Pubblicato nella '' Categoria

Covid, cosa facciamo adesso?

Si avverte nell’aria, ne parlate con gli amici, il coronavirus sta scemando. Nonostante ci siano ancora casi di infezione nel mondo, in quasi tutti gli stati, rallentano le restrizioni, viene meno l’obbligo di indossare la mascherina e si riprende a viaggiare in aereo.

Gli ultimi dati pubblicati dai vari Ministeri della Salute sono in costante calo, incluso l’indice di contagio e la capacità ospedaliera. Sembra che in qualche modo l’attuale fardello Omicron sia sotto controllo. Sembra che la quinta ondata stia per finire e che possiamo letteralmente tornare a respirare entro breve tempo.

Comunque, sia che il coronavirus scompaia definitivamente o meno, è probabile che non ci libereremo del soffio della natura, così facilmente. Perché se non è questa variante, sarà un’altra variante oppure ci saranno nuovi problemi che non avremmo previsto. D’altronde, come possiamo vivere senza l’aiuto della natura?

Non che io speri che ci siano malattie e sofferenza ma fino a quando non assolviamo ai precetti che la natura ha stabilito per noi come società, non ci libereremo dai problemi, non saremo realmente liberi da limitazioni.

La pandemia attuale ed ogni crisi che conosciamo, sono la reazione della natura all’individualismo che taglia i legami tra noi e non ci permette di unirci in armonia con i vari aspetti della natura: altre persone, animali, piante e la natura inanimata. Quindi la natura continuerà a soffiare su di noi, più e più volte, fino a quando non ci riporterà sulla retta via.

Non posso ignorare le cose buone che ci ha portato il Covid. Ci siamo abituati a vivere la casa, a passare il tempo in famiglia e a condividere, abbiamo smesso di rincorrere attrazioni in giro per il mondo ed iniziato ad apprezzare la bellezza delle cose semplici intorno a noi, abbiamo infine, iniziato ad apprendere online.

Il Covid ha liberato la società Umana del grasso in eccesso; sono diminuiti i lavori non del tutto necessari, c’è meno “cultura” irragionevole, meno spreco assurdo e meno inquinamento. Ci è stato insegnato a vivere senza dover folleggiare a tutti i costi. Adesso, anche se il Covid sta diminuendo con una certa rapidità, dobbiamo continuare il cambiamento di vita che il virus ha innescato. Dobbiamo estendere il lavoro e mirare ad una vita buona e bilanciata e operare il cambiamento per scelta.

Prima di tutto dobbiamo provvedere a migliorare l’istruzione dei nostri figli, dobbiamo innalzare la consapevolezza sulla nostra natura umana, sulla natura del mondo e le connessioni che desideriamo tra di esse. In secondo luogo dobbiamo vedere come creare condizioni necessarie ad ogni persona e ad ogni famiglia. Capire come dobbiamo provvedere all’approvvigionamento di scorte di cibo vitali e come possiamo prepararci all’incombente crisi climatica ed altri disastri.

Siamo stati così impegnati a fronteggiare la pandemia del Covid e ora dobbiamo mettere al primo posto il risanamento della comunità. Dobbiamo usare questa boccata di ossigeno per guarire il vero morbo scoperto nella società e ricucire le relazioni tra di noi in ogni aspetto della vita.

La verità è che è importante risolvere i nostri problemi assieme, prima di occuparci di tutto ciò che abbiamo trascurato negli anni. Questo in sé sarebbe già un modo per risolvere una buona metà del problema. Il problema è l’assenza di una connessione umana di spessore tra di noi. La mancata connessione ci erode. Se adesso affrontiamo solamente le cose basilari e necessarie che servono a ristabilirci, probabilmente scopriremo che l’unica cosa che occorre è la connessione bonaria tra le persone, è il senso di fratellanza e di solidarietà. Un’intima connessione spirituale tra noi rivelerà una nuova vita e quando saremo vicini gli uni agli altri ci eleveremo ad un nuovo livello di esistenza.

In questo momento ci sono condizioni ottimali per un cambiamento sociale e profondo. In molti casi non abbiamo più la necessità di fare lavori fisici, di spendere soldi come se non ci fosse un domani e a volte neanche di dover uscire di casa. Con calma e passi prudenti, con pensiero equilibrato ed attento, possiamo trasformare i nostri stili di vita senza esperire situazioni drammatiche. Sono a nostro vantaggio anche la fatica, l’esaurimento, la debolezza e la mancanza di forze che spesso proviamo oggi. Ci invitano a mobilitare maggiori forze interne piuttosto che le connessioni esteriori tra noi. Forze spirituali che ci aiuteranno a creare una vita felice e soddisfacente per noi stessi.

Didascalia della foto:
La gente cammina di fianco a un cartello di controllo del COVID-19, durante la pandemia di Coronavirus (COVID-19) nel quartiere di Manhattan di New York City, New York, Stati Uniti, 20 gennaio 2022. REUTERS/Carlo Allegri

Il tradimento di Anna Frank e la natura umana

“Nonostante tutto, continuo a credere che le persone siano davvero buone di cuore”, scrisse Anna Frank, la ragazza ebrea olandese che ha scritto un diario per due anni, mentre lei e la sua famiglia erano nascosti  durante l’occupazione nazista dei Paesi Bassi.

In relazione alla Shoah si chiedeva: “Chi ci ha inflitto questo? Chi ha reso noi Ebrei diversi da tutte le altre persone? Chi ha permesso che soffrissimo in un modo così terribile fino ad ora? Anna e altri sette membri della famiglia furono scoperti dai nazisti il 4 agosto 1944 in un alloggio segreto sopra un magazzino ad Amsterdam. Dopo che tutti furono individuati e deportati separatamente nei campi di concentramento, Anne si ammalò e morì a soli 15 anni.

La questione di chi avrebbe potuto allertare i nazisti sulla posizione della famiglia Frank ha lasciato perplessi diversi ricercatori per quasi otto decenni. Dopo un’indagine durata sei anni, un team internazionale di storici e altri esperti ha rivelato l’identità dell’uomo che, secondo loro, tradì la famiglia di Anna Frank durante la seconda guerra mondiale.

Il principale sospettato è un notaio e uomo d’affari ebreo di nome Arnold van den Bergh, un membro dello Judenrat nei Paesi Bassi, che presumibilmente rivelò il nascondiglio dei Frank al fine di proteggere la propria famiglia dalla deportazione.

La supposizione che un ebreo abbia tradito un altro ebreo ha suscitato reazioni contrastanti; c’è chi è indignato da questa affermazione e chi dice di non essere sorpreso da questa espressione di odio verso se stessi da parte degli Ebrei. Ma io scelgo di guardare il lato umano delle cose: mai giudicare qualcuno finché non ho camminato nelle sue scarpe.

Molti anni fa ho visto un documentario su due ebrei, uno dei quali era un prigioniero costretto ai lavori forzati in un campo di concentramento nazista, e l’altro era il suo severo supervisore che faceva di tutto per opprimerlo. Oggi sono buoni amici. E quando all’ebreo oppresso è stato chiesto come poteva guardare negli occhi colui che era stato il suo capo spietato, ha risposto semplicemente: “Lo capisco. Se fossi stato al suo posto avrei fatto esattamente lo stesso”.

La mia conclusione è semplice: anche se i risultati della nuova indagine sono veri e se effettivamente è stato un ebreo a tradire Anna Frank e la sua famiglia, non possiamo giudicare le persone che sono sottoposte a forti pressioni. Possiamo parlare dell’importanza della democrazia, esprimerci in modo creativo su un mondo illuminato, giocare nella vita come su un palcoscenico teatrale, ma una volta che sperimentiamo circostanze estreme nella nostra vita e ci troviamo in una situazione in cui siamo intrappolati, allora scopriamo che la psicologia assume una nuova forma: la paura e la minaccia possono portarci a un nuovo modo di pensare. Possono persino incoraggiare azioni che in condizioni normali sarebbero considerate crudeli e inconcepibili. Così è la natura umana.

La terza guerra mondiale è iniziata. Come si svolgerà dipende da noi

Pensiamo alla guerra Russia-Ucraina come a un conflitto locale, ma è molto di più: è una guerra globale su più fronti. La guerra non è solo un conflitto militare; è anche una guerra economica di logoramento. Con i prezzi del gas alle stelle e la carenza di beni di prima necessità, le persone in tutto il mondo stanno subendo le conseguenze della guerra.

Questa guerra sta trasformando l’intero modus operandi dell’umanità. Dall’alba dei tempi, siamo stati abituati a vivere secondo il motto “sopravvivenza del più forte”. In generale, la regola era che il forte determinava le regole, e le regole erano spesso ingiuste verso i deboli. Ora, sembra che si sia instaurata una nuova mentalità: volere qualcosa ed essere abbastanza forti da prenderselo non significa che il mondo lo accetterà.

La guerra, quindi, si combatte nell’interiorità non meno e forse più che nell’esteriorità. Il nostro stesso presentarci sta cambiando da abusivo a cooperativo, da narcisistico ad altruista. Fa male e non accadrà senza lotta, ma è irreversibile. Questo è il percorso della nostra evoluzione verso lo scopo della nostra creazione: racchiudere in noi tutta la creazione. Per farlo, dobbiamo prendercene cura, proprio come una madre abbraccia il suo bambino attraverso il suo amore materno.

La lotta per passare dal nostro attuale approccio indifferente e meschino rispetto a tutte le creature tranne che nei confronti di noi stessi, in esseri saggi e compassionevoli è chiamata “la guerra di Gog e Magog” o Armageddon.

Dal momento che la guerra riguarda la nostra apparenza interiore, possiamo combatterla dentro di noi. Se ci opponiamo alla lotta con noi stessi su chi governerà – l’ego o l’amore – la realtà fisica ci costringerà comunque a scegliere l’amore. Tuttavia, lo farà ferendoci in modo molto fisico.

La guerra nell’Europa orientale non è nulla in confronto a ciò che potremmo dover sopportare se resistiamo al processo. Le orribili descrizioni dei nostri saggi e profeti lo suggeriscono ed è meglio non viverlo. In alternativa, possiamo combattere questa guerra dentro di noi senza sparare un solo proiettile. La scelta è nelle nostre mani. Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è continuare nella stessa direzione in cui la natura ci sta già conducendo: verso la connessione. Se facciamo uno sforzo per prenderci cura l’uno dell’altro, anche se inizialmente non lo facciamo,  ci stiamo muovendo comunque nella giusta direzione. Se cerchiamo di risolvere i conflitti non con armi o addirittura con battaglie legali, ma rafforzando la cura e l’amicizia tra di noi, allora stiamo salvando vite e risparmiando tormenti a innumerevoli persone.

In conclusione, cerchiamo di elevarci al di sopra dell’odio e di vedere dall’altra parte l’umano, che soffre anche lui. Pensiamo che questa guerra ci è stata data affinché potessimo pensare l’uno all’altro più di quanto abbiamo fatto finora.  Dopotutto, se non fosse per questa guerra, non ci saremmo accorti l’uno dell’altro. Ora che c’è, non siamo più indifferenti. Sebbene i nostri sentimenti siano attualmente negativi, ora che ne siamo consapevoli, possiamo lavorarci insieme e capovolgerli. Queste sono le guerre del Messia che moshech [ebraico:ci tira] fuori dall’ego e ci pone nell’amore reciproco.

Didascalia della foto:
Immagine presa da filmati rilasciati dal Ministero della Difesa dell’Ucraina il giorno lunedì 14 marzo 2022, una postazione attiva del sistema di difesa aerea.

L’amore che la scienza non può spiegare

Quando l’acclamato ambientalista Lawrence Anthony, che divenne noto come “The Elephant Whisperer”, morì nel 2012, accadde qualcosa di incredibile: dopo essere stati per lungo tempo fuori,  in un ambiente selvaggio, gli elefanti che Anthony aveva salvato anni prima hanno marciato 12 ore  per tornare a casa sua a piangere la sua scomparsa. Secondo la BBC One, gli elefanti “sono rimasti lì in silenzio per due giorni”. Ancora più sorprendentemente, “Esattamente un anno dopo la sua morte, da quel giorno, il branco ha marciato di nuovo verso casa sua. È qualcosa che la scienza non può spiegare”.

Il mondo in cui viviamo è connesso in modi che non comprendiamo, ma che stiamo lentamente imparando.  Il nostro egoismo vuole che ci concentriamo solo su noi stessi, ma la realtà ci costringe a guardare all’ esterno, e ci insegna che c’è molto di più da scoprire là fuori. 

Come dimostrano gli elefanti di Anthony, tutta la natura avverte la sua connessione e vive secondo i suoi dettami. Gli esseri umani, invece, sono privi di questo sentire e quindi si comportano come se fossero soli al mondo.

Tuttavia, la civiltà sta diventando sempre più connessa, in sintonia con tutta la realtà, e ci costringe a riconoscere che anche noi siamo dipendenti l’uno dall’altro e connessi tra di noi. Oggi stiamo imparando che oltre alla connessione fisica c’è la connessione virtuale. Domani impareremo che siamo connessi anche emotivamente, che condividiamo e progettiamo non solo azioni o bit di dati, ma anche pensieri e desideri, anche senza verbalizzarli.

Alla fine, scopriremo che la nostra connessione è ancora più profonda delle emozioni: È spirituale. Siamo tutti un unico essere, i cui organi e cellule sono tutti noi, tutta la creazione. Questo è il motivo per cui gli elefanti sapevano quando venire a rendere omaggio al loro salvatore, e tornarci l’anno successivo, proprio quel giorno.

Quando ci sentiamo l’uno con l’altro, questo ci permette di lavorare armoniosamente, in un modo che beneficia tutti. Se percepissimo la nostra vera realtà, non commetteremmo mai errori, non faremmo mai del male a nessuno e nessuno ci farebbe mai del male perché ci sentiremmo una cosa sola. Perché allora ci viene negata questa conoscenza vitale, che tutta la natura tranne noi sembra possedere?

Tutta la natura agisce per istinto. Agli esseri umani manca la maggior parte degli istinti che hanno gli animali. Invece, dobbiamo imparare tutto da zero attraverso i nostri sforzi e l’insegnamento dei nostri genitori e insegnanti. C’è una ragione per questo: quando impariamo con i nostri sforzi, acquisiamo una comprensione più profonda del nostro mondo e della realtà.

Lo stesso vale per la conoscenza della nostra interconnessione e di ciò che comporta. Siamo privi del senso della nostra interconnessione e quindi dobbiamo svilupparlo attraverso lo sforzo. Ciò che gli elefanti percepiscono naturalmente, noi dobbiamo svilupparlo faticosamente. Tuttavia, così facendo, capiamo come tutto funziona e otteniamo una percezione profonda della nostra esistenza. In altre parole, la nostra ignoranza ci permette di raggiungere lo scopo della nostra vita, ma finché non lo raggiungiamo, siamo una minaccia per il mondo.

Ci sono due modi per raggiungere lo scopo della nostra vita: il primo è lasciare che la natura faccia il suo corso. Possiamo lasciare che ci anneghi nelle inondazioni, ci bruci negli incendi, ci schiacci sotto le rovine dei terremoti, o ci metta l’uno contro l’altro fino alla morte. Un altro modo è di assumerci la responsabilità di imparare i modi della natura, come tutto opera in connessione e armonia, iniziando a cambiare le nostre relazioni in base a ciò che apprendiamo dalla fonte. Man mano che “pratichiamo” la gentilezza, diventeremo più gentili e svilupperemo sentimenti più profondi per le persone e il mondo intorno a noi.

La pratica porta alla perfezione. Possiamo costruire strutture sociali, come piccoli gruppi, dove “praticheremo” l’interconnessione e l’interesse reciproco. Man mano che sviluppiamo queste abilità nella nostra psiche, cominceremo a sentirci l’un l’altro a livelli sempre più profondi.

Se lo facciamo, scopriremo cosa permette agli elefanti di sapere così bene come si sentono gli altri, poiché anche noi diventeremo sensibili e attenti. Inoltre, capiremo il “pensiero”, la “logica” che sta dietro alla creazione così complessa eppure così inesorabilmente connessa, e quale grande conoscenza e potere conferisce a chi la comprende.

(una clip su Lawrence Anthony: https://bit.ly/33uTRqz)

Sul merito delle controversie

In un momento di profonde lacerazioni e violente dispute, cerchiamo di spegnere il fuoco in modo naturale. Tuttavia, dopo che il fuoco è stato spento, tendiamo a trascurare l’ulteriore lavoro che dobbiamo fare. La guerra che vediamo oggi, quindi, è il risultato della nostra negligenza passata. Se vogliamo non solo disinnescare la guerra, ma evitare che si ripeta, dobbiamo tagliare la sua radice. Per farlo, dobbiamo essere d’accordo su due principi fondamentali:

1) Guardiamo oltre il giusto e lo sbagliato, poiché non ci convinceremo mai l’un l’altro che noi abbiamo ragione e loro hanno torto.

2) Costruiamo un legame al di sopra del disaccordo. Alimentiamo rapporti che rafforzano la nostra connessione al punto da generare un nuovo legame al di sopra della montagna di odio che ancora vive e continuerà a vivere al di sotto.

Se compiamo questi due passi, scopriremo una verità sorprendente: le controversie stesse catalizzano l’emergere del legame. Senza una disputa, ci può essere calma o compiacenza o indifferenza, ma non ci sarà mai un legame, una vicinanza di cuori.

Le controversie ci costringono a fare due cose:

1) Decidere se vogliamo mantenere la nostra connessione.

2) Se sì, dobbiamo rafforzarla in modo che il legame tra noi sia sempre più forte dei disaccordi che emergono.

Se i disaccordi smettono di emergere, non ci sarà motivo di rafforzare il legame. Allora, come uno strumento inutilizzato, si arrugginirà e si romperà.

Al contrario, se sorgono nuovi disaccordi, essi ci costringono a riparare le nuove fratture che sono emerse. Come risultato, il legame tra noi diventa anche più forte di prima.

Si pensi, per esempio, a una casa. Se si vuole costruire una casa in un paese dove il vento non soffia mai troppo forte, la pioggia non cade mai troppo copiosa e la temperatura è sempre moderata, non è necessario costruirla molto robusta, con un buon isolamento e un tetto che possa resistere a una bufera di neve. Tuttavia, se si vive in un paese il cui clima è inospitale e tempestoso, è necessario costruire una casa molto solida per mantenersi al sicuro e al caldo in condizioni estreme. In poche parole, sono le avversità che portano a costruire una casa forte e solida. Se non fosse per loro, non si farebbe lo sforzo.

Lo stesso vale per la tecnologia. Tutto ciò che abbiamo sviluppato è stato un mezzo per superare le difficoltà e gli ostacoli. Il risultato è la tecnologia moderna. Preferiremmo fare a meno degli ostacoli e tornare a vivere nelle caverne? Sono sicuro che non lo faremmo. In retrospettiva, apprezziamo gli ostacoli e le difficoltà, e spesso li chiamiamo affettuosamente “sfide”, perché ci hanno reso ciò che siamo.

Lo stesso vale per le controversie. Sono qui perché noi siamo all’altezza della sfida e costruiamo legami più forti al di sopra di esse. Come tutti gli ostacoli, ci seppelliranno se scegliamo l’inazione. Tuttavia, se li usiamo per il loro scopo, costruire un legame e rafforzare la nostra connessione, ci eleveremo a nuovi livelli e raggiungeremo altezze senza precedenti.

La festa della famiglia, un’opportunità per rivalutare il significato di famiglia

 

A differenza di altri paesi che celebrano separatamente la festa della mamma e del papà, Israele celebra ogni anno il Family Day, per onorare l’unità familiare e la sua centralità nella vita israeliana. Ogni anno, il Family Day in Israele cade in una data diversa, dato che segue il calendario ebraico e non quello gregoriano, e quest’anno si è celebrato il giorno 1 febbraio.

Se guardiamo le statistiche,  sembrerebbe che la famiglia abbia perso la maggior parte della sua centralità. Questo è vero tanto per Israele quanto per la maggior parte del mondo, soprattutto nel mondo occidentale.  Nel 2021 “c’erano 37 milioni di famiglie composte da una sola persona, o il 28% di tutte le case americane. Nel 1960, le famiglie composte da una sola persona rappresentavano soltanto il 13% delle famiglie”.  Per di più “il 34% degli adulti, dai 15 anni in su, non è mai stato sposato”. Chiaramente l’istituzione familiare ha perso il suo fascino.

Questo è successo per diverse ragioni. Innanzitutto, le persone vivono molto più a lungo rispetto a cento, o centocinquanta anni fa.  Allo stesso tempo, non viene insegnata l’importanza di mantenere l’unità familiare.  Quando l’educazione non instilla in noi l’importanza di mantenere l’unità familiare durante le difficoltà, le persone si arrendono abbastanza facilmente. 

Per poter fare qualcosa che non dia piacere immediato, alle persone oggi serve un significato.  Viviamo in un periodo in cui le persone non riescono a fare ciò che per loro non ha senso, ciò che sembra essere privo di significato.   Per poter mantenere l’unità familiare, bisogna sentire la sua importanza.  Altrimenti semplicemente la si abbandonerà.

Il mondo attuale non sostiene lo stare in una struttura familiare tradizionale.  La gente può mantenersi da sola economicamente e non ha bisogno del sostegno di un compagno o compagna.  Di conseguenza, non appena sorge un disaccordo, e ci saranno sempre disaccordi poiché nessuna persona è uguale ad un altra, la casa viene abbandonata, e ci si stabilisce altrove. 

Quindi, per far sì che due persone scelgano di restare in un’unità familiare, ci deve essere un motivo più grande della famiglia stessa.  Secondo la saggezza della Kabbalah, se cerchiamo la correzione spirituale, allora durante il processo di correzione svilupperemo anche una connessione con il nostro compagno.  Alla fine, la natura richiederà da noi questa correzione, sentiremo l’impegno reciproco di un uomo verso una donna e di una donna verso l’uomo.

Una relazione familiare corretta fa parte della nostra correzione. Fino a quando non raggiungeremo la correzione, lo stato dell’umanità continuerà a peggiorare.  Ma forse se possiamo trasmettere i benefici che una relazione corretta, spirituale, può portare, la gente non vorrà separarsi.  Dipende tutto dal significato che le persone trovano nelle loro relazioni, poiché, come ho detto prima,  senza una connessione spirituale non c’è motivo o capacità di mantenere le relazioni familiari. 

L’interesse dell’America e del mondo a placare le acque turbolente della guerra

La guerra in Ucraina si svolge a miglia di distanza, ma gli americani la seguono molto da vicino. Preoccupati per l’aumento dei prezzi del gas, tra le altre ripercussioni di questo conflitto, l’86% degli adulti americani considera la situazione con la Russia e l’Ucraina molto o abbastanza importante, secondo un recente sondaggio YouGov/Yahoo News.

La guerra sul territorio si riflette anche in una guerra di parole. Parlando in un podcast del Comitato Nazionale Repubblicano, l’ex Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha recentemente detto che la guerra in Ucraina “non sarebbe mai accaduta” durante il suo mandato. Da parte sua, il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden insiste sul fatto che ha cercato di prevenire la guerra in Ucraina in ogni modo possibile.  La tendenza dei presidenti a diventare più popolari in tempo di guerra non si applica in questo caso. La tendenza dei presidenti a diventare più popolari in tempo di guerra non si applica in questo caso. Diversi sondaggi rivelano che in media il 51,4% degli Americani disapprova la presidenza di Biden, uno degli indici di approvazione più bassi da quando è entrato in carica.

La guerra poteva essere evitata? Molto probabilmente era inevitabile. Le forze che operano nel mondo stanno cambiando molto velocemente e lo scenario globale sembra un mare in tempesta. Venti forti soffiano in tutte le direzioni causando enormi maree di conflitti che inondano il mondo a vari livelli.

Non voglio fare previsioni su come finirà l’attuale guerra per i Russi o per gli Ucraini, ma non c’è dubbio che il mondo non sta migliorando. Sia gli Stati Uniti che l’Europa possono trarre dei vantaggi dall’attuale conflitto, poiché esso cambia l’equilibrio delle forze e rinvigorisce la loro egemonia.

In realtà, lo stato attuale delle cose rivela la vera causa delle guerre. Si tratta della la natura umana, il desiderio egoistico di trarre beneficio a spese degli altri, che è già troppo grande e cresce costantemente.  Non possiamo fermare la guerra con dei poteri egoistici che abbiamo a disposizione  in cui una parte prevale opprimendo l’altra. In un villaggio globale in cui tutti viviamo nessuno avrà successo a causa delle guerre, tutti perderanno.

La pace mondiale sembra un concetto utopico improbabile quando guardiamo la situazione attuale, ma non abbiamo scelta se non aspirare a questo ideale. Dobbiamo esercitare il massimo sforzo per calmare le acque agitate della guerra, elevandoci al di sopra della nostra natura separatrice che si incunea le persone e le nazioni e le distrugge.  

Ci avvicineremo alla pace solo quando riconosceremo che la natura è un sistema interconnesso e interdipendente e che noi umani siamo gli unici disturbatori del sensibile equilibrio della natura. Di conseguenza, infliggiamo danni a noi stessi e raggiungiamo uno stato insostenibile.

Aumentare l’importanza della solidarietà e la necessità di unire i cuori delle nazioni in conflitto al di sopra dell’odio reciproco dovrebbe essere interesse di tutti. Rav Yehuda Ashlag spiegò questo obiettivo essenziale come un mezzo per raggiungere la pace mondiale quando scoppiò la Seconda Guerra Mondiale: “Non stupitevi se mischio il benessere di un particolare gruppo con il benessere del mondo intero, perché in effetti, siamo già arrivati a un punto tale che il mondo intero è considerato un solo gruppo e una sola società”.

Didascalia della foto:
Il Presidente Joe Biden se ne va dopo aver fatto un breve discorso di aggiornamento su Russia e Ucraina nella Sala Est della Casa Bianca a Washington, DC il 15 febbraio 2022. (Foto di Oliver Contreras)

Nessun vincitore in caso di guerra nucleare, ma forse non importa

Con le armi nucleari russe in massima allerta e il reattore nucleare dell’Ucraina che rischia di essere bombardato, il pericolo di una catastrofe nucleare è diventato molto reale. Tutti sanno che, se un tale disastro dovesse accadere, nessuno vincerebbe e i risultati sarebbero orrendi per tutta l’umanità, ma l’ego non conosce confini. Quando le persone sono impostate sulla propria vittoria, niente le fermerà, nemmeno la loro stessa morte fisica.

Pensiamo alla guerra come a uno scontro tra due (o più) entità fisiche, come paesi o capi di stato. Tuttavia, una guerra è un fenomeno molto più profondo di un conflitto di interessi o di una lotta di potere. Ciò che guida le guerre, soprattutto oggi, è l’ego, e l’ego non cede a nulla e ascolta solo se stesso.

La forza che crea la vita è una forza di equilibrio, armonia e dazione.  È così che permette la creazione della vita, l’evoluzione di creazioni sempre più complesse, che sopravvivono attraverso la collaborazione e l’interdipendenza tra tutte le loro parti. Pertanto, la vita richiede armonia e sostegno reciproco.

L’ego è l’esatto opposto di questo: è una forza che vede solo se stessa, pensa solo a se stessa e si preoccupa solo di se stessa. L’unico momento in cui l’ego si relaziona con gli altri è quando può sfruttarli o danneggiarli, quindi affermare la sua superiorità. Di conseguenza, l’ego è l’opposto della vita.

Quando due o più ego si scontrano, si crea un conflitto violento o una guerra. Una guerra tra due ego può finire quando uno dei due è stato sconfitto o quando entrambi sono troppo esausti per continuare, così si accordano per “fare pace”. In realtà, la “pace” è solo una tregua, che durerà solo fino a quando un ego sente di essersi ripreso abbastanza da avere il potere di annientare l’altro, a quel punto riprenderà a combattere. Se la demolizione di reattori nucleari o l’uso di armi nucleari sono necessari per sconfiggere il nemico, l’ego li userà prontamente.

Non ha niente a che vedere con chi è al potere. Non ci sono persone giuste quando si tratta di egoismo; siamo tutti cattivi potenzialmente, poiché è la natura umana a comportarsi così.

Il padre del mio insegnante, il grande cabalista e pensatore Baal HaSulam, scrisse sull’insaziabilità dell’ego già negli anni ’30. Nel suo epocale saggio “La pace nel mondo”, scrisse: “In parole semplici, diremo che la natura di ogni essere umano è quella di sfruttare la vita di tutte le altre persone nel mondo per il proprio beneficio e tutto ciò che egli dà ad un altro è solo per necessità.  Tutto ciò che dona all’altro è solamente per necessità, anche in questo caso vi è uno sfruttamento degli altri, ma è fatto astutamente, in modo che il suo amico non se ne accorga e conceda spontaneamente”. Inoltre, aggiunge: “sente che tutti gli uomini del mondo dovrebbero stare sotto il suo dominio e al suo uso personale. E questa è una legge inviolabile. L’unica differenza sta nella scelta dell’uomo: uno sceglie di sfruttare la gente per ottenere basse concupiscenze, un altro per ottenere il potere, mentre un terzo per ottenere il rispetto. Inoltre, se un uomo lo potesse fare senza molti sforzi, approverebbe di sfruttare il mondo per tutti e tre insieme: ricchezza, dominio e rispetto. Tuttavia, egli è obbligato a scegliere in base alle sue possibilità e alle sue capacità”. 

Novant’anni fa, quando Baal HaSulam scrisse queste pungenti parole, la Seconda Guerra Mondiale e gli orrori che ha portato con sé non erano ancora accaduti. Oggi, può una persona ragionevole dubitare del potere dell’ego di distruggere tutto ciò che lo ostacola?

Non credo che la guerra in Ucraina porterà a una guerra mondiale o all’uso di armi nucleari. Almeno non sembra così in questo momento. Tuttavia, se non impariamo ad usare l’ego in modo costruttivo anziché distruttivo, non c’è dubbio che ci ritroveremo in quell’orribile situazione per la terza volta. E se non impariamo la lezione, anche una quarta guerra è possibile.

Per evitare la distruzione completa, dobbiamo insegnare a noi stessi nuovi valori: che la connessione e l’unità sono più importanti di qualsiasi forma di separazione e inimicizia. Proprio come il nostro ambiente attualmente ci insegna ad odiare e a lottare per dominare, dovremmo costruire un ambiente che insegni il contrario.

Non sono un educatore, e non ho intenzione di dettagliare specificamente come questo dovrebbe essere fatto. Tutto quello che so è che se non impariamo a connetterci l’uno con l’altro e a prenderci veramente cura del prossimo, ci distruggeremo a vicenda.

Se scegliamo la guerra, dice Baal HaSulam, in un’altra fondamentale composizione: “ Le bombe faranno il loro dovere e i sopravvissuti che rimarranno dopo la distruzione non avranno altra scelta che prendere su di sé questo lavoro in cui sia gli individui che le nazioni non lavoreranno per se stessi più del necessario per il loro sostentamento, mentre tutto il resto sarà a beneficio degli altri” (Gli scritti dell’ultima generazione, parte prima).

Didascalia della foto:
1945 ,9 agosto, GIAPPONE : La United States Army Air Forces ( USAAF) ha sganciato una #BOMBA ATOMICA su NAGASAKI , GIAPPONE , verso la fine della seconda guerra mondiale . – ATTACCO ATOMICO NUCLEARE – ATTACCO NUCLEARE – SECONDA GUERRA MONDIALE – WWII

La tragedia dei beni comuni è la nostra realtà

Un termine ampiamente noto, almeno nel mondo accademico, è “la tragedia dei beni comuni”. Il termine “bene comune” descrive una risorsa che tutti possono utilizzare gratuitamente, come ad esempio l’aria. Il professore di diritto alla Facoltà di Giurisprudenza di Harvard, Lawrence Lessig, spiega che la tragedia si verifica quando c’è una quantità limitata di beni comuni, la competizione su di essi ne provoca l’esaurimento perché le persone agiscono per interesse personale, mentre se fossero più coscienziose, tutti potrebbero goderne a sufficienza.

Fino a pochi anni fa, pensavamo di poter emettere tutto il gas che volevamo nell’atmosfera senza alcuna conseguenza. Come risultato, abbiamo inquinato l’intera atmosfera terrestre. Pensavamo di poter riempire di rifiuti tutti i mari all’infinito, ma abbiamo inquinato tutti gli oceani della Terra. Abbiamo esaurito le riserve di acqua dolce, contaminato il suolo terrestre e abbiamo trasformato il nostro intero pianeta in un luogo a malapena vivibile. Abbiamo inflitto a noi stessi una tragedia dei beni comuni su scala mondiale e ora ne stiamo pagando le conseguenze. La nostra ultima possibilità è uno sforzo congiunto per cambiare il nostro comportamento, ma per farlo dovremo prima cambiare noi stessi fin dalle fondamenta del nostro essere.

L’ecologista Garrett Hardin ha reso popolare il concetto di tragedia dei beni comuni in un saggio intitolato “La tragedia dei beni comuni: il problema della popolazione non ha una soluzione tecnica; serve una maggiore moralità”. Nel suo libro Il Futuro delle idee, Lessig cita la spiegazione di Hardin: “’Immaginate un pascolo aperto a tutti’, scrive Hardin e pensate al probabile comportamento dei ‘mandriani’ in quel pascolo. Ogni pastore deve decidere se aggiungere un altro animale alla sua mandria. Nel prendere una decisione in tal senso, scrive Hardin, il… mandriano ottiene il beneficio di un animale in più, ma tutti ne subiscono il costo, perché il pascolo ha una mucca in più che consuma. E questo determina il problema: qualunque costo ci sia nell’aggiungere un altro animale, sono costi che pesano anche sugli altri. I benefici, invece, sono goduti da un solo pastore. Pertanto ogni pastore ha un incentivo ad aggiungere più bestiame di quanto il pascolo nel suo insieme possa sostenere. …Ecco la tragedia. Ogni uomo è rinchiuso in un sistema che lo costringe ad aumentare il suo gregge senza limiti, in un mondo che è limitato. La direzione verso la quale tutti si stanno dirigendo è la rovina, ciascuno perseguendo il proprio interesse in una società che crede nella libertà dei beni comuni. La libertà nei beni comuni porta alla rovina di tutti”.

Tuttavia, conclude Hardin nel suo articolo: “L’istruzione può contrastare la tendenza naturale a fare la cosa sbagliata, ma l’inesorabile successione delle generazioni richiede che le basi di questa conoscenza siano costantemente rinnovate”.

Hardin scrisse la sua opera nel 1968, quando la comprensione del comportamento sconsiderato dell’umanità era ai suoi albori. Da allora, non abbiamo imparato nessuna lezione. Non abbiamo rinnovato la nostra educazione; non abbiamo nemmeno iniziato.

I beni comuni liberi della Terra sono limitati, anche se vorremmo credere il contrario. “L’uso dei beni comuni come fossero un pozzo nero non danneggia inizialmente gli uomini che giungono in una nuova frontiera, in quanto non ci sono molte persone”, scrive Hardin in relazione ai primi coloni bianchi negli Stati Uniti. Ma «lo stesso comportamento in una metropoli è insostenibile».

Ora che abbiamo esaurito la riserva terrestre di aria fresca, acqua dolce e fonti di cibo, la scarsità sta cominciando a farsi sentire. Allegoricamente, abbiamo preso in prestito da un negozio che sembrava non avere un custode, ma abbiamo sbagliato, e ora il custode sta riscuotendo il debito.

Tuttavia, possiamo evitare la catastrofe emergente dell’esaurimento delle risorse. Se applichiamo (finalmente) l’autoeducazione di cui abbiamo così tanto bisogno, scopriremo che c’è cibo in abbondanza, aria e acqua fresca per tutti. Produciamo già molto di più di quanto consumiamo. Se avessimo un senso di responsabilità reciproca e i beni andassero effettivamente alle persone che ne hanno bisogno, ridurremmo la produzione in modo così drastico da non preoccuparci delle quote di emissione e di altre limitazioni.

La radice del nostro problema non è che stiamo impoverendo la Terra, ma che stiamo cercando di distruggerci o almeno di controllarci a vicenda. Come risultato, infliggiamo a tutta la natura e a noi stessi una tragedia esistenziale.

Potremo cambiare il nostro modo di agire solo se cambiamo la nostra motivazione dal mirare a distruggere gli altri al mirare ad edificarli. Quando ci renderemo conto che possiamo svilupparci solo in un ambiente sociale fiorente, inizieremo a pensare agli altri in modo costruttivo e sociale, e di conseguenza trasformeremo il nostro mondo.

Questo è il motivo per cui oggi un processo educativo, che installi la consapevolezza che dipendiamo tutti gli uni dagli altri per ogni cosa, dovrebbe essere la componente essenziale, il fondamento di qualsiasi programma volto a mitigare ogni problema: dalla depressione alla deforestazione.

 

Cosa ci salverà dall’estinzione?

Commento: Greta Thunberg rimprovera i leader mondiali per anni di discussioni vuote e inattività climatica. Critica l’Inghilterra, gli Stati Uniti e la Cina, per aver manipolato le statistiche e cita molti esempi, soprattutto riguardanti l’Inghilterra. L’Inghilterra si definisce un leader mondiale nell’ambito climatico e ha, afferma Greta, centrali elettriche che sono una delle maggiori fonti di emissione di anidride carbonica.

La mia risposta: Sì, tutto viene alimentato con il carbone. È una tradizione.

Domanda: Li ha messi tutti in punizione. Sembra che non ascoltiamo più gli scienziati, non ci fidiamo di loro, e questa ragazzina appare ovunque; tutti la ascoltano; è su un piedistallo. E’ così la nostra era?

Risposta: La nostra era è la più corrotta e la più sporca. Hanno preso questa ragazza, l’hanno fatta diventare chi volevano loro e l’hanno fatta uscire ma, tenendola al guinzaglio.

Domanda: Credi che ci siano altre forze dietro di lei? I media non sanno cosa fare.

Risposta: Sì, altrimenti chi l’avrebbe ascoltata? Guardano una persona con un occhio solo e capiscono dove può essere adatta per conquistare visualizzazioni. Credi davvero che una bambina potesse saltare sul palco da sola? Chi lo ha permesso? Chi le ha dato spazio in radio, in TV, ecc?

Domanda: Perché avviene questo?

Risposta: Prima di tutto, il mondo ha bisogno di un tale rumore. E’ una distrazione. In secondo luogo, ci sono delle grandi forze dietro tutto ciò, forze che ne traggono beneficio.

Domanda: Quali eroi riveleresti oggi? Di che tipo di eroi abbiamo bisogno ai nostri tempi?

Risposta: Ci deve essere un’organizzazione molto seria, un gruppo di scienziati, politici ed economisti che si incontrano e discutono seriamente su cosa possiamo fare. Ma prima di tutto abbiamo bisogno di un resoconto molto serio, ovvero della ricerca.

Domanda: Dobbiamo raggiungere la profondità del problema di ciò che sta accadendo?

Risposta: Noi capiamo la profondità del problema.

Domanda: È chiaro a te. Nessuno ne parla molto. L’umanità dovrà arrivare alla profondità del problema?

Risposta: Non saremo in grado di fare nulla. Ognuno tira dalla propria parte, verso ciò che gli porterà un maggiore guadagno.

Domanda: Quindi, alla mia domanda: “chi devo portare fuori, in modo che il mondo lo ascolti?” la risposta è “Colui che ci condurrà alla profondità del problema?”

Risposta: Se gestissero seriamente la questione, arriverebbero alla conclusione che non si può fare nulla e non c’è bisogno di nulla.

Esiste un’unica risposta. Possiamo portare il mondo all’equilibrio solo se noi stessi entriamo in equilibrio nelle nostre relazioni. E allora ci troveremo semplicemente in un mondo in cui ci sarà abbondanza e bene per tutti.

Questa non è una fantasia o un’utopia; è semplicemente qualcosa che accadrà involontariamente. Se portiamo questo equilibrio nel mondo, al livello “dell’uomo” allora ogni livello inferiore, animale, vegetale e inanimato, entrerà anch’esso in equilibrio.

Commento: È come se ti rivolgessi ad una persona dicendo che deve cambiare per il bene delle buone connessioni. E la persona non può farlo! Non vuole!

La mia risposta: Non può. Allora sarà abbattuto.

Commento: Ha bisogno di un nemico.

La mia risposta: Lui stesso è il nemico!

Commento: Dici ad una persona: “è tutta colpa tua! Per colpa tua abbiamo tutti questi problemi ecologici”.

La mia risposta:

Domanda: Come usciamo da questa storia?

Risposta: Non c’è alcun modo. O ci uccidiamo o iniziamo a cambiare. O l’uno o l’altro.

Solo la correzione dell’uomo può portare la natura in equilibrio. Ed è possibile portare una persona in equilibrio soltanto se creiamo gradualmente un’atmosfera di amore per il prossimo tra di noi.

Domanda: Dovremmo sentirci tutti esausti per cercare una via d’uscita? Dobbiamo essere esausti per poter arrivare allo stato che descrivi?

Risposta: Allora vorremmo veramente sentire la risposta qui. Saremmo in grado di sentirla.

Non importa! Va bene così. La forza superiore sa tutto e può fare tutto, e fa tutto in ogni caso.

 

[293056]

From KabTV’s “News with Dr. Michael Laitman” 11/1/21

Materiale correlato:
Come sarà il mondo nel 2022?
Cosa provoca i disastri ambientali?
La Legge Fondamentale della Natura