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Che cosa deve succedere o cambiare perché l’umanità possa evolversi?

La natura dell’uomo è il desiderio di provare piacere a proprio beneficio. È il nostro punto d’inizio, ma siamo in un processo evolutivo che ci porterà ad uno stato in cui finiremo per invertire la nostra natura e cioè quello di agire a beneficio di altri e della natura stessa.

La Natura in senso generico è all’opposto di quella dell’uomo. Essa opera con la legge dell’altruismo, dell’interconnessione e dell’interdipendenza. Di conseguenza, la Natura evolve le sue parti inanimate, vegetative e animate in modo che queste non operino contro di essa. 

In tutta la natura solo noi umani abbiamo il desiderio di sfruttarla e distruggerla allo scopo di provare sensazioni di potere e rispetto. Ci è stato dato questo ulteriore desiderio egoistico per poterci evolvere attraverso la connessione tra noi, per esempio imparare a implementare relazioni favorevoli e benefiche, invece di usare la tendenza a sfruttarci l’un l’altro e sfruttare la natura solo per gonfiare il nostro ego.

Con questa inversione della nostra intenzione, dal beneficiare solo noi stessi al beneficiare gli altri e la natura, scopriremo un nuovo mondo, con una nuova natura, cioè un mondo eterno e perfetto.

Allora vivremo liberi dall’ansia e dal dolore. Le nostre sensazioni di una vita corta, transitoria e miserabile saranno rimpiazzate dalla sensazione di un’esistenza libera dalla sofferenza. 

La sofferenza deriva dal nostro desiderio egoistico di sfruttare gli altri e la natura per il nostro guadagno personale. Perciò, sostituendo la nostra tendenza egoistica con una natura altruistica che desidera beneficiare gli altri e la natura stessa, ci scopriremo a vivere su un piano di esistenza paradisiaco.

Il paradiso è uno stato dove la comune forza dell’amore emerge tra le persone e forma la connessione di “ama il tuo vicino come te stesso”. La Natura prima o poi ci condurrà a questo stato paradisiaco e noi non avremo altra scelta che quella d’invertire la nostra attitudine l’uno verso l’altro, dall’egoismo all’altruismo, e facendo questo vivremo in una connessione di armonia ed equilibrio. 

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

C’è solo dolore intorno a noi, ma il Bore è buono?

Commento: Alexander scrive: “Michael Laitman, quando dici che il Bore è buono e fa solo del  bene, cosa vuoi da un povero sfortunato? Se c’è solo dolore intorno a lui, allora il fatto che il Bore sia buono suona come una presa in giro nei suoi confronti.

La tua casa è distrutta, questo è bene; i tuoi cari sono morti, questo è bene; sei costretto a lasciare tutto ciò che hai guadagnato, questo è  bene. Dobbiamo convincerci che tutto questo è per il nostro bene, che il Bore è gentile e fa il bene, o come possiamo comprenderti?”

La mia risposta: È molto semplice comprendermi. Dobbiamo cercare di capire le leggi della natura, e provare a realizzarle e a divulgarle. Queste sono le leggi del Bore.

Commento: Ci sono migliaia di domande come questa, specialmente nel nostro tempo, e tu continui a dire che la natura è connessione e bene e il Bore é buono e fa il bene. Queste domande si moltiplicano in relazione a ciò che accade nel mondo. Come può un individuo rinunciare a ciò che accade davanti ai suoi occhi e nei suoi sentimenti?

La mia risposta: Quello che egli vede davanti ai suoi occhi viene fatto dagli uomini non dal Bore.

Il Bore ha posto delle condizioni e se le rispettassimo, vivremmo in modo completamente diverso. Altrimenti cosa si fa?

Domanda: Queste leggi della natura, come tu affermi, il Bore, devo conoscerle e realizzarle?

Risposta: Non importa realizzarle ma  conoscerle per lo meno.

Domanda: Puoi nominare la legge principale?

Risposta: È molto semplice:” Ama il tuo prossimo come te stesso.”

Commento: Ci imbattiamo in questa formula continuamente. Ma non è semplice. Tu dici immediatamente  che è necessario realizzarla.

La mia risposta: Stai parlando della legge. Ti ho dato la legge. Se questa formula non è facile, cosa farai?

Commento: Quindi stai dicendo che tutti noi abbiamo bisogno di conoscerla, tutta l’umanità deve conoscerla.

La mia risposta: Sì, il mondo intero è costruito su questo. Se agite in questo modo sarete più vicini al Bore e all’adempimento della Sua legge, la legge globale di tutta la natura. Cosa c’è dopo? Guardate voi stessi.

Domanda: Quindi, so che non posso ancora farlo, capisco che non posso e tu lo chiami già progresso?

Risposta: Certo!

Domanda: Il fatto che io capisca che non posso adempiere a questa legge?

Risposta: Non ha importanza. Ma capisci che tale legge esiste e alla fine, idealmente, se la seguissi, saresti al livello del Bore.

Domanda: E per chi sei di più, per coloro che ci dicono e addirittura ci scrivono: ”Sto adempiendo a questa legge , o per coloro che dicono: “È impossibile eseguirla”?

Risposta: Ovviamente, è impossibile da eseguire.

Domanda: Come possiamo realizzarla in questo caso? Dobbiamo pensarci?

Risposta: Se ci connettiamo gradualmente per adempiere a questa legge, allora cominciamo ad acquisire in noi stessi, dentro la nostra connessione, qualità che iniziano a sentire questa legge su di noi, e progressivamente, gradualmente ci avviciniamo ad essa e al suo adempimento. Questo è tutto.

Domanda: Queste qualità sono in noi, o ci vengono date in un qualche modo?  Tu dici: “Non erano in noi. Non c’è amore in noi.”

Risposta: Non erano in noi, assolutamente. Le attiriamo. Le attiriamo dall’alto, per così dire. Da un grado superiore.

Domanda: Quindi, c’è il nostro grado e c’è un grado superiore. È qui. Il nostro compito è solo quello di raggiungerlo?

Risposta: Attirarlo a sé.

Domanda: Devo vivere con il pensiero di voler attirare a me questa  qualità?

Risposta: Sì, vivere per questo.

Domanda: È questo lo scopo della vita in generale?

Risposta: Certamente. È l’amore per il prossimo il significato della vita.

Domanda: Dimmi, raggiungeremo mai uno stato in cui una massa di uomini…?

Risposta: Non possiamo aspettare, dobbiamo farlo su noi stessi. Poi accadrà.

Domanda: Allora smetterò di vedere, diciamo, come descrive Alexander, che tutto ciò che mi circonda è terribile?

Risposta: Vedrò che tutto è terribile, ma che tutto può essere risolto.

[312023]

Da “Notizie con Michael Laitman” di KabTV del 30.3.2013

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Un sistema da cui non si può scappare

Domanda: La Kabbalah abbraccia una visione ampia del mondo. Qual è il modo migliore di trasmettere le informazioni per renderle più facili da capire?

Risposta: L’informazione in sé è molto globale e allo stesso tempo include tutti i casi speciali.

Diciamo che ho un’attività. Non sarò in grado di gestirla se non considero tutta l’umanità e la rete di interconnessioni tra gli individui. Ma come farlo?

Significa che da oggi o da domani in poi devo pensare: “Devo ricavare qualcosa, venderla e trasportarla da qualche parte. Ma non funzionerà se non comincio a pensare all’intera umanità, che allo stesso tempo, deve essere un bene per tutti gli altri, che prendo per me solo ciò che è necessario per l’esistenza e do via tutto il resto in modo che tutti possano godere dei risultati del mio lavoro”. Agire in questo modo?! Wow!

Ma questo è richiesto dal governo che oggi scende su di noi dall’alto. Se non lo rispettiamo, inevitabilmente inizierà a spezzarci e la situazione peggiorerà. Crisi, di vario tipo e natura, diventeranno sempre più frequenti.

Tutto questo deve essere spiegato al livello più piccolo. Mi preoccupo di qualcos’altro, del mio lavoro, di mio figlio o della mia famiglia. Mi concentro sul fatto che senza pensare agli altri, non raggiungerò una vita normale nemmeno a casa mia?

Devo inevitabilmente pensare che tutta l’umanità sia un unico insieme. Non c’è altro modo! Devo abituarmi a questa immagine e inculcarla  gradualmente dentro di me. Con un maggiore sforzo di volontà posso avvicinarla, e presto scoprirò che è davvero così.

All’improvviso comincerà ad aprirsi davanti a me come se emergesse da una nebbia: “Si scopre che davvero tutto è interconnesso! Cosa fare?! Dove andare?” O viceversa: “Come accettarlo?! Come coglierlo?! Come lavorarci?!”

È un sistema da cui non si può scappare! Non deve sembrarci qualcosa di provocatorio o di minaccioso, ma, al contrario, una salvezza. Non la salvezza dal fatto che ora sto male, ma la salvezza da questa vita futile, da questo vuoto, da questa vita effimera, una transizione verso qualcosa di luminoso ed eterno.

 

[312008]

Da “I Got a Call” di KabTV. Un’idea globale” 2/6/11

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Salvare l’Europa

Domanda: Perché l’Europa rappresenta la rigida spina dorsale dell’umanità? Non ha scelto da sé questo ruolo.

Risposta: Nessuno sceglie niente. È solo che l’egoismo che esiste in noi deve attraversare tutte le fasi del suo sviluppo. Personalmente non do la colpa a nessuno. Sto solo esponendo i fatti e spiegando la dialettica dello sviluppo.

Se il libero arbitrio appare in noi, da questo momento in poi possiamo parlare di qualcosa. E se non c’è libero arbitrio, allora dobbiamo passare attraverso tutti questi stati come abbiamo fatto.

Domanda: Ma può esserci qualcosa di utile per gli Europei?

Risposta: Sì, dovranno andare nella direzione opposta a tutte le sofferenze che hanno causato agli altri popoli. Soprattutto perché li hanno odiati in quanto portatori di conoscenza spirituale. Li odiavano inconsciamente, senza sapere perché, ma non significa nulla. Dovranno rendersi conto di tutto questo e superarlo, altrimenti, essi non inizieranno la correzione.

Cosa dovranno correggere allora? Dovranno rendersi conto di questo male, rivelarlo e correggerlo. In base a che cosa un uomo potrà progredire se non in base alla rivelazione del male e alla sua correzione? Come si raggiunge il più alto grado spirituale? Tutti gli uomini devono raggiungerlo, ognuno in base al male in cui si è trovato durante tutti i suoi cicli.

Gli europei in un modo, i cinesi in un altro, i giapponesi in un altro ancora, ecc. Ognuno ha attraversato la storia a modo suo, e ognuno a modo suo deve rendersi conto dell’intero percorso di sviluppo del proprio egoismo per iniziare a correggerlo.

Ponendo questa domanda, lei tratta le persone, per così dire, in modo umano, cioè come oggetti materiali. Io invece le tratto come un desiderio creato dal Bore il quale deve subire tutte queste metamorfosi e raggiungere la correzione, la somiglianza con il Bore.

Ma per raggiungere questo obiettivo, un uomo deve sentirsi opposto al Bore. Guardate quanto egli ha già fatto in contrasto con il Bore. Ora deve solo rendersi conto dell’opposto e poi correggerlo. Queste tappe rimangono ancora. L’Europa comincerà presto a percepirle da sé.

 

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Da “I Got a Call” di KabTV. Salvare l’Europa” 3/2/11

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Cosa significa Shavuot?

Shavuot significa il giorno del dono della Torah, che è il più grande evento che possa mai accadere.

Perché è il più grande evento di sempre?

Esso segna uno stato in cui alcuni uomini che vivevano le loro solite vite, ignare del motivo per cui erano vive, hanno ricevuto istruzioni, un metodo, su come vivere in modo ottimale nel nostro mondo, come scoprire chi erano veramente e che, se lo desideravano, potevano uscire dalla ristretta cornice di sentire questo mondo nei loro cinque sensi corporei, espandendo la loro percezione e sensazione per sentire un nuovo mondo.

Hanno chiamato il metodo che hanno ricevuto “la Torah”. Attraverso questo metodo, potevano scoprire una realtà molto più ricca e più ampia – la realtà eterna – con cui potevano connettersi e sentire.

Questo è ciò che ci dà la Torah. È un metodo per espandere la nostra percezione e che ci permette di scoprire la vera realtà in cui dimorano le forze dell’amore, della dazione e della connessione oltre alla realtà ristretta che percepiamo nei nostri cinque sensi corporei.

Shavuot è quindi una festa molto speciale. Segna una differenziazione di noi che viviamo come animali in questo mondo per diventare esseri umani nel senso più pieno del termine, cioè, coloro che escono dalla loro sensazione di questo mondo ristretto e transitorio ed entrano nel raggiungimento di una realtà vera, eterna e perfetta al di là i sensi corporei.

Dovremo quindi rispettare questa festa e cercare di raggiungere ciò che coloro che hanno conseguito quegli stati: i cabalisti, ci dicono al riguardo: che è uno stato di connessione “come un solo uomo con un solo cuore”, di mutuo sostegno e comprensione, con amore e di cura l’uno dell’altro, e dove sentiamo noi stessi esistere in un solo cuore.

Anche se ognuno di noi inizialmente vive nelle proprie qualità egoistiche, dove ospitiamo molti pensieri, desideri, decisioni e pinti di vista divisivi che resistono allo stato della nostra completa connessione reciproca, con il metodo della Torah, il metodo di come connetterci alla forza della natura superiore che ci influenza e ci cambia, noi possiamo elevarci dal nostro livello egoistico a un livello di eternità e perfezione.

Se non avessimo ricevuto il metodo della connessione chiamato “la Torah”, allora saremmo diventati completamente separati e non avremmo avuto l’opportunità di comprendere la qualità dell’amore, della dazione e della connessione. Saremmo rimasti come animali in questo mondo. Grazie a vari individui unici che hanno implementato questo metodo su se stessi, possiamo accedere e applicare lo stesso metodo su noi stessi.

Quando lo facciamo, sviluppiamo un senso per sentire la qualità dell’amore, della dazione e della connessione. Poi arriviamo a sentire che c’è una forza speciale che rivitalizza e illumina la connessione tra di noi.

Tutti gli uomini possiedono questo senso ma alcuni lo sentono più di altri, e il metodo che abbiamo ricevuto a Shavuot ci permette di svilupparlo finché non ci sentiamo attratti dal connetterci “come un solo uomo con un solo cuore”. Inoltre, coloro che sviluppano questo senso influenzano il suo risveglio negli altri, e come tale, sempre più individui si orientano sempre più verso di esso.

Cos’è questo senso? In generale, è un senso dell’amore.

Se ci manteniamo nell’inclinazione a raggiungere un amore comune l’uno per l’altro, allora sperimentiamo diversi stati in cui sentiamo la nostra disconnessione, con disprezzo e mancanza di rispetto reciproco, finché non scopriamo la forza dell’amore, della dazione e della connessione che ci unisce in quegli stati.

Diventiamo quindi una nuova nazione basata su un comune desiderio di connetterci nell’amore al di sopra delle nostre qualità separatrici, cioè una nazione che prima era inesistente in modo naturale e biologico.

È mia speranza che sviluppiamo davvero questo senso di amore, dazione e connessione usando il metodo della connessione che abbiamo ricevuto, e che arriviamo a ottenere questo nuovo senso prima, piuttosto che dopo. Quando lo faremo, sentiremo aprirsi davanti a noi una nuova realtà inclusiva, eterna e perfetta, una sensazione di armonia e pace che non possiamo nemmeno immaginare nei nostri attuali sensi terreni.

 

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Cosa pensate delle sfide di TikTok?

Le sfide su TikTok e sulle piattaforme di social media in generale rappresentano la nostra natura animale primordiale e il modo in cui impariamo dagli altri. È naturale per noi imitare gli altri, poiché siamo animali sociali.

Alla fine, l’imitazione reciproca ci avvicina. In un certo senso, iniziamo a capirci meglio.

Se tali sfide siano positive o negative dipende da ciò che imitiamo.

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Quali sono i consigli per gestire lo stress e l’ansia?

Possiamo superare lo stress e l’ansia sviluppando sempre più legami positivi, amicizia e vicinanza con gli altri. Altrimenti, queste e altre sensazioni negative ci disturberanno sempre di più.

Se creiamo piccole società in cui sviluppare legami di reciproca considerazione e sostegno, allora potremo liberarci di paure, malattie, insonnia e di tutto ciò che ci impongono lo stress e l’ansia della vita.

Più sperimentiamo sensazioni negative come lo stress e l’ansia, più ci avviciniamo a comprendere la necessità di amicizia, cooperazione, sostegno reciproco e cura. Allo stesso modo, arriveremo a comprendere il bisogno di creare società che enfatizzino questi valori. Altrimenti, continueremo a svilupparci accumulando sempre più sensazioni negative per un periodo di tempo molto lungo, finché alla fine non ci sveglieremo e capiremo la necessità di questi valori.

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Quale segreto permetteva ad Antonio Stradivari di realizzare i migliori violini della storia?

In effetti,  oltre alle più recenti tecnologie, incapaci di riprodurre il suono di un violino Stradivari e all’Associazione Internazionale dei Liutai e degli Archettai, che ha ripetutamente provato invano a scoprire il segreto del maestro, sono state fornite spiegazioni logiche di ogni tipo, legate ad esempio alla specificità del legno o ai tempi che erano diversi, ma di fatto nessuno conosce il segreto.

Prima di tutto bisogna capire cosa succede all’interno del nostro orecchio, ossia il motivo e il modo per cui sia possibile suscitare il tipo di reazione che le corde di uno Stradivari provocano e come i suoni entrano in noi.

C’è davvero un segreto qui, ma credo che anche lo stesso Stradivari ne fosse inconsapevole.

Il segreto risiede in una speciale combinazione di suoni che influenzano il cuore, dobbiamo pensare prima a come risponde il cuore e poi l’orecchio, che segue. Il ruolo primario del cuore è di massima importanza qui, ma nessuno ancora lo sa.

Neanche Stradivari lo sapeva, era inconsapevole di questo meccanismo interno. Lui e le sue mani erano semplicemente diretti da un’intuizione interiore e certamente la forza superiore che ci guida ha giocato un ruolo in questa interazione.

Stiamo parlando di un uomo che in realtà era solo una persona comune con una certa professione, ma che allo stesso tempo venne scelto per svolgere un certo ruolo, e questo segreto venne trasmesso attraverso di lui.

E allo stesso modo, il segreto del suono dei violini di Stradivari si può applicare a tutto quello che va oltre gli strumenti musicali.

Il suono deve prima entrare nel cuore e solo dopo raggiunge l’orecchio. Certamente questo va contro il pensiero comune,  cioè che non sentiamo con le orecchie, ma col cuore.

Le parole anche hanno questa qualità ed è così che si formano. Quando parliamo o scriviamo, dobbiamo trovare la parola che entra nel cuore e la sentiamo solo dopo.

È di fatto molto semplice trovare parole del genere nella saggezza della Kabbalah. Il mio maestro Rabash (il Kabbalista Baruch Ashlag) diceva a proposito: “Michael, hai sentito cosa  dice la preghiera Shema? Dice ‘Shema (Ascolta O) Michael’”. Io ero sorpreso, chiedendomi perché diceva “Michael” e non “Ascolta O Israele”. “Israele” è un nome generale ma in realtà possiamo inserirci il nostro nome. Ossia, questo “Ascolta O Michael” parla al cuore e allora la composizione inizia.

Quella di Shema è considerata una delle preghiere più elevate e la preghiera viene ascoltata prima dal cuore di una persona e solo dopo dall’orecchio, se mai viene ascoltata.

Nella Saggezza della Kabbalah noi diciamo che la preghiera di una persona comune è più elevata delle preghiere composte da saggi e Kabbalisti. Questo perché la persona la sente, cioè il suo cuore risuona con la parola che è radicata in una sensazione spirituale. Quando quindi una persona recita una preghiera con i suoi sentimenti, la ascolta prima dall’alto. Non è qualcosa che nasce dentro di noi.

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Se la morte è una punizione, in che modo il paradiso è una ricompensa?

Non esiste la morte.

Attraverso lo studio della Kabbalah, possiamo passare dal nostro innato desiderio transitorio, egoistico ed egocentrico, a un desiderio eterno, perfetto e altruistico.

Senza questo studio, il nostro desiderio egoistico svanisce gradualmente fino ad esaurirsi, e questo è ciò che la gente identifica con la morte.

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Come porre fine alla guerra

Nel 1914, durante la Prima Guerra Mondiale, accadde un evento sorprendente. Mentre mezzo milioni uomini venivano uccisi nei pressi della città belga di Ypres, il 24 dicembre, prima di Natale, improvvisamente i soldati iniziarono a decorare le trincee tedesche con ghirlande e luci varie. In seguito, si spostarono in territorio neutrale. Anche Francesi e i Britannici uscirono dalle trincee nemiche per raggiungere il territorio neutrale, radunando circa centomila uomini. Fino a quel momento si erano uccisi a vicenda, ma quel giorno si sono riuniti e connessi: si sono scambiati pensierini, hanno cantato canzoni, hanno barattato bottoni, tabacco, vino e dolci e hanno giocato a calcio con le lattine. Nel 2014 è stato costruito un monumento al calcio per commemorare l’evento.

Fu uno spettacolo incredibile. Coloro che avevano combattuto fino alla morte e si odiavano l’un l’altro iniziarono improvvisamente a legare. Naturalmente i generali si allarmarono immediatamente. Sotto la minaccia di morte, i soldati furono costretti a tornare nelle trincee e la guerra continuò. Durò quattro anni e venti milioni di uomini furono uccisi.

Una domanda chiave che emerge da questo esempio è: è possibile fermare la guerra dal livello dei soldati stessi? Vediamo che i soldati potrebbero porre fine alla guerra se lo volessero, ma dal momento che seguono gli ordini dei loro generali, allora sarebbe necessario che anche i generali volessero fermare la guerra, cosa che a sua volta richiede ogni successivo livello superiore, il che lo rende impossibile.

Tuttavia, l’esempio è impresso nella storia: persone che si uccidevano a sangue freddo, con le baionette, combattendo corpo a corpo, spargendo tanto sangue e non solo sparando a distanza con pistole e missili. Queste persone hanno letteralmente affrontato i loro nemici, hanno provato odio per loro e, in un solo momento, tutto si è trasformato in uno stato di unione.

Questo mostra che anche l’odio più forte può essere invertito in un attimo. Una lotta può continuare a lungo, e poi all’improvviso, puff: l’odio si dissipa. Il motivo alla base dell’odio scompare improvvisamente.

Non è un miracolo. È semplicemente il modo in cui si svolge il programma che gestisce i nostri desideri. Non ha senso il nostro odio, né il nostro amore. Possiamo vedere esempi simili di persone che un tempo erano apparentemente innamorate e che, all’improvviso, smettono di amarsi. L’amore che li teneva uniti scompare all’istante. È comune sentire i divorziati dire dei loro partner: “Che cosa ho mai amato in lui/lei?”.

Il fatto che le nostre emozioni possano cambiare improvvisamente da un momento all’altro ci dimostra che qualsiasi unità che stabiliamo non dovrebbe basarsi sui nostri sentimenti, ma su un’idea. Cioè, se facessimo circolare l’idea della necessità di unirci per raggiungere una fusione completa tra di noi come lo stato più desiderabile che possiamo raggiungere, allora avremmo una forte base per unirci.

Il fondamento di questa idea risiede in una radice superiore, ovvero che l’umanità è stata originariamente creata come un’unica coscienza unificata che ha subito un processo di frammentazione e di dispersione fino a ritrovarsi in una realtà in cui ci percepiamo separati gli uni dagli altri. Mentre siamo in questo stato di separazione, subiamo una certa evoluzione fino a raggiungere un punto in cui iniziamo a risvegliarci di nuovo al nostro stato unificato. Cioè, a un certo punto, cominciamo a sentire che siamo all’opposto del nostro stato più desiderabile, che abbiamo sofferto abbastanza nella nostra divisività, e sviluppiamo un nuovo desiderio di subire un cambiamento importante per tornare alla completa unificazione.

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