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Un colpevole comune dietro il dolore del 2021

Incendi, alluvioni, pandemia, terremoti, tifoni, tornado, siccità, inflazione, guerra, abuso e sfruttamento, li abbiamo avuti tutti nel 2021, e c’è un colpevole comune per ognuno di loro: l’uomo. Cambiamo l’uomo e cambierà il mondo. Il compito può non essere facile, ma conoscere la causa e ciò che dobbiamo fare sarà un lungo cammino verso il miglioramento.

Quando pensiamo a tutte le cose negative avvenute nel 2021, è quasi istintivo dire: “Per fortuna è finita”, ma dobbiamo essere più furbi.  Le catastrofi menzionate nel paragrafo d’apertura sembreranno una brezza marina in confronto a quelle che seguiranno se non ci impegniamo ad arrivare in fondo alle crisi e risolverle una volta per tutte. 

Quando le persone pensano allo scorso anno pensano a tutto ciò che è successo.  Credo che dobbiamo entrare più nel profondo della questione: dobbiamo vedere cosa le ha provocate, oltre ad altri sviluppi negativi.

Sappiamo già che ogni elemento è unico e insostituibile nell’ecosistema della Terra. Quando si esaurisce anche un singolo elemento, si sbilancia l’intero ecosistema.

Quando si sbilancia un ecosistema locale, questo influisce sui sistemi vicini, finché alla fine l’intero pianeta viene sconvolto. Proprio come il Covid-19 ci ha insegnato che una variante si diffonde immediatamente nel mondo, così  avviene anche con ogni cosa che facciamo, diciamo,  o persino pensiamo. Siamo tutti parti di un unico sistema. 

Riconosciamo già che siamo dipendenti gli uni dagli altri e ci influenziamo a vicenda con i nostri comportamenti da consumatori, come mangiamo, le nostre abitudini di viaggio e altri aspetti della nostra vita.  Vediamo che comportamenti irresponsabili e sconsiderati impoveriscono le risorse comuni e tutti soffrono di conseguenza. L’ONU e altre organizzazioni hanno comitati internazionali e conferenze che affrontano questo tema giorno e notte.

Eppure non cambia molto.  Anzi la questione sta peggiorando.  Fino ad ora l’unica cosa che è riuscita a contenere il nostro comportamento incosciente  è il coronavirus. Una volta che ci ha costretti ad andare in isolamento, l’aria era pulita, l’acqua era limpida, gli animali vagavano dove non erano mai andati prima e le persone hanno riscoperto le loro famiglie.

Ma l’isolamento non è un modo di vivere, è una misura d’emergenza. Abbiamo bisogno di una soluzione sostenibile che ci permetta di continuare a vivere su questo pianeta, la nostra unica casa, senza distruggerlo e senza che lui ci distrugga per rappresaglia.

Per fare questo dobbiamo cambiare l’elemento centrale che causa il nostro comportamento incosciente: la nostra natura umana egoista.  Quando guardiamo ogni problema che affligge il nostro pianeta, dai disastri naturali alle crisi causate dall’uomo, vediamo che hanno tutti un colpevole comune: l’egoismo umano.   Quindi se cambia l’uomo, cambierà anche il mondo.

Qui sta il nostro problema più grande. Siamo perfettamente d’accordo sul fatto che dobbiamo cambiare il nostro comportamento. È anche evidente che il nostro comportamento causa problemi. Ma il cambiare la causa del nostro comportamento sconsiderato ha molti meno sostenitori, poiché nessuno ammette volentieri di essere colpevole dei problemi del mondo. Eppure, siamo tutti responsabili.

La più grande sfida che l’umanità deve affrontare nel 2022 non è il contenimento delle emissioni di gas, la riduzione dell’uso della plastica o la diminuzione dell’uso dei combustibili fossili. La nostra sfida più grande, lo scoglio più ostinato ai nostri sforzi per ripulire il pianeta, è la nostra stessa natura.

Non possiamo dire a noi stessi che la nostra natura è il nostro problema più grande. Tuttavia, possiamo creare un’atmosfera in cui tutti partecipano alla costruzione di una nuova natura per l’umanità, in cui la solidarietà e la gentilezza vincono il plauso e la presunzione e il narcisismo inducono all’ammonizione.

Se facciamo questo, tutti insieme, non avremo la sensazione di negarci qualcosa, come se stessimo sradicando qualcosa da dentro di noi. Al contrario, sentiremo che stiamo aggiungendo una buona integrazione alle nostre vite, qualcosa che arricchisce la nostre esistenze e dà loro direzione e significato. In modo graduale , la mentalità più socialmente responsabile diventerà quella dominante poiché gratifica più del narcisismo. Se lo facciamo insieme, sarà una transizione facile e senza problemi.

Pertanto capire dove siamo, perché il nostro mondo è così com’è e come possiamo risparmiarci le avversità che sicuramente arriveranno se non cambiamo i nostri modi, è fondamentale per la nostra sopravvivenza. Come ricompensa, vinceremo anche una vita meravigliosa che non credevamo esistesse finché non abbiamo adottato una mentalità solidale e ci siamo lasciati alle spalle il colpevole comune dei nostri guai: il nostro egoismo.

Gli Ebrei: il capro espiatorio dell’Omicron

Alcuni giorni fa ero in Italia. Ho visto persone per strada che sembravano spente, senza una scintilla negli occhi, infelici.  Non solo in Italia, un paese gravemente affetto dal Covid-19, ma in ogni parte del mondo, la gente è stanca della comparsa costante di nuove varianti, proprio quando pensavano (e speravano) che la pandemia fosse finalmente sotto controllo.  Dato che il virus non scomparirà, la gente non potrà trattenere lo stress che si accumula, sfogheranno le loro frustrazioni  e disperazione, si rivolteranno contro i governi e alla fine sarà colpa, come sempre, del capro espiatorio, gli Ebrei. 

Questa settimana, in California,a Beverly Hills,  sono già circolati i volantini anti-semiti. I volantini contenevano i nomi dei dirigenti ebrei delle più grandi aziende farmaceutiche e accuse di un “secondo fine ebreo” dietro la pandemia.  Altra propaganda antisemita è ampiamente diffusa sulle piattaforma dei social media.

Questi volantini e tweet sono soltanto l’inizio dell’odio crescente verso gli Ebrei.  Arriverà il giorno in cui anche gli scienziati stessi attribuiranno il virus a un minuscolo gruppo di persone che nella storia è sempre stato  incolpato dall’umanità.  Diranno che gli Ebrei sono la fonte di tutte le varianti, proprio come nel medioevo  la gente iniziò a mormorare e chiedersi perché gli Ebrei non si ammalarono della peste nera, e da  lì si svilupparono e si dipanarono i complotti.

Ancora una volta la storia si ripete. 

Non siamo responsabili delle nuove ondate della peste come affermano gli antisemiti, ma siamo responsabili dell’atteggiamento sbagliato nei suoi confronti e di conseguenza la mancanza di consapevolezza da parte nostra. Il virus è un’interruzione del sistema genetico altruista della natura come risultato dell’egoismo umano. E’ qualcosa di complesso, ma ora vi spiego: i livelli della natura, inanimato, vegetale e animale, sono interconnessi su diversi piani, mentre noi, la specie umana, siamo distaccati dal funzionamento armonioso della natura. Gli esseri umani hanno un accresciuto desiderio egoistico che ci allontana e ci appesantisce l’uno con l’altro.

L’ego non solo ci porta a sfruttarci tra di noi per il nostro beneficio personale, ma ci porta anche a sfruttare ogni parte della natura.  Di conseguenza, la natura, che è programmata per l’equilibrio e la perfezione, provoca epidemie e crisi per aiutarci a vedere dove ci sono le rotture e i guasti e ci invita ad aggiustarli, ovvero a connetterci emotivamente e unirci con tutte le parti integrali della natura. Allora ogni cosa si sistemerà. 

Non capiamo ancora che siamo parti di un unico sistema integrale e che il suo equilibrio dipende dalle relazioni positive tra di noi.  Questo deve diventare chiaro e evidente.  Anche soltanto uno sguardo veloce dal  di fuori di noi stessi rivela quanto siamo lontani attualmente da questo stato desiderato e dal nostro ruolo come Ebrei nel modellarlo. Lasciamo che l’ego ci controlli e ci separi.  La nazione ebraica è mirata a essere una luce per le nazioni e aprire la strada dell’unione agli altri.  E’ la nostra missione.  Israele e le nazioni del mondo sono interconnesse in un unico sistema globale, e il mondo sente fortemente da dentro che siamo indifferenti al nostro ruolo.  Non c’è quindi da stupirsi se il mondo punta un dito accusatorio verso di noi. 

Se comprendessimo il nostro ruolo e lo mettessimo in pratica, potremmo stare di fronte al mondo e indirizzarlo a usare la pandemia per la correzione; potremmo essere una guida per diventare più uniti e compassionevoli gli uni verso gli altri, come un solo uomo con un solo cuore. Quando questo accadrà, nessuna afflizione circonderà l’umanità e l’antisemitismo cesserà.

Didascalia della foto:
Un foglio di carta con le parole ‘COVID-19 variante Omicron’ sono raffigurate in questa foto illustrativa di un nuovo coronavirus SARS-CoV-2 variante B.1.1.529, scattata a Kiev il 02 dicembre 2021. (Foto di STR/NurPhoto)