Pubblicato nella 'Crisi della Globalizzazione' Categoria

Dedicate attenzione alla gente!

Opinione (D.Kerton, membro del gruppo di investigatori di G20 presso l’Università di Toronto): Il Summit a Cannes deve frenare la crisi della zona Euro, decidere cosa bisogna fare per assicurare una stabilità potente ed occuparsi della crescita sbilanciata dell’economia globale, adottare delle regole finanziarie effettive, adottare inoltre meccanismi di controllo e supervisione del sistema finanziario, discutere sui problemi dello sviluppo.

Migliaia di attivisti di tutto il mondo hanno organizzato le proteste e chiedono ai leader mondiali di dedicare attenzione non soltanto al mercato finanziario, ma anche alla gente.

Il mio commento: Queste proteste iniziano ad indicare che queste persone cominciano a credere di più non nell’economia, ma ad una soluzione sociale della crisi e cioè non nello sviluppo continuo dell’industria, cosa che vogliono soltanto i ricchi per diventare ancora più ricchi, ma in una distribuzione equilibrata di ciò che già esiste, la cui sovrabbondanza basterà a tutti.
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Il deficit della leadership mondiale

Opinione (Michail Gorbachev): La crisi non è soltanto finanziaria , ma anche è una crisi del modello dello sviluppo, fondato sul fondamentalismo di mercato, tendenza verso il sovra profitto , sovra consumo , mancanza di responsabilità sociale ed ecologica , e le dimostrazioni nelle città occidentali sono delle proteste legittime, corrispondenti alle regole democratiche.

Il mondo oggi e sicuro non di molto che prima della fine della guerra fredda, perche la diplomazia non funziona. Al posto di un nuovo ordine mondiale noi siamo diventati testimoni della crescita delle difficoltà e delle confusioni nel mondo per mancanza di una leadership mondiale.
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La crisi finanziaria, ancora non è la cosa peggiore?

Opinione: D.Meadows, autore dei modelli dei limiti della crescita, analizzando i processi della dinamica mondiale, già nel 1972 avvisava che, seguendo lo sviluppo nella direzione esistente, la nostra civiltà avrebbe oltrepassato i limiti dello spazio ambientale. Però, invece di reagire a queste previsioni, i grandi poteri hanno iniziato a consumare le risorse ancora più velocemente ed inquinare l’atmosfera ancora più attivamente.

Nel libro “Oltre i limiti della crescita” (1994) indicava che il sistema ha superato il limite iniziando dagli anni ’90, che l’uomo spende più risorse di quanto la natura possa rimpiazzare. Ciò che risulta dal modello di Meadows è che la situazione si troverà nel crollo negli anni 2030-2050, quando sparirà la pesca mondiale, la riduzione colossale delle foreste, si accelererà l’estinzione di alcune razze di coralli, la distruzione delle foreste tropicali sconvolgerà tutti i parametri di connessione e di tutti i rapporti dell’uomo con la natura.

Risposta: La crisi è una, è la crisi dell’egoismo, del nostro rapporto con la vita. La crisi è la rivelazione della nostra non corrispondenza al nuovo mondo nascente. Finora la natura sviluppava dentro di noi i desideri e noi scrupolosamente li adempivamo, considerandoli i nostri. Adesso la natura manifesta davanti a noi l’immagine alla quale noi dobbiamo corrispondere, però questo quadro non corrisponde ai nostri desideri egoistici che si sviluppano e noi stessi, coscientemente, dobbiamo creare l’ambiente che ci educhi per farci arrivare all’equilibrio con la natura.
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La crisi del debito si aggrava

Opinione (V. Putin, il primo ministro della Russia): La prospettiva di risolvere il debito della crisi in Europa e negli USA è nebbiosa. Chiarimenti a riguardo non c’è ne sono. La crisi dei debiti sovrani dei paesi sviluppati richiede il ripensamento degli approcci tradizionali. Il modello dello sviluppo che si appoggia sulla crescita dei debiti non funziona.

Commento: Comunque, finché non si infetta la crisi in tutta la sua potenza, quando si svelerà l’incapacità di controllare tutti i meccanismi governamentali, tranne le chiacchiere, noi da parte del governo non sentiremo niente, e loro fino allora non sentiranno noi!
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Essere ricco significa essere maiale

Articolo: Lei stava davanti a me rabbrividendo, questo era un vero tremore fisico. “Fino a quando non uccidono qualcuno loro non si fermano”. Per lei era difficile riconoscere il fatto che, considerandosi un genio dell’economia, raccogliendo vari tipi di insegne regali fosse diventata un nemico comune e lei non è l’unica ad essere così. Lei è parte del settore crescente dei business man che hanno subito un feroce attacco. Loro si sentivano cacciati.

Quelli che non arrivano alla ricompensa, hanno tanti reclami verso i ricchi. Gli attaccati in allarme hanno scoperto che una nuova percezione sociale non è poi dalla parte loro. Essere ricco significa essere maiale. Loro sono pronti a tanto per conquistare l’amore. Loro vogliono che al popolo piaccia il loro successo, ma il popolo non li può amare. Come può lui amare quelli che vivono molto meglio di lui? Il pubblico non evita di considerare la figura del filantropo.

Lo strato dei milionari è crsciuto nell’ultima decina di anni. Come soggetto della nostra vita, loro sono diventati gli eroi della cultura. I racconti di grandi ricchezze e l’appariscente stile di vita è aumentato sempre di più, con questo loro hanno segnato il goal nella propria porta.

Dai tempi della protesta, Tel Aviv è diventata poco gradita ai magnati. Non c’erano dubbi che si sarebbero presi i soldi da loro. La strada avrebbe lottato contro di loro e il potere sarebbe stato contento che la strada indirizzava il fuoco sui magnati, creando sempre più problemi sul loro conto. Da allora tutti hanno cercato l’avvicinamento con i magnati, ma negli ultimi mesi, in alcuni di loro è cresciuto il senso di colpa.

Ma questa non è la fine della storia. Se il risultato della crisi è l’indebolimento degli investitori, Israele andrà in recessione e la disoccupazione diventerà un rompicapo oscuro, sarà la guerra non per i prezzi della ricotta, ma per i mezzi di sostentamento.

Mostri minacciano l’Europa

L’opinione di Mario Soares Presidente del Portogallo: “L’ Unione Europea attraversa ora una fortissima crisi. I mercati sono completamente confusi e sono diretti da “mostri”. Nessuno sa da dove provengono e cosa cercano di ottenere. Vogliono denaro, indebolire l’Euro, far vacillare l’economia della Grecia, Irlanda, Portogallo ed altri paesi. Questo è molto pericoloso, quando all’Europa manca l’unione. Se i paesi ricchi pensano di poter dominare sul resto dell’Europa e riformarla di nuovo secondo lo stile tedesco, sbagliano di grosso.

Se le cose si svilupperanno in questo senso, la gente iniziera ad agire: il popolo si ribellerà. Potremmo assistere ad una grande inserruzione popolare in seno all’Europa. L’Europa è un luogo per il dialogo, per una prosperità sociale nel reciproco rispetto.”

Il mio commento: Quello che ci salverà sarà solo la consapevolezza che ci troviamo in un nuovo mondo, integrale, nel quale siamo reciprocamente legati, e perciò siamo costretti a prendere in considerazione il fatto che siamo parte di una sola unità completa, e dobbiamo relazionarci agli altri come fossero nostri famigliari. La saggezza ci insegna che tutto il mondo è una grande famiglia, e se non inzieremo a rapportarci ad esso in questo modo, potremmo arrivare negli anni futuri ad una guerra mondiale, come è già successo.

Oggi si sta verificando la stessa identica condizione che da capo si ripete. Solo che i tempi si sono accorciati e la guerra mondiale potrebbe scoppiare anche fra qualche mese. Possiamo evitarla solo se modificheremo la tendenza mondiale- un mutuo legame, il riconoscimento della necessità di abolire il protezionismo e quindi di elevarci al di sopra dell’egoismo privato, pensare come si pensa in famiglia, a tutti, cominciando a risolvere i problemi, iniziando da quelli piu ardui fino a quelli meno. Come in famiglia: in primo luogo si pensa ai bambini, ai malati, e solo in seguito a coloro che possono ancora attendere alla risoluzione dei loro problemi.

Nel momento in cui cambieremo il nostro atteggiamento, riscontreremo immediatamente un’ attitudine, un rapporto diverso da parte della natura verso di noi, perché diventeremo come lei (in omeostasi, in equilibrio, in armonia), e tutti i nostri atti, volti in questa direzione, ci apporteranno prosperità! Su, impariamo dalla natura!

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Sii in pace, vecchio mondo finanziario!

L’opinione del dr. Michael Deliaghin, capo dell’istituto di ricerche sui problemi della globalizzazione: “la  Cina ha definitivamente voltato le spalle ai beni in dollari. Significa che nella situazione nella quale il Giappone ha la neccessità di aiuti finanziari per risanare l’economia, dopo il disastro di Fukushima, l’Europa ha altrettanti problemi finanziari per salvare la Grecia, la Spagna , l’Italia ed altri paesi che vogliono lavorare come in Grecia e vivere come in Germania – non vi è chi possa salvare l’economia degli Stati Uniti e comperare i suoi titoli. Benvenuti dunque, al nuovo e coraggioso mondo diviso in aree finanziarie. Ogni area, con la sua moneta (Dollaro, Euro, Yen), con i suoi beni speculativi bruciati e la sua economia produttiva –divisa in un numero di macro-zone che competono fra loro.”

Il mio commento: Tutto questo significa è che è la fine del vecchio mondo finanziario con la sua immaginaria stabilità. Potremo progredire solamente se i nostri capi di governo capiranno le regole dell’epoca moderna: non divisione ma mutua e totale garanzia, non unione su basi economiche egoiste ma su basi di visione del mondo come fosse un solo corpo. Effettivamente, solo così riusciremo a modificarci per divenire globali, integrali, come il mondo, ed allora potremo arrecarvi un ordine.

Dobbiamo inziare con la creazione di una sola assemblea economica mondiale, che guardi il mondo come ad un’unica famiglia che tratta problemi comuni per trovare soluzioni comuni.

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Il popolo neccessita Garanzia Mutua

Giorni fa abbiamo inviato alla commissione Trachtenberg la nostra proposta per la risoluzione dei problemi sociali del paese. La nostra proposta è stata pubblicata nel sito ufficiale della commissione ed ha riscosso già numerose repliche e voti di sostegno. Questa la proposta:

La risoluzione a tutto. va cercata in una nuova attitudine – Garanzia Mutua!
Vediamo che insieme alla richiesta di un “equo” budget (bilancio di previsione), è neccessaria al popolo anche una giustizia sociale, non meno che una nuova distribuzione. Percio il “Movimento Arvut” (garanzia mutua),  questa è proprio la sua specializzazione, ha scelto di mettere in evidenza tale bisogno.

L’onda di queste sommosse, sono fenomeni esteriori che testimoniano le neccessità più profonde social- interiori, il desiderio di sentirsi parte di qualcosa di grandioso, sentire l’appartenenza ad una società equanime che difende, protegge il privato, il bisogno di qualcuno che ascolta, che prende atto delle nostre opinioni, ci prende in considerazione e si preoccupa di noi…La necessità di una percettività della garanzia mutua come in una sola e grande famiglia.

Questo documento espone a grandi linee l’unica atitudine che restituirà al popolo la sensazione di una giustizia sociale. Solo la creazione di un clima sociale nel quale siamo tutti una sola famiglia, seduta intorno ad una tavola rotonda per un scambievole dibattito che permetta di trovare una soluzione a lungo termine.

Gli occhi di tutti, oggi, sono rivolti alla “commissione della modifica economico- sociale ” a capo del prof. Trachtenberg, che ha il potere di risolvere i problemi dell’attuale contestazione e dare al popolo il senso di una giustizia sociale, di consenso generale, di solidarieta’. Conosciamo benissimo i pericoli di un’eventuale trasgressione del quadro budgettario.

Ma cosa potrà fare la commissione nella distribuzione per soddisfare richieste
così numerose ed una “torta” budgettaria limitata?

E’ chiaro che, non sarà possibile replicare al diluvio di richieste economico- sociali.
Il bilancio nazionale è fragile e non è abbastanza grande per soddisfare tutti, inoltre il mondo sta attraversando oggi una crisi economica che peggiora sempre di più, e potrebbe influenzare in modo negativo l’economia del paese, la dipendenza economica di Israele dai mercati esteri è alta. Un paese che esporta il 45% del prodotto lordo nazionale all’estero, è prevedibile che venga danneggiato da questa crisi e ciò si esprimerà in un calo acuto delle entrate date dalle tasse, con un aumento del debito pubblico nel caso non diminuissero le spese. L’accettazione sia pure in minima parte, delle richieste della ”giustiza sociale”, ci condurrà ad un aumento significativo delle spese pubbliche. Abbiamo di fronte, in questo caso, una via senza uscita.

L’ondata contestataria mondiale che ora è molto in voga, “la giustizia sociale”. Dicevo, quest’onda è presente anche in Israele si caratterizza anche per una necessità esistenziale come, il problema degli alloggi, le sovvenzioni agli studi, la salute, la vita cara e via dicendo, ma anche per problemi socio-interni come la modifica di patti consensuali e valori sociali.

Ed è proprio questa neccessità, che ha generato questa massiva partecipazione alla generale contestazione “delle tende”, anche di coloro che non hanno problemi di sopravvivenza.

Da un punto di vista prettamente economico, le richieste hanno un notevole costo finanziario che impone l’aumento del debito pubblico da ritenersi pericoloso per il mercato. Tuttavia, vi è una neccessità immediata di distribuire l’attuale ” torta budgettaria”, in modo almeno soddisfacente, una risoluzione temporanea ai bisogni basilari, immediati, dei settori più disagiati, bisognosi di aiuti urgenti, in accordo alle decisioni prese consensualmente intorno ad una tavola rotonda.

Le numerose richieste budgettarie, per quanto leggittime esse siano, non sarà possibile soddisfarle economicamente tutte, nel quadro coercitivo budgettario. E’ chiaro che la “coperta è troppo corta” ed ogni esigenza verrà a scapito di un’altra richiesta. Quindi , ci troviamo di fronte, “il gioco con l’ammontare (della cassa) zero” nel quale la vincita dell’uno corrisponde naturalmente alla perdita dell’altro.

Il ” finanziatore” principale del diluvio di richieste, chi dovrà subire maggiormente il carico, sarà la classe media, che oggi paga già la parte sostanziale degli introiti mediante le tasse. Sarebbe un’ulteriore colpo, senza contare la completa noncuranza, in questa manifestazione, alle sue esigenze, ciò colpisce la colonna vertebrale economica israeliana e dunque, è pericoloso per il mercato. Di nuovo arriviamo ad un vicolo cieco.

La soluzione all’impasse, si trova nell’istituzionalizzazione della nuova economia, economia sociale equilibrata, in una economia di garanzia mutua.

Il maggior risalto sarà dato alla procedura stessa e necessariamente le decisioni economiche saranno prese cercando un largo consenso, prendendo le giuste decisioni.

La sensazione di discriminazione per le doverose rinuncie, saranno in questo caso, sostituite da entusiasmanti e calorose soddifazioni alle quali dovremo dar vita, permetteremo così a tutti, di sentirsi come in una sola famiglia valutata per il 90% della soluzione economica. Una volta deliberato, si troverà forzatamente il 10% restante dal bilancio nazionale. Non solo tutto ciò accrescerà la sollecitudine alla rinuncia a favore dell’altro, ma si arriverà in seguito alla condizione che le persone vorranno da se dare il loro contributo agli altri.

Vale a dire, l‘ombrello della garanzia mutua crea un valore economico indicibile nel quale si cela la vera soluzione dei nostri problemi.

Da un punto di vista sociale, tocca alla commissione fornire al popolo un nuovo clima di giustizia sociale, altrimenti la delusione sarà terribile ed il senso di separazione e rottura sarà penoso da sopportare.

Per superare sia l’aspetto economico che quello sociale, si dovrà invitare al più presto
tutto il popolo ad un dibattito mezzo stampa collettivo e pubblico. La contestazione è del popolo e va risolta di fronte a tutto il popolo.

Si dovrà cercare di creare la sensazione di una sola famiglia nella quale tutti vogliono aiutarsi vicendevolmente e perciò rinunciano vicendevolmente. Non sarà possibile che ciascuno e tutti quanti, ricevano immediatamente quello che chiedono. Il dibattito collettivo sulla distribuzione del budget dovrà svolgersi nell’assoluta trasparenza per evitare eventuali impressioni e sensazioni di diversificazioni o di sfiducia che ora sono presenti.

Soltanto quando ciascun cittadino capirà e sentirà che fa parte di una grande famiglia, ed accetterà anzi sarà fiero di rinunciare a favore di un bambino malato e debole della famiglia. Questo dibattito collettivo dissolverà le resistenze e le opposizioni anche in coloro che cercano le separazioni e vogliono scongiurare il dibattito collettivo. La determinazione della scala delle priorità resposabilizzerà tutti.

Se non agiremo secondo queste regole, queste disposizioni, ogni settore sarà in qualche modo discriminato. La commissione finirà il suo mandato e distribuirà le risorse in maniera un po’ diversa da oggi, ma il senso di ingiustizia nel popolo non sarà risolto.

Solo un’attitudine basata su una reciproca solidarietà, che colloca tutte le parti in un collettivo dibattito nella collettiva accettazione delle decisioni, potrà sanare il clima che si è venuto a creare nel popolo.

La commissione Trachtenberg è obbligata a dare un esempio a tutto il popolo, come si può arrivare a sentirsi veramente come in “una famiglia”. I membri della commissione devono vivere questo spirito interiore del senso della famiglia e della giustizia sociale. Deve mostrare a tutti come si dibatte insieme sul futuro comune, impostando una volta per tutte una sola giustizia. Una vera giustizia può svolgersi solo entro un reciproco consenso, nella garanzia mutua. Oggi un cittadino avverte l’ingiustizia sociale, è infuriato perchè si sente “raggirato”, perché non riceve quello che chiede e crede che gli spetti.

Ogni tentativo di risolvere il problema senza riuscire a creare in ogni cittadino la sensazione che siamo tutti membri di una sola grande famiglia, non soddisferà tutti e porterà a contestazioni più violente. Il popolo deve percepire che i suoi rappresentanti lo servono, deve tornare a credere nel sistema e sentire che gli può dare speranza ed un futuro migliore.

La ristabilizzazione della giustiza al popolo, mediante il principio della famiglia riunita, si deve realizzare attraverso dibattiti collettivi aperti a mezzo stampa. Si può aprire al popolo un luogo per partecipare in modo attivo ai dibattiti, sia fisicamente, via internet o esprimendo la propria opinione con SMS.

Perché il popolo adempia al suo diritto a partecipare, sarà doveroso accompagnare i dibattiti con l’intervento di esperti che sappiano spiegare la complessità dei problemi economico-sociali con un linguaggio semplice e comprensibile. Questo processo educativo ed esplicativo inviterà il cittadino a prendere parte attiva al dibattito, accanto alla richiesta di prendere delle responsabilità su tale processo. La vera comprensione delle realtà – aiuterà a raggiungere il consenso – un consenso generale che restituirà un clima di partecipazione collettiva e con essa anche un senso di giustizia sociale al popolo.

Mobilitando anche la stampa sarà data la possibilità di creare prospetti che illustreranno i problemi, e soprattutto le proposte di soluzione verrannò spiegate per far capire fino a che unto siamo “tutti nella stessa barca“. Si possono usare pezzi teatrali, canzoni, incontri chiarificatori in tutto il paese – perché è importante capire che l’attitudine verso “una sola famiglia” che si riunisce attorno ad una tavola rotonda, predispone favorevolmente tutti, permettendo di risolvere i problemi in tempi netti e vincolanti.

Siamo, membri del “Movimento Arvut “(garanzia mutua), con esperienza collaudata in questo tipo di processi. Decine e centinaia di volte abbiamo sperimentato processi collettivi, nei quali pertecipano tutti, conseguendo il consenso collettivo, come una sola famiglia, che cambia l’equilibrio delle forze.

Quest’attitudine riduce le opposizioni nella società, associa tutti, immette un nuovo vento di giustizia ed attenua il fatto che il mio problema non sia stato risolto nell’ immediato.

La gestione di dibattiti con questa predisposizione è proprio il campo della nostra singolarità, così come abbiamo già iniziato a realizzare, sedendoci intorno ad una tavola rotonda nella tenda del “Movimento di Arvut” in via Rotshild.

Non si trattava di un’ “operazione instant” ma era neccessario istituire un processo consegeuente, metodico ed incessante e per lungo tempo, vigilando di mantenere un clima giusto nell’adempimento di tutto ciò, fino ad arrivare ad un vero consenso. Con questo saremo un esempio per tutto il mondo.

Ci troviamo nell’ora propizia, nella quale al governo ed in special modo alla commissione Trachtenberg è data l’occasione di condurre il processo sociale per costituire in Israele una società equa ed ancora più progredita.

Il “Movimento Arvut” (garanzia mutua) si vede impegnato a mettere a disposizione della commissione tutte le istituzioni a livello nazionale, sostenerla ideologicamente ed essere la “madre della famiglia” che apporta il clima giusto di  connessione nel popolo, per portare avanti un processo che istituirà alla fine e per tutti, il senso di giustizia sociale che permetterà di risolvere insieme i problemi fondamentali.

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Londra dappertutto?

Notizia: “Ad Amburgo in Germania i giovani hanno provacato sommosse. Giochi in strada si sono tramutati in scontri con la polizia, incendi e persino tentativi di assaltare una bancha. Solo cannoni ad acqua hanno calmato il pubblico. Sono stati reclutati 2500 poliziotti per far tornare lo stato normale. Nel notiziario è stato anche riportato che le manifestazioni erano state organizzate da organi di sinistra, ma nei video non si sono visti alcun poster. I partecipanti hanno scritto sui muri “Londra dapertutto”.

Il mio commento: Dato che il mondo si è trasformato in globale, il legame integrale che si rivela fra tutti noi, si rivela anche nell’ego di tutti noi nei suoi modi particolari: violenze e sommosse. Questa tendenza crescerà, perchè il mondo diventa sempre più collegato. Oggi, pressati dalla natura tendiamo tutti istintivamente ad unirci su questa terra, in modo globale ed integrale, in tutti i modi possibili di connessione.

Se non modificheremo la nostra natura, faremo saltare il mondo intero. Non abbiamo scelta dobbiamo superare il nostro ego per conseguire la “garanzia mutua”.

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Noi ed il sistema ecologico

L’opinione del fisico Pitriuf Capra: “Una società stabile è una società capace di soddisfare i propri bisogni, senza impedire ciò alle generazioni future. E’ possibile costruire società umane simili ai sistemi ecologici naturali, come le “comunità'” stabili nella vegetazione, animali e batteri. Vi sono sei principi per salvaguardare la vita:

Reti: In tutti i livelli vitali scopriamo sistemi che vivono dentro i confini di altri sistemi: Reti dentro reti. I loro confini non sono i limiti di separazione, ma limiti di individalizzazione, tutti i sistemi sono connessi fra loro e si scambiano le risorse attraverso i loro confini.

Ciclico: Tutti gli esseri viventi si alimentano con materia ed energia prelevate dal loro ambiente naturale per sopravvivere, e tutti producono rifiuti. Pertanto il sistema ecologico, l’intera rete, non secreziona scorie, perchè le scorie di una specie biologica alimenta un’altra specie, le materie sono riciclate incessamente nella rete vitale.

L’energia del sole: I cicli ecologici sono messi in moto dall’energia solare, che si trasforma in energia chimica attraverso la fotosintesi della vegetazione verde.

La cooperazione: Il ricambio delle sostanze e le energie ecologiche hanno luogo in funzione di una generale cooperazione. La vita sulla terra si e’ creata non da forze, ma da una cooperazione, da un’associazione interattiva reticolare.

Etreogeneità: I sistemi ecologici si trasformano in stabili ed indispensabili grazie alla loro eterogeneità e complessità della loro rete ecologica. Tanto più saranno svariate dal punto di vista biologico, tanto più saranno essenziali.

L’equilibrio biologico: I sistemi ecologici sono una rete flessibile, che oscilla sempre. La sua oscillazione è frutto di numerosi legami che instaurano il sistema in una condizione di equilibrio del peso dinamico. Non permette distacchi massimali delle sue variabili, tutte oscillano intorno a valori ottimali.

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