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La chiave dell’efficienza nelle nostre vite

La vita moderna è caratterizzata da una corsa continua per essere più efficienti, un costante alzare l’asticella per avere più successo?  Ma la massima efficienza non è sempre una garanzia di realizzazione. Per questo, ci serve una gestione degli obiettivi e una chiara direzione dalla prospettiva più elevata nella vita.

Come per una gara, anche prima di iniziare è importante scegliere una direzione per noi stessi e sviluppare un piano per attuarla. Altrimenti, arriveremo sicuramente alla fine della nostra vita senza renderci conto del dono che la natura ha dato solo a noi, a ciascuno di noi,  il nostro potenziale unico. Pertanto, sforzarsi di essere qualcun altro e fare ciò che fanno tutti è la ricetta sicura per essere mediocri e rimanere tali.

Solo perché corro veloce, non significa che raggiungerò velocemente un traguardo degno. La gente di solito insegue obiettivi che non si è fissata da sola. “Non deciderai per me”, ci dicono i bambini piccoli per dimostrare la loro indipendenza, ma nella nostra vita da adulti corriamo costantemente dove ci è stato detto di correre.

Corriamo veloci, quasi senza sosta, cercando costantemente di essere più efficienti, più precisi.  Ma siamo diventati schiavi in questo intento senza una spiegazione razionale di ciò che vogliamo ottenere?

Chiunque  voglia  rompere questo circolo vizioso deve prima di tutto evitare di seguire ciò che fa la maggioranza senza chiedersi perché lo si fa. La vita non è una macchina con valori e mete attivati automaticamente.

Per cosa vale la pena vivere?  Che cosa voglio fare con la vita? Se non si chiariscono queste due importanti domande sull’essenza della nostra esistenza, ogni sforzo sarà inutile e privo di significato.  “La fine dell’azione è già contenuta nel pensiero iniziale” dissero i nostri saggi per sottolineare che prima di tutto è indispensabile capire perché la natura ci ha creati, per poter realizzare ciò che vogliamo ottenere nella vita.

Quindi, il primo passo per essere efficiente è chiedermi per cosa vivo. Dopo aver trovato la risposta per me stesso  e aver definito una meta meritevole, la seconda fase deve essere scoprire come raggiungerla, che mezzi mi servono per ottenerla. Il terzo passo è circondarmi di persone interessate a raggiungere lo stesso obiettivo in modo che possano fornirmi un ambiente di supporto.

È importante interiorizzare che senza un ambiente favorevole, la persona non può avanzare. Siamo esseri sociali, e quindi dobbiamo assorbire le forze dal nostro ambiente, proprio come il seme che si trova nel terreno e necessita di un substrato di umidità, minerali e fertilizzanti per poter crescere e fiorire.  Potrò ricevere dei buoni esempi da un ambiente favorevole dove l’invidia ci spingerà ad avanzare, dandoci allo stesso tempo la forza necessaria per andare avanti e superare gli ostacoli di percorso, per realizzare la nostra potenzialità.

Una perdita di tempo, nel senso più ampio della parola, è fluire con la vita e seguire le nostre tendenze naturali. Quindi, in qualsiasi momento in cui mi sento distratto, devo ritornare all’ambiente e ricordarmi che devo essere in contatto più stretto con esso, in modo che l’ambiente possa indirizzarmi correttamente nella direzione della meta elevata che ho scelto.

A tal proposito, questo è anche un ottimo consiglio per i genitori.  Anziché cercare di obbligare i bambini a svilupparsi nella direzione che vogliamo noi, provocando in loro rifiuto, è meglio immergerli in un ambiente di bambini che si sviluppano nella stessa direzione e che pensiamo sia adeguato. I vostri figli riceveranno dagli altri  l’impulso di avanzare verso lo stesso scopo.

È l’importanza degli obiettivi che ci siamo prefissati che ci farà raggiungere quegli obiettivi. È quindi imperativo elevare ogni giorno l’importanza della grande meta alla quale aspiriamo, per ricordarci a vicenda del perché essa sia importante per noi e cosa ci darà nella vita.

Da un punto di vista evolutivo, il livello di efficacia di qualcuno appartenente alla razza umana è misurato dal grado della sua partecipazione al cambiamento delle relazioni umane da relazioni egoistiche, che minacciano di distruggere il mondo, a relazioni altruistiche, che costruiranno una relazione integrale tra tutti.

Una persona è considerata efficiente e vantaggiosa per il sistema nella misura in cui promuove buone connessioni tra le persone e complementarità e reciprocità all’interno della società. Ognuno di noi sentirà la realizzazione totale di ciò che la natura ci ha donato singolarmente nella stessa misura, un dono unico per ogni persona al mondo.

 

 

 

L’insegnante di Kabbalah e la collettività

Domanda: Qual è l’importanza del riconoscimento di un insegnante di Kabbalah da parte della collettività? Cosa comprende la società al riguardo?

Risposta: Oggi è piuttosto insignificante ma 2.000 anni fa quando c’erano pochi kabbalisti e gruppi di persone che potevano riconoscere un certo kabbalista o meno, era significativo.

Come dice Baal HaSulam riguardo a Re Salomone, che per essere riconosciuto come saggio ha dovuto presentarsi di fronte ai kabbalisti della grande Knesset (assemblea) perché altre persone non potevano verificarlo non essendo a un tale  livello elevato.

Oggi, comunque, quando le persone non conoscono la saggezza della Kabbalah e oltretutto la deridono, le persone possono dire che qualcuno è un kabbalista solo in accordo al loro giudizio, secondo chi loro decidono di celebrare e così è abbastanza insignificante.

Tutto è determinato da cosa l’insegnante ti insegna. Se lui ti insegna a non essere connesso a lui ma alle fonti primarie e attraverso il gruppo al Bore, così che tu vedrai il significato solo in questo, allora i suoi insegnamenti sono corretti.

 

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Dalla trasmissione di KabTV “Fundamentals of Kabbalah”,  2/12/2018

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