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Covid: il Terminator di Carriere

Non sono passati neanche due anni dall’inizio del Covid, ed è già chiaro che il virus sta rivoluzionando la civiltà. Le cose che davamo per scontate fino a poco tempo fa, come il lavoro, la scuola e l’intrattenimento, sono diventate discutibili su diversi livelli. Il virus non agisce soltanto sulla nostra salute, ma anche sulla nostra vita: sta cambiando il modo in cui ci percepiamo, come esseri viventi e come membri della società.

Fino a quando non ci è piombato addosso il virus, abbiamo etichettato le persone, in gran parte, dalle loro carriere o lavori, e dai loro stili di vita. Avere una carriera, una volta, era simbolo di successo.  C’era un tono romantico nella parola,  immagini di frequenti viaggi di “lavoro”, carte di credito aziendali, un appartamento in un grattacielo con una guardia nell’atrio e uno status sociale da far invidia agli altri.

In qualche modo, il Covid ha attenuato il fascino. Non è che la gente rifiuti completamente l’idea di una carriera, ma non è così invidiabile come lo era due anni fa e la sua attrazione sta semplicemente diminuendo. Vogliamo ancora il denaro, lo vorremo sempre, ma siamo disposti a pagare molto meno per ottenerlo. Non siamo disposti a sacrificare così tanto della nostra vita sociale, degli altri interessi, della nostra tranquillità e del  tempo in famiglia per il nostro stato sociale. In parte è perché non lo troviamo più così allettante e in parte è perché gli altri non trovano più invidiabili i nostri “titoli” di carriera.  Vedono le nostre lunghe ore in ufficio, i nostri voli frequenti e provano pena per noi, perché lavoriamo così tanto anziché goderci la vita. 

Ma la pandemia è andata più in profondità che cambiare la nostra percezione del lavoro. A poco a poco, ha risvegliato in noi le “grandi” domande, quelle che abbiamo soppresso per anni sotto la pressione della sopravvivenza in un mondo iper capitalistico: le domande sul senso della vita.

Proprio come il riscaldamento climatico scongela il permafrost emettendo gas che cambiano la composizione della nostra atmosfera, il virus sta sciogliendo il ghiaccio nei nostri cuori, aprendoli a sensazioni da tanto tempo congelate, che cambiano l’atmosfera della nostra società.  Stiamo imparando a pensare di più socialmente e meno individualmente.  

La paura del contagio ci ha fatto riconoscere che siamo dipendenti dagli altri per la nostra salute. Ora, con la crisi delle catene di approvvigionamento dovuta al coronavirus, ci fa capire che siamo dipendenti l’uno dall’altro per il nostro cibo, per il prezzo che paghiamo per le cose, per la nostra capacità di comprare i regali per le feste, per il nostro intrattenimento, la nostra vita sociale e per le nostre scuole ed educazione.

Forse non ce ne rendiamo conto, ma il virus ci insegna a rivalutare i nostri valori: chi consideriamo grande e ammirevole e chi disprezziamo. Ci insegna a giudicare le persone non secondo il loro guadagno, ma secondo il loro contributo alla società. Abbiamo iniziato applaudendo gli operatori sanitari e medici, poi siamo passati a riconoscere che i lavoratori dei supermercati sono indispensabili,  ora ci rendiamo conto che queste persone invisibili sono quelle che ci permettono di vivere e preoccuparci di noi stessi.

Grazie al virus, stiamo finalmente imparando che ogni persona è unica, dato che ogni persona porta un contributo speciale alla società che nessun’altro può portare.  Nella nostra unicità, siamo tutti pari. Quando il processo di accettazione dell’unicità di ogni persona sarà concluso, scopriremo che l’odio nei nostri cuori sarà svanito.

Vedremo quanto tutti siano preziosi e saremo grati dell’esistenza di ogni essere umano sul pianeta.  Quando questo avverrà saremo grati al Covid, che ha portato fine alle nostre carriere e ha generato unione e pace.  

Diventa la realtà

La vita scorre dall’interno verso l’esterno. Seguendo questo pensiero diventerete voi stessi la verità (saggezza popolare)

Questo è corretto. E’ necessario per percepire te stesso e il mondo che ti circonda nella maniera corretta, in modo da raggiungere un contatto tale con esso, in unisono, che ciò che è giusto e bello nella vita diventi il tuo ideale.

Domanda: Questo è ciò che definiamo vederlo dall’interno?

Risposta:

 

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Dalla trasmissione di KabTV  “News with Dr. Michael Laitman” 8/5/21

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Elisir della giovinezza

Un biologo dell’università di Harvard afferma di aver inventato l’elisir della giovinezza, che riprogramma il programma genetico, impedisce l’invecchiamento, e persino torna indietro nel tempo, portando i capelli bianchi a scurirsi e le rughe a lisciarsi.  Sono già stati condotti esperimenti sui topi e le prove sugli umani sono programmate a breve.

In ogni modo, io credo che sia impossibile tornare indietro nel tempo, e non ce n’è alcun bisogno.  Dovremmo vivere per quanto siamo destinati a farlo e goderci il destino.  Lasciamo che sia la forza superiore a controllare la nostra vita.  E’ rischioso trasferire questo potere nelle mani di una persona.  Forse potrà farlo con i topi, ma io non voglio essere un topo di laboratorio.

Ci sono persone che sognano di essere eternamente giovani.  Ma io non vorrei essere un bambino, perché a ogni cosa, il suo tempo.  Oggi ho 75 anni, e voglio continuare finché il Bore mi da la forza e finire la mia vita quando verrà il momento.

Nessuno ti impedisce di goderti la vita come un bambino, a qualsiasi età. L’allegria non dipende dalla forza fisica, ma solo dall’armonia interiore nella persona tra se stesso e l’essenza della vita.  Se sono d’accordo con ciò che mi succede, allora seguo il flusso, con tranquillità, rendendomi conto che continuerò fino alla scadenza di questo periodo.

Ovviamente questa vita un giorno finirà, e non rimpiangerò nulla. Invecchiare è la chiave della vita armoniosa poiché fornisce una connessione con la forza superiore, con la natura, l’unica cosa che determina la mia vita.

La natura ha organizzato tutto in modo che iniziamo la vita pieni di energia e gradualmente la perdiamo verso la fine.  Dopotutto ogni fase ha ascese e discese, ma a  una persona viene data una mente e dei sentimenti per poter esaminare e capire ciò che ha fatto il Creatore e cos’ha lasciato fare a noi.  Più capisco la vita, e più sono d’accordo con il Creatore.

La fonte della gioventù è nel cuore di una persona.  Sentitevi giovani e non arrendervi alla vecchiaia. Non esiste una fase nella vita dove si inizia a calare; la vita è sempre in ascesa.

 

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Dalla trasmissione di “KabTV Look from the Inside” 10/4/21

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Verifica empirica

Domanda: Perché, nel nostro mondo,  la Kabbalah viene considerata una parte della filosofia?  Viene persino studiata all’università come un ramo della filosofia.

Risposta: nel nostro mondo, si pensa che tutte le scienze spirituali appartengano alla filosofia.

Dobbiamo dire che ogni scienza, in generale, deriva dalla filosofia.  Dato che sono un dottore di ricerca,  ho un dottorato in filosofia.  Ma se fossi un dottore delle scienze fisiche, avrei comunque le lettere PhD scritte dopo il mio nome, dato che una volta ogni scienza apparteneva alla filosofia.  La filosofia si traduce come “amore per la conoscenza”. Ma oggi è  molto lontana dalla conoscenza.

Domanda: ma perché così tante persone non considerano la Kabbalah come una scienza?  Dicono che le affermazioni della Kabbalah non possono essere verificate empiricamente.

Risposta: Hanno ragione.  Dopotutto, prima bisogna sviluppare un ulteriore organo del senso, sentire ciò di cui  parla la Kabbalah, e poi assicurarsi che ciò che afferma esista in natura e che sia soggetto di verifiche e ricerche.  Questo conferma che la Kabbalah è una scienza.

Esploriamo la natura tramite i nostri cinque sensi.  La Kabbalah dice che esiste ancora un’opportunità di esplorare la natura attraverso l’organo del sesto senso, che  non funziona per la ricezione, ma per la dazione.  Ci spiega come svilupparlo.

Questo è il principio di base dell’organo del senso nell’uomo, chiamato l’anima.  La Kabbalah lo sviluppa e poi, quando una persona inizia a sentire il mondo superiore, gli spiega ciò che prova.

 

 

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Dalla trasmissione di KabTV “Close-Up, Seekers”

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La Palma. Il riflesso delle nostre relazioni tossiche

La cresta vulcanica di Cumbre Vieja sull’isola spagnola di La Palma, parte delle Isole Canarie, situata a circa 70 miglia al largo della costa del Marocco, nel nord-ovest dell’Africa, emette lava dal 19 settembre. L’eruzione continua ormai da più di cinquanta giorni senza segni di rallentamento.  Ha già distrutto più di duemilaseicento edifici, tagliato la strada costiera e formato una nuova penisola. La lava ha inoltre distrutto la città di Todoque e il flusso fumante ha già raggiunto la città di La Laguna.  Questa eruzione ha già causato più danni di qualsiasi eruzione su La Palma da quando sono iniziate le rilevazioni e non mostra alcun segno di attenuazione. C’è un modo per fermare le eruzioni, o almeno mitigarle in modo significativo,  non ha niente a che fare con il modo in cui trattiamo la terra e tutto a che fare con il modo in cui ci trattiamo a vicenda.

Terremoti, tsunami, eruzioni vulcaniche, uragani, inondazioni e incendi giganteschi sono diventati sempre più frequenti e intensi negli ultimi decenni. Ma le forze che li scatenano non sono legate ai fenomeni in sé, ma alla specie umana, che li intensifica e li fa scoppiare con maggiore frequenza e intensità. 

L’ecosistema della Terra è costruito come una piramide. La sua base è il livello inanimato, le masse terrestri e gli oceani che coprono il pianeta. Il livello successivo è la flora, le piante che coprono la terra, seguito dalla fauna, il regno animale,  in cima alla piramide c’è il genere umano. Le forze che governano il pianeta si estendono dall’alto verso il basso. Come un uragano, l’occhio della tempesta è il meno turbolento, ma genera i venti possenti e i torrenti che lo circondano e distruggono tutto ciò che toccano. Siamo noi l’occhio del ciclone. Le nostre sottili ma sinistre intenzioni gli uni verso gli altri creano il caos che si scatena intorno a noi. Siamo quindi noi, e solo noi, che possiamo calmare la tempesta, perché il suo motore è dentro di noi. Finché non lo spegneremo, il pianeta continuerà a bruciare.

La natura non è solo alberi, animali, nuvole, la terra e l’universo. La natura è innanzitutto una forza che riempie tutta la realtà. Noi esistiamo in essa e la influenziamo con la nostra condotta. Quando noi, il vertice della piramide, ci comportiamo positivamente, abbiamo un’influenza positiva su tutta la natura. Quando ci comportiamo negativamente, questa è l’influenza che abbiamo su tutto.

La struttura piramidale della natura permea tutti i livelli, compresi i nostri pensieri e le nostre intenzioni. Perciò, quando degradiamo le nostre intenzioni gli uni verso gli altri, la ruggine si diffonde verso il basso come un cancro che manda le sue metastasi maligne.

Se vogliamo una Terra più calma e un clima più gentile, non dobbiamo concentrarci sulle emissioni di carbonio o sui rifiuti di plastica. Essi saranno corretti quando correggeremo il vertice della piramide, l’occhio del ciclone, cioè il nostro rapporto negativo con gli altri.

Didascalia della foto:
Flussi di lava mentre il vulcano Cumbre Vieja continua a eruttare sull’isola Canaria di La Palma, Spagna, 9 novembre 2021

Il segreto dell’uguaglianza universale

Domanda: Che cos’è l’uguaglianza tra le persone?

Risposta: Se costruiamo una società in modo tale che una persona ne tragga soddisfazione: “ L’ho fatto, e tutti lo vedono, tutti sanno, tutti mi capiscono e mi ringraziano,” allora non c’è piacere più grande per quella persona. Sarà pronto a lavorare dalla mattina alla sera. E’ solo necessario costruire adeguatamente una catena di pubbliche relazioni.

Non ci sarà mai uguaglianza e non ce n’è bisogno. Non è programmato dalla natura. Non  esiste nemmeno nel branco degli animali. Che uguaglianza esiste lì? C’è un capo, seguito da un paio di maschi che lo aiutano, e tutti gli altri  li seguono. L’uguaglianza non è programmata dalla natura. L’uguaglianza è livellamento, è morte.

Commento: Ma tu dici che l’ultima generazione dovrebbe essere costruita sui principi di uguaglianza.

Risposta: Uguaglianza significa che tutti hanno lo stesso diritto di realizzarsi secondo le loro abilità e capacità naturali. Tutti dovrebbero avere uguaglianza nella realizzazione, nell’opportunità di esprimersi.

Diciamo che sono nato in una famiglia di persone ricche e forti, e qualcuno è nato in una famiglia di persone deboli e povere. Non importa. Dovrebbe esserci uguaglianza nell’opportunità di andare avanti e non nel fatto che tutti siano stati tagliati della stessa misura.

Il prossimo grado sarà realmente così. Quando una persona comincia a ricevere solo una ricompensa spirituale e questa gli basterà, quando si accorge che per un’esistenza normale non ha bisogno di più di ciò che il suo corpo animale richiede e qualsiasi altra cosa gli sarà rivelata come una ricompensa spirituale, una connessione con forze superiori, con l’eternità, l’armonia, e perfezione, allora le persone stesse cesseranno consapevolmente di essere interessate a qualche sorta di ricompensa terrena.

Non avranno bisogno di medaglie, di soldi in più, niente, e tutte le ricompense saranno spirituali perché la connessione col Creatore gli sarà aperta davanti.

 

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Dalla trasmissione di KabTV “Close-Up”

 

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Comprare fino allo sfinimento? Io passo

A novembre inizia la frenesia delle compere. Tutti cercano l’affare migliore prima degli altri, tutti vogliono comprare le cose all’ultima moda, e poi raccontarlo a tutti. Ora che la maggior parte degli acquisti si fa online, è diventata una mania globale e tutti vogliono un pezzo della torta, anche se quel pezzo arriva diverse settimane dopo averlo ordinato. Vorrei che rendesse le persone felici, ma non è così. Al massimo  riempie il vuoto soltanto per alcune ore. 

Capisco la tentazione. Non è facile resistere a comprare quando tutti non fanno altro che parlare di ciò che hanno comprato e gli inserzionisti ci inondano di annunci pubblicitari che parlano dei tagli dei prezzi per questa o quest’altra occasione. Anch’io mi lascio prendere delle volte.  La mia debolezza sono gli utensili da cucina. Compro ogni genere di elettrodomestico per cucinare, riscaldare, tagliare e refrigerare il cibo, anche se in realtà non mi piace  cucinare.  

La maggior parte di noi è così. Più che altro, compriamo prodotti di cui non abbiamo veramente bisogno e ad un prezzo che non è esattamente un affare.  L’unica consolazione è che non abbiamo fatto una brutta figura e non ci siamo allontanati dal gregge.

Non c’è nulla dietro a tutto ciò se non l’ego.  È una lotta tra chi vende e chi compra.  Ti dicono “è un affare, di solito costerebbe $100 e te lo sto praticamente regalando per $20!” Quindi lo compriamo e siamo felici perché pensiamo di aver ingannato tutti e battuto il sistema.  È vero, hai cinque paia di scarpe nuove, che non metterai mai perché l’anno prossimo, ne comprerai altri e per quella volta ne avrai indossati forse due, ma ora ti senti più furbo di tutti e sei contento. 

Questi acquisti eccessivi non sono solo insensati, sono un crimine contro il pianeta. È per questo che produciamo il doppio di quanto ci serve e buttiamo via l’eccesso. Mentre i nostri ego meschini riempiono gli oceani di plastica, ci illudiamo pensando di essere più furbi degli altri, ma gli unici a rimetterci siamo noi. 

Come minimo dobbiamo sapere da dove arriva tutto questo. Il mondo di oggi è freddo e senza cuore.  Ci sentiamo soli e insicuri e allora compriamo gadget e piaceri passeggeri per compensare. Se avessimo amici e familiari a cui teniamo, e che tenessero a noi, preferiremmo passare il nostro tempo con loro e non cliccheremmo un solo link per un negozio online che non ha nulla di significativo da offrire.

Ora, grazie alla nostra avidità, siamo arrivati a uno stato in cui i prezzi stanno aumentando, le navi sono bloccate in mare perché non possono attraccare e scaricare le loro merci, e i prezzi della benzina e dei trasporti stanno salendo alle stelle. Inoltre, la carenza di microchip per computer ha portato le linee di produzione di automobili e altri prodotti in tutto il mondo a un punto morto. Sembra che abbiamo fatto acquisti fino allo sfinimento.

Speriamo ora di poter iniziare a cercare la gioia nella persone che ci circondano, nella connessione con la nostra famiglia e amici, nel costruire la solidarietà nelle nostre comunità.

È ora di andare oltre le apparenze nelle comunicazioni e iniziare a trovare il significato e la gioia nelle connessioni tra i  cuori.

La crisi delle spedizioni invita a fare acquisti più oculati

In maniera informale, Halloween, celebrata pochi giorni fa, dà inizio a una stagione di shopping che si estende fino agli inizi dell’anno seguente.  Quest’anno, però, le navi sono ferme in mare, i porti sono strapieni e la merce non arriva nei negozi o ai clienti che hanno ordinato online. Sembra che molti bambini e innamorati saranno delusi in questa stagione di festa.  Dai microchip alle macchine, il mondo sembra ridimensionare i volumi e credo che sia una cosa molto positiva per tutti. 

Poiché non siamo disposti a sentirci connessi, la natura ci costringe a comprenderlo. Siamo stati interdipendenti e interconnessi per decenni, se non di più, ma il nostro atteggiamento l’uno verso l’altro è stato quello di sfruttarci e danneggiarci a vicenda in ogni modo e luogo possibile.  Traiamo piacere dal dolore degli altri, ignari del fatto che la loro sofferenza finirà per ferire anche noi. 

Ora, con colpi precisi ai nostri punti deboli emotivi, la natura ci fa vedere ciò che ci rifiutiamo di vedere: Noi siamo tutti collegati. La crisi delle spedizioni sarà una benedizione per tutti noi, se saremo più saggi e capiremo cosa ci sta dicendo sugli acquisti e sul nostro atteggiamento reciproco.

Quando si creano legami cercando di tirare dalla propria parte il più possibile, prima o poi i legami si spezzeranno. Questo è ciò che sta succedendo ora.  Tutti i sistemi di connessione che abbiamo costruito si stanno spezzando, il che influenza ogni aspetto della nostra vita: dal prezzo del cibo ai gadget, al trasporto, e anche ogni sfera di occupazione umana.  Abbiamo costruito il nostro intero sistema sull’egoismo: come possiamo aspettarci che non crolli? 

Ora non abbiamo scelta se non di iniziare a pensare più in termini di “noi” e meno in termini di “io”. Quando sarà chiaro che i disagi da una parte portano a disagi ovunque, non potremmo più mantenere i nostri atteggiamenti violenti e approfittatori verso altri luoghi o persone.  Dobbiamo spostarci dal pensiero nazionale al pensiero globale, da un pensiero esclusivo ad un pensiero inclusivo. 

Alla fine, avremo bisogno di meccanismi per coordinare le attività globali, meccanismi funzionanti, non come l’ONU o i suoi affiliati. Ma questo verrà dopo, dopo che avremo cambiato il nostro modo di pensare e costruito ciò che deve essere costruito senza cercare di usarlo per il potere o lo sfruttamento.

In un mondo dove le epidemie si diffondono come il vento, la produzione si ferma in ogni parte del mondo e i prezzi del cibo e dell’energia raggiungono il picco ovunque, il pensiero collaborativo non è facoltativo: è imperativo. La collaborazione è l’unico atteggiamento ragionevole, l’unico che cambierà le cose per il meglio. 

Se continuiamo a mantenere le nostre strade separate, i fili che ci legano tutti insieme si spezzeranno e cadremo tutti dolorosamente.

Didascalia della foto:
16 ottobre 2021; Los Angeles, California, USA; Navi da carico attendono di entrare nel porto di Los Angeles. I problemi della catena di approvvigionamento hanno causato carenze di merci in tutto il paese con navi da carico al largo della California meridionale in attesa di scaricare. Credito obbligatorio: Robert Hanashiro-USA TODAY

Vivere in una falsa realtà

Il nostro stato d’animo di base è che tutti sono pronti a incastrarci, una realtà da cane mangia cane. Viviamo nella paura costante che tutti vogliano sfruttarci, maltrattarci e umiliarci e che, se non stiamo in guardia, saremo danneggiati ad ogni passo. Peggio ancora, sentiamo che è così che funziona tutta la realtà.

Ma se così fosse per tutta la realtà, le cellule potrebbero  mai creare delle colonie e formare organismi? Le molecole si unirebbero mai per creare organi, gli atomi si unirebbero mai per creare molecole? Se fosse così non ci sarebbe vita; nemmeno l’universo ci sarebbe. Ci sarebbero solo particelle distinte che esistono separatamente senza mai creare nulla di più complesso di se stesse.

La realtà che sperimentiamo non è quindi la realtà reale, quella che ci ha creato, che ci sostiene e ci permette di leggere queste righe. Nella vera realtà, tutto esiste in armonia con tutto il resto e  insieme,  tutte le sue parti, creano un tutto perfetto.

Nel mondo reale  niente e nessuno prende più del necessario per sostenersi  e il sistema è perfettamente armonioso.

Come le nostre cellule funzionano automaticamente e formano l’organismo armonioso che siamo noi, così fa tutto il resto in natura. La “mentalità” della realtà non è sfruttamento  ma armonia  e tutto e tutti la seguono,  tranne noi umani.

Siamo l’unico elemento in realtà che vuole prendere per sé più di quanto ha bisogno, che vuole consumare e distruggere, umiliare e conquistare, abusare e padroneggiare  e si diverte a ferire gli altri. Poiché pensiamo e agiamo in questo modo, pensiamo che anche tutti gli altri la pensino e agiscano in quel modo. E poiché viviamo secondo questa premessa, abbiamo creato un mondo ripugnante a nostra immagine e somiglianza.

Ma c’è una buona ragione per cui siamo stati creati così malvagi. Sforzarsi di uscire da questo stato angosciante ci porterà a capire come opera veramente tutta la realtà. Ci sono stati negati gli istinti naturali che guidano tutte le creazioni all’armonia, proprio per sviluppare questa armonia di nostra volontà e attraverso la nostra coscienza. Siamo fatti brutti proprio per poter scegliere il bello.

La differenza tra l’operare in armonia con tutta la creazione istintivamente o consapevolmente è come la differenza tra l’essere parte di un organismo ed essere la mente che governa l’organismo e ne dirige le azioni. Il destino dell’umanità è diventare quella mente, quella coscienza.

Per arrivarci, dobbiamo iniziare a praticare relazioni armoniose invece di seguire la nostra innata natura sfruttatrice. Per raggiungere questo obiettivo  è imperativo che ci rendiamo conto che stiamo vivendo in una falsa realtà, che la vera realtà è armoniosa e completa  e che è solo la nostra percezione errata di essa che ci impedisce di vedere la verità e di vivere in quel mondo perfetto.

Questa serie dell’orrore ci mostra chi siamo

Un mio studente mi ha raccontato di una nuova serie chiamata “Squid Game”. Si tratta di una “serie thriller” sudcoreana, come la chiamano loro, che è diventata un fenomeno della cultura pop ed è la più seguita in oltre novanta paesi.  La serie presenta centinaia di persone che si trovano tutte in situazioni di grande debito finanziario e in stati emotivi disperati. I produttori li mettono l’uno contro l’altro, anche se sono molto affiatati, e li inducono a odiarsi a vicenda. Il vincitore intasca milioni di dollari e gli altri vengono uccisi. 

Questa serie non sarebbe così orribile se non ritraesse la nostra vera natura. Il fatto stesso che guardiamo con entusiasmo un tale spettacolo è la prova che sotto la facciata “civilizzata”, la nostra natura è come lo spettacolo descrive.

Funziona come una calamita.  Adoriamo guardare la lotta tra il bene e il male, finché siamo al sicuro dalle conseguenze della battaglia.  Il fatto è che in questa serie non c’è alcun bene, solo male. In effetti, gli esseri umani sono l’essere peggiore della realtà. Ciò che ci rende così unicamente malvagi è il fatto che vogliamo esplicitamente danneggiare gli altri. Non vogliamo mangiare gli altri perché moriremo di fame se non lo facciamo: vogliamo vederli soffrire! Traiamo piacere dal dolore altrui e traiamo il massimo piacere quando siamo noi a infliggerlo. 

Diciamo spesso che la realtà è come una giungla, dove il forte mangia il debole. Tuttavia, nella giungla, i forti non vogliono distruggere i deboli; vogliono mangiare. Una volta sazi, vogliono dormire e giocare e non uccidere o ferire per divertimento. Nella giungla umana, non vogliamo mangiare altre persone, vogliamo vederle soffrire! Ecco perché la giungla naturale prospera senza alcuna legge, mentre la giungla umana, che erroneamente chiamiamo “civiltà”, si sta disintegrando nonostante le leggi che si sforzano di limitare la nostra barbarie.

Se avessimo qualche speranza di trovare la bontà nella natura umana, “Squid Game”, e soprattutto la sua popolarità, dimostra che non abbiamo nulla in cui sperare quando si tratta della natura umana. Se possiamo creare tali spettacoli, e se possono essere così popolari, allora possiamo anche compiere tali orrori nella vita reale.

L’unico bene possibile che può scaturire da un tale spettacolo è la consapevolezza che non è fantasia, ma un’autentica rappresentazione di ciò che siamo. Forse se ci rendessimo conto di questo, saremmo disposti a impegnarci per cambiare noi stessi.

La tendenza attuale è quella di offuscare la nostra consapevolezza di quello spettacolo dell’ orrore umano in cui viviamo rendendo la cannabis disponibile e legale. Infatti, più impariamo in merito alla natura umana, più ci rendiamo conto che forse è meglio intorpidire la vita finché non è finita.

Per ora, ci rallegriamo alla vista di altre persone che soffrono, proprio come la gente esultava alla vista dei poveri uomini che combattevano contro i leoni nell’antica Roma. Solo se ci rendiamo conto che non va bene essere così, la nostra mente potrebbe aprirsi ad altre opzioni. Se un programma così diabolico può essere il più seguito in oltre novanta paesi, significa che il mondo intero è immerso in una brutalità sfrenata.

Una soluzione esiste, ma è impegnativa e deve coinvolgere il mondo intero per avere successo. Per cambiare ciò che siamo, dobbiamo avviare un processo educativo mondiale in cui tali programmi siano vietati e vengano prodotti e mandati in onda programmi a favore della connessione umana. 

Anche se non avranno  successo  all’inizio, non possiamo permetterci di essere esposti al veleno violento e alla cultura del narcisismo che consumiamo attualmente.  Essi possono essere dolci, ma sono letali.

Se la persone non vogliono guardare spettacoli sulla connessione umana, possono mettere da parte i loro dispositivi multimediali e semplicemente parlare l’una con l’altra. Questo sarà già un grande miglioramento rispetto alla situazione attuale.

Potrebbe non sembrare divertente, ma quale opzione abbiamo? Vivere lo “Squid Game”. Inoltre, dopo un po’ di pratica, scopriremo che connessione e cura sono molto più gratificanti e piacevoli di distruzione e crudeltà e non hanno gli effetti collaterali negativi della nostra cultura attuale.  

Didascalia della foto:
Guardando la serie “Squid Game” di Netflix sul tuo laptop. Fotografia di Romain LONGIERAS / Hans Lucas. Francia, Excideuil, 2021-10-06.