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Scrivere per riparare l’anima

 

Molti studi dimostrano che scrivere fa bene all’anima. Questi studi non parlano di scrittura di prosa o di romanzi, ma di scrittura semplice e intuitiva, in cui un individuo prende carta e penna e scrive tutto ciò che gli viene in mente per diversi minuti senza fermarsi. Non si devono fare correzioni, né cancellazioni, né cambiamenti di alcun tipo. Si tratta semplicemente di scrivere per esprimere i propri sentimenti e pensieri. Questa tecnica fa parte della cosiddetta “terapia della scrittura”, che di per sé è una delle “terapie espressive”. Personalmente, ritengo che sia un ottimo modo per organizzare la propria composizione interiore e migliorarla.

Non si può paragonare l’esprimersi verbalmente con l’esprimersi per iscritto. Quando tu parli, le parole svaniscono appena pronunciate. Ma quando scrivi ciò che  vuoi dire, questo rimane. Di conseguenza, l’intero atto diventa impregnato con l’intenzione, se così si può dire.

Questa auto-organizzazione è molto importante perché è la terapia della tecnica. La scrittura organizza i nostri sistemi interiori e li riorganizza in modo migliore perché non solo ci esprimiamo, ma una volta che i nostri pensieri sono sulla carta, possiamo guardarli, esaminare noi stessi attraverso il testo e fare una specie di autocorrezione.

Quando scriviamo, possiamo esaminare la nostra composizione interiore. La nostra composizione di base è il desiderio di provare gioia e piacere. In sé, non c’è nulla di sbagliato nel voler provare gioia e piacere. Il problema è che, se non viene corretto, il desiderio di ricevere agisce in modi subdoli che danneggiano gli altri. Lo chiamiamo “ego” e i nostri saggi lo definiscono “serpente”.

Non si può uccidere il serpente con un colpo solo. Il modo per affrontarlo è farlo emergere un pezzo alla volta ed esaminarlo. Una volta capito che è il serpente, il desiderio di ricevere che si diverte a fare del male agli altri, è possibile frenarlo o lavorare con lui in modi non dannosi.

Quando scriviamo i nostri pensieri e individuiamo il serpente, non possiamo nasconderlo e far finta che non esista, perché è scritto sulla carta. Non posso fingere di non averlo detto o dimenticare quello che ho detto, perché non è stato detto, è stato scritto. Allo stesso tempo, se qualcosa è troppo difficile per me da affrontare al momento, posso sempre tornarci sopra più tardi. Una volta che è sulla carta, non sparirà.

Per questo motivo, io scrivo molto e consiglio questa pratica a chiunque voglia esaminare la propria struttura interiore e diventare una persona migliore.

Perché la longevità

Gli ingegneri del MIT e dell’Università Tecnica di Monaco hanno progettato un nuovo tipo di cella a combustibile che converte il glucosio (zucchero) in elettricità. Il dispositivo ha un diametro di circa un centesimo di un capello umano. La fonte di energia zuccherina genera la più alta densità di forza di qualsiasi altra cella a combustibile a base di glucosio in condizioni ambientali. Poiché il glucosio è la fonte di energia delle cellule del nostro corpo e scorre liberamente nelle nostre vene, il dispositivo può utilizzare questa stessa fonte di energia ed evitare la necessità di una batteria. “È entusiasmante”, dice uno degli ingegneri della cella a combustibile, “che siamo in grado di ricavare energia e corrente sufficienti per alimentare dispositivi impiantabili”, come i pacemakers per il cuore. “Invece di usare una batteria”, aggiungono, “che può occupare il novanta per cento del volume di un impianto, si può creare una… fonte di energia senza impronta  volumetrica” e senza la necessità di sostituirla, come avviene per le batterie.

La medicina può davvero aumentare la longevità. In effetti, lo sta facendo da circa centocinquant’anni. Con i progressi tecnologici e le scoperte scientifiche, sembra davvero che non ci siano limiti a ciò che possiamo ottenere quando si tratta di medicina.

La domanda non è se possiamo vivere più a lungo, ma per quale motivo? Perché la longevità? Cosa faremo con i nostri anni in più? Oggi trascorriamo i primi due o tre decenni della nostra vita crescendo, altri due o tre decenni lavorando sodo e cercando di divertirci, e i restanti due o tre decenni svaniscono a causa di malattie e vecchiaia. Perché allungare tutto questo su tre secoli?

Penso che prima di prolungare la nostra vita, dovremmo pianificarla meglio. Non credo che sia giustificato vivere più a lungo, a meno che non usiamo il nostro tempo qui per giovare agli altri piuttosto che indulgere in piaceri egoistici per un altro secolo o giù di lì. Il numero di anni che viviamo deve essere determinato dalla quantità di bene che possiamo apportare.

Tutto ciò che facciamo deve avere uno scopo. Questo vale soprattutto per la totalità della nostra vita. Lo scopo della vita è di  trovare la forza ultima della vita, la forza motrice dell’esistenza, e di dirlo al mondo in modo che  tutti possano raggiungere questo obiettivo.

Attualmente siamo in guerra con la vita stessa; ecco perché il nostro paradigma è la “sopravvivenza del più forte”. Siamo in costante lotta per la sopravvivenza e i nostri momenti migliori sono quelli in cui riusciamo a prenderci una pausa dalla guerra. Ma non lottare per rimanere in vita non significa godersi la vita; non è nemmeno godere, ma solo un sollievo temporaneo dalle lotte per la sopravvivenza.

Lo scopo della vita è di essere completi, per capire tutto, giustificare tutto, essere felici di tutto e sentire la forza della Creazione che opera dietro tutte le cose. Sappiamo che c’è una forza che opera su tutte le cose, perché, se non ci fosse, esse non esisterebbero. Tuttavia, non sentiamo questa forza. Se la sentissimo, sentiremmo che la stessa forza opera su tutto, su tutto ciò che esiste, compresi noi stessi. E poiché sentiremmo la stessa forza che sta dietro a tutto, sentiremmo che tutto è uno, diverse facce della stessa forza.

Quando tu senti quell’unica forza, senti la Creazione stessa, capisci cosa sta succedendo, dove ti trovi, e che questa forza è dentro di noi e ci avvolge. La sintonia con la Creazione apre tutti i tuoi sensi; senti il mondo direttamente, come se non fossi avvolto nella tua pelle e nulla si frapponesse tra te e tutta la Creazione. 

Poiché ora sai che tutto è uno, tu giustifichi  la Creazione, giustifichi il suo creatore e giustifichi lo scopo della Creazione. E poiché ti senti connesso a tutto e a ogni individuo, e senti che sono tutti te e tu sei  loro, non puoi che fare del bene a tutte le cose e sentire che fare del bene agli altri è fare del bene a te stesso.

Se riesci a raggiungere questo obiettivo, allora la vita ha un senso e la longevità è un valore. In effetti, se raggiungi questo obiettivo, hai  raggiunto l’eternità. 

 

Didascalia della foto:

Chip di silicio con trenta microcelle a combustibile di glucosio individuali, viste come piccoli quadrati d’argento all’interno di ogni rettangolo grigio. Credito: Kent Dayton

 

Sulla rettitudine e l’essere giusti

Sadio Mané, uno dei giocatori più validi del Liverpool Football Club e anche tra quelli che guadagnano di più, con uno stipendio di centocinquantamila  sterline a settimana, è stato notato prima di una partita con un iPhone con lo schermo rotto. Quando gli hanno fatto una domanda a riguardo ha detto: ” Perché dovrei desiderare dieci Ferrari, venti orologi con diamanti o due aeroplani? Cosa farebbero a me ed al pianeta questi oggetti? Ho sofferto la fame e ho dovuto lavorare nei campi; sono sopravvissuto a tempi duri, giocavo a calcio a piedi nudi, non avevo un’istruzione e molte altre cose, ma oggi con quello che guadagno grazie al calcio posso aiutare la mia gente. Ho costruito scuole, uno stadio, ho provveduto a fornire abbigliamento, scarpe e cibo a persone che sono in estrema necessità. In aggiunta contribuisco con settanta euro mensili a tutte le persone che vivono in una regione molto povera del Senegal, aiutandoli nella loro economia familiare. Non ho bisogno di mostrare macchine, case  o aerei lussuosi e tantomeno viaggi. Preferisco che la mia gente riceva un po’ di quello che la vita mi ha dato.”

Questo senza dubbio colpisce molto. È difficile trovare persone con un tale desiderio di aiutare. 

Qualche giorno fa qualcuno mi ha chiesto se Mané è un uomo retto. Devo a questo punto spiegare il significato del termine “rettitudine” e del termine “essere giusti”.

In ebraico la parola tzadik (essere giusto) proviene dalla parola matzdik (pensare che qualcuno o qualcosa siano giusti). In altre parole è qualcosa che riguarda una persona che, tra due opzioni, sceglie quella che ritiene essere giusta.

La maggioranza delle persone non nasce spontaneamente generosa come il Sig. Mané. Per lui si tratta semplicemente di logica: cresce povero, sa come ci si sente a non avere ciò di cui si ha bisogno, ama la sua gente e quindi vuole evitare che quanti più possibile di loro possano evitare quella condizione. Mané non sta scegliendo tra due opzioni: sa cosa vuole fare e segue il suo desiderio. Questo è molto buono ma non vuol dire “essere giusti”.

Il termine “essere giusti” prevede che si debba scegliere tra due opzioni; una non buona che ci tenta e una buona che non desideriamo scegliere. Precisamente si tratta di scegliere tra quello che è buono solo per me e quello che è buono anche per gli altri. La scelta quindi non è tra due opzioni che mi fanno star bene ma tra ciò che penso mi faccia star bene e ciò che penso sia giusto.

Ne deriva che, dal momento che Mane si sente bene quando dà, non può essere considerato un “giusto”. Senza dubbio è una persona generosa nei riguardi della sua gente ma non un “giusto” in quanto non ha dibattuto tra due opzioni, scegliendo quella giusta rispetto a quella piacevole.  Lui stesso ha detto: ” Non ho bisogno di mostrare macchine o case lussuose” eccetera, come a dire che non le desidera o le desidera meno che aiutare la sua gente.

C’è un detto nella saggezza della kabbalah: ” Sulla terra non c’è un uomo giusto che faccia il bene e che non abbia peccato”. Un altro afferma: “Un uomo giusto cadrà mille volte e mille volte si rialzerà”. In altre parole le persone  “giuste” sono persone con un desiderio egoistico molto potente, che sono cadute in quel desiderio e che si sono elevate sopra di esso avendo compreso che hanno bisogno di fare ciò che è giusto e non ciò che appaga il loro ego.

Forse, più rilevante ancora è il fatto che essere giusti o ingiusti non è un tema della nostra società attuale. Non abbiamo la necessità di cercare persone rette o benefattori generosi; dobbiamo creare una società giusta ed equa di modo che non vi siano bisognosi costretti a dipendere dalla generosità altrui.

Per riuscire in questo intento dobbiamo creare un sistema educativo in grado di trasmettere valori e non informazioni. L’umanità potrebbe vivere molto bene senza deprivazione e scarsezza se solo le persone si sentissero connesse e si prendessero cura le une delle altre. Il nostro problema, dunque, non è che non ci siano sufficienti persone come il generoso signor Mané, ma che tutti noi, quasi senza eccezioni, siamo assorbiti da noi stessi. Abbiamo bisogno di un sistema educativo globale che ci insegni come siamo tutti connessi e dipendenti gli uni agli altri. Poiché la dipendenza è reciproca, siamo obbligati a prenderci cura gli uni degli altri. Solo un sistema educativo globale impostato in questa maniera ci potrà formare al pensiero comune e metterci nelle condizioni di costruire assieme un mondo migliore.

Auguro a tutti noi di essere ricchi, non di denaro, ma ricchi d’amore per il prossimo. Questo è l’unico benessere di cui abbiamo bisogno.

 

Didascalia foto:
Sadio Mané, neo acquisto del Bayern Monaco, festeggia con il trofeo in occasione della partita di calcio di Supercoppa tedesca tra RB Lipsia e Bayern Monaco il 30 luglio 2022 alla Red Bull Arena di Lipsia, Germania (Foto di Max Ellerbrake/DPPI/LiveMedia/NurPhoto)

La natura è un singolo organismo

Domanda: L’accademico Garyaev ha trovato due tipi insoliti di memoria delle molecole del DNA. Ha presentato la teoria che il pensiero della natura, o il pensiero generale di sviluppo contenuto del DNA, è indistruttibile. Ha scoperto e scritto dell’effetto DNA fantasma che conferma che una persona non muore completamente. Contende che nulla di vivente sparisce senza traccia, qualcosa rimane sotto forma di informazioni, o forse è veramente immortale. Che cos’è il “pensiero generale”?

Risposta: E’ l’immenso sistema generale della natura che realmente esiste ma del quale percepiamo soltanto una piccola parte attraverso il nostro filtro egoista. Quindi ci sembra che tutto nasce, vive, muore. E’ così che noi, essendo ricercatori piccoli limitati, percepiamo ogni cosa attraverso il prisma del nostro egoismo.
In realtà, la natura è un unico organismo, un vasto sistema integrale analogo dentro il quale ogni cosa agisce istantaneamente, collegando ogni cosa.

Non esiste tempo, distanza, o movimento dato che ogni particella contiene in sé ogni cosa, come un ologramma, e quindi tutto esiste in forma ideale, immobile, dato che il movimento significa transizione dall’imperfezione alla perfezione. Ma, in realtà, questo non esiste in natura.
Il tempo, il movimento e lo spazio sono le coordinate delle nostre percezioni difettose.
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Da KabTV “Close-Up.  Genoma Umano” 17/7/11

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Crescere con la Roe contro Wade

Essendo figlio di due medici, di quelli che si impegnano a fondo e che portano il loro lavoro a casa, e con mia madre ginecologa, ho spesso assistito in prima persona alle complessità che comporta la decisione di interrompere una gravidanza. Mia madre, a cui spesso veniva chiesto di testimoniare come esperta in tribunale, discuteva regolarmente di questi casi con mio padre e io ero al corrente delle decisioni a favore e contro l’aborto. In un certo senso, sono cresciuto con la sentenza Roe v. Wade, poiché questi casi hanno fatto parte della mia formazione. Per questo motivo, capisco perché l’argomento è così delicato e difficile da risolvere.

Grazie alla mia formazione, sono arrivato all’opinione che, in fondo, una donna dovrebbe fare la sua scelta se abortire o meno.  Ma, credo anche che, dato che  la gente non ha sufficienti conoscenze sulle conseguenze di una decisione tale, e cosa comporta per la madre, per il feto e per le persone che circondano la donna incinta e quali effetti potrebbe avere, o non avere, sulla sua salute, in quale circostanze la donna ha concepito, e infinite altre considerazioni, è difficile arrivare a una decisione saggia e consapevole.

Inutile dire che in casi estremi, come in situazioni di abuso sessuale o stupro, come accade oggi in Ucraina, non c’è dubbio che l’aborto debba essere consentito. Pertanto, non dovrebbe esistere un divieto assoluto di aborto.

Ma la questione non si limita a gestire le emergenze. La sentenza Roe v. Wade intendeva dare alle donne il diritto di decidere del proprio corpo. Si tratta di una decisione assolutamente sensata. Tuttavia, per arrivare a una decisione che la aiuti davvero, una donna deve avere tutte le informazioni prima di decidere cosa fare.

Attualmente non esiste un sistema che fornisca queste informazioni. Le persone non conoscono le conseguenze delle loro azioni e decisioni. In altre parole, prima di decidere sul diritto di abortire, dobbiamo educare le persone su tutto ciò che circonda l’intero processo.

Non si parla solo di aborto. Le persone non hanno alcuna conoscenza dell’educazione sessuale, dei controlli delle nascite, della paternità, della nascita e dell’educazione dei figli. La decisione sul diritto di scegliere se abortire o meno dovrebbe far parte di questo intero complesso, di questo sistema educativo completo,  non essere una questione separata.

Dal punto di vista clinico, l’aborto è una procedura semplice. Tuttavia, si tratta di un processo molto emotivo. Le conseguenze emotive e mentali si manifestano solo a posteriori, quando la donna, e talvolta la sua famiglia, deve convivere con la sua decisione. Per questo motivo è così importante permettere alle donne di prendere decisioni consapevoli, il che richiede l’istituzione di un percorso educativo che le accompagni.

Inoltre, lo Stato non dovrebbe lasciare che le donne affrontino da sole le conseguenze delle loro decisioni. Il governo dovrebbe istituire un programma di assistenza  per aiutare le donne a portare a termine le loro decisioni, sia che si tratti di avere un bambino o di interrompere la gravidanza, e a riprendersi dopo.

Posso capire il clamore che ha suscitato la sentenza della Corte Suprema. Inoltre, sono certo che le persone abortiranno nonostante la sentenza della Corte. Il problema è che negli Stati che vietano l’aborto, le donne lo faranno illegalmente, esponendosi a condizioni sanitarie inadeguate, a trattamenti da parte di personale non autorizzato e a costi proibitivi.

Pertanto, l’unica soluzione che vedo è una soluzione strutturale che tenga conto delle esigenze e dei punti di vista di tutte le persone coinvolte, che fornisca informazioni complete, che copra tutti gli aspetti della questione e che offra strumenti che aiutino a prendere la decisione giusta e a gestirla in seguito. Una volta che questo impianto sarà stato messo in atto, credo che sarà naturale lasciare la decisione nelle mani delle donne che devono fare le scelte che riguardano la loro vita e quella dei loro figli non ancora nati.

Didascalia della foto:
Attivisti per il diritto all’aborto organizzano una veglia a lume di candela davanti alla Corte Suprema degli Stati Uniti d’America a Washington, 26 giugno 2022. REUTERS/Evelyn Hockstein

 

 

 

La nostra follia ha uno scopo

Una delle domande più imbarazzanti che ossessionano l’umanità è perché la specie più intelligente del pianeta non riesca a gestire la propria vita con intelligenza. Dopo ogni cataclisma auto inflitto, analizziamo, riflettiamo e traiamo conclusioni per evitare che le calamità si possano ripetere. Eppure, ogni volta, ricadiamo inevitabilmente negli stessi errori, pecchiamo di vanità e sconsideratezza che conducono inevitabilmente ad un altro cataclisma. Perché la specie più intelligente continua ad incedere con questo passo nella follia?

La sorprendente risposta a questa domanda non risiede nelle nostre manifestazioni o nel nostro intelletto. La risposta sta nello scopo della nostra esistenza. Se ci stessimo sviluppando secondo la legge dell’evoluzione di Darwin, vale a dire, in modo naturale, non ci sarebbero falle nel nostro comportamento, esattamente come gli animali che sanno come agire e quando agire. Sono riusciti a sopravvivere in questo modo per milioni di anni nonostante le forze avverse.

Gli umani invece hanno un altro scopo oltre l’esistenza fisica. Siamo destinati a diventare onniscienti, fino ad arrivare a comprendere tutto della Creazione: perché esiste, come permarrà e come potrà raggiungere il suo fine. 

Man mano che l’evoluzione fa il suo corso, da processi semplici a processi complessi, da creature unicellulari a trilioni di cellule che lavorano all’unisono per sostenere grandi corpi come il nostro,  la nostra coscienza deve gradualmente evolvere dal concentrarsi solo su noi stessi al concentrarsi su tutta l’umanità, poi sull’intero pianeta e infine su tutto ciò che esiste.

Siamo già connessi, ma non ne siamo consapevoli e ci comportiamo come se non lo fossimo.  Mentre gli animali seguono il loro istinto e dunque non interrompono la connessione tra le diverse parti della realtà senza quindi causare danni, noi invece seguiamo i nostri capricci e tutto ciò che ci passa per la mente. Poiché  le nostre menti non percepiscono la connessione di tutta la realtà e, oltretutto, contrastano la percezione a causa del nostro ego, agiamo come se potessimo ignorare il resto della realtà e fare ciò che vogliamo. Il risultato è il mondo caotico nel quale ci troviamo a vivere, in cui ciascuno cerca di imporre il proprio ego sull’altro o addirittura cerca di annientare l’altro.

Lo scopo del caos dunque, è quello di mostrarci la nostra follia. Che lo vogliamo o no, il caos ci mostra che siamo responsabili per tutto e ciascuno di noi lo è nei confronti degli altri. Se non acquisiamo consapevolezza della nostra mancanza di connessione e non iniziamo a comportarci di conseguenza, distruggeremo tutto.

Inoltre, se l’acquisizione della consapevolezza non è seguita da azioni, non potremo mai percepire ciò che dobbiamo percepire.  Non saremo in grado di capire il mondo in cui viviamo, come e perché esiste. In effetti, siamo giunti ad un punto in cui la nostra esistenza fisica ed  il nostro sviluppo spirituale sono in un rapporto di reciproca dipendenza. I nostri corpi riusciranno a sopravvivere solo se svilupperemo le nostre menti.

Ridefinire la felicità e la sicurezza

Per molte persone la felicità è la sensazione di essere amate, accettate e sicure nel proprio ambiente sociale. Ci sentiamo sicuri quando abbiamo un’immagine positiva del futuro.  Una sensazione di ottimismo sul futuro ci dà una ragione per vivere. Se la perdiamo, ci sentiamo scoraggiati e a volte anche con tendenze suicide. Il futuro è più importante per noi del presente; illumina o oscura il presente, quindi è fondamentale capire come costruire un futuro sicuro, circondato da amore e amicizia.

Attualmente, per sentirci sicuri, ci circondiamo di polizze assicurative, fondi pensione e simili. Ma in fin dei conti, poche persone si sentono tranquille e sicure quando si tratta del futuro.

In passato, l’unità familiare era fonte di amore e sicurezza. Oggi, i legami familiari sono talmente spezzati che non possiamo più contare su di essi nei momenti di bisogno. Ci sentiamo soli, viviamo in un’epoca di estraneità e isolamento.

Invece di essere legati a una famiglia affettuosa, oggi siamo incatenati al mondo intero. L’umanità è diventata una rete globale in cui tutti si sentono collegati, influenzati e dipendenti gli uni dagli altri. È come se l’umanità fosse seduta su una barca alla deriva in acque tempestose; dipendiamo gli uni dagli altri per la nostra sopravvivenza, ma non ci sopportiamo e non vogliamo che gli altri a bordo vivano. In questo stato, ovviamente, ci sentiamo insicuri e non amati.

Questo stato può farci venire voglia di arrenderci, ma possiamo anche vederlo come una sfida, un trampolino di lancio per il prossimo livello del nostro sviluppo. Per farlo, dobbiamo invertire l’interdipendenza negativa che ci è stata imposta dalla realtà in una positiva, come i legami familiari che una volta sentivamo.

In tali relazioni non vogliamo annientarci a vicenda. Al contrario, vogliamo sostenerci e aiutarci a vicenda. Creando un sistema di reciprocità in cui tutti aiutano gli altri, si crea una società in cui tutti si prendono cura degli altri e si inizia a generare sentimenti di amore e sicurezza a livello sociale. Questo livello è molto più gratificante dell’essere amati solo da alcuni membri della famiglia; è una percezione completamente diversa della società, una sensazione di vicinanza a tutte le persone. È la felicità a un livello nuovo, più profondo e molto più forte.

In uno stato in cui tutti i membri della società si sentono vicini gli uni agli altri, ognuno contribuisce con le proprie capacità al bene comune e gode dei contributi degli altri. La società diventa un corpo i cui membri sono le sue cellule e i suoi organi: Ognuno di loro ha una funzione unica, ma tutti lavorano per lo stesso obiettivo con la stessa dedizione assoluta e lo stesso amore.

Siamo già interconnessi e interdipendenti. Non possiamo separarci dalle nostre connessioni, quindi la nostra unica scelta è di avanzare. Se ci opponiamo a questo processo, ci sentiamo sempre più spaventati e soli in un mondo in cui dipendiamo dai nemici. Se accogliamo il processo, ci sentiremo, come ho descritto, come cellule che lavorano in armonia per il benessere del corpo, al sicuro e amate da tutti. 

Il mondo sta peggiorando o è solo la nostra percezione?

 

Se seguiamo le notizie di oggi, vediamo un mondo che sta per crollare, come se stessimo vivendo il periodo peggiore della storia. Quindi, ci vien da pensare che i nostri nonni avevano ragione quando ricordavano nostalgicamente i “vecchi tempi”.

I segnali cupi abbondano: ondate di caldo estremo e incendi furiosi in Europa e negli Stati Uniti, l’America che sanguina tra una sparatoria di massa e l’altra, l’inflazione che raggiunge i massimi storici al punto che la recessione sembra probabile, l’incessante guerra russa in Ucraina che continua a provocare scosse in tutto il mondo.

La Gran Bretagna e l’Italia affrontano l’instabilità politica. Lo Sri Lanka è affondato davanti agli occhi di tutti mentre i suoi leader sono fuggiti dal paese.  La tranquilla nazione del Giappone ha visto l’assassinio del suo ex  primo ministro alla luce del sole. 

Per quanto tutto possa sembrare sconvolgente, non è cambiato molto nel mondo. Il cambiamento principale è stato nell’accumulo di informazioni e nelle connessioni delle persone nel mondo. In tempi passati si viaggiava a piedi per andare a sentire cosa succedeva nella città vicina e ci si cullava in una nave per due mesi per andare a conoscere un paese lontano.

In periodi successivi, abbiamo comprato un biglietto per un treno ad alta velocità o preso aerei per atterrare in un continente lontano e conoscere altre realtà e persone. Ora, senza alzarci dalla sedia e premendo un tasto, siamo lì, nel cuore del mondo. In meno di un secondo, l’intera realtà colorata, rumorosa e vivace si dispiega davanti a noi, stupendoci con la sua crescente influenza.

Ascoltiamo e vediamo, sentiamo, ammiriamo e rispondiamo a tutto ciò che accade a tutti, in ogni angolo, in tempo reale. La comunicazione tra noi ci impone di assorbire un intenso flusso di informazioni che consumiamo come dei drogati.

Quanto spesso capita che qualcuno legga un libro e vada da un amico a dirgli: “Senti, che bel libro ho letto!”. Siamo in un mondo in cui ci sono solo notizie che non siamo in grado di assorbire, impegni che non riusciamo a tollerare. Di conseguenza, le persone si ammalano sempre più fisicamente e mentalmente.

Gli infiniti legami che si formano tra noi sono freddi, piatti e distaccati. Non hanno profondità, calore o identificazione. Mancano di simpatia e di disponibilità all’avvicinamento e non tengono conto del fatto che siamo una cosa sola. Se il mondo sembra pieno di crisi, sono i legami tra di noi che si sono spezzati.

I legami fisici tra noi sono diventati stretti e veloci, ed è giusto che sia così, ma dobbiamo adattarci interiormente ed emotivamente a questo. Dobbiamo inserire in questi legami un calore che ci rafforzi e ci unisca invece di dividerci. Potete spegnere un po’ il telegiornale, aprire un libro che abbia uno scopo, parlarvi e sentirvi.

Anziché correre in giro con gli occhi attaccati ad uno schermo e assorbire pezzi frammentati di informazioni, possiamo avere un’immagine vera della realtà quando guardiamo la creazione come integrale, sapendo che ha una direzione e uno scopo.  Tutta la realtà, passata o presente, ha un unico scopo: farci percepire che siamo uno, come la natura, e capire che soltanto attraverso la nostra garanzia reciproca e interdipendenza, saremo in grado di superare qualsiasi avversità. Quando raggiungeremo questa prospettiva, la percezione del mondo che vediamo entrerà finalmente in un bellissimo equilibrio chiamato pace.

 

Didascalia della foto:
Malaga, Spagna. Nelle foto scattate il 21 luglio 2022, si vedono gli incendi boschivi che hanno colpito diverse regioni spagnole tra temperature record. L’ondata di calore che ha flagellato l’Europa negli ultimi tempi lascia un bilancio catastrofico di incendi boschivi che hanno bruciato diverse centinaia di migliaia di ettari nel vecchio continente. Il Paese più colpito è la Spagna, dove l’ondata di calore è formalmente terminata, ma il Governo ha riconosciuto una cifra di 70.000 ettari bruciati solo fino al 10 luglio.

Momenti difficili: opportunità di correzione

Il giorno 7 agosto era  il 9 di Av secondo il calendario Ebraico.  In questo giorno, il Primo e il Secondo Tempio furono distrutti e il popolo di Israele esiliato dalla loro terra. È successo a distanza di secoli, ma esattamente lo stesso giorno dell’anno.  A livello fisico, questi sono giorni propensi ai guai. Le tre settimane prima del 9 di Av sono giorni difficili, e soprattutto il 9 di Av stesso. Comunque, a livello spirituale, si tratta di un’opportunità di correzione, e i giorni problematici sono in realtà le opportunità migliori.

Entrambi i templi furono distrutti per colpa dell’odio tra il popolo di Israele. Nel Primo Tempio, esso si manifestò con spargimenti di sangue e calunnie. Nel Secondo Tempio, l’odio divenne così intenso da non aver bisogno di alcuna ragione o ragionamento.  Per questo che viene definito “odio infondato”. L’odio, il peggiore di tutti gli odi, distrugge tutto, proprio come accadde ai figli di Israele in quel periodo. Poiché erano consumati da questo odio, persero la città di Gerusalemme, la terra d’Israele e furono dispersi in tutto il mondo per due millenni.

Guarire questo odio è il lavoro spirituale che dobbiamo fare. Ogni giorno è un’opportunità per guarire l’odio nel nostro cuore e trasformarlo in amore per gli altri. Ma i giorni in cui ricordiamo le terribili conseguenze del nostro odio per l’altro dovrebbero darci una spinta in più per curarci da quella piaga. Ecco perché i cabalisti non considerano questi giorni come giorni negativi, ma come opportunità di correzione.

Se trattiamo questi giorni come un invito a correggere il nostro odio e aumentare l’amore tra di noi, faremo a noi stessi, e al mondo intero, un grande servizio, dato che l’odio è il motivo di tutti i mali.  Se lo curiamo, tutto il mondo guarirà. 

Didascalia della foto:
Rovine del Secondo Tempio, a Gerusalemme.

Il Crollo di un modello economico

Commento: Fino a poco tempo fa, il modello “Black-Scholes- Merton” veniva usato per mitigare il rischio di mercati fluttuanti. Gli economisti che l’hanno sviluppato (Scholes e Merton) sono stati premiati con il Premio Nobel. Oggi questo modello ha raggiunto la sua fine.

La mia risposta: Immaginate, gli economisti più importanti del mondo, che hanno ricevuto un Premio Nobel, e dieci anni dopo è scoppiata una crisi che ha totalmente ribaltato tutto! L’umanità è come dei gattini ciechi!
L’economia è la fotografia del nostro stato interiore egoista. Se sono connesso a te, con qualche tipo di legame, allora questo può essere calcolato secondo delle formule economiche: quanto ti devo, quanto tu mi devi, e la stessa cosa tra tutti. Ovvero, la connessione delle persone si manifesta nel modo più chiaro, rigidamente formulato, nel rapporto economico.

Quindi, siamo arrivati a un vicolo cieco: imbrogliamo, gonfiamo una sorta di bolla,da una parte l’economia è più rigida, e dall’altra è più sociale, o naturalmente socialista, e così via. E questo riflette il mondo interiore dell’uomo.

Oggigiorno, non ci troviamo soltanto in una crisi economica, come ci potrebbe sembrare, ma siamo in mezzo ad altre crisi. Questo ci dimostra che abbiamo raggiunto la più grande crisi che l’umanità possa attraversare.
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Da KabTV “Close-Up. Il Futuro dell’ Umanità” 17/7/11

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