Pubblicato nella '' Categoria

La crisi americana del latte in polvere per neonati: spunti di riflessione

L’America sta affrontando una carenza alimentare senza precedenti in uno dei suoi punti più delicati, i neonati. La carenza di latte artificiale negli Stati Uniti ha attivato una legge dell’era della Guerra Fredda per dare priorità e accelerarne la produzione. Inoltre, i voli dell’aeronautica statunitense hanno trasportato tonnellate di alimenti per bambini importati dall’Europa, in quella che viene chiamata “Operazione Fly Formula”. Avrebbe potuto essere una bella storia se non fosse stata così tragica e reale. Tocca un nervo sensibile in modo da poter ricostruire la società come una rete di sicurezza per tutti nel mondo. 

Settimana dopo settimana, genitori e responsabili di minori in America hanno viaggiato per gli stati cercando il latte per neonati solo per trovare forniture scarse o scaffali vuoti.  La carenza in corso di latte in polvere per neonati negli USA è causata dai disagi legati alla pandemia nella catena di distribuzione globale e dalla chiusura dell’impianto più grande di Abbott Nutrition, il fornitore principale del mercato statunitense, per problemi di contaminazione. 

Com’è possibile che una crisi tale possa colpire l’America, così forte? Dopo tutto, non è un Paese in via di sviluppo. È una superpotenza che dovrebbe essere immune da una simile crisi di un bene essenziale.  Ma non si tratta di un episodio isolato. Vedremo presto molti fenomeni simili come conseguenza  delle  molteplici variabili che agiscono sul mondo attuale.

La crisi degli alimenti per bambini negli Stati Uniti ci dimostra che nessun Paese, grande o piccolo, ricco o povero, è immune dall’insicurezza alimentare. Nessuno può garantire la stabilità della fornitura dei bisogni più elementari per tutti, anche per sostenere la vita dei bambini. Questa è la realtà instabile e vulnerabile in cui viviamo oggi; sempre più persone e Paesi saranno colpiti e dimostreranno quanto il mondo sia traballante, come se fosse in bilico su un piede solo.

Dobbiamo aprire gli occhi e vedere che la società umana non è stata costruita come un sistema di sicurezza reciproca con cibo e bambini come preoccupazione primaria. Abbiamo fallito nel pianificare i tempi bui durante i tempi sereni. Se non lo ammettiamo, i nostri problemi di approvvigionamento non potranno che aggravarsi.

Il nostro pianeta maltrattato è in grado di darci ogni cosa, ma non gli diamo la possibilità di fornirci il necessario, compreso cibo per l’anima, a causa delle nostre relazioni umane deteriorate. Roviniamo ogni cosa che tocchiamo con il nostro ego crescente, che ci impedisce di considerare gli altri. 

Lo scopo di questa crisi è quello di scuoterci e farci capire che non abbiamo scelta, che nella scala delle priorità, prima del denaro, del rispetto e dell’istruzione, dobbiamo fare in modo che ogni persona nel mondo riceva un’alimentazione adeguata.

Quindi oltre al latte per neonati, in termini di sicurezza alimentare in generale, possiamo scegliere aree fertili come la Siberia o il Sud America e trasformarle in campi di grano globali che forniscano tutto per tutti. L’unica condizione è che ci sia un reale desiderio di nutrire e beneficiare tutti, senza trasformarlo in un affare personale di qualcuno per un profitto individualistico a spese di chi soffre.

Pirkei Avot (Etica dei Padri) ci insegna: “Se non c’è farina, non c’è Torah”. In effetti, il cibo dovrebbe essere alla base delle nostre preoccupazioni umane. Se non siamo in grado di fornire pane a tutti, non saremo in grado di crescere e di elevare la specie umana a un livello superiore a quello corporeo, a un livello di cura ed equilibrio reciproci.  In uno stato tale, non ci mancherà nulla e potremo garantire un buon futuro ai nostri figli e a tutta la società.