Due nazioni in un solo paese. Praticamente impossibile

È molto doloroso vedere quello che sta succedendo in Libano in questi giorni: religioni diverse e di fatto nazioni diverse, che rivendicano la sovranità sullo stesso piccolo pezzo di terra e si odiano a morte. Il Libano è la prova che due nazioni non possono condividere un paese. La storia lo ha dimostrato e ora, purtroppo, il Libano lo sta dimostrando di nuovo.

Non è che la convivenza sia impossibile, ma il fatto è che nessuno lo vuole fare dato che richiede di innalzarsi al di sopra del proprio ego e la gente preferisce morire piuttosto che abbandonare il proprio egoismo.  

Per questa ragione, un paese può mantenere una stabilità relativa soltanto se è presente una sola nazione e si possa vivere insieme come una grande famiglia o clan.  Se esiste un senso di parentela, la gente accetterà di fare delle concessioni. Altrimenti non concederà nulla. 

Ci sono problemi persino nei paesi omogenei.  Comunisti, socialisti, capitalisti, e ogni genere di “isti” e “ismi” hanno i loro disaccordi, ma se hanno un’unica origine, troveranno modo di andare d’accordo, o almeno fare pace dopo uno scontro.  In assenza di un’ascendenza comune, non ci sarà alcuna base per  la riconciliazione, e la disintegrazione sarà una certezza.

Nonostante l’evidente mancanza di speranza, le nazioni stanno migrando a milioni. Dall’Africa, dall’Asia e dall’America Latina, milioni di persone attraversano a piedi le frontiere e i continenti in cerca di un futuro migliore. La fusione delle nazioni sta avvenendo indipendentemente dalle probabilità. Quindi, se vogliamo evitare un enorme scontro in Europa e negli USA, dobbiamo imparare a innalzarci al di sopra dei nostri ego e generare fratellanza dove non esiste ancora.

Chiaramente, è un processo lungo e delicato, ma è imperativo per la sopravvivenza dell’umanità. Dato che stiamo già vivendo insieme, senza imparare a farlo con successo, ci distruggeremo e distruggeremo i nostri paesi.

Eviteremo la catastrofe solo se ci sarà un ampio consenso per superare le nostre differenze e formare una nuova identità comune che tutti possiamo adottare. Le radici del cataclisma sono state seminate, i germogli sono spuntati, ma la tempesta non è ancora iniziata. Spetta a tutti prendere una decisione comune per disperdere le nuvole di odio e salvarci dal diluvio.  C’è ancora tempo, ma solo qualche anno, al massimo.

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