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La risposta è chiara se poniamo la domanda giusta

Alla fine, ciò che tutti vogliono è avere una buona vita. Una buona vita ha più o meno lo stesso significato per tutti: un posto confortevole in cui abitare, del cibo a tavola, mantenersi sani,  una buona educazione per i propri figli e soprattutto, la certezza di un futuro roseo. Quando ci chiediamo cosa ci impedisce di condurre una vita di questo tipo, per la maggior parte delle persone è chiaro che è solo il nostro ego, in tutte le sue forme: orgoglio, dispotismo, sfruttamento, prepotenza, crudeltà, ad impedirci di condurre una buona vita. Tuttavia, invece di chiederci come superare l’ego, ci chiediamo come proteggerci dall’ego degli altri, nel migliore dei casi, o peggio, come imporre il nostro ego agli altri.

C’è un motivo per cui non ci poniamo la domanda più ovvia: come superare l’unico ostacolo sulla strada della felicità? La cosa che ci ostacola, cioè l’ego, ci distrae e devia la nostra attenzione portandoci a vedere altre cose o altre persone come il problema. Se però ci eleviamo al di sopra dei nostri sentimenti e pensiamo in modo logico solo per un momento, ci renderemo conto che se ci sentissimo vicini gli uni agli altri, se ci sentissimo come una famiglia e non come dei nemici, non combatteremmo gli uni contro gli altri.

Gli scherzi dell’ego non sono una novità. Ci sta mettendo gli uni contro gli altri da milioni di anni. Abbiamo ucciso, sfruttato, abusato e anche gioito del dolore del nostro prossimo. Nessun altro essere vivente fa questo, soltanto l’uomo lo fa, perché soltanto l’uomo possiede la serpe interiore chiamata “ego.”

Le società del passato non erano così venefiche come la nostra di oggi. In alcuni casi, vivevano davvero come una famiglia. Ma l’ego non rimane statico; si intensifica e avvelena tutto ciò che incontra sul suo cammino. L’umanità ha provato tutte le opzioni. Ha provato l’estrema sinistra e l’estrema destra, il capitalismo e il socialismo, l’anarchia e gli ordini rigidi, la monarchia, la democrazia, la teocrazia e la lista continua. Niente ha funzionato e niente funzionerà finché l’ego governerà le nostre menti e i nostri cuori.

Mentre l’umanità è stata coinvolta in lotte incessanti, un uomo, vissuto quasi 4.000 anni fa, ha posto la domanda giusta: come può l’umanità sconfiggere l’ego nei nostri cuori? La risposta che trovò lo rese così felice che capì come aiutare l’umanità e iniziò a diffonderla ovunque andasse. Il nome di quell’uomo era Abramo e il messaggio che diede a tutta l’umanità fu che invece di cercare di sconfiggere l’ego degli altri, o anche il nostro stesso ego, dobbiamo concentrarci sul positivo, sul coltivare connessioni non egoistiche.

Abramo, che divenne noto come “l’uomo della misericordia”, grazie alla sua idea innovativa, iniziò ad accumulare seguaci che si rendevano conto che aveva ragione. Pressato dalle autorità egocentriche della sua patria, Babilonia, Abramo si mise in viaggio e si diresse verso Canaan. Lungo la strada, accumulò altri seguaci che videro la bellezza della sua idea. Non erano una nazione, almeno non ancora; erano una folla di persone che simpatizzavano con l’idea del loro maestro. Solo quando iniziarono a mettere in pratica il metodo di Abramo tra di loro, coltivando la premura e la considerazione al posto dell’alienazione e dell’egoismo, iniziarono a a creare una forma di unità mai vista prima.

Grazie alla loro unione, queste persone hanno scoperto qualcosa che prima non sapevano: tutto è collegato. Poiché aggiunsero l’elemento del dare alla loro natura egocentrica, poterono percepire che ogni cosa in realtà non solo riceve, ma dà anche a tutto il resto. In questo modo, crearono una società equilibrata e armoniosa che divenne un modello per il resto del mondo. Questa società divenne nota come “popolo d’Israele”.

Tuttavia, non mantennero la loro solidarietà. I loro ego continuarono a crescere, come l’ego cresce in ogni persona, e alla fine anche loro cedettero ad esso. Tuttavia, l’eredità di Abramo rimase in loro e pochissimi di essi mantennero vivo quell’insegnamento nei libri e negli insegnanti.

Oggi questa saggezza si sta aprendo al mondo intero, poiché il mondo ha esaurito le sue opzioni. Gli inutili sforzi volti a trovare un modo per sopraffare l’ego hanno aperto le menti delle persone a una saggezza della connessione che non cerca di sopprimere l’ego, ma di potenziare la connessione. Il mio maestro, RABASH, così come suo padre, Baal HaSulam, erano insegnanti di questo tipo e io faccio del mio meglio per rendere i loro insegnamenti accessibili in ogni lingua e in ogni luogo. Oggi siamo pronti a porre la domanda giusta: come superare l’ego? Oggi l’ego non è in grado di attirarci in false ideologie che non portano da nessuna parte se non a maggiore infelicità.