Giocare ad essere Dio

La vita è piena di giochi. Animali, bambini, neonati, tutti giocano. Quando diventiamo adolescenti, si iniziano giochi diversi, che diventano incredibilmente sofisticati con il passare degli anni. Ci rivestiamo di personaggi che ammiriamo o che ci influenzano, ma nel processo, perdiamo contatto con chi siamo veramente.

I giochi sono un mezzo naturale di sviluppo. Ci aiutano a prepararci per il prossimo livello di sviluppo fisico, intellettuale, emozionale e spirituale. Crescendo, cominciamo a sentire che dobbiamo nascondere il nostro vero io e costruire un personaggio che sarà popolare. Così iniziamo a dimenticarci chi siamo.

Mentre cresciamo, sviluppiamo personaggi nuovi per ogni fase della nostra vita. Costruiamo un personaggio quando siamo con gli amici, un personaggio per stare a casa con la famiglia, uno per essere genitore, uno quando siamo al lavoro, con estranei, o dovunque andiamo. Alla fine anche quando siamo soli e non dobbiamo metterci nessuna maschera, non sappiamo che personaggio rivestire perché non siamo più abituati ad essere semplicemente noi.

A volte la notte, prima di addormentarci, una domanda si insinua nella nostra mente: “chi sono io”? Conosco veramente chi sono senza tutte le maschere che ho indossato per tutta la mia vita? E cosa più importante, riuscirò a ritrovare me stesso? 

La risposta a questa domanda è che è possibile, ma ad una sola condizione. Devi giocare ad un gioco speciale per questo, e rivestire un personaggio speciale: devi giocare ad essere Dio. Dio non è una specie di Santo seduto su una nuvola, o un’entità che governa l’universo. Dio, chiamato anche Creatore, è una qualità, un attributo: Dio, è la qualità di dare in assoluto e prendersi cura degli altri. Solo la qualità del bene assoluto può generare qualcosa, poiché tutto il resto sembra rivolto all’interno, per compiacere se stessi, invece che all’esterno, per costruire un essere nuovo ed indipendente. 

Così come una madre genera la vita attraverso il suo amore, il Creatore genera la vita attraverso il Suo amore. Se vogliamo trovare noi stessi, dobbiamo giocare ad essere il Creatore, in uno stato di dare assoluto e prenderci cura degli altri.

Può sembrare imbarazzante, all’inizio, ma lo stesso vale per ogni personaggio di cui ci vestiamo. Così, come ogni personaggio diventa naturale dopo un po’ di tempo, lo diventerà anche il personaggio del donatore.

Giocare ad essere Dio significa arrivare ad essere simile alla qualità di dare, la qualità che genera tutta la vita. E’ il gioco più complicato e più intricato di tutta l’esistenza. Ma anche il più gratificante.

Non ci sono perdenti in questo gioco, perché puoi giocare quanto vuoi finché non vinci. Quando vinci diventi il personaggio a cui stai giocando. In altre parole, la qualità di dare diventa una seconda natura, una nuova natura che metti al di sopra della tua natura originale, e tutte e due esistono dentro di te.

Una volta che hai ottenuto quest’altra natura, la tua percezione si espande fino ad includere tutta la realtà. All’improvviso capisci perché tutto accade, perché vedi le cose dalla stessa prospettiva che ha creato tutto e sostiene tutto. Capisci non solo il presente, ma anche il passato e il futuro, e il “tempo” acquisisce un significato tutto nuovo. Così come la nostra percezione diventa illimitata, così diventa la nostra esistenza e la vita e la morte diventano fasi di sviluppo, mentre noi trascendiamo entrambe e diventiamo onnipresenti ed onniscienti come la qualità che ha generato e sostiene il mondo.

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