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La giusta protesta degli specializzandi in medicina non sanerà il sistema dell’assistenza sanitaria

La battaglia dei medici specializzandi e di quelli tirocinanti per accorciare i loro turni assurdamente lunghi  va avanti da più di un decennio. Mentre non ci si aspetta che una persona mantenga la lucidità per più di otto ore di lavoro, gli specializzandi e i tirocinanti, ai quali è affidato il compito di salvare le nostre vite e quelle dei nostri cari, devono in qualche modo rimanere lucidi e attenti per ventisei ore di fila. E non solo una volta  ma durante tutto il loro training che in genere dura quattro o più anni. Tali condizioni lavorative sono una vergogna  per lo Stato, che le richiede a  tutti gli studenti di medicina  durante il loro percorso per diventare dottori certificati e testimonia il livello della nostra indifferenza l’uno verso l’altro. 

Tali condizioni non sono nuove e nemmeno sono specifiche di Israele. Essendo figlio di due medici, ricordo che entrambi i miei genitori si assentavano per molte ore persino quando avevo solo cinque anni. Ricordo che mia madre cucinava   del cibo che durasse per due giorni  mettendolo nel forno ad una temperatura molto bassa per mantenerlo tiepido e  usciva per un turno di 36 ore in ospedale. A cinque anni, mi servivo la cena da solo, essendo l’unica persona in casa.  

Qui c’è  chiaramente bisogno di una riforma più ampia e non solo per gli specializzandi e per i tirocinanti, ma per tutto il sistema. Mentre da un lato non possiamo interrompere i servizi medici , è  altrettanto semplicemente ingiusto però pretendere dai dottori dei turni del genere  e irrealistico aspettarsi da loro che svolgano il loro lavoro bene dopo essere stati impegnati così tante ore. Quando dico che la soluzione deve riguardare tutto il sistema, non mi sto riferendo solo al sistema sanitario. 

La riforma  deve includere  ogni aspetto della nostra vita.  Attualmente, ogni cosa è motivata  dal denaro. Come dice la canzone : “Il denaro fa girare il mondo”; questa è la ragione per cui il nostro mondo appare patetico. Le nazioni spendono un enorme ammontare di denaro nel campo della medicina ma guardate dove questo ci sta portando. In tutto il mondo, l’unica area dove spendiamo più denaro dei contribuenti rispetto alla medicina è quella delle armi. Eppure  nonostante i  budget titanici, il sistema pubblico della salute sta affondando. E ripeto, non sta succedendo solo nel sistema sanitario. Lo stesso fenomeno è evidente nell’educazione, nei servizi sociali e in qualsiasi altro ambito. 

Il problema risiede nella nostra motivazione di base. Dobbiamo istituire una società basata sull’attenzione e sulla cura  invece che sul denaro. Se non iniziamo un processo educativo che insegni alla gente quanto siamo interdipendenti, diventeremo così nocivi gli uni verso gli altri che la società umana si disintegrerà, con un costo colossale per tutti noi. Se sentiamo di dipendere l’uno dall’altro, svilupperemo la cura reciproca.

Anche senza parentela naturale, come tra fratelli e sorelle, la consapevolezza che il nostro benessere dipende dal benessere di tutti gli altri ci farà lavorare per il bene degli altri. E se lavoriamo per il bene degli altri, cominceremo a sentirci a nostro agio con loro, e da lì non passerà molto tempo prima di diventare veramente premurosi gli uni per gli altri.

Uno dei miei studenti, che lavora per una grande organizzazione medica in Israele, mi ha detto che gli è consentito di dedicare ad ogni paziente non più di dieci minuti. In quei dieci minuti, persino con nuovi pazienti, deve arrivare a conoscere la persona, diagnosticare il problema e prescrivere medicine o futuri trattamenti. Questo non è assistenza sanitaria,  è una catena di montaggio. Questo è ciò che accade quando la motivazione non è il benessere degli altri, ma il denaro e caratterizza la nostra intera società. 

Perché non possiamo semplicemente essere felici?

Commento: dal report mondiale sulla felicità: i paesi scandinavi sono in alto alla lista delle nazioni più felici del mondo, con risultati che variano dal 7 a quasi 8 su 10, seguito dall’Europa occidentale, Nord America e l’America Centrale, e alcune nazioni asiatiche.

Miliardi di persone vivono in condizioni che superano i desideri dei Re di 200 anni fa, che già vivevano bene.

Allo stesso tempo, il tasso di crescita dei disturbi mentali in queste nazioni felici, è esponenziale.  Depressione, antidepressivi, droghe, sono già tutte cose comuni. Il tasso di suicidi in queste nazioni è dieci volte superiore delle nazioni non felici. L’intera cultura è satura di una sensazione di fatica, apatia, e sofferenza di un individuo in un mondo oppresso.

Domanda: cosa manca alle persone? Sembra che la felicità ci sia; dicono di essere felici. Semplicemente vivi la vita e sii felice.

Questa conclusione è corretta: “più sto bene economicamente, e peggio mi sento interiormente”?

Risposta: più sto bene economicamente, e più vivo una situazione di stress interiore.

Domanda: che cosa dovrei fare per vivere bene economicamente e sentirmi realizzato interiormente?

Risposta: ho visitato la casa di un uomo, non mio studente, ad Amsterdam.  Aveva accesso a questi canali, ma tornava a casa dal lavoro, mangiava, si sedeva sulla sedia a dondolo, prendeva il giornale, proprio come 100 anni fa. E non ci sono problemi mondiali nel giornale, semplicemente un normalissimo giornale.

Gli faccio un paio di domande e capisco che per lui tutto andava bene.  Non si accorgeva di alcun disturbo al mondo.  Gli passavano sopra la testa .

Non possiamo farci nulla. Esistono persone che non reagiscono. E vuoi dirgli che dobbiamo avanzare verso la fratellanza o ci saranno disgrazie nel mondo, che dobbiamo essere equivalenti alla natura, ma lui è già equivalente con la natura.

Domanda: Allora cosa vogliamo da loro? in principio sono persone felici.

Risposta: non si tratta di cosa vogliamo noi. Si tratta di ciò che richiede la natura.  Dobbiamo iniziare da lì.  Altrimenti non sarebbero stati inondati.

Domanda: Le droghe e gli antidepressivi sono requisiti della natura?

Risposta: Ogni cosa è un requisito della natura, e in una forma che essi ancora non comprendono: da dove arriva, cosa viene fatto? In generale, ci sono tanti problemi. Questo è un periodo transitorio per l’umanità. E spero che finirà presto.

Domanda: Quindi che cos’è la felicità?

Risposta: La felicità significa essere in equilibrio con la natura generale globale! Con l’inanimato, il vegetale, l’animale, e con gli esseri umani. Quando sei in equilibrio con loro, allora senti una sensazione speciale, l’equilibrio più elevato, detta felicità.

L’equilibrio con la natura è quando sento me stesso in questo sistema immenso e sento come lo influenzo e come agisce su di me.  E ci sentiamo interdipendenti. Allo stesso tempo, ciò che provo si chiama felicità.  Equilibrio con la natura! Ma la natura comprende tante forze e qualità aggiuntive che non conosciamo ancora e dobbiamo rivelare.

Domanda: significa che sono attivo? Non posso sedermi in una sedia a dondolo, prendere il giornale e semplicemente assentarmi? Non è come essere morto?

Risposta: è impossibile!

Un vicino ti sveglierà perché c’è un’alluvione, il secondo vicino perché c’è un incendio, e un terzo per un altro motivo.

E tutto questo è per poter riequilibrare l’intera natura circostante con relazioni reciproche tra di noi, tra i vicini.

Commento: Devo essere sempre attivo. E non voglio esserlo! Voglio dondolarmi tranquillamente nella mia sedia.

La mia risposta: Certo. é questa la tragedia dell’ultima generazione!

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From KabTV’s “News with Dr. Michael Laitman” 7/29/21

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