La chiusura dell’Europa è troppo poco e troppo tardi

In tutta Europa muri e recinzioni spuntano ai confini tra paesi. Tra Grecia e Bulgaria, Austria e Italia, Ungheria e Serbia, Lituania e Bielorussia e tra molti altri paesi sono sorti muri e recinzioni. A differenza di prima, i paesi non cercano di proteggersi gli uni dagli altri, ma dagli immigrati musulmani che stanno invadendo i loro territori. Purtroppo per l’Europa, né muri né alcun tipo di barriera darà un buon risultato; è troppo tardi per salvare il Vecchio Continente.

Mentre i governi hanno aperto i confini all’immigrazione dai paesi musulmani, non hanno preparato i nuovi arrivati alla nuova cultura che stavano per incontrare, e neppure verificato se fossero disposti ad integrarsi in essa.  Persino ora che il danno di una immigrazione incontrollata è divenuto noto, i politici europei non tentano di fermarla.

L’unico paese che cerca di fermare l’invasione musulmana è l’Austria, ma è sola. Col tempo la pressione dalle altre nazioni europee per aprire le sue frontiere la costringerà ad adattarsi ed anche l’Austria sarà persa. 

Non ci saranno fanfare o lunghi e violenti scontri: l’Europa si è già arresa all’Islam, i giochi sono fatti. Avrebbe dovuto fermarlo tempo fa, ma una volta scelto di non farlo, ha segnato il suo destino. 

Ma l’invasione musulmana in Europa non sarà la fine della storia. Dopo l’Islam, arriverà la Cina con le sue aspirazioni e le due litigheranno sopra la carcassa.

Le due potenze hanno obiettivi molto differenti. L’Islam vuole imporsi al mondo intero. Se le persone l’accetteranno volentieri, bene, se non lo faranno saranno costrette ad accettarlo altrimenti saranno giustiziate.

La Cina, d’altro canto, vuole solo il controllo. Il loro solo unico desiderio è la dominazione del mondo, a loro la religione non interessa. Penso che dopo un po’ e forse dopo qualche litigio, in un modo o nell’altro, si divideranno il mondo.

In mezzo a tutto questo ci saranno gli Ebrei, ovviamente. Sono sempre stati, sempre sono e sempre saranno coinvolti nelle trasformazioni globali.

Tuttavia, penso sia meglio che le cose si sviluppino in questo modo in quanto l’alternativa sarebbe una guerra nucleare mondiale. Se il processo fosse più graduale, ci sarebbe un’opportunità per le persone di  capire in modo più pacifico che dobbiamo cambiare il modo di pensare e di relazionarci. 

Se la gente si rendesse conto che l’egoismo è l’unico dominatore del mondo, ci sarebbe una possibilità che accettasse di iniziare a lavorare su se stessa. Come dimostrano le lotte di potere, non esiste ideologia ma dominio e costrizione, speriamo che le persone si rendano conto che questa è una strada insostenibile per l’umanità. Sarebbe meglio comprenderlo attraverso un processo politico piuttosto che dopo che bombe nucleari e ad idrogeno dimostrino le conseguenze dell’egoismo. 

Quando le persone capiranno che non abbiamo altra scelta se non smettere di essere così egoisti, saremo in grado di cominciare a sviluppare una nuova umanità. Non si tratterà di alcuna ideologia attualmente conosciuta ma della semplice ammissione del fatto che invariabilmente ci influenziamo a vicenda e che la miseria del singolo rende sofferente tutta l’umanità, anche se non conosciamo questa persona. 

Come risultato, costruiremo sistemi che assicureranno il benessere di tutti. La consapevolezza che uno stato d’animo  narcisistico in definitiva è distruttivo per il narcisista ci spingerà fuori da esso. In seguito, quando la nostra mentalità diverrà genuinamente solidale, costruiremo una società che si prenderà cura e supporterà tutti, e rinunceremo al dominio in favore della cooperazione. 

Ad ogni modo, deve avvenire spontaneamente, o non funzionerà. Dobbiamo toccare il fondo per capire che siamo irrimediabilmente maligni e che solo un totale rifiuto della nostra natura ci solleverà dal pantano della crudeltà. Quando finalmente sceglieremo la connessione, ci solleveremo dalla miseria alla beatitudine.

Didascalia della foto:
Migranti aspettano di sbarcare da una nave della guardia costiera spagnola nel porto di Arguineguin, nell’isola di Gran Canaria, Spagna, 1 settembre 2021. REUTERS/Borja Suarez

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