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Raggiungere la libertà al di sopra della nostra natura

Domanda: Sappiamo che viviamo in un sistema integrale di connessione reciproca, ma così ognuno determina il destino dell’altro?

Risposta: Non si tratta di un sistema che creiamo noi. E’ il sistema della natura che ci tiene uniti.

Domanda: In questo sistema in cui viviamo, abbiamo la libertà di determinare il destino di ognuno per merito della nostra interconnessione?

Risposta: Non scegliamo la nostra natura, noi esistiamo in essa. Non c’è nulla che possiamo fare a riguardo. Dobbiamo considerarlo come un dato di fatto.

Oggi, ci stiamo avvicinando ad uno stato che ci dimostra che non siamo affatto liberi poiché ci sviluppiamo al di fuori di questi sistemi, leggi, contratti sociali che esistevano prima, quando ci sembrava di essere liberi.

Attualmente, vogliamo un genere diverso di libertà: una libertà spirituale. Tuttavia, l’umanità sta cominciando ora una nuova tappa di questo sviluppo al di sopra dell’ego. E iniziamo a sentire che esso è il nostro schiavo-padrone.

La libertà dal punto di vista della Kabbalah è realizzare che non abbiamo libertà e che vogliamo acquisire qualche qualità nuova, vale a dire, conquistare la libertà nel senso assoluto della parola: libertà al di sopra della nostra natura.
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Dalla trasmissione di KabTV “Spiritual States”, 29/04/2019

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Entrare in contatto con la Kabbalah

Domanda: Perché le persone che vengono in contatto anche solo un poco con la Kabbalah iniziano a cambiare in meglio nel giro di pochi mesi? Escono dalla depressione, interagiscono meglio con il mondo intorno a loro, si riappacificano con i loro nemici e così via.

Risposta: Il fatto è che la saggezza della Kabbalah dà loro speranza, mostra loro la luce in fondo al tunnel, la vita ha ora un significato, ha un proseguimento.

Cioè svelano un’immagine vasta, un quadro dell’intera natura dell’interazione umana e come tutto si eleva alla dimensione successiva.

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Dalla trasmissione di KabTV “Integral World”, 13/07/2018

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A tutta velocità nella direzione sbagliata

Le grida di vittoria dei Palestinesi e il sospiro di sollievo esitante degli Israeliani all’inizio del cessate il fuoco sono entrambi autentici. Israele ha vinto la battaglia ma sta perdendo la guerra, e i Palestinesi lo sanno. Con ogni campagna, la nostra presa sulla terra si indebolisce mentre la loro si rafforza. Potremmo vincere anche le battaglie future ma il mondo è con i Palestinesi. Se continuiamo a combatterli solo a livello fisico, alla fine perderemo la guerra e la terra in cui viviamo.

L’unico modo in cui possiamo vincere è a livello ideologico. Se capiamo perché siamo qui e quale beneficio porta la nostra presenza a tutta l’umanità, otterremo il sostegno del mondo. Altrimenti, le nazioni non hanno bisogno di un paese il cui popolo si odia così profondamente che i suoi centoventi membri del parlamento sono divisi in decine di partiti.
Il senso di odio reciproco che emana questo piccolo paese è così caustico che tutto il mondo è turbato da ciò che sta accadendo in questo minuscolo pezzo di terra, che ha più o meno le dimensioni del Connecticut. Stiamo facendo grandi sforzi per rafforzarci e fortificarci, ma stiamo andando a tutta velocità nella direzione sbagliata.

Dobbiamo ricordarci continuamente che la nostra forza sta nella nostra unità e solo nella nostra unità. Nient’altro reggerà a lungo.
I sistemi di difesa come l’Iron Dome funzionano solo per un po’ ma la protezione permanente arriva al popolo d’Israele quando pensiamo gli uni agli altri invece che a noi stessi.

I nostri antenati hanno fondato la nazione sulla base della responsabilità reciproca e dell’amore per gli altri. Abbiamo ideato il comandamento “Ama il prossimo tuo come te stesso” e ne abbiamo fatto il nostro precetto principale. Senza viverlo, non siamo fedeli alla nostra eredità, che è alla base del nostro popolo, quindi non siamo veramente Israele. E poiché non siamo veramente Israele, non abbiamo alcun diritto sulla terra di Israele. Questo è ciò che sentono gli Arabi, come tutto il mondo.
Perché la nostra rivendicazione sulla terra sia valida, dobbiamo essere fedeli alla nostra vocazione: essere “una luce per le nazioni”. Finché siamo divisi, essi sentono che non portiamo loro altro che oscurità. Sentono che noi siamo la causa di tutto ciò che non va nel mondo ed è proprio a motivo del nostro odio reciproco. Quindi, se ci alziamo al di sopra del nostro odio e ci uniamo, il mondo sarà con noi, compresi i Palestinesi. Se cediamo alla divisione, il mondo ci caccerà via.

Il Libro dello Zohar (Aharei Mot) scrisse sul significato della nostra unità molti secoli fa. Nelle parole di Rabbi Shimon: “‘Ecco, come è bello e come è piacevole che i fratelli siedano anche insieme’. Questi sono gli amici che siedono insieme e non sono separati l’uno dall’altro. All’inizio, sembrano persone in guerra, desiderose di uccidersi a vicenda… poi tornano ad essere in amore fraterno… e per merito vostro, ci sarà la pace nel mondo”. Che possiamo seguire i consigli dei nostri saggi ed evitare le punizioni dovute alla nostra ignoranza.

[ASHKELON, Israele (Reuters) Mentre riordinava il rifugio antiaereo del suo edificio dopo undici giorni di conflitto durante i quali sono piovuti razzi dei militanti palestinesi, la madre israeliana Tammy Zamir ha provato sollievo misto a preoccupazione che una tregua a questa serie di combattimenti non significasse la fine delle violenze]

Il vantaggio dei libri stampati

Domanda: Nonostante le sue conferenze siano registrate in video e audio, comunque si pubblicano i libri. Quale importanza hanno i libri stampati?

Risposta: Il libro non scomparirà. La forma elettronica può essere più conveniente. Se volo in qualche posto, apro il mio laptop e posso trovare un libro di Kabbalah scritto varie migliaia di anni fa. Non devo portarmi appresso un sacco di libri.

Tuttavia, la reale presentazione del materiale attraverso le lettere, è eterna. Non può scomparire perché ha la sua propria radice spirituale.

Nel mondo dell’informazione dal quale discendono su di noi tutte le influenze, le lettere rappresentano alcuni segni, alcune forze. La loro forma, la loro immagine è dettata dalla struttura e dalla connessione con il mondo superiore, con il mondo dell’informazione superiore. Per tale motivo non scomparirà.

 

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Dalla trasmissione di KabTV «Domande sui libri di Kabbalah», 28/10/2019

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Tempo di correzione universale

Commento: Oggi l’intelligenza artificiale si sta sviluppando con successo e si possono insegnare tanto i principi etici quanto la filosofia, inclusa la scelta morale. Ma se le macchine sono programmate da un sadico, supereranno qualsiasi atrocità umana. E non saranno tormentate dalla coscienza, eseguiranno impeccabilmente qualsiasi ordine.

La mia risposta: Ma la coscienza non tormenta nemmeno le persone. Questo non richiede necessariamente una macchina. Non sappiamo quello che i programmatori fanno  con i computer. I loro scopi sono molto lontani dall’essere buoni.

Domanda:  Se si continua per questa strada nello sviluppo naturale, tutto questo dove ci può portare?

Risposta: A comprendere il male della nostra natura, che dobbiamo correggere.

Se non ci correggiamo, avremo costantemente problemi personali interiori molto dolorosi, aumenteranno ogni volta e non potremo nasconderci. Diamo la colpa alla società, allo stato, al mondo, ma non siamo noi. Se non ci prendiamo cura di questo nell’immediato, ci porterà alla morte, e non rapidamente, ma con grande sofferenza.

I problemi ci colpiranno tutti ogni volta di più, fino a che finalmente decideremo che dobbiamo correggere la nostra natura. Solo questo. Non ci serve nient’altro. La nostra natura è la fonte di tutti i nostri problemi.

Non dobbiamo pensare a ciò come informatizzazione, programmatori o élite. Dobbiamo correggere la natura di tutta l’umanità e di ogni essere umano.

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Dalla trasmissione di KabTV «Sfide del XXI secolo. Introduzione», 24/04/2019

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Connettere mente e sentimenti

Domanda: Prima di conoscere il suo insegnante, lei ha studiato varie fonti per diversi anni. Un libro può preparare una persona alla saggezza della Kabbalah?

Risposta: Dipende dalla persona. C’è chi ama la novità e arriva da noi per provare nuove sensazioni. Ma queste di solito non sono persone che rimangono e diventano miei studenti. La Kabbalah è più per i fisici che per i poeti, anche se parla di poesie e sentimenti.

L’uomo è un desiderio. La voglia di godere. Deve sapere come controllare il suo desiderio e usarlo per scoprire il mondo.

Domanda: Significa che un fisico può diventare un poeta durante lo studio?

Risposta: Certamente. La combinazione di queste due inclinazioni è obbligatoria. In principio, i sentimenti sono più importanti. Ma il modo per controllarli correttamente…secondo le leggi del mondo e della natura…questa è la Kabbalah.

 

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Dalla trasmissione di KabTV “Questions about Kabbalistic books”, 22/10/2019

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La corretta interazione

Domanda: La corretta interazione tra le persone prevede che io riceva qualcosa dalla società e che le dia qualcosa?

Risposta: Naturalmente, come un organismo vivente.

Domanda: Qual è la regola di questa interazione? Come faccio a sapere quando dare e quando ricevere?

Risposta: Non c’è una regola. Quanto posso dare, do, quanto ho bisogno di riceve per dare pienamente, ricevo.

Domanda: Ci sono sette miliardi di persone nel pianeta, ognuna decide quello che le serve?

Risposta: Quei sette miliardi ci sono solo dagli ultimi cento anni. Prima c’erano due miliardi di persone. Vale a dire che la quantità non ha importanza.

Ci siamo evoluti per migliaia di anni. Oggi, gradualmente, capiamo che ci sviluppiamo in maniera errata e abbiamo bisogno di arrivare ad un’altra interazione, abbiamo bisogno di fare una omeostasi interna tra di noi, per mantenere l’equilibrio nella comunicazione. La natura in se stessa, tutte le nostre qualità, tutti i nostri stati, ce lo insegnano. Ci vorranno altri duecento anni e l’umanità comunque ci arriverà.

Domanda: Ho capito bene che ci sono delle forze nella natura che noi stessi possiamo attirare ed esse stesse produrranno questo equilibrio?

Risposta: Certamente, ma non noi stessi, perché siamo sotto le forze della natura.

Domanda: Quindi, queste forze metteranno in equilibrio quanto devo ricevere dalla società e quanto dare?

Risposta: Sì, un po’ alla volta, saremo più saggi. Chiederemo alla natura di emergere da quelle forze che agiranno e ci cambieranno. Entreremo in uno stato di connessione tra di noi, in una tale correlazione che riceveremo e daremo tanto quanto sarà necessario per mantenere la nostra società in un assoluto equilibrio ideale.

Domanda: Ma lei sa che questa è una teoria da verificare?

Risposta: Non è una teoria. Un giorno la nostra epoca diventerà storia e questa teoria diverrà realtà.

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Dalla trasmissione di KabTV «Spiritual States”, 13/05/2019

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Far sentire tutti a proprio agio

Domanda: La riduzione della distanza tra le persone è caratterizzata dalle seguenti peculiarità: gioia, dialogo continuo, unità, empatia reciproca, rifiuto di qualsivoglia controllo manipolatorio e di desiderio di superiorità sull’individuo. In ogni caso, l’eccessiva intensità della motivazione descritta — un’ossessiva esternazione di affetto verso gli altri — porta alla disarmonia, all’insoddisfazione e all’esaurimento. Come salvaguardare il distanziamento senza incrementare tali stati?

Risposta: Questo deve essere fatto in accordo al sentire comune.
Nella misura in cui si sentono a proprio agio le une verso le altre, le persone si avvicineranno tra di loro e adatteranno di conseguenza la distanza reciproca.

Domanda: In vari paesi la gente delimita e protegge i confini di un proprio spazio personale in vari modi. Esiste una grande differenza tra la Russia, l’Europa e l’Asia.

C’è da aggiungere anche la differenza tra uomini e donne. Gli uomini sono più forti e più intensamente consapevoli della violazione del distanziamento. Dobbiamo prendere in considerazione questi fenomeni durante i nostri corsi, incontri e congressi?

Risposta: Insegniamo a un contingente piuttosto diversificato, quindi queste cose dovrebbero essere considerate ma in modo tale che tutti siano a proprio agio.

Domanda: Tutti sappiamo bene che c’è una distanza tra un direttore e un dipendente, tra insegnante e studente. Ci deve essere una distanza tra l’insegnate nei nostri corsi integrali e gli studenti che egli unisce?

Risposta: Ci deve essere in modo da dare agli studenti l’opportunità di modificare e stabilire la separazione esistente tra essi e l’insegnante. L’insegnante non deve interferire con questo. Insegnando alle persone, e dando loro ogni genere di compiti pratici, lui le guida verso il massimo riavvicinamento, ma in ogni caso mai con la coercizione.
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Dalla trasmissione di KabTV “Communication Skills”, 30/10/2020

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Una vita priva di vero piacere

Domanda: Se parliamo della consapevolezza del male della natura egoistica dell’uomo, partiamo dal presupposto che la nostra natura è malvagia?

Il male si riferisce a un certo tipo di standard. Lo standard è il Bore o la forza superiore, la cui qualità è la dazione. Noi, come creatura, siamo l’opposto di questa forza, quindi la nostra natura è malvagia in relazione ad essa. Cosa si può dire a riguardo?

Risposta: Di solito, non è così che ci arriviamo. In linea di principio, non consideriamo la nostra natura né cattiva né buona. Vediamo solo che per tutta la vita, di generazione in generazione, le persone perdono tempo. Cercano di riempirsi di piccoli piaceri, ma né noi, né i nostri figli, né i nostri nipoti provano un vero piacere dalla vita.

La vita è breve. Inoltre, è imperfetta, infelice e vuota. Pertanto, una vita breve e vuota non ha alcun valore.

Di generazione in generazione, comincia a farsi sentire in noi sempre di più non come un dono, ma come una disgrazia, come qualcosa che ci opprime, una sorta di destino malvagio che ci ha imposto questa esistenza.
Non c’è da stupirsi che si dica che i felici sono quelli che non sono nati rispetto a quelli che sono nati.

Ma tutto questo deriva dal fatto che non vediamo il mondo come potremmo effettivamente organizzarlo. Sulla base di ciò, appaiono varie teorie che ci dicono cosa fare di noi stessi e della nostra vita.
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Dalla trasmissione di KabTV “Spiritual States”, 13/5/2019

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L’individualità che non contraddice l’uguaglianza

Domanda: Nel suo blog lei ha scritto: “Non siamo capaci di tollerare l’uguaglianza e di valutarla. Per noi non esiste affatto. Comprendiamo ciò che significa essere superiori agli altri o esserne sottomessi, ma ne perdiamo la sensazione. Tuttavia, l’equilibrio è dato dalla natura, come linea di mezzo, e arriva con qualche rivelazione della forza superiore.” Cosa significa?

Risposta: Non c’è nulla di più contrario alla nostra natura dell’uguaglianza poiché l’unicità di ognuno viene sradicata, e ciò è intollerabile.

Ci sono persone che si abituano ad essa e ne gioiscono; per esempio, i soldati nell’esercito ma, allo stesso tempo, ci deve essere anche qualche obiettivo specifico legato all’educazione. I militari sono solo dei soldati e devono svolgere la loro funzione meccanica e questo li spinge verso uno scopo che per loro è comune.

Se parliamo dello sviluppo della società, di come ci muoviamo in avanti verso qualsiasi ideale, non possiamo, invece, essere certi che tutti saranno assolutamente uguali. Non faremo di tutta la società dei soldati semplicemente perché si fermerebbe e non si svilupperebbe.

Tuttavia, dobbiamo dare alle persone l’occasione di mostrare la loro peculiarità in modo tale che ognuno abbia un’occasione da sviluppare indipendentemente e che poi dia tutto alla società.
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Dalla trasmissione di KabTV “Spiritual States”, 29/04/2019

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