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Il punto centrale della crisi globale

Domanda: Quali segnali della crisi globale attualmente non vengono rilevati ma a cui occorre prestare molta attenzione?

Risposta: Il punto più centrale, la radice della crisi globale, è nelle persone che si distanziano l’una dall’altra. Ci sediamo dietro i nostri computer e giochiamo come dei bambini e nient’altro.

Dobbiamo capire che solo avvicinandoci gli uni agli altri attraverso le forze buone può portarci fuori dalla crisi generale. Cioè, è una crisi di persone che si allontanano l’una dall’altra, il loro desiderio che tutti siano in una sorta di bozzolo, e non pensino o si preoccupino di nient’altro.

Domanda: Perché le persone non sentono davvero che c’è una crisi? Viene sottovalutato? Per esempio, posso valutare la crisi della sovrapproduzione. Vado al supermercato e vedo scaffali vuoti. Ma la crisi nelle relazioni reciproche è in qualche modo nascosta a una persona. Non capiamo cosa c’è dietro o quanto sia serio..

Risposta: Le persone rimangono intrappolate dai “giocattoli” che hanno inventato. Il loro interesse per i giochi li distrae dai loro problemi reali. Pertanto, da un lato, l’umanità sembra avanzare, e dall’altro lato, si sta estinguendo. Tutto sta nella consapevolezza della malvagità di questo stato. Nel frattempo, stiamo solo riempiendo le tasche senza fondo di coloro che governano e controllano tutti.

Non vedo nulla di buono in futuro. Dobbiamo spiegare alla gente a cosa porterà tutto questo. Significherà realizzare un amaro, lungo viaggio durante il quale abbiamo lavorato per i nostri stessi nemici, che pensavano solo ad  arricchirsi a nostre spese solo per buttare in mare tutto ciò che avevamo accumulato e consegnato loro. E’così che funziona il feroce egoismo umano.

E’ necessario rendersi conto del male del nostro egoismo e capire che questo è l’unico male. Poi possiamo parlare di come sbarazzarcene.

 

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From KabTV’s “Kabbalah Express” 10/19/21

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TEMPI DURI DI FRONTE

I periodi di transizione sono sempre soggetti a problemi. Stiamo vivendo uno dei periodi di transizione più instabili nella storia dell’umanità, poiché stiamo passando da una mentalità egocentrica a una più olistica, dove siamo interdipendenti, interconnessi e nelle nostre azioni consideriamo il benessere degli altri. Purtroppo, mentre siamo in questo passaggio, i nostri ego ribelli ci stanno portando a estremi sempre più pericolosi che mettono a rischio noi e l’intera società. Prima diventiamo consapevoli di essere in un cambiamento, maggiori sono le possibilità di attraversare la transizione in modo pacifico e veloce.

Allo scopo di riconoscere che siamo in un passaggio, che siamo troppo interconnessi per potere ignorare i bisogni degli altri, dobbiamo creare sistemi educativi che ci portino alla consapevolezza di ciò. Quindi, la più grande sfida dell’umanità in questo momento è l’educazione. 

Idealmente, i capi mondiali avrebbero dovuto essere i leaders della transizione. Sono in una posizione naturale per cominciare e dirigere il processo. Purtroppo, i responsabili di oggi hanno un cuore di pietra tale che semplicemente non potranno sentire queste idee. Non è che io mi sia arreso, perché non l’ho fatto, ma dobbiamo riconoscere a che punto siamo. Allo stesso tempo, so che dobbiamo continuare. 

Siamo tutti esseri che cercano il piacere; questa è la nostra natura. Pertanto, non cambieremo il nostro modo di vivere a meno che non soffriamo nel presente, o che qualche grande ricompensa ci chiami e noi siamo sicuri di riceverla. Capiamo solo due cose: piacere o dolore.

Ecco perché l’umanità cambierà: o perché sta soffrendo nello stato di egoismo assoluto o perché vede una ricompensa garantita nello stato di responsabilità reciproca e di cura degli altri. In questo momento, la gente preferisce aspettare che più dolore la convinca a passare a un’attitudine più partecipativa.

Ecco perché l’educazione è così importante. Se l’umanità è convinta che tutti i colpi che subiamo sono il risultato del nostro egoismo, vorrà liberarsene. Se crediamo che l’ego possa ancora darci dei benefici, che nient’altro può, rimarremo con il nostro ego fino a quando il dolore non ci convincerà a lasciarlo.

Didascalia della foto:
Le guardie lavorano tra i materiali bruciati dall’incendio Dixie. L’incendio Dixie ha bruciato 963.309 acri lasciando dietro di sé distruzione e sterpaglia. (Foto di Ty O’Neil / SOPA Images/Sipa USA)

Robot viventi. Cattive notizie per l’umanità

Recentemente il Wyss Institute dell’Università di Harvard, in collaborazione con scienziati dell’Università del Vermont e della Tufts University, ha pubblicato un documento che mostra come abbiano sviluppato robot biologici in grado di muoversi da soli, “nutrirsi” e persino auto-replicarsi e riprodursi.

Con questa impresa, questi robot hanno soddisfatto i tre requisiti fondamentali affinché la scienza li definisca esseri viventi. Tuttavia, sono robot viventi e non organismi che si sono evoluti naturalmente. Come robot, fanno ciò che il loro operatore ordina loro di fare. Come organismi viventi, possono essere collocati ovunque e riprodursi indipendentemente e indefinitamente.

Questa è una brutta notizia per l’umanità. Non riesco a immaginare nulla di buono che ne venga fuori. Questi nostri giochi, quando “giochiamo” con nuove invenzioni, non portano mai a nulla di buono. Ora, oltre alle armi nucleari e alle innumerevoli altre maledizioni che la scienza ha scaraventato sulle nostre teste, avremo un altro mal di testa.

È noto fin dai tempi biblici che “L’inclinazione del cuore dell’uomo è malvagia fin dalla sua giovinezza” (Gen. 8:21). Purtroppo, sapere quanto siamo malvagi non ci ha mai impedito di comportarci secondo la nostra natura.

Nonostante gli orrori del ventesimo secolo, con le sue due guerre mondiali, l’Olocausto e diversi genocidi su vasta scala, l’umanità non sembra essere migliorata neanche un po’, o di non averci neanche provato. All’uomo non si deve dare più di una pietra ed un bastone. In effetti, puoi stare certo che usi male anche questi, per non parlare di qualcosa di più sofisticato e potenzialmente dannoso.

Anche nei tempi antichi era chiaro che le persone indegne non dovevano avere accesso alla conoscenza.

Nel suo libro Fedro, Platone scrisse: “Quando [i discorsi (insegnamenti)] sono stati scritti una volta, essi cadono ovunque tra coloro che possono o non possono capirli, e non sanno a chi dovrebbero rispondere, o a chi no. E se vengono maltrattati o abusati, non hanno un genitore che li protegga e non possono proteggersi o difendersi».

Ma chi ascolta questo saggio? Nessuno. Ascoltiamo solo i nostri capricci egoistici, motivo per cui il nostro mondo è in uno stato così misero.

Non sono pessimista. So che alla fine ci rialzeremo e impareremo a usare la conoscenza per il bene comune. Alla fine, ci renderemo conto che siamo tutti connessi e che non possiamo ferire gli altri senza ferire noi stessi. L’unica domanda è quanta agonia dovremo sopportare prima di imparare.

 

Didascalia della foto:
Gli scienziati creano ‘robot viventi’ auto-replicanti
Dove: Burlington, Vermont, Stati Uniti Quando: 30 Nov 2021 Credito: Douglas Blackiston e Sam Kriegman

Un colpevole comune dietro il dolore del 2021

Incendi, alluvioni, pandemia, terremoti, tifoni, tornado, siccità, inflazione, guerra, abuso e sfruttamento, li abbiamo avuti tutti nel 2021, e c’è un colpevole comune per ognuno di loro: l’uomo. Cambiamo l’uomo e cambierà il mondo. Il compito può non essere facile, ma conoscere la causa e ciò che dobbiamo fare sarà un lungo cammino verso il miglioramento.

Quando pensiamo a tutte le cose negative avvenute nel 2021, è quasi istintivo dire: “Per fortuna è finita”, ma dobbiamo essere più furbi.  Le catastrofi menzionate nel paragrafo d’apertura sembreranno una brezza marina in confronto a quelle che seguiranno se non ci impegniamo ad arrivare in fondo alle crisi e risolverle una volta per tutte. 

Quando le persone pensano allo scorso anno pensano a tutto ciò che è successo.  Credo che dobbiamo entrare più nel profondo della questione: dobbiamo vedere cosa le ha provocate, oltre ad altri sviluppi negativi.

Sappiamo già che ogni elemento è unico e insostituibile nell’ecosistema della Terra. Quando si esaurisce anche un singolo elemento, si sbilancia l’intero ecosistema.

Quando si sbilancia un ecosistema locale, questo influisce sui sistemi vicini, finché alla fine l’intero pianeta viene sconvolto. Proprio come il Covid-19 ci ha insegnato che una variante si diffonde immediatamente nel mondo, così  avviene anche con ogni cosa che facciamo, diciamo,  o persino pensiamo. Siamo tutti parti di un unico sistema. 

Riconosciamo già che siamo dipendenti gli uni dagli altri e ci influenziamo a vicenda con i nostri comportamenti da consumatori, come mangiamo, le nostre abitudini di viaggio e altri aspetti della nostra vita.  Vediamo che comportamenti irresponsabili e sconsiderati impoveriscono le risorse comuni e tutti soffrono di conseguenza. L’ONU e altre organizzazioni hanno comitati internazionali e conferenze che affrontano questo tema giorno e notte.

Eppure non cambia molto.  Anzi la questione sta peggiorando.  Fino ad ora l’unica cosa che è riuscita a contenere il nostro comportamento incosciente  è il coronavirus. Una volta che ci ha costretti ad andare in isolamento, l’aria era pulita, l’acqua era limpida, gli animali vagavano dove non erano mai andati prima e le persone hanno riscoperto le loro famiglie.

Ma l’isolamento non è un modo di vivere, è una misura d’emergenza. Abbiamo bisogno di una soluzione sostenibile che ci permetta di continuare a vivere su questo pianeta, la nostra unica casa, senza distruggerlo e senza che lui ci distrugga per rappresaglia.

Per fare questo dobbiamo cambiare l’elemento centrale che causa il nostro comportamento incosciente: la nostra natura umana egoista.  Quando guardiamo ogni problema che affligge il nostro pianeta, dai disastri naturali alle crisi causate dall’uomo, vediamo che hanno tutti un colpevole comune: l’egoismo umano.   Quindi se cambia l’uomo, cambierà anche il mondo.

Qui sta il nostro problema più grande. Siamo perfettamente d’accordo sul fatto che dobbiamo cambiare il nostro comportamento. È anche evidente che il nostro comportamento causa problemi. Ma il cambiare la causa del nostro comportamento sconsiderato ha molti meno sostenitori, poiché nessuno ammette volentieri di essere colpevole dei problemi del mondo. Eppure, siamo tutti responsabili.

La più grande sfida che l’umanità deve affrontare nel 2022 non è il contenimento delle emissioni di gas, la riduzione dell’uso della plastica o la diminuzione dell’uso dei combustibili fossili. La nostra sfida più grande, lo scoglio più ostinato ai nostri sforzi per ripulire il pianeta, è la nostra stessa natura.

Non possiamo dire a noi stessi che la nostra natura è il nostro problema più grande. Tuttavia, possiamo creare un’atmosfera in cui tutti partecipano alla costruzione di una nuova natura per l’umanità, in cui la solidarietà e la gentilezza vincono il plauso e la presunzione e il narcisismo inducono all’ammonizione.

Se facciamo questo, tutti insieme, non avremo la sensazione di negarci qualcosa, come se stessimo sradicando qualcosa da dentro di noi. Al contrario, sentiremo che stiamo aggiungendo una buona integrazione alle nostre vite, qualcosa che arricchisce la nostre esistenze e dà loro direzione e significato. In modo graduale , la mentalità più socialmente responsabile diventerà quella dominante poiché gratifica più del narcisismo. Se lo facciamo insieme, sarà una transizione facile e senza problemi.

Pertanto capire dove siamo, perché il nostro mondo è così com’è e come possiamo risparmiarci le avversità che sicuramente arriveranno se non cambiamo i nostri modi, è fondamentale per la nostra sopravvivenza. Come ricompensa, vinceremo anche una vita meravigliosa che non credevamo esistesse finché non abbiamo adottato una mentalità solidale e ci siamo lasciati alle spalle il colpevole comune dei nostri guai: il nostro egoismo.

Gli Ebrei: il capro espiatorio dell’Omicron

Alcuni giorni fa ero in Italia. Ho visto persone per strada che sembravano spente, senza una scintilla negli occhi, infelici.  Non solo in Italia, un paese gravemente affetto dal Covid-19, ma in ogni parte del mondo, la gente è stanca della comparsa costante di nuove varianti, proprio quando pensavano (e speravano) che la pandemia fosse finalmente sotto controllo.  Dato che il virus non scomparirà, la gente non potrà trattenere lo stress che si accumula, sfogheranno le loro frustrazioni  e disperazione, si rivolteranno contro i governi e alla fine sarà colpa, come sempre, del capro espiatorio, gli Ebrei. 

Questa settimana, in California,a Beverly Hills,  sono già circolati i volantini anti-semiti. I volantini contenevano i nomi dei dirigenti ebrei delle più grandi aziende farmaceutiche e accuse di un “secondo fine ebreo” dietro la pandemia.  Altra propaganda antisemita è ampiamente diffusa sulle piattaforma dei social media.

Questi volantini e tweet sono soltanto l’inizio dell’odio crescente verso gli Ebrei.  Arriverà il giorno in cui anche gli scienziati stessi attribuiranno il virus a un minuscolo gruppo di persone che nella storia è sempre stato  incolpato dall’umanità.  Diranno che gli Ebrei sono la fonte di tutte le varianti, proprio come nel medioevo  la gente iniziò a mormorare e chiedersi perché gli Ebrei non si ammalarono della peste nera, e da  lì si svilupparono e si dipanarono i complotti.

Ancora una volta la storia si ripete. 

Non siamo responsabili delle nuove ondate della peste come affermano gli antisemiti, ma siamo responsabili dell’atteggiamento sbagliato nei suoi confronti e di conseguenza la mancanza di consapevolezza da parte nostra. Il virus è un’interruzione del sistema genetico altruista della natura come risultato dell’egoismo umano. E’ qualcosa di complesso, ma ora vi spiego: i livelli della natura, inanimato, vegetale e animale, sono interconnessi su diversi piani, mentre noi, la specie umana, siamo distaccati dal funzionamento armonioso della natura. Gli esseri umani hanno un accresciuto desiderio egoistico che ci allontana e ci appesantisce l’uno con l’altro.

L’ego non solo ci porta a sfruttarci tra di noi per il nostro beneficio personale, ma ci porta anche a sfruttare ogni parte della natura.  Di conseguenza, la natura, che è programmata per l’equilibrio e la perfezione, provoca epidemie e crisi per aiutarci a vedere dove ci sono le rotture e i guasti e ci invita ad aggiustarli, ovvero a connetterci emotivamente e unirci con tutte le parti integrali della natura. Allora ogni cosa si sistemerà. 

Non capiamo ancora che siamo parti di un unico sistema integrale e che il suo equilibrio dipende dalle relazioni positive tra di noi.  Questo deve diventare chiaro e evidente.  Anche soltanto uno sguardo veloce dal  di fuori di noi stessi rivela quanto siamo lontani attualmente da questo stato desiderato e dal nostro ruolo come Ebrei nel modellarlo. Lasciamo che l’ego ci controlli e ci separi.  La nazione ebraica è mirata a essere una luce per le nazioni e aprire la strada dell’unione agli altri.  E’ la nostra missione.  Israele e le nazioni del mondo sono interconnesse in un unico sistema globale, e il mondo sente fortemente da dentro che siamo indifferenti al nostro ruolo.  Non c’è quindi da stupirsi se il mondo punta un dito accusatorio verso di noi. 

Se comprendessimo il nostro ruolo e lo mettessimo in pratica, potremmo stare di fronte al mondo e indirizzarlo a usare la pandemia per la correzione; potremmo essere una guida per diventare più uniti e compassionevoli gli uni verso gli altri, come un solo uomo con un solo cuore. Quando questo accadrà, nessuna afflizione circonderà l’umanità e l’antisemitismo cesserà.

Didascalia della foto:
Un foglio di carta con le parole ‘COVID-19 variante Omicron’ sono raffigurate in questa foto illustrativa di un nuovo coronavirus SARS-CoV-2 variante B.1.1.529, scattata a Kiev il 02 dicembre 2021. (Foto di STR/NurPhoto)

Omicron è la sculacciata precisa della natura

Non abbiamo ancora finito con Delta ed ecco che arriva Omicron.  La nuova variante di coronavirus è considerata essere cinque volte più contagiosa, eppure non c’è ancora evidenza che possa causare malattie gravi nella popolazione vaccinata.  La precisione della natura è sorprendente.  Come un abile giudice, ci punisce per i nostri peccati. Tuttavia, sembra più l’ammonizione educativa di un preside scolastico che l’ira di un Dio vendicativo. E’ una lezione di unione. Nella misura in cui ci rifiutiamo di imparare, il virus ammonitore diventerà più irremovibile.

Dall’alba della civiltà, abbiamo cercato di sopraffare la natura.  Questo è intelligente quanto un feto che cerca di sopraffare sua madre.  Ma a dire il vero, non siamo mai stati intelligenti, se non dal nostro punto di vista personale. 

Quindi, mentre l’intera natura lavora in maniera armoniosa, noi interveniamo in ogni processo,  disturbando e perturbando l’ordine naturale delle cose anziché unirci ad essa cercando di far funzionare il tutto per il meglio.  Quando le cose non vanno come pensavamo, perché una macchina non può funzionare dopo essersi rotta, cerchiamo di aggiustarla e dimostrare la nostra intelligenza superiore. 

Queste “imprese” stanno lacerando i fili intrecciati della natura, facendo a pezzi la trama che ci sostiene tutti, e innescando i numerosi fenomeni avversi che stiamo vivendo.

Il fenomeno più recente di questi è il Covid, ma se continuiamo a ignorare le regole basilari della natura: reciprocità ed equilibrio, non sarà l’ultimo e sicuramente neanche il peggiore delle “sculacciate” che la natura ci consegnerà.

Se vogliamo cambiare rotta e migliorare veramente la nostra situazione, dobbiamo iniziare dal nostro atteggiamento. Non possiamo mantenere un atteggiamento egocentrico e aspettarci che funzioni in un ambiente pensato per il  benessere della comunità.

La natura è integrale.  Le sue parti sono interconnesse.  Se una delle sue parti è disfunzionale, l’intera natura sarà disfunzionale.  E’ per questo che la natura mantiene il benessere di tutti i suoi elementi e non un’unica specie animale, pianta o minerale in particolare.

Ogni specie obbedisce a questa regola di reciprocità, tranne l’uomo. Questo  indica che siamo l’unico elemento disfunzionale in natura.  In altre parole, ogni fenomeno negativo che stiamo attraversando è dovuto al nostro modo di agire, creato dalla nostra visione egoistica. 

Quindi per vivere una bella vita, non dobbiamo cambiare alcuna cosa nella realtà; dobbiamo cambiare solo il  nostro pensiero.  Se pensiamo all’unione, anziché all’individualità, sarà un beneficio per  tutti, compreso noi stessi.  Se guardiamo al benessere dell’umanità e della natura, come parte integrale del nostro benessere, vedremo la realtà così com’è realmente e le nostre azioni avranno altrettanto successo. Una visione collettiva è l’unico modo per prosperare in un modo costruito come un collettivo.  Il nostro atteggiamento attuale non porterà nulla se non ad un destino tragico. 

 

Didascalia della foto:
Donna in tuta protettiva e maschera che tiene in mano una provetta con un campione di analisi sospettato di essere infettato dal coronavirus Omicron variante COVID-19 2019-nCoV. Foto di concetto. Illustrazione della foto. (Foto di Maxym Marusenko/NurPhoto)

I giochi della fame: la vera storia

Gli “esperti” e i sapientoni continuano ad avvertirci che presto non ci sarà abbastanza cibo per nutrire l’umanità e non ci sarà abbastanza acqua fresca da bere. Ricordate il picco del petrolio, quando una sfilza di “esperti” ci avvertì che presto avremmo esaurito il petrolio, che i prezzi della benzina sarebbero saliti alle stelle e che le code alle pompe si sarebbero allungate per chilometri? Perché nessuno ne parla ora? Non è mai stato vero. Era una storia utile da raccontare al mondo per promuovere gli interessi di certe persone e corporazioni megapotenti, ma una volta che il “fatto” è diventato superfluo, è uscito dal raggio di attenzione.

La stessa cosa vale per la scarsità di acqua e di cibo; è una bufala, una scarsità fabbricata dall’uomo che viene promossa per andare incontro agli interessi di coloro che governano il mondo. La fame sulla terra è reale ma la vera storia dietro a questo non è quella della scarsità ma quella della crudeltà e dell’avidità. 

Buttiamo circa il 50% del cibo che produciamo al fine di mantenere i prezzi e i profitti i più alti possibili. Riflettiamo per un momento su questo dato. Se buttiamo la metà del cibo che produciamo e la maggior parte del mondo ne ha ancora in abbondanza, significa che persino oggi, all’attuale ritmo di produzione, possiamo provvedere ad un popolazione mondiale due volte più grande di oggi.

Se tagliassimo la produzione della metà ma ci assicurassimo che tutti abbiano il loro cibo, potremmo diminuire l’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo in modo così drastico che supererebbe di gran lunga le più alte speranze dei sostenitori del cambiamento climatico. Inoltre, non sarebbe necessario alcuno sforzo per raggiungerlo. Al contrario, faremmo meno e otterremmo molto di più.

Lo stesso vale per la fame. Potremmo facilmente fornire a tutti abbastanza cibo e molta acqua fresca. Il problema è che in alcuni luoghi, la fornitura di cibo non paga così bene, e dove i profitti non vanno alle stelle, nessuno vuole venire.

Inoltre, la fame fa bene alla politica: Permette ai cuori sanguinanti e ad altri benefattori di visitare le aree afflitte con troupe televisive per documentare il loro “aiuto” ai poveri e ai morenti. La fame è remunerativa, ma non per gli affamati, bensì per i ricchi che la creano e la perpetuano. La fame genera di più che le pubbliche relazioni. E’ validissima per per promuovere l’agenda che rafforza il potente e  indebolisce il debole e per controllare le politiche dei paesi subordinati.

Non fa del male a nessuno se non agli affamati e agli ammalati  che agonizzano e muoiono. Non fa del male a nessuno se non agli ammalati e agli affamati che non hanno il potere di cambiare la situazione.

E non è che le mie parole cambieranno il comportamento della gente; la cattiva volontà è radicata nel profondo del nostro cuore. Ma se questi post possono aprire gli occhi della gente per vedere la realtà per quella che è, allora c’è speranza che qualcosa inizi a cambiare.

Adesso, non possiamo fare altro che conoscere la verità.  Ma per il momento è tutto ciò di cui abbiamo bisogno per iniziare il cambiamento.

Se un numero sufficiente di persone si renderà conto di quanto siamo diventati malvagi e respingerà con tutto il cuore la nostra malvagità, si creerà una valanga.

Consapevolezza, dobbiamo concentrarci sulla consapevolezza della nostra deforme e corrotta natura al punto da detestarla. Allora, proprio come stiamo lontani da tutto ciò che aborriamo, scapperemo da noi stessi. Invece di cercare di abusare di tutta la creazione, inizieremo a chiederci perché in primo luogo tutto è stato creato.

Non dobbiamo preoccuparci di cosa mangiare, ma di cosa essere! Quando le domande sullo scopo della vita ci disturbano, smettiamo di dominare e cominciamo ad ascoltare. Invece di parlare, cominciamo a conversare. Questo è il momento in cui inizia la vera crescita.

Cercare di forzare noi stessi a cambiare il nostro comportamento è senza speranza. Ma l’innalzamento di noi stessi al di sopra del livello di dominio materiale metterà ordine anche nel nostro mondo materiale, poiché ci occuperemo di imparare il significato della vita invece di cercare di negare la vita agli altri.

Didascalia foto:
Donne in coda per i pacchi di cibo durante la distribuzione da parte dei volontari dell’iniziativa Lagos food bank in una comunità di Oworoshoki, Lagos, Nigeria 10 luglio 2021. Immagine scattata il 10 luglio 2021. REUTERS/Temilade Adelaja

Il denaro non può sfamare le persone che l’ego fa morire di fame

David Beasley, direttore esecutivo del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite, ha affermato che i miliardari “devono farsi avanti ora, una tantum” e donare 6 miliardi di dollari per salvare 42 milioni di persone “che moriranno se non li aiutiamo”. Ha anche detto: “Non sto chiedendo loro di farlo ogni giorno, ogni settimana, ogni anno; abbiamo una crisi una tantum, una tempesta perfetta di conflitti, cambiamenti climatici e Covid”. Se il signor Beasley crede che questa sia una crisi di una volta e che sei miliardi di dollari elimineranno la fame nel mondo, probabilmente è l’unico. La fame non esiste per le ragioni che cita, ma a causa dell’egoismo umano, e nessuna somma di denaro è abbastanza grande da sfamare le persone che l’ego fa morire di fame.

Né il denaro soddisferà l’ego. Al contrario, il denaro non fa che peggiorare il problema perché va nelle tasche delle persone sbagliate, che diventano ancora più avide, mentre chi potrebbe farne buon uso ne vede ben poco. Se crediamo di poter risolvere la crisi della fame solo con i soldi, la fame aumenterà sicuramente e molti altri moriranno.

In effetti, credo che il nostro approccio di combattere i sintomi piuttosto che l’agente patogeno stesso renderà le cose così negative che sarebbe meglio per noi non vivere affatto quei momenti. Ci sarà abbondanza, ma allo stesso tempo grave carenza dei generi di prima necessità più importanti come il pane e l’acqua. La gente sarà infelice.

Vedrai interi battaglioni a guardia del cibo mentre altri moriranno di fame nelle vicinanze. Non avverrà in segreto, ma in bella vista; lo vedrai nelle notizie. Coloro che diranno di essere dispiaciuti per la fame,  non alzeranno un dito.

L’ego non ci farà mai sentire soddisfatti. Ci farà sempre sentire vuoti, per quanto ricchi siamo. Anche se neghiamo a tutte le persone nel mondo i bisogni più elementari e li teniamo tutti per noi, saremo comunque insoddisfatti.

L’unica cosa buona per i nostri ego è renderli edotti che ci stanno portando all’estinzione. Ci stanno insegnando che finché ci concentreremo solo su noi stessi, non ci sentiremo soddisfatti. Una volta appreso questo, ci spingerà a elevarci al di sopra del nostro egoismo.

Un’altra cosa che l’ego ci insegna è che dipendiamo l’uno dall’altro. Non possiamo sentirci ricchi se non ci confrontiamo con altri che sono più poveri di noi. Non possiamo avere ciò che vogliamo a meno che qualcuno non ce lo porti. In altre parole, non possiamo vivere e non possiamo valutare noi stessi senza altre persone intorno a noi.

Poiché non possiamo liberarci dell’egoismo, poiché è il nostro nucleo, dobbiamo “insegnargli” il valore della cooperazione e della considerazione. Quando i nostri ego imparano che è nel loro interesse essere premurosi, ci consentiranno di godere di piaceri altruistici e smetteremo di umiliare le altre persone e distruggere il nostro ambiente, che attualmente sono i nostri unici piaceri (che lo ammettiamo con noi stessi o meno ).

Possiamo trovare gioia nella connessione e nella considerazione solo se rinunciamo a cercare di soddisfare il nostro ego. Possiamo arrivarci vedendo ciò che i nostri ego hanno fatto a noi e al mondo che ci circonda, oppure possiamo arrivarci aspettando che i disastri ci colpiscano personalmente. Il primo modo è più veloce, più facile e più sicuro. Spero che lo scegliamo prima di sperimentare in prima persona gli svantaggi dell’egoismo.

Didascalia foto:
Il direttore esecutivo del Programma alimentare mondiale David Beasley parla durante un’intervista con Reuters a Doha, Qatar, 24 agosto 2021. REUTERS/Alexander Cornwell

Le Èlite

Domanda: Cosa porterà ad un cambiamento nel controllo delle èlite che ci governano?

Risposta: è impossibile che cambi qualcosa perché chiunque arrivi ad una posizione di potere è pronto a continuare a gestire le cose così come è sempre stato fatto, e nessuno vuole essere un rivoluzionario. Per poter portare al cambiamento e alle rivoluzioni, abbiamo bisogno delle condizioni giuste, e vediamo che non ci sono molte condizioni poiché le persone sono già abituate allo stato in cui vivono.

Lavorano come schiavi da molti anni, ricevono briciole dai ricchi, alcuni viaggi all’estero, viaggiare, teatro, cinema, televisione, e ogni tipo di cose fatte per confonderli, ed è così che avviene. Le persone in alto, i ricchi e i dirigenti, vivono diversamente, e sarà sempre così. Non ci può essere l’uguaglianza tutto ad un tratto.

Domanda: cosa può cambiare la condizione basilare?

Risposta: la comprensione dell’essenza della vita, l’obiettivo della vita, il valore della vita, la comprensione che la vita non si misura con il denaro. Per raggiungere questo, abbiamo bisogno dell’educazione.

Da Kab TV “Conversation with Journalists” 11/7/21

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La guerra biologica contro l’egoismo

La pandemia ha lanciato il mondo in scompiglio, dato che la gente non comprende ciò che sta succedendo, non sa cosa succederà, e non sa come proteggersi. Quindi non c’è alcuna gioia nella gente e la vita in città non è più movimentata e vivace. Si è trasformata in un’atmosfera tetra. Tutti pensano soltanto a come restare sani e non infettarsi.

Ma sarebbe un errore presumere che questo sia un periodo provvisorio che passerà.  La pandemia del coronavirus durerà per tanto tempo, dato che si tratta di  un colpo molto speciale.  Il virus sa come agire su ogni settore della vita: famiglia, ogni parte della società, bambini e adulti, dai giovani agli anziani.  Può fare ogni sorta di correzione, in ogni forma, alla società e alla sue connessioni.

Inoltre, ci saranno varianti di coronavirus che distruggeranno ogni cosa vecchia e stabiliranno nuove connessioni tra di noi.  Il virus è molto intelligente.  E’ una particella biologica e sta intraprendendo una guerra biologica contro il nostro egoismo.

Quindi il virus, con tutte le sue manifestazioni globali, ci accompagnerà fino alla fine della correzione.  L’egoismo cercherà di adattarsi a vivere accanto a questa bestia chiamata coronavirus.  Ma non funzionerà poiché si tratta di una guerra biologica che la natura intraprende contro di noi.  Se reagiamo correttamente, come qualcosa che ci dirige verso la correzione dell’egoismo, avremo successo.

Il Bore ci attacca con questo virus biologico e cerca di mettere ordine. Ma l’umanità non ha ancora capito come gestire ciò che avviene nella maniera corretta.

Il virus è un fattore di livello elevato e speciale poiché agisce sulla mancanza di connessioni corrette a livello biologico.  Non si tratta più del livello inanimato o vegetale, ma di quello animale e quello che appartiene al livello spirituale, ovvero il virus agisce come se volesse saltare fuori, nella spiritualità.  Dato che noi non facciamo questo salto, il virus ci spinge ad ascendere al livello spirituale.  E farà il suo lavoro.

Alla fine, scopriremo che non abbiamo una soluzione e che soltanto attraverso un lavoro comune di tutti noi saremo in grado di sconfiggere il coronavirus.  Sarà chiaro a tutti che è possibile farlo soltanto attraverso lo sforzo comune.  Il virus ci obbligherà a connetterci tra di noi, e questo è l’unico modo che potremmo sopravvivere.

Il virus ci spinge ad avanzare verso la spiritualità ma fino ad ora, in forma negativa. Se fossimo connessi correttamente  tra di noi, agiremmo più correttamente nei confronti del virus.  Ci dirigerebbe a connetterci di più, ci guiderebbe.

Dato che non lo stiamo ancora facendo, e i medici non rivelano il fatto che ogni malattia dipende dal comportamento umano, dalla mancanza di equilibrio tra di noi, dovremmo soffrire di più.

Presto capiremo che è necessario coprirci con le mascherine, non per proteggere noi stessi dal virus, ma per non infettare gli altri  Questo è già un fattore a livello umano poiché  non è determinato soltanto dalla mascherina che indosso ma dal mio atteggiamento verso la protezione: agisco per il mio benessere personale o per il bene degli altri? Perché indosso la mascherina?

La pandemia non finirà, anzi continuerà ad aumentare.  La natura non ci lascerà in pace. La natura ha milioni di virus diversi. Un virus è un difetto genetico  che causiamo noi in un sistema genetico della natura.  L’intero sistema è interconnesso a ogni livello, in ogni forma e in ogni subsistema.

Non stabiliamo le relazioni corrette tra le persone, secondo la legge di “ama il prossimo come te stesso”,  ma anzi, ci allontaniamo da questa legge.  Così facendo stimoliamo il rilascio dei virus, lo sviluppo di particelle biologiche sbagliate al livello più elevato di sviluppo della natura, ovvero il livello spirituale.  Noi stessi causiamo questi virus.  Sono una conseguenza del nostro egoismo non corretto.

Quindi la pandemia non finirà velocemente.  Crescerà e si diffonderà in modi diversi.  La natura ha un mezzo per limitarci e guidarci correttamente alla meta.

 

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From KabTV’s “Conversation with Journalists” 11/28/21

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