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Nell’abbraccio della felicità e della miseria

Domanda: Come dobbiamo affrontare i pensieri e le emozioni negative?

Risposta: Dovremmo cercare di superarli. Non dobbiamo mai cancellarli. Dobbiamo servircene in maniera creativa.

Nel nostro mondo, nessun traguardo scientifico né tecnologico e men che meno i traguardi creativi, sono raggiungibili senza preoccupazioni, senza fastidi. Non nascerebbe nulla di straordinario nel nostro mondo senza le crisi, le forti prove interiori, le perdite, le delusioni, le lacrime, i drammi e le tragedie.

Guarda come ne sono pieni i drammi di Shakespeare, i romanzi di Tolstoj e gli altri capolavori letterari. Tutto nasce dalla lotta tra gli opposti, dalla sofferenza.

Lo stesso succede nel mondo spirituale ma, allo stesso tempo, c’è una trasformazione meravigliosa di questi stati: si completano, convivono e non si annullano in alcun modo.
Rimangono connessi tra di loro in un abbraccio di felicità e miseria, lacrime e allegria e si raggiunge così lo stato intermedio, che ci avvicina al Bore.
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Dalla trasmissione di KabTV “Fundamentals of Kabbalah», 20/01/2019

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La natura umana e le buone azioni

Domanda: La “Dichiarazione dei Diritti dell’uomo e del cittadino” pubblicata in Francia nel 18° secolo, parla di libertà, uguaglianza e fratellanza.

Nella stessa dichiarazione  è scritto: “Non fare agli altri quello che non vuoi che gli altri facciano a te. Fai agli altri le stesse buone azioni che vorresti vedere fatte a te stesso.”

La Kabbalah aggiunge che è necessario anche unirsi ed amarsi. Tutti  comprendono questo, ma come arrivarci?

Risposta: Le persone percepiscono tutto questo a senso unico. Rispetto a me stesso, ovviamente, io voglio che tutti mi trattino come ritengo più appropriato. Perciò, quando leggiamo: ”Libertà, uguaglianza, fratellanza e unione”  sembra qualcosa di buono, caldo e amorevole.

Ma se devo trattare gli altri allo stesso modo, cioè dedicare sforzi, energie, pensieri, e preoccupazioni, alla fine, io questo non lo voglio più. E’ contrario alla mia natura, assolutamente opposto ad essa. Ne consegue che tutti, innegabilmente,  vogliamo l’amore, ma darlo agli altri è proprio un problema! Questo va contro di noi.

Domanda: Se questo va contro la nostra natura, perché continuiamo a pronunciare queste parole? Perché richiamano sempre la nostra attenzione?

Risposta: Perché, in linea di principio, noi le desideriamo ma non possiamo metterle in pratica.

Domanda: Vuol dire che  comprendiamo  i benefici di un tale atteggiamento per noi stessi?

Risposta: Naturalmente, ma poi anche io devo comportarmi nello  stesso modo con gli altri. Come posso? Non sono in grado di farlo. La mia natura non me lo permette.

Commento: Si evince da questo che siamo esseri irrazionali se pensiamo alla quantità di denaro che spendiamo in armamenti invece di migliorare le nostre vite!

La mia risposta: Tutti comprendiamo questo e non c’è nulla che possiamo fare. Questo è il nostro egoismo. Siamo  stati creati in questo modo, non siamo capaci di fare del bene agli altri.

Domanda: Chi ci ha creati così?

Risposta: La Natura, possiamo dire questo è il Bore o questa è la forza superiore, non c’è differenza. La natura ci ha sviluppati in questo modo.

Domanda: Cosa possiamo fare con essa? Cosa dice la Kabbalah?

Risposta: La Kabbalah ci dice che questo atteggiamento può essere corretto ma solo a condizione che l’uomo  lo desideri consapevolmente e compia determinati sforzi. Esiste un metodo che gli permetterà  di elevarsi al di sopra  della sua natura egoistica  e di sentire gli altri come se stesso, fino al punto che desidererà per gli altri ciò che vuole per se stesso.  Allora il mondo raggiungerà uno stato di perfezione, uguaglianza e fratellanza.

 

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Dalla trasmissione di KabTV “Spiritual States”, 13/05/2019

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Nel dominio delle forze dell’ego

L’umanità ha combattuto per diversi tipi di libertà e per centinaia di anni, ma, alla fine, ci accorgiamo di non averla ancora conquistata. L’uomo comincia a realizzare che non è  nato libero e che morirà nello stesso  modo. Nasciamo, viviamo e moriamo contro la nostra volontà.

Il concetto di libertà è abbastanza relativo. Io posso andare, “come se mi muovessi”, verso destra o verso sinistra, vivendo ogni momento in base alle mie inclinazioni. Questa, però, non  è libertà perché non posso immaginare  come sono intrappolato in una rete di forze e di controllo.

Ognuno di noi è influenzato dai propri geni, dalla società, dall’educazione e dalla generazione nella quale nasce. Di conseguenza, un individuo ha solo l’illusione della libertà. Dentro il sistema di questa illusione noi esistiamo e combattiamo per essa.

Ad offrire all’essere umano l’opportunità di essere dentro questa illusione, in genere,  è la preoccupazione verso ogni tipo di rimedio e disposizione, finalizzati a viziarlo in modo tale che egli si senta soddisfatto, ma, attualmente, è completamente controllato.   Questo vale sia per la gente che per i leader.

 

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Dalla trasmissione di KabTV “Spiritual States”, 29/04/2019

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Connessioni e simboli

Domanda: Esiste qualcosa che si chiama marchio. Gli scienziati dicono che riflette lo stato dell’umanità.

Seimila anni fa i nostri antenati, per  unire le persone, hanno sviluppato dei simboli, una sorta di marchio che rappresentasse i loro credo, la loro appartenenza ad un gruppo.

Oggi sono stati creati simboli distintivi, piattaforme di aziende che provano a vendere prodotti alla gente. Vi sono anche simboli creati dalla società che spingono le persone a stare insieme e compiere buone azioni.

Perché le persone hanno bisogno di sviluppare la propria unione usando dei simboli?

Risposta: In quale altra maniera si possono coordinare le persone per un fine comune con la stessa direzione, movimento, insegnamento, metodologia, teoria o pratica? Tutto questo deve essere descritto. Dopotutto ogni individuo ha bisogno di comunicare con gli altri, insegnare, supportare gli altri, costruire comunità e dare direttive. Solo allora ci si può muovere verso un obiettivo.

L’umanità si è sempre posta degli obiettivi ma questi erano in generale senza senso. Ora tutto tende a far sì che noi comprendiamo il  significato della vita, che lo rappresentiamo in una forma più o meno corretta, e che facciamo di tutto per raggiungerlo.

Tutto ciò è impossibile senza creatività, apprendimento e connessione tra noi per cui abbiamo bisogno di ogni tipo di istituzione sociale, gruppi differenti di persone e altri parametri così da raggiungere l’obiettivo.

Credo che l’umanità debba ancora creare e lavorare molto per questo. Dopotutto si tratta di un passo fondamentale per lo sviluppo dell’umanità.

Domanda: Esiste un potere di connessione nei simboli stessi?

Risposta: No. Solo nelle persone. Ma c’è bisogno di rappresentare le proprie aspirazioni, dargli una forma completa, così che vi sia una corretta comunicazione tra le persone, linguaggi e stati comuni fino a che ciò risulti in una corretta implementazione.

 

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Dalla trasmissione di KabTV “Kabbalah Express”, 12/01/2021

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Otto miliardi sono io

Domanda: Lei parla spesso di come crescere la nuova generazione. Tutti si considerano buoni ed educati. Come faranno le persone a capire che hanno bisogno di istruzione e cambiamento?

Risposta: Solo attraverso i colpi. In quale altro modo? Se le persone si considerano così buone, perché il mondo è così cattivo?

Commento: Gli altri sono cattivi, quindi il mondo è cattivo. Ecco come la pensano le persone.

La mia risposta: E continueremo in questo modo finché qualcosa di così pesante non cadrà sulle nostre teste e nessuno penserà più a niente.

Domanda: Possiamo dire che in questo modo stiamo provocando guai anche a noi stessi?

Risposta: Naturalmente. Invece di correggerci, cercando di fare qualcosa, ci calmiamo. Questo sta portando il mondo al disastro.

Domanda: La vera educazione significa che comincio a guardare a come sono io?

Risposta: Sì, quando guardo me stesso, quello che sono. Quando guardo cosa devo fare per gli altri, quando sono l’unico che non viene corretto, è tutto ciò che esiste è in me: un bugiardo, un ladro, un ingannatore, una persona che prova odio. Non so quali altri epiteti inventare. Sono tutto io.

E tutti gli altri no. Tutti gli altri non esistono affatto. Tutti gli altri sono il riflesso di me stesso che vedo intorno a me. Cioè, guardo intorno a me molte persone, ognuna di loro ritrae un me negativo. In questa forma e in quella e anche in questa.

Ci sono otto miliardi di persone nel mondo e ognuna di loro rappresenta una mia qualità negativa. Otto miliardi! Questo sono io. Ecco come è progettato il nostro mondo. Ed è così che lo vedo.

Domanda: Cosa faccio quando vedo il male, oppure una persona malvagia?

Risposta: Se correggo me stesso, comincio a vedere il mondo più connesso, più aspirante alla dazione, all’amore, all’unità. Di conseguenza, capisco che tutto questo è un sistema, questa è una persona, chiamata Adam. E questo Adamo sono io perché l’ho assemblato in questo modo con le mie azioni, pensieri e ogni sorta di correzione.

Domanda: Significa che sto assorbendo il mondo in me stesso? Divento questa singola anima, Adam?

Risposta: Sì.

Domanda: E’ questa la verità?

Risposta: Questa è la verità.

Domanda: E quello che vediamo è una bugia?

Risposta: No, vediamo anche la verità, ma è una verità parziale, lacerata dal nostro egoismo interno.

Domanda: Significa che la vediamo come se non passassimo per l’egoismo? Non guardiamo attraverso l’egoismo.

Risposta: Sì. Se raccolgo tutti gli altri insieme in un’unica immagine, allora sono io. Questo è il nostro compito: riunire il mondo intero e dire: “Questo sono io”, e questo mondo dipende da me.

Domanda: Sono responsabile di tutti e di tutto?

Risposta: Assolutamente per tutto ciò che è qui.

Domanda: Ogni persona, la persona più semplice e ordinaria, è responsabile del mondo, di tutto ciò che accade in questo mondo terribile?

Risposta: Sì, nella misura in cui si trova in questo mondo.

 

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Dalla trasmissione di KabTV “News with Dr. Michael Laitman”,  28/12/2020

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Perché abbiamo bisogno del libro dello Zohar?

Domanda: Perché era necessario Il Libro dello Zohar? Dopo tutto, c’è la Torah, la cui prima parte è scritta da Mosè, ed è considerata un testo fondamentale.

Risposta: Cosa c’è nella Torah? Non ci capiamo nulla. E se apri lo Zohar, si dice che è un commentario kabbalistico alla Torah.

Cosa significa un commentario kabbalistico? Mosè ha scritto un libro davvero fondamentale, ma è criptato. C’è un codice unico ma molto profondo in esso. È scritto nel cosiddetto linguaggio dei rami.

La Kabbalah spiega di che cosa si tratta e ci aiuta a capire cosa è  esattamente implicito nel libro di Mosè. Dopotutto, la Torah è percepita da tutti come una creazione puramente artistica che racconta la storia di alcune tribù antiche. È scritta in un linguaggio narrativo.

E la Kabbalah ci insegna a vedere le radici superiori attraverso questo, le forze che causano azioni corrispondenti nel nostro mondo, per salire al livello di queste forze, a comprendere il sistema che governa il nostro mondo e ad essere inclusi in questo sistema in modo che noi possiamo gestire attivamente il nostro mondo attraverso di esso e correggere noi stessi e il mondo intero.

 

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Dalla trasmissione di KabTV “The Power of The Book of Zohar” # 3

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Come possiamo insegnare ai bambini ad essere felici?

Domanda: Come possiamo insegnare ai bambini ad essere felici? E vale la pena insegnargli qualcosa in merito alla Kabbalah?

Risposta: Naturalmente, vogliamo insegnare ai bambini ad essere felici, e possiamo insegnarglielo. Possiamo cominciare col dire al bambino: “Non essere un bullo, non picchiare gli altri, sii gentile, sii educato,” e così via, perché sappiamo che in questo modo sembra che gli vengano garantite circostanze migliori.

E così che dovremmo educare i nostri figli fino a quando non raggiungono l’età in cui possiamo insegnargli il metodo per la connessione. E poi avranno sicuramente garanzie per una buona vita.
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Dalla trasmissione di KabTV “Ask the Kabbalist”, 31/12/2018

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La grande emozione della gioia

Domanda: Che cosa fornisce le più grandi sensazioni di gioia: i piaceri passati, presenti o futuri?

Risposta: Il fatto è che i piaceri passati, qualsiasi essi siano, sono sempre ristretti proprio perché passati. Queste sensazioni sono raccolte insieme, ci si riflette sopra, e sono associate a specifiche emozioni.

Le sensazioni presenti possono essere molto gioiose ma poiché un individuo le vive al momento, non riesce a valutarle correttamente poiché pesano su di lui, lo controllano.
D’altra parte la gioia futura può essere vissuta virtualmente all’infinito. Sarebbe meraviglioso per un individuo porsi in uno stato di gioia futura.

Domanda: Quindi le sensazioni più intense di gioia derivano da uno stato futuro di piacere o soddisfazione?

Risposta: Sì. Poiché è nel futuro e non è limitato da nulla.
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Dalla trasmissione di KabTV “Spiritual States”, 3/04/2019

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La stella lontana “Ama il tuo prossimo”

Domanda: La legge più essenziale e fonte di tutti i principi morali è “ama il tuo prossimo.” Cosa si può fare perché non rimanga un cliché o ad un’altitudine di diecimila metri?

Risposta: Tutti i giorni dobbiamo sentire che ci stiamo avvicinando a questo principio. Anche se è ancora milioni di chilometri distante da noi, siamo tuttavia diretti ad esso e oggi stiamo facendo un altro passo nella sua direzione. Questo è il significato del giorno che è passato.

Domanda: Come posso vedere esattamente se ho fatto qualche progresso verso questo?

Risposta: Se ti trovi in un circolo che osserva questo principio, allora misuri la distanza da questa stella lontana, non da dove sei, ma per come vi state avvicinando l’uno all’altro nel circolo, nella decina.

Quindi voi avete già una certa opportunità di misurare la realizzazione del principio “ama il tuo prossimo come te stesso.”
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Dalla trasmissione di KabTV “Communication Skills”, 9/10/2020

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