con il Creatore.

Dovremmo cercare di avvicinarci sensorialmente all’amico e all’interno di questa connessione di immaginarci il Creatore, la qualità della dazione e dell’amore che io voglio scoprire tra me e il mio amico. Finora, al contrario, c’è stata una barriera tra di noi: la frammentazione invece della connessione, l’odio invece dell’amore.

Dobbiamo connettere tutto questo insieme: l’adesione con il Creatore, la rivelazione che non c’è nessun altro oltre a Lui, la connessione tra gli amici e la fede al di sopra della ragione. Tutto si connette all’adesione tra noi e al Creatore.

Con ciascuna delle nostre azioni nel pensiero e nel desiderio, dobbiamo attrarre, invitare il Creatore a controllarci, provare a sentire e scoprire il Suo governo. Dobbiamo pianificare i nostri pensieri e le nostre azioni in modo che siano mirati alla rivelazione del governo del Creatore su tutto ciò che sta accadendo. Tale azione è chiamata comandamento.

La nostra aspirazione al centro della decina è diretta esattamente in modo tale che attraverso i nostri sforzi comuni vorremmo farci governare dal Creatore.3

Gradualmente, inizieremo a rivelare che all’interno della decina esiste un certo concetto. In precedenza non pensavamo né volevamo rivelarlo, ma ora vediamo quanto sia importante, cioè che questo sia il centro, l’obiettivo principale del nostro lavoro. Il centro della decina è il Tempio, il vaso spirituale. Ognuno individualmente non è un Kli, mentre lo siamo tutti noi insieme, connessi correttamente e diretti a dare al Creatore. Nella misura in cui desideriamo raggiungere questo centro, inizieremo a sentire da esso come il Creatore ci sta gestendo.4

Desiderando ardentemente il centro della decina, noi ci rivolgiamo al nostro stato corretto che esiste già davanti a noi, il futuro buono che ci sta davanti. Nella misura in cui ci sforziamo di immaginarlo nel modo più giusto e corretto possibile e desideriamo ardentemente raggiungere questa connessione con amore e aiuto reciproco, noi entriamo nella prossima struttura, nel quadro futuro. È così che avanziamo passo dopo passo, livello dopo livello.

Proviamo ad immaginare lo stato corretto e chiediamo al Creatore di correggere la nostra direzione. Il Creatore è il nostro principale aiuto. L’intero percorso è già aperto fino alla fine della correzione, ma dobbiamo attraversarlo in modo da sentire quanto abbiamo bisogno del Creatore. Tutte queste fasi sono solo i mezzi, la ragione per rivolgersi a Lui. Unendoci a Lui per il nostro progresso, realizziamo correttamente la correzione.

Pertanto, l’obiettivo principale non è lo stato futuro in sé, ma la connessione con il Creatore che è necessaria per raggiungerlo. Lo stato in se stesso è solo la ragione, dopo tutto, non ho bisogno di questo stato ma ho bisogno del Creatore.5

Dalla prima parte della lezione quotidiana di Kabbalah del 22/11/2019, “Il centro della decina”

1 minuto 56:00
2 Minuto 59:00
3 Minuto 01:23:33
4 Minuto 02:00:00
5 Minuto 02:22:40

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Lo scudo e la spada: il lavoro sui desideri

Domanda: Lo scudo e la spada sono metafore per definire le linee di destra e di sinistra? In questo caso, cos’è la dazione e cos’è la ricezione?

Risposta: Lo scudo è fondamentalmente la restrizione nel lavoro con i tuoi desideri. La spada è quando trasformi questi desideri egoistici in altruistici e con essa colpisci i tuoi nemici. Perciò li sconfiggi, li conquisti, così che invece di lavorare per ricevere, lavorano per la dazione.

Domanda: Anche la decina riceve uno scudo e una spada?

Risposta: Certamente. Significa che prima di ottenerli, le persone dovrebbero incontrarsi nella decina. Prima di ciò, nulla è dato a nessuno quando sono separati.

La Kabbalah non parla di una singola persona, ma di una decina che viene considerata un insieme, come un unico organismo.
Diversamente le persone non saranno in grado di annullarsi le une verso le altre e, in qualche modo, di iniziare ad essere come il Creatore.
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Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa, 07/04/2019

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Padronanza sopra lo stato spirituale

Domanda: Quali sono i gradi di padronanza verso il cuore e verso gli stati spirituali?

Risposta: La padronanza verso lo stato spirituale risiede nel dominio dell’egoismo, poiché esso ci separa dalla spiritualità. Possiamo dominare l’egoismo solo con l’aiuto della Luce superiore. Non dipende della nostra forza di volontà, né dalla forza del nostro carattere e neppure dai voti severi dei quali possiamo farci carico.

Tutto dipende da quanto la persona si connette nel gruppo e riesca a dissolversi in esso. In questa misura corrisponderà di più con la Luce superiore, con le proprietà del Creatore e, gradualmente, si avvicinerà a Lui.

Il Creatore non sempre è nascosto. Lo posso rivelare in qualsiasi momento ed Egli sparirà immediatamente affinché io possa andare più lontano e concentrarmi ancora di più su di Lui. Supponiamo che io riesca ad intrappolarLo con le mie nuove proprietà, più corrette, e Lui sparisce ancora, in modo che io un’altra volta mi concentri su di Lui con le mie proprietà, nelle quali ho sviluppato una maggiore sottomissione al gruppo e così via, continuamente.

Se faccio parte di una decina, dobbiamo fare connessioni multiple, in modo che tra di noi appaia un campo uniforme.

Quando ci sforziamo per creare questo campo, il Creatore appare dentro di esso, ovvero, il Creatore è il risultato del desiderio della decina di essere Uno. Questa è la condizione principale.
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Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa, 09/12/2018

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Un posto per tutti nella decina

Domanda: Ci sono amici attivi e amici passivi nelle nostre decine. A volte nasce il desiderio di formare un nucleo dei soli amici attivi ma, d’altra parte, poi sembrerebbe che ci sia una decina nella decina. Dovremmo distribuire uniformemente la nostra attenzione ed eventualmente focalizzarci assolutamente su tutti per non cadere in pezzi?

Risposta: Secondo me dobbiamo lasciare la decina così come è organizzata. Non è necessario mescolarci. La decina è un’unità spirituale. Dovrebbe avere tutto: il nucleo, i ritardatari, i realizzatori. Pertanto, non è necessario modificare qualcosa con la forza. Dovrebbe essere preso in considerazione il fatto che c’è un posto per tutti.

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Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa, 06/02/2019

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Domanda: Qual è il senso della connessione e dell’unione nella Kabbalah?

Risposta: Connessione e  unione sono interconnesse all’interno dei pensieri e dei desideri. Qualsiasi cosa senta una persona, la sente anche l’altra; qualsiasi cosa pensa una la pensa anche l’altra. Si potrebbe argomentare che pensieri e desideri si limitino a vicenda ma in realtà quando noi tendiamo all’unione, pur trovandoci in una condizione di separazione, diventiamo complementari producendo un risultato sorprendente!!

Inoltre non si tratta solo di completamento reciproco. Aggiungendo dei “mattoni” otteniamo uno sviluppo esponenziale. Vi sono molteplici dimensioni anche se non infinite.

Poiché siamo tutti composti da 620 parti, nel momento in cui io e te ci relazioniamo, diamo vita a una serie enorme di relazioni reciproche. Si dà vita ad una nuova sfera, un complicato sistema di percezione un po’ come un alveare.. Nonostante non sia ancora integrato lo sta diventando..

Nel momento in cui raccogliamo tutti i nostri pensieri e desideri all’interno della decina essi si combinano come a formare una sfera. Tutti i nostri obiettivi, costrizioni e dubbi non scompaiono ma si trasformano in un sistema integrato a causa dell’integrazione, l’uno nell’altro, di dieci singoli individui.

All’interno della decina noi agiamo come nel Mondo Superiore, ciò crea una configurazione completamente differente, simile alla Sua, per cui si trasforma in una sfera completa e integrata. Se non esistesse una similitudine con il Mondo Superiore e se non potessimo aggregare tutti i pezzi in un sistema comune integrato noi non potremmo raggiungere questa condizione da soli. La decina rappresenta dunque una forma particolare di unione..

Domanda: Come è possibile che esseri umani che vivono nel disprezzo gli uni per gli altri e che all’inizio sono lontani l’uno dall’altro, comincino a diventare complementari? Questo evento miracoloso della Kabbalah non può essere compreso al nostro attuale livello di coscienza.

Risposta: Si, questo ha veramente del miracoloso. Un miracolo particolare che porta grande gioia grazie alle persone che si uniscono le une alle altre. Questo effetto è accompagnato da un grande sollievo, una crescita energetica, un flusso di coscienza e di sensazioni.

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Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa 8/04/2018

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