Sukkot: una coperta di pace per il mondo intero

La festività di Sukkot (Festa dei tabernacoli)  è una tradizione importante e gioiosa che rappresenta l’ascesa spirituale. Il vero significato di questa festa è di costruire una nuova realtà di comprensione reciproca e sostegno, una sukkah (capanna) di pace, attraverso la forza positiva che generiamo attraverso la nostra coesione. 

Oggi, con la disunione come denominatore comune tra le famiglie, le società e le nazioni, il principio di questa festività è particolarmente rilevante. 

Questa festività viene anche detta: “Festa del raccolto” perché festeggia l’incontro annuale per la vendemmia. Com’è scritto “”Il quindicesimo giorno del settimo mese, quando raccoglierete i prodotti del paese, celebrerete la festa del Signore per un periodo di sette giorni.” (Levitico 23:39)”.

Da un punto di vista spirituale, Sukkot simboleggia  un processo molto bello di cambiamento interiore.  È abitudine festeggiare questo evento  in una struttura provvisoria, costruita specificamente per questo periodo, la sukkah.  Il tetto, detto schach, viene costruito dai “rifiuti di fienili e cantina”. 

Questi rifiuti rappresentano le cose che buttiamo via e che consideriamo meno essenziali.  Innalziamo i valori come la dazione, la premura, l’empatia, la solidarietà, la responsabilità reciproca, al di sopra delle nostre teste, come gli attributi più preziosi e importanti che possano esistere, come un tetto che ci ripara dal sole cocente.  Com’è detto nel Cantico dei Cantici: “Mi sedetti alla sua ombra con grande gioia…”

Il fatto che costruiamo il tetto, la copertura della capanna festiva, specificamente con gli elementi che solitamente scartiamo, simboleggia l’ intenzione di invertire i nostri valori e trasformare noi stessi da individui egocentrici in esseri umani, amorevoli e empatici. Sembra che oggi questi ideali siano proprio ciò di cui abbiamo bisogno per poter mitigare l’impetuosa rabbia che si diffonde nelle nostre vite quotidiane.  

Sukkot è una chiamata per uscire dalla comodità della nostra “casa” egoistica, ovvero l’amore per sé, e costruire una nuova struttura, una sukkah, come simbolo del nuovo mondo che possiamo creare se acquisiamo le qualità della dazione e fratellanza, le qualità più importanti, per creare una società solida e sostenibile, dalla quale tutti trarranno beneficio.  

Cosa ci impedisce di creare una buona vita per tutti, compresi noi stessi? Non è altro che l’ego umano: il desiderio di godere a spese degli altri.  Come parte dell’evoluzione naturale umana, l’ego è cresciuto in proporzioni terribili, mentre la natura desidera che manteniamo la sua legge basilare di equilibrio tra tutti i suoi elementi: inanimato, vegetale, animale e umano. 

Le dure condizioni che l’umanità sta sopportando con una pandemia globale, gli squilibri climatici e le perturbazioni mondiali, sono i tentativi della natura di invertire il nostro stato di separazione e avvicinare i nostri cuori gli uni agli altri.

Stati tali richiedono la costruzione di una vera sukkah di amore e unione, che coprirà l’intera umanità per un futuro positivo.  Prima comprendiamo la lezione che la natura ci sta insegnando e prima possiamo trasformare la nostra vita, sfuggente e fragile, in una vita positiva, stabile e pacifica.  

Noi, come popolo ebraico, dobbiamo essere un esempio di coesione e guidare la strada che gli altri seguiranno, riunendo il mondo intero sotto una grande coperta di paglia dove saremo uniti come uno.  Quando questo avverrà, l’abitazione provvisoria della sukkah sarà completata come lo spazio comune che facciamo tra di noi, nei nostri cuori, assicurando all’umanità una vita sana e una coesistenza felice sotto un unico tetto globale.  

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