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Si può amare una persona malvagia?

Sì, si possono amare le persone che compiono anche gli atti più spregevoli, perché in loro c’è un pezzetto di anima.

Dobbiamo capire che c’è una differenza tra corpo e anima. Le persone che fanno del bene o del male nel mondo non hanno un’anima.

Un’anima è chiamata “una parte della Divinità dall’alto”. Siamo fatti di desideri di godere, chiamati “corpo”, e il loro godimento di base è a un livello corporeo dove cerchiamo di godere attraverso piaceri legati al cibo, al sesso, alla famiglia, al denaro, all’onore, al controllo e alla conoscenza. Alla fine, nel nostro desiderio di godere, emerge un piccolo punto di desiderio che proviene da un grado spirituale superiore, al di sopra della corporeità.

Invece di desiderare di godere solo per il proprio beneficio, questo piccolo punto di desiderio ha radici in un mondo permeato dalla qualità della natura stessa: amore e dazione, al di là dei limiti dei nostri desideri corporei. Se abbiamo un tale desiderio, allora abbiamo una parte dell’anima, e se non sentiamo alcun desiderio di elevarci al di sopra dei nostri desideri corporei in modo amorevole e di dazione verso gli altri e la natura, allora non abbiamo un’anima, nemmeno il suo punto di partenza.

Possiamo paragonare questo punto del desiderio a un seme che deve essere posto nelle giuste condizioni, come un terreno fertile, con umidità, aria e una certa quantità di luce solare, per svilupparsi in una pianta in fiore. In altre parole, dobbiamo collocare questo punto dell’anima in un luogo protetto che sia in grado di svilupparlo in un’anima pienamente cresciuta, che possa amare, donare e connettersi in modo simile alla qualità sconfinata di amore e donazione della natura.

I Kabbalisti definiscono questo punto dell’anima, quando emerge tra i nostri desideri corporei, come “il punto nel cuore”. Vale a dire, il cuore sono i nostri desideri corporei, dove percepiamo piaceri transitori e un’esistenza temporanea, e il punto nel cuore è il desiderio radicato nell’anima, dove possiamo percepire armonia completa, pace ed esistenza eterna.

Se sentiamo un tale desiderio dentro di noi, un punto che solleva domande sul significato della vita, perché siamo qui, chi siamo, cos’è la realtà, perché c’è così tanto dolore nel mondo e altre domande esistenziali fondamentali, allora possiamo mettere tale desiderio in condizioni che possano svilupparlo fino a un certo volume, e all’interno di tale volume, far crescere un sentimento di amore, dazione e connessione positiva con tutti e con la natura stessa. In tale stato, raggiungiamo la nostra anima.

Pertanto, in relazione allo sviluppo dell’anima, possiamo aggiungere l’amore, la cura e l’obiettivo di darle tutto ciò che è necessario per farla sbocciare nel suo stato eterno e completo. Tuttavia, in relazione ai desideri egoistici, non è necessario amare nessuno di essi. I Kabbalisti chiamano l’ego, cioè il desiderio di godere a spese degli altri e della natura, “inclinazione malvagia”, ed è in definitiva in uno stato di morte. È destinato a essere distrutto fin dall’inizio, perché non può provare alcun piacere e appagamento duraturi, secondo la sua stessa natura.

Pertanto, possiamo sviluppare amore non verso la parte egoista in noi, da cui provengono distruzione e sofferenza, ma nella parte di ogni persona chiamata “umana”, il punto nel cuore che può svilupparsi in un’intenzione completamente amorevole e di dazione capace di portare vita e luce nel mondo.

I desideri egoistici che abbiamo dentro sono opposti alla forma altruistica ed eterna della natura. Non sono quindi considerati “umani”, parola che in ebraico significa “Adamo” e che deriva dalla parola “simile” (“Domeh“), dalla frase “Adameh le Elyon” (“simile all’Altissimo”). In altre parole, l’essere umano è colui che sviluppa il proprio punto nel cuore in modo simile alla forza d’amore e di dazione della natura e, così facendo, si eleva al livello umano in somiglianza con la natura, in cui scopre l’eternità e la perfezione della qualità altruistica della natura. In questo stato, è possibile “amare il prossimo come se stessi”, cioè scoprire la forza comune dell’amore, della donazione e della connessione positiva che si trova nella nostra anima e che collega i nostri punti del cuore in un’unica anima.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman. 

La dipendenza dell’anima individuale dall’anima comune

Domanda: Quali sono i limiti dell’anima individuale come parte dell’anima comune? Come si esprime la sua dipendenza dall’anima comune?

Risposta: Un’anima individuale si sviluppa solo fino al volume necessario per il suo ripristino nell’anima comune. Se prendiamo un’anima individuale, femmina o maschio, vedremo che le fasi del suo sviluppo avvengono sempre nel quadro generale dell’anima di Adamo e non in altro modo.

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Dalla trasmissione di KabTV “Fundamentals of Kabbalah”, 16/09/2018

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