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Un anno dopo. La polarizzazione sta ancora affondando l’America

Un anno dopo la presa d’assalto del Campidoglio Statunitense del 6 gennaio avvenuta durante la protesta elettorale del 2020, negli Stati Uniti prevalgono atteggiamenti polemici e si propaga un sentimento di sfiducia. Secondo un sondaggio dell’ABC/Ipsos, solamente il 20% degli Americani ha fiducia nell’integrità del proprio sistema elettorale (con un decremento circa del 50% dall’anno precedente). Sembra impossibile che Repubblicani e Democratici possano trovare un terreno comune per risanare la fiducia dei cittadini, ma su questa questione di fondamentale importanza non ci sono alternative.

Un anno fa, i sostenitori del precedente Presidente Donald Trump, invasero Capitol Hill nel tentativo di prevenire la ratifica di Joe Biden come capo di Stato. In quei giorni il paese era carico di tensioni sociali e profonde divisioni politiche che divisero gli Americani in due fazioni. Mentre metà della nazione celebrava con euforia ed eccitazione, l’altra metà si sentiva privata dei propri diritti, frustrata ed arrabbiata fino al punto di sospettare con veemenza la frode del processo elettorale.

Non è cambiato molto. Le ferite sono ancora profonde, scoperte e sanguinanti. Gli Americani restano divisi ed il divario sociale si è intensificato. Un recente sondaggio dell’università del Massachusetts rivela che il 71% dei Repubblicani considera illegittima la vittoria di Joe Biden, mentre invece il 91% dei Democratici crede che Biden sia stato legittimamente eletto.

Il problema non risiede nel fatto che diverse fazioni siano in disaccordo in quanto ci saranno sempre divergenze di opinioni. La vera minaccia risiede nell’estremismo. La diffidenza e le forti accuse reciproche stanno erodendo il tessuto sociale americano. In questo momento la situazione è talmente brutta che è difficile credere che possa peggiorare. Tuttavia, la frattura della politica statunitense ed il disaccordo tra la sua cittadinanza, rappresenta una opportunità unica affinché tutti possano acquisire la consapevolezza che non ci sarà alcuna possibilità di sopravvivenza nonché di prosperità futura se il paese non trova la strada dell’unità. 

In alternativa si prospetta uno scenario di costante conflitto che sicuramente esploderà in una totale spaccatura all’interno dell’America. Questo chiaramente, non porterà beneficio né alle diverse fazioni e né ai singoli. Oggi viviamo una realtà interdipendente ed interconnessa e danneggiare la barca che tiene tutti a galla, finirà semplicemente per trascinare tutti a fondo e questo accadrà talmente velocemente che non resterà alcuna possibilità di salvataggio. Attualmente ciascuna fazione è talmente occupata a remare nella propria direzione che non riesce neanche a notare che c’è un foro nella barca.

C’è la necessità di rivelare qualcosa che al momento non esiste: un comune denominatore capace di sanare la rottura. C’è un unico modo in cui le diverse fazioni possono ottenere questo ed è assieme. I Repubblicani guardano al lato economico, all’industria e alle forze militari mentre i Democratici guardano ai movimenti sociali ed alle proteste di massa, stimolando un linguaggio cortese per realizzare i propri programmi. E’ possibile vivere gli uni senza gli altri? No, questo non è possibile, una fazione non può cancellare l’altra; c’è bisogno che le due parti si compensino al fine di restituire la fiducia al sistema democratico.

I due partiti avversari e i relativi sostenitori, che attualmente percorrono traiettorie opposte, debbono cambiare direzione ed avvicinarsi e non perché provano un sentimento di reciproco amore o sintonia ma perché devono recuperare il loro interesse comune, la nazione. Vincere le differenze è nell’interesse di tutti per far sì che l’America rimanga a galla. 

Didascalia della foto:
I sostenitori di Trump protestano sui gradini del Campidoglio degli Stati Uniti a Washington il 6 gennaio 2021. Foto di Yuri Gripas/ABACAPRESS.COM