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Possiamo creare energia dal nulla?

Secondo la nostra attuale comprensione della natura, non possiamo creare o estrarre energia dal nulla. Almeno non ancora.

Più in generale, è impossibile che qualcosa emerga dal niente.

Perché?

Perché la natura ha inizialmente creato qualcosa dal nulla. Nel linguaggio della Kabbalah, diciamo che il Bore, che è sinonimo di natura, un puro desiderio di donare bontà e delizia, ha creato il desiderio di ricevere il piacere, dal nulla. Tutto e tutti gli esseri creati, l’intera natura, sono governati dalla provvidenza del Bore, cioè dalla forza superiore dell’amore e della dazione che crea tutta la vita.

Il fatto che non si possa creare qualcosa dal nulla non è affatto un fenomeno negativo. Significa semplicemente che viviamo in un mondo limitato e che, vivendo in un mondo limitato, è impossibile creare qualcosa dal nulla.

Inoltre, è un fenomeno addirittura positivo, perché significa che dal nostro stato limitato possiamo raggiungere uno stato in cui diventeremo illimitati come il Bore, quindi sperimentare l’immensa ricchezza e profondità di sentire due poli opposti della realtà. In altre parole, possiamo raggiungere uno stato in cui sperimentiamo l’eternità e la perfetta realizzazione della stessa qualità di amore e di dazione al di sopra del nostro desiderio di ricevere.

Per questo diciamo che possiamo solo diventare “come” il Bore: rimaniamo desiderio di ricevere, ma possiamo conseguire l’intenzione di amare e donare come il Bore, al di sopra del desiderio di ricevere. Tuttavia, per quanto esaltante sia questo traguardo, c’è ancora molto che non possiamo fare.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

A principio siamo tutti Ebrei per nascita?

Un Ebreo è colui che sviluppa la qualità della dazione e ama l’altro come se stesso, com’è scritto nella Torah, ovvero raggiunge lo stato di “ama il prossimo come te stesso” e “l’amore coprirà ogni crimine”.

La forza positiva che riceviamo è per elevarci al di sopra della forza egoistica negativa che esiste in ognuno di noi. Detto ciò, non dobbiamo odiare la forza negativa, ma ci  rapportiamo a essa con comprensione. 

La forza egoistica negativa è la nostra natura umana con cui siamo nati, e riceviamo inoltre anche il suo opposto, la forza altruistica che poniamo sopra al di sopra dell’ ego. Il controllo della forza altruistica positiva sulla forza egoistica negativa ci porta a un livello unico in cui il desiderio di ricevere (la negativa) si unirà all’intenzione di dare ( la positiva), e con  queste due forze ci faremo del bene a vicenda.

Alla fine, tra queste due forze, inizieremo a ricercare, riconoscere, comprendere e percepire la natura.  Vedremo che queste ci arrivano dalla natura, e, tramite il loro conseguimento, riusciremo a percepire e sentire l’unicità della natura. Il nostro obiettivo è raggiungere l’unione presente in natura, che consiste di entrambe le forze,  positiva e negativa, e di aderire alla loro fonte assoluta. 

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

Qual è il modo migliore per proteggersi dal malocchio?

Innanzitutto, cos’è il malocchio? Sostanzialmente è l’effetto negativo dei cattivi pensieri degli altri. I pensieri hanno infatti un importante ruolo  nella nostra vita e siamo influenzati dai pensieri negativi che gli altri hanno su di noi.

Allora la domanda è come ci proteggiamo da questi pensieri negativi su di noi, dal malocchio.

Su questo punto, molte persone credono che ci si possa proteggere portando e usando vari amuleti. Ma nessun oggetto ci protegge. Possono dare un conforto psicologico ma non cambiano la realtà. Ossia non riescono a fermare i pensieri cattivi che gli altri proiettano su di noi.

Il modo per proteggersi davvero dal malocchio, dai pensieri negativi degli altri, è quello di proiettare pensieri positivi su di loro. Avendo pensieri positivi sugli altri e facendo loro del bene, irradiamo forze benefiche verso di essi e la nostra emanazione di questa energia positiva ci protegge.

Possiamo così sbarazzarci delle influenze negative e avere più fortuna, benedizioni e successi nella vita attraverso pensieri positivi sugli altri. Così facendo ci sarà possibile elevarci al di sopra degli influssi negativi, malocchio compreso.

In breve, con i pensieri positivi sugli altri si troverà una potentissima, esaltante e attendibile forma di protezione spirituale.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman. 

 

Perché le persone si relazionano con il loro riflesso negli altri?

Noi non vediamo gli altri, ma il nostro riflesso in loro.

Le fonti kabbalistiche descrivono ampiamente questo fenomeno della nostra percezione: non vediamo gli altri, ma li guardiamo nella nostra percezione, e ciò che vediamo come tratti o comportamenti positivi o negativi dipende dalle nostre abitudini, dalla nostra mentalità e dalla nostra educazione.

Non percepiamo le altre persone così come sono. Piuttosto, le percepiamo come correlazioni tra loro stessi e tra noi stessi.

Il mondo è un riflesso del tuo desiderio. Tutto ciò che vedi è il tuo desiderio al di fuori di te.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

Che differenza c’è tra Dio e Natura?

“È meglio per noi incontrarci a metà strada e accettare le parole dei Kabbalisti per i quali HaTeva (la natura) ha lo stesso valore numerico (in ebraico) di Elokim (Dio), ovvero ottantasei. Allora, potrò chiamare le leggi di Dio “Mitzvot (comandamenti) della natura” o viceversa, poiché sono la stessa cosa”. Dal testo: “La Pace” del  Kabbalista Yehuda Ashlag (Baal HaSulam) .

Non c’è nulla al di fuori del sistema della natura, che i Kabbalisti chiamano allo stesso modo “natura” o “Dio”, e noi siamo parte integrante di questo sistema.

Quindi, quando diciamo che esiste un unico Dio, significa che non esiste nulla oltre a un’unica forza che agisce in un singolo sistema di cui siamo parti.

Il desiderio della singola forza che agisce nella realtà è di portarci in connessione con essa, non con la coercizione, ma attraverso la consapevolezza in modo positivo. 

Nella misura in cui comprendiamo, sentiamo e otteniamo questa forza come benevola e buona, allora possiamo aderire ad essa e raggiungere il suo livello di completa consapevolezza.  

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman. 

Perché l’inglese è considerato una lingua internazionale?

In passato Inghilterra e Germania furono in competizione per diffondere le rispettive influenze sul territorio americano e, a un certo punto, la lingua tedesca sembrò destinata a prevalere. Se fosse stato così, oggi molto probabilmente ci troveremmo in un mondo con il tedesco come lingua internazionale comune.

Ma lo sviluppo umano prese una piega diversa.

Fu invece il ramo di cultura inglese, non poi così tanto diverso dal tedesco, ma più aperto, a diventare la lingua internazionale.

A quel tempo, i Tedeschi volevano sopraffare e asservire gli altri con la forza. Gli Anglosassoni, invece, impiantarono la loro cultura e la loro lingua, espandendosi in modo completamente diverso.

Gli Inglesi avevano un atteggiamento più morbido e gradevole nei confronti del mondo e della scoperta di nuove terre rispetto ai Tedeschi,  così prevalse l’inglese. In virtù di questa differenza di approccio, l’inglese è più adatto a essere riconosciuto come lingua internazionale rispetto al tedesco.

Nonostante la prevalenza e la diffusione della cultura tedesca in tutta Europa, la lingua tedesca non viene parlata se non in Germania e in alcuni Paesi confinanti.

A differenza del nostro sviluppo passato, tuttavia, il percorso odierno verso l’unificazione non avverrà attraverso l’espansione di nazioni e lingue. La nostra prossima forma di unificazione è invece quella che la natura ci sta imponendo, con una crescente interconnessione e interdipendenza a livello mondiale.

Stiamo arrivando a un punto critico in cui avremo bisogno di un nuovo metodo per connetterci l’un l’altro al di sopra delle nazionalità e delle lingue. Se non miglioriamo il nostro atteggiamento nei confronti degli altri, per stabilire una comunicazione positiva al di sopra delle nostre differenze e divisioni, allora sentiremo la nostra crescente interdipendenza globale come un fenomeno negativo che ci porterà sempre più sofferenza.

Spero quindi che si compia al più presto questa importante transizione verso nuovi atteggiamenti positivi, solidali, premurosi e incoraggianti nei confronti degli altri al di là delle nostre differenze e che ci si renda conto di quanto migliore, armoniosa, gioiosa e pacifica possa essere la nostra vita.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

Qual è il più grande rimpianto che gli uomini provano sul letto di morte?

Un rimpianto molto comune che gli individui  hanno prima della morte è in relazione a ciò che non hanno fatto nella loro vita, per esempio, il rammarico di aver lavorato troppo e di non aver dedicato abbastanza tempo alla loro famiglia e agli amici.

Tali momenti, comunque, possono anche risvegliare sentimenti di gratitudine per il coniuge, i figli e gli amici che li circondano nei loro ultimi giorni.

In effetti, perché le persone pensano a ciò che è più importante nella vita nei momenti finali della loro esistenza?

È perché stanno facendo il loro bilancio  finale della vita e si rendono conto della propria impossibilità di fare ancora qualcosa di buono, così se ne rammaricano.  Allora pensano che dovrebbero semplicemente perdonare tutti e chiedere perdono a tutti, e concludono chiedendo perdono al Bore a causa della loro incapacità di connettersi correttamente con Lui.

Sebbene molte persone si risveglino con questi pensieri nei momenti finali della loro esistenza, dovremmo esercitarli per tutta la vita, non appena acquisiamo una certa consapevolezza di noi stessi. La conclusione di questa linea di indagine dovrebbe suscitare in noi la domanda: “Troviamo benevolenza nella forza superiore?”.

E come possiamo sapere se troviamo o meno il favore della forza superiore?

Non lo si può sapere. Ma chiedendocelo di continuo, ci correggiamo un po’ alla volta.

Inoltre, dovremmo essere grati il più possibile al Bore per tutto ciò che abbiamo vissuto. La gratitudine è importante perché non sappiamo veramente cosa sia buono o cattivo,  quindi dobbiamo benedire il male e il bene cercando di essere buoni.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

Perché la Pasqua ebraica è importante oggi?

I Kabbalisti hanno un legame con la Pasqua importantissimo perché essa rappresenta l’uscita dalla nostra natura egoistica, dal desiderio di trarre vantaggi a spese degli altri e della natura, a causa del quale siamo separati dalla percezione dell’eterna e intera realtà in cui esistiamo.

Abbandonare la nostra ristretta percezione egoistica per passare a una percezione in cui esistiamo in una connessione positiva comune è l’inizio del cammino spirituale. Più ci evolviamo, più sentiamo che la nostra natura egoistica ci soffoca, portandoci a un crescente intrico di problemi e crisi.

Perché? Per far crescere in noi un nuovo desiderio: sottrarci alla nostra chiusura egoistica per andare verso un nuovo stato di connessione umana positiva.

Nel linguaggio della Kabbalah, questo cambiamento è descritto come il ripristino del vaso comune di Adam HaRishon, il nostro ritorno a un’anima comune in cui ci sentiamo tutti, tutta l’umanità, come parti di un unico enorme desiderio ricolmo di un’immensa forza d’amore e di dazione, che ci lega insieme in completa armonia.

È per questo motivo che i Kabbalisti considerano la Pasqua la più importante di tutte le festività. La parola che indica la Pasqua in ebraico, “Pesach“, significa “saltare” (pasach). Fare un salto significa passare da uno stato di ricezione egoistica a una dazione altruistica.

È davvero una festa speciale, in cui usciamo dal nostro egoismo e iniziamo un affascinante viaggio nel mondo spirituale.

Prepararsi alla Pasqua significa predisporre il nostro desiderio di voler includere tutti insieme come uno, che ciascuno esaudisca il proprio anelito più profondo, che i nostri pensieri e le nostre aspirazioni siano rivolti verso una meta puramente spirituale: connetterci tra di noi e con il Bore, la forza d’amore e di dazione che ci unisce.

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

 

L’amore incondizionato può esistere in una coppia?

L’amore incondizionato può esistere in una coppia se entrambe le parti lavorano per raggiungerlo.

L’amore si basa sulle concessioni reciproche, sul cedere l’uno all’altro e sul trovare gioia nel farlo. Quando amiamo il nostro partner, non pretendiamo da lui attenzioni o cure particolari. Al contrario, godiamo del piacere che riceviamo dal sacrificarci per il suo bene.

Questo piacere è simile alla sensazione di soddisfazione che proviamo quando regaliamo qualcosa ai nostri figli. Però i nostri figli sono naturalmente più vicini a noi perché li sentiamo come parte di noi. Con i nostri partner, invece, siamo separati nei nostri desideri e nelle nostre opinioni, ma correggendo l’amore tra di noi, possiamo colmare questa separazione.

Per natura, ci concentriamo soprattutto sui nostri desideri, senza considerare quelli del partner. In altre parole, ci rapportiamo ai nostri desideri con un livello di importanza maggiore rispetto a quelli del nostro partner.  Per passare da questo stato di egocentrismo naturale a uno stato di amore, dobbiamo fondere i nostri desideri in modo che aderiscano come un unico desiderio. Nella saggezza della Kabbalah, questa condizione per raggiungere l’amore è descritta con la frase: “Rendi i tuoi desideri come i Suoi, in modo che Lui possa rendere  i Suoi desideri come i tuoi”. Tale amore è l’amore che si realizza tra la creazione, che è un desiderio di godere, e il Bore, la forza sorgente dell’amore, della dazione e della connessione. Unendo i nostri desideri in un unico desiderio, quando diamo priorità alla realizzazione dei desideri degli altri rispetto ai nostri, raggiungiamo uno stato che la Kabbalah descrive come “marito e moglie, e la Divinità tra loro”. In altre parole, abbiamo bisogno che la forza dell’amore stesso entri nelle nostre connessioni per essere in grado di amare veramente gli altri, di mirare a beneficiare gli altri da fuori senza voler ricevere nulla in cambio.

Il raggiungimento di un amore tale, richiede un’educazione centrata sulla connessione. In altre parole, dobbiamo metterci sotto l’influenza dell’apprendimento, della guida, degli esercizi e delle influenze sociali, culturali e mediatiche che descrivono la natura, la necessità e l’importanza di raggiungere uno stato d’amore.

Dobbiamo capire che usare i nostri cari e le nostre famiglie per trarre vantaggio principalmente per noi stessi alla fine non porta né gioia né amore. L’unico modo per trovare un appagamento vero e duraturo è imparare ad amare correttamente, dando la priorità al beneficio degli altri rispetto a quello di se stessi e diventando disposti a rinunciare ai propri desideri per soddisfare quelli degli altri.

Possiamo portare gioia agli altri e a noi stessi donando incessantemente. Questo modus operandi altruistico sarebbe una fonte di appagamento perenne. In altre parole, puntando a soddisfare gli altri, ci inseriamo in un ciclo che ci restituisce positivamente sentimenti di amore assoluto ed eterno, oltre che di vita eterna. Invece di cercare di consumare tutto per noi stessi, possiamo portare vita a tutti coloro che ci circondano con il nostro amore. Questo ci permetterebbe di ascendere a una dimensione superiore dove sperimentare il Paradiso in Terra, una vita eterna e perfetta.

Per quanto riguarda i nostri partner, dovremmo spostare la nostra attenzione dalla ricerca dell’amore alla costruzione dell’amore. Dobbiamo smettere di aspettarci che le persone agiscano in modo straordinario nei nostri confronti e trovare invece partner che condividano un obiettivo comune e la comprensione di cosa sia il vero amore. Possiamo quindi entrare nel processo di apprendimento e di pratica della realizzazione del vero amore insieme ai nostri partner.

 

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.

Perché alcune persone trovano eccitanti, anziché spaventose, attività come il bungee jumping o il paracadutismo?

Che si tratti di bungee jumping, paracadutismo, altri sport estremi, corse nei parchi a tema e persino film di paura, in questi casi vogliamo sentire il limite e come lo superiamo: che raggiungiamo uno stato al di là delle nostre capacità.

Poi ci godiamo questo stato. È piacevole esercitare un certo livello di controllo sulla paura.

Il piacere di avere il controllo sulla paura diventa allora più forte dell’istinto della paura che affiora.

Quando la paura ci domina, sembra che penetri in ogni cellula del nostro corpo, fino al midollo delle ossa. Ecco perché il piacere che proviamo quando sentiamo un certo livello di controllo sulla paura è molto potente.

Tuttavia, se sentissimo che la nostra vita ha uno scopo eterno più elevato e ci mettessimo in cammino per raggiungerlo, non sentiremmo alcun bisogno di questo tipo di piaceri transitori, per quanto forti essi siano.

In questo modo non avremmo paura di nulla, perché vedremmo che siamo controllati dalla forza superiore, che vuole solo svilupparci per beneficiarci con la sua eterna e perfetta qualità di amore, donazione e connessione.

 

Contenuti scritti ed editati da studenti, basati sulle loro conversazioni con il Rav dr. M. Laitman.