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Corso on-line di Kabbalah Autentica – Gennaio 2023

Vi invito al nuovo corso on-line di primo livello di Kabbalah Autentica in italiano. Domenica 15 Gennaio 2023 alle ore 19:30. Iscrizioni aperte fino al 29 Gennaio con possibilità di recupero.

Il corso è tenuto da insegnanti qualificati dell’Accademia di Kabbalah Ashlag,  Moshe Admoni e Giuseppe Negro, miei allievi veterani.

Per informazioni e per registrazione al corso cliccare QUI

Tutta la Saggezza della Kabbalah è di conoscere la guida della Volontà Suprema, perché Lui ha creato tutti gli esseri umani e che cosa vuole da loro. Quale sarà la fine di tutti i giri del mondo.

(Mosè Luzzatto – HaRamchal, “138, Introduzioni alla Saggezza”)

La Kabbalah ci parla di tutta la creazione, di tutte le forze che si trovano intorno a noi e dentro di noi.
Se riusciamo a comprendere il sistema e veniamo a conoscere in che modo funziona, potremo ottenere la vera chiave per gestire la nostra vita.
La Kabbalah permette alla persona di controllare la propria vita, insegna come comunicare con le altre persone e insieme a loro costruire quei rapporti e sistemi che cambieranno la sua vita.
La saggezza della Kabbalah non è alla ricerca di pubblicità, ma cerca la verità.
Chi vuole veramente approfondire la conoscenza della vita, sapere come realmente uscire da problemi e difficoltà, come scoprire veramente la vita eterna e completa, non ha altra scelta se non attraverso la saggezza della Kabbalah.

Un’orchestra diretta “attraverso una collaborazione innovativa”

Fin dalla prima infanzia, i miei genitori volevano che diventassi un musicista. Mi hanno mandato a scuola di musica, dove ho imparato a suonare il pianoforte, e mi hanno portato al cinema a vedere film su grandi compositori e musicisti. Lo odiavo, ma ho imparato ad amare la musica, soprattutto l’opera. Ho anche imparato ad apprezzare le complessità e gli inconvenienti del suonare in un’orchestra. Così, quando ho saputo che a New York c’è un’orchestra che suona senza direttore, mi sono incuriosito. Inoltre, ho scoperto che non si tratta di un esperimento di breve durata: quest’anno l’orchestra, chiamata Orpheus, festeggia il suo cinquantesimo anniversario e il suo motto è “Esperienze musicali straordinarie attraverso una collaborazione innovativa”.

L’Orpheus è fiera della sua “capacità unica di creare collettivamente” e ha suonato regolarmente alla Carnegie Hall. Ad oggi, ha registrato più di 70 album con etichette come Deutsche Grammophon, Nonesuch e altre. Secondo il sito web di Orpheus, “il suono di Orpheus è definito dalle sue relazioni”.

Come appassionato di musica, so quanto debba essere impegnativo per un’orchestra di trenta musicisti creare musica buona e toccante. “Una cosa è che i quattro musicisti di un quartetto d’archi si adattino al suono del gruppo e interagiscano spontaneamente”, ammette il sito web dell’orchestra, “ma con venti o trenta musicisti insieme, le complessità e i vantaggi si amplificano in modo esponenziale”.

Penso che sia quasi innaturale. Il direttore d’orchestra è la mente dietro le note che ogni musicista suona. Senza un direttore d’orchestra che incanali l’ego di ciascun musicista per il bene di tutto l’insieme, è sorprendente che in un gruppo del genere ci si senta a vicenda e si suoni assieme in modo armonioso.

Tuttavia, se i musicisti accettano di “dirigere” il proprio ego, come fanno chiaramente i musicisti di Orpheus, allora possono veramente ascoltarsi a vicenda e creare un nuovo livello di armonia. Un tale livello non può essere raggiunto se un direttore d’orchestra in carne e ossa impone la sua volontà ai musicisti. Solo se gli esecutori “scelgono” di ascoltare l’orchestra piuttosto che se stessi possono raggiungere un nuovo livello di musicalità.

Per fare questo è necessario un grande lavoro interiore. In questa orchestra, non solo gli strumenti a corda, a fiato e a ottone devono essere intonati, ma soprattutto i cuori dei musicisti che li suonano.

Fotografia del fotografo Chris Lee.

(Per maggiori informazioni consultare il loro sito web https://orpheusnyc.org/)