Inquinando il campo in cui viviamo

Oggi, 13 ottobre, è la giornata internazionale delle Nazioni Unite per la riduzione del rischio di disastri. Quest’anno ci sono già stati più disastri di quanti se ne possano contare. Inoltre, hanno colpito il mondo intero, non solo i paesi del terzo mondo o altre aree soggette a disastri, ma ogni continente e praticamente ogni paese. Incendi, inondazioni, tempeste, terremoti, eruzioni vulcaniche, e un virus capriccioso, abbiamo avuto tutto, e l’anno è tutt’altro che finito. Domani, l’ONU discuterà su cosa possiamo fare per prevenire questi disastri, ma non parlerà di ciò che li causa: noi, l’umanità, che inquiniamo tutta la realtà con i nostri pensieri e intenzioni disgustosi.

Per qualche ragione, sfugge alla nostra consapevolezza che i molteplici disastri che abbiamo vissuto e che continuiamo a vivere hanno un’origine comune. Sappiamo già che tutto nella realtà è connesso e tutto influisce su tutto il resto. Sappiamo anche che un’unica cattiva deliberata volontà esiste negli esseri umani. Perché, allora, è così difficile per noi vedere che questo unico elemento intrinsecamente negativo è l’origine di tutto ciò che è negativo nel nostro mondo?

Esistiamo in un campo di forza cosmica, che ha creato il mondo materiale collegando elementi in composizioni sempre più complesse. Eppure, di tutte le sue creazioni, solo una ha coscienza, uno scopo nelle sue azioni che va oltre la soddisfazione dei bisogni immediati ed essenziali per la sopravvivenza: l’uomo.

Attraverso le nostre intenzioni di ricchezza, gloria e potere, abbiamo sviluppato tecnologia, strutture sociali, arte, religione o, in una parola, civiltà. Tuttavia, abbiamo creato una civiltà così egocentrica che sta cominciando da implodere. Se non cominciamo a sincronizzare le nostre intenzioni con il campo che ci ha creato e ci sostiene, non sopravviveremo. Proprio come il campo connette tutto, così noi dobbiamo connetterci. A meno che non cambiamo la nostra natura da egoistica a premurosa e inclusiva, saremo espulsi da questa realtà, come è successo a ogni elemento che non ha coinciso con le leggi della creazione.

Può sembrare che dobbiamo passare attraverso un processo doloroso di rinuncia ai piaceri per coincidere con la natura, ma questa è un’illusione. Non rinunceremo a nulla; guadagneremo conoscenza, potere, comprensione, sicurezza e sostegno emotivo da parte di tutti. Vivremo in una società in cui le persone si prendono cura l’una dell’altra.

È un mondo veramente diverso da quello che conosciamo oggi. Se sembra che il nuovo mondo sia inquietante è solo la rappresentazione del nostro ego che rifiuta di rinunciare alla sua sovranità sulle nostre menti. Ma per il nostro bene, dovremo lasciarlo andare.

Se ci sosteniamo reciprocamente in questo processo, saremo in grado di trasformare la nostra attitudine. Come risultato, tutta la nostra realtà cambierà e salveremo noi stessi e il nostro pianeta. Se stiamo cercando un modo per ridurre, e persino prevenire i disastri, questo è l’unico modo che c’è.

Didascalia della foto:
Una vista aerea di una fattoria a nord di Council Bluffs, Iowa, sommersa dalle acque del fiume Missouri 24 giugno 2011. REUTERS/Lane Hickenbottom

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