30 anni dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, il mondo ha avuto benefici?

Trenta anni dopo la disgregazione dell’Unione Sovietica, si cerca ancora una strada da intraprendere.  La disgregazione  ha scosso il mondo, ma non lo ha reso più sicuro o più stabile. L’umanità è nel mezzo di un cambiamento globale.

Trenta anni fa, il 26 dicembre 1991 per l’esattezza, l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS), alias l’Unione Sovietica, si è disgregata negli stati che la componevano. Le repubbliche lasciarono l’unione e gli stati subordinati della Russia divennero indipendenti e iniziarono a combattere l’uno contro l’altro o si unirono ai loro ex-rivali, la NATO. Trent’anni dopo, la Russia sta ancora cercando la sua strada e brama ancora il dominio del mondo.

Non posso dire che la disintegrazione dell’URSS abbia reso il mondo un posto migliore. Anche se era una superpotenza povera, era comunque una superpotenza, e le nazioni che ne facevano parte sapevano dove stavano.

Anche se non era una democrazia, era solida, e con i tempi tumultuosi di oggi, anche questo ha i suoi meriti. Può essere un bene che i paesi che componevano l’Unione Sovietica siano diventati indipendenti, ma finché non raccoglieranno i benefici della loro indipendenza, continueranno ad essere pericolosamente instabili.

Nessuno sa cosa riserva il futuro per la Russia, ed è chiaro che la situazione sta diventando sempre più precaria, minacciando la stabilità.  Allo stesso tempo, gli USA stanno anch’essi perdendo colpi. Nonostante sia una democrazia e abbia una superiorità economica, anche l’America sta cadendo.

Quindi, da un lato l’economia Russa è instabile, e dall’altra la democrazia Americana non soddisfa le esigenze del mondo attuale.  Di conseguenza la Cina  è più forte sia dell’America che della Russia.

L’Unione Europea è completamente fuori gioco. L'”unione” è diventata un insieme di una trentina di paesi che non riescono ad accordarsi su nulla. Ne consegue che l’UE ha perso il suo status di giocatore importante nell’arena del mondo. 

Questo lascia il mondo con tanti punti interrogativi. 

Se ci aggiungiamo il Medio Oriente, che è una fossa di serpenti, non c’è molto da aspettarsi, nonostante la quiete temporanea.

Non posso dire che il mondo starebbe meglio se l’URSS non si fosse disgregata. Ciononostante, è chiaro che mentre era intatta, aveva una scienza e un’industria avanzata, si sosteneva indipendentemente, anche se in maniera povera, e verso la fine, molto povera. 

Tuttavia, i tempi stanno cambiando e ci sono sempre fluttuazioni tra gli stati.  Il nuovo contesto  porterà con sé il ringiovanimento. Nel frattempo però, il mondo è perso.  Non sa da che parte andare, economicamente, politicamente o nel senso militare.  Le persone e i paesi cercano semplicemente di sopravvivere. 

Può essere un punto di vista poco ortodosso, ma penso che nel complesso la Guerra Fredda sia stata una buona cosa. Almeno la gente sapeva da che parte stare e come comportarsi. Era un bene per le superpotenze, le regole erano chiare e, quando le regole sono chiare, è più facile non infrangerle e causare incidenti orrendi.

Oggi non c’è altro che confusione. Se lo stress continua ad accumularsi all’interno e tra i paesi, non avranno altra scelta che scaricarlo nel modo in cui scaricano sempre la pressione: andando in guerra.

Ora che il 2022 è iniziato, penso che stiamo iniziando il nuovo anno con grande smarrimento. La Russia è in una condizione terribile, così come l’America, e anche se la Cina sembra essere in cima al mondo, è completamente dipendente dal potere d’acquisto dell’America. Il mondo intero è in uno stato di collasso. Le ideologie che hanno tenuto in piedi i paesi stanno tutte manifestando la loro irrilevanza e debolezza, e non possono offrire all’umanità un modo di vivere attraente. Infatti, il mondo è pronto per il cambiamento.

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