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Un sistema cognitivo complesso

Domanda: Tutte le fonti autentiche che studiamo sono scritte in ebraico. Sono state tradotte in italiano, russo, inglese, spagnolo e in tante altre lingue ancora. C’è qualche differenza nell’influenza che hanno su di noi, quando leggiamo la fonte originale in ebraico o la traduzione?

Risposta: Il linguaggio della Kabbalah è molto specifico. Il punto è che qui è necessario descrivere il mondo che non sentiamo, introdurre le persone alle sensazioni di questo mondo, suscitare in loro certe reazioni, gusti, suoni e così via. È necessario che le persone si adeguino in modo che inizino a sentire quelle vibrazioni che la gente comune non sente.

Pertanto, c’è una certa complessità qui, che non è facilmente superabile. La preparazione necessaria per percepire il mondo superiore va avanti da molti anni. Non tutte le persone sono in grado di riuscire a comprendere il mondo superiore, poiché questa comprensione è emotiva e allo stesso tempo viene analizzata dall’apparato concettuale.

Quindi, questo è un sistema di conoscenza molto complesso che richiede libri seri e, soprattutto, fonti autentiche.

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Dalla trasmissione di KabTV “Questions about Kabbalistic Books”, 22/10/2019

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Mente e coscienza

Domanda: La coscienza che io possiedo è individuale e la coscienza nel campo delle informazioni è generale?

Risposta: Si, la tua coscienza è individuale fino a che tu non la metti in equilibrio  con il campo generale.

Domanda: Possiamo dire che il campo generale ispira una parte di sé, la sua immagine, in me?

Risposta: Assolutamente.

Domanda: Ha senso parlare della coscienza senza l’argomento di quella coscienza?

Risposta: No. In Kabbalah questo viene percepito diversamente. Secondo la saggezza della Kabbalah, ognuno di noi è un desiderio. Se costruiamo determinate contromisure a questo desiderio, poi allo stesso tempo ci alziamo al di sopra di esso al livello del campo che ci circonda. Poi, in base alla nostra somiglianza a quel campo, iniziamo a sentire e ad esplorare le sue intenzioni, i piani e le azioni che ci riguardano.

In questa misura una persona diventa intelligente e prima di questa consideriamo che esiste come una persona separata. Poi la sua coscienza è la coscienza di quel campo.

Domanda: Cioè, mente e coscienza sono concetti identici o c’è ancora una differenza?

Risposta: La ragione è molto più ridotta della coscienza perché è una coscienza processata in noi. Ci permette di eseguire certe azioni che ci conducono ad una coscienza più alta. Cioè, la mente è un meccanismo, un elemento ausiliario che ci aiuta a salire da un livello di coscienza a un altro.

 

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Dalla trasmissione di KabTV “Meeting with Kabbalah”, 1/03/2019

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Il destino dell’umanità

Lo scopo dell’uomo sulla terra è quello di raggiungere il prossimo livello della propria esistenza, al di sopra dell’egoismo. Vediamo che l’egoismo ci ha portato a un vicolo cieco.

Come raggiungere un nuovo livello? Questo ce lo insegna la  saggezza della Kabbalah, che ci dice che dobbiamo elevarci al di sopra di tutte le credenze, le religioni e le usanze. Ma io penso che durante questo periodo affronteremo dei seri cambiamenti.

Gradualmente, l’umanità si convincerà della necessità di raggiungere il livello successivo della propria esistenza. Ma sorge la domanda: “Come è più facile per noi ottenerlo, quando siamo in molti (miliardi) o in pochi (milioni)?”

Secondo la Kabbalah, non abbiamo il diritto di regolare la massa umana. Dobbiamo  impegnarci solo nel raggiungimento della forza superiore che ci controlla, per conoscerla, per entrare in contatto con essa. Questa forza è chiamata “natura“.

La natura integrale e globale non include solo  il nostro mondo, ma anche altre forme di esso che non conosciamo. Non possiamo ancora raggiungerle perché siamo  limitati dalla nostra visione del mondo e dai nostri sentimenti egoistici. Il raggiungimento dell’intero universo sarà l’obiettivo dell’esistenza dell’umanità.

Per farlo, abbiamo bisogno di molti individui che suddividono questo compito enorme e difficile in parti più piccole, in modo che  ciascuno  possa fare il suo lavoro, per poi mettere insieme tutti i pezzi.

Quindi, sono favorevole a non distruggere nessuno e a non pensarci neppure, ma solo a indirizzare le persone a cercare la forza superiore e diventare come essa – ognuno e tutti insieme.

 

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Dalla trasmissione di KabTV “Challenge of the XXI century”, 24/04/2019

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Annegando nei migranti

L’Europa sembra annegare in una nuova ondata di migranti provenienti dall’Africa.  L’Italia, la Spagna, e la Grecia stanno assistendo a un aumento del numero di migranti, nuove storie di barche di migranti che affondano e nuove storie di intere città e regioni europee che vengono “inondate” da migranti.

Se questa tendenza continua, tra alcuni anni, l’intera costa meridionale dell’Europa  diventerà musulmana.  Sarà sommersa di migranti, l’Islam prenderà il controllo, e la democrazia, proprio  l’ideologia che ha permesso ai migranti di stabilirsi in Europa, sarà un ricordo  del passato.

Non si fermerà nell’Europa meridionale. Nonostante una certa resistenza, lo stesso scenario si svilupperà  nell’Europa centrale e occidentale.  I musulmani arrivati lì dall’inizio dell’ondata nel 2015, e coloro che sono arrivati venti o trent’anni fa, hanno formato un comodo cuscino per i nuovi arrivati.  Non avranno bisogno di  cambiare la loro cultura, come fecero i primi immigrati arrivati in Europa una trentina di anni fa.  I nuovi immigrati si sentiranno molto a casa tra i loro compagni musulmani, e  i nativi  europei, sia laici che cristiani,  soccomberanno dalla conquista  dell’Europa da parte dei nuovi arrivati.

Purtroppo, il programma di istruzione  obbligatorio di cui ho scritto  anni fa, ad oggi non è  stato attuato e, di conseguenza, la situazione ora è ancora più disastrosa  di prima.  Tuttavia, c’è ancora tempo. L’unico modo per  l’Europa di  evitare una trasformazione in un continente musulmano è organizzare  un’educazione obbligatoria per tutti coloro che arrivano, prima del loro arrivo, e per tutti coloro che sono arrivati di recente. In questo modo, coloro  che sono riluttanti a cambiare non avranno il permesso di migrare e coloro che lo faranno, sapranno dove stanno arrivando  e come comportarsi   in accordo allo spirito europeo di democrazia e socialismo.

Un altro elemento fondamentale che deve pervadere il sistema educativo che l’Europa deve adottare, è il concetto di unità  dell’umanità.  Le persone devono capire che siamo interdipendenti, che un problema da qualsiasi parte è un problema dappertutto, come  ha dimostrato fin troppo bene il coronavirus  nell’ultimo anno e mezzo.

Oggi, capire la nostra responsabilità reciproca è la cosa più importante, dato che le nostre vite dipendono da questa comprensione.  Se le persone che vivono in aree di conflitto capiranno  che i conflitti tra di loro non saranno risolti dalla  guerra, che devono formare l’unità al di sopra delle loro differenze, ma senza eliminare quelle differenze, allora trascenderanno i problemi che affliggono il mondo attualmente.  Se non lo comprenderanno e continueranno a lottare tra di loro per imporre le proprie credenze sugli altri, tutto verrà demolito, perdenti e vincitori insieme.

In un sistema interdipendente dove tutto fa parte dell’intero, il benessere di una parte influenza  il  benessere dell’ intero tutto.  Pensate ad una palla piena d’ aria.  Finché è piena, ci si può giocare e divertire . Ma se ci dovesse essere un minuscolo buco, l’intera palla si sgonfierebbe, diventando completamente inutile.  Questo è  il modo in cui  dobbiamo pensare all’umanità.  Se gli Europei riusciranno  ad  imparare questa semplice verità, forse riusciranno a salvare la loro casa e diventare, di nuovo , un continente prospero.

Didascalia dell’immagine:
PA via Reuters Un gruppo di persone ritenute migranti è stato portato a Dover, nel Kent, a seguito di un incidente di una piccola barca nella Manica all’inizio di questa mattina. Data immagine: venerdì 28 maggio 2021.

Coscienza e soggettività del mondo

Commento: A proposito della definizione della conoscenza, lei ha detto che è un’immagine del campo di informazione che ci sta influenzando.

Risposta: Certamente, dopo tutto io sono un prodotto di questo campo. Viene prima, e io ne sono solo un derivato.

Fondamentalmente, chi sono io? Diciamo che tutto ciò che esiste nelle mie sensazioni è ciò che provo, ed è per questo che esiste. Senza di me non esisterebbe perché esiste solo in relazione a me. Si scopre che il mondo è assolutamente soggettivo. Quindi, parliamo di noi stessi come se fossimo solo coscienza e nient’altro.

Domanda: Allora possiamo dire che la mia coscienza lavora contro la coscienza rappresentata dal campo di informazione?

Risposta: In un certo senso, sì perché, alla fine, questo campo vuole che usiamo la coscienza che crea in noi per interagire con esso correttamente.

 

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Dalla trasmissione di KabTV “Meetings with Kabbalah”, 3/01/2019

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A cosa pensare ogni minuto

Domanda: Uno studente ha scritto: “Ho visto su Youtube il video ‘Come superare la vergogna?’ Mi dica lei, per favore, cosa dovrei fare? A causa del coronavirus, ho chiuso la mia attività e ho enormi debiti con le Banche; ho un appartamento in affitto e un bambino piccolo. Come posso non perdere il lato umano in me? Con stress, depressione, attacchi di panico e insonnia, come dovrei affrontare una situazione di vita difficile e temporanea? Lei in passato ha descritto accuratamente il mio stato d’animo.”

Risposta: Ti consiglio di spegnere il cervello, di agire in modo assolutamente meccanico, razionale. Ciò che la vita richiede da me oggi, lo devo fare, senza prestare attenzione a ciò che accadrà dopodomani e anche, forse, domani. La cosa principale è oggi! Cerca di comprendere correttamente le mie parole e poi capirai come dovrebbe essere realizzato il nostro mondo.

Non dovremmo pensare a domani o dopodomani, non dovremmo fare progetti per grandi cambiamenti. Dovremmo solo pensare a come in ogni momento possiamo essere utili a noi stessi e ai nostri cari, e se abbiamo la corretta comprensione del mondo futuro, forse in qualche modo condividiamolo con gli altri.

Senza invenzioni eccessivamente ragionevoli e filosofiche, mantienilo il più semplice possibile.

E così facendo vedrai un percorso tutto nuovo, lungo il quale puoi camminare tranquillamente, come in un parco, e nessuno ti disturberà. E se ti sembra che ti diano fastidio, approfondisci questo percorso. Vedrai come tutto si risolverà e farà spazio alla tua vita semplice. E così uscirai da tutti questi problemi.

L’importante è vivere senza complicazioni nel nostro tempo, in questa pandemia. E questo atteggiamento ti condurrà ai pensieri e alle azioni più sagge.

 

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Dalla trasmissione di KabTV “News with Michael Laitman”, 1/02/2021

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Nessun desiderio di figli: la Cina è un esempio

Di recente, la Cina ha innalzato il tetto delle nascite da due a tre in quella che ora definisce come “politica dei tre figli”.  Secondo un articolo di David Stanway e Tony Munroe pubblicato su Reuters, la ragione del cambiamento di politica è che “i dati recenti hanno mostrato un drammatico calo delle nascite”. Sebbene la Cina abbia annullato la sua politica del figlio unico nel 2016 e alzato il tetto a due figli, “non è riuscita a provocare un’impennata sostenuta delle nascite”, affermano gli autori. Ora, Pechino non solo ha alzato ancora una volta il limite, ma ha anche aggiunto vari incentivi per le coppie sposate  per incoraggiarle ad avere più figli.

Non credo che il tasso di natalità sia una questione di politica. I Cinesi, come la maggior parte dei popoli in tutto il mondo, desiderano sempre meno figli. L’umanità sta diventando sempre più egoista e le persone non trovano alcun piacere nel crescere figli che sanno li ignoreranno non appena potranno mantenersi da soli. Zhang Xinyu, una madre trentenne con un unico figlio, proveniente da Zhengzou, capitale della provincia Henan, ha articolato in maniera molto chiara il suo specifico pensiero: “Se guardo il quadro generale, realisticamente, non voglio un  secondo figlio. E il terzo è ancora più impossibile”.

Alla luce del nostro egocentrismo crescente, assisteremo a  un calo della popolazione mondiale. Personalmente non ci vedo nulla di male. La tecnologia compenserà la mancanza di manodopera e ci saranno meno bocche da sfamare e meno gente a popolare il pianeta già sovrappopolato.  Un secolo fa l’umanità era composta  da circa due miliardi di persone, ora si avvicina a otto miliardi. Non vedo alcun danno nel tornare a numeri più sostenibili.

Tuttavia, la domanda più importante non è quante persone ci sono nel mondo, ma cosa fanno qui.  Se le persone si odiano tra di loro, come succede attualmente, allora meno siamo e meglio è per tutti. Ma se c’è amore e unione tra le persone e le nazioni, possiamo accettare quante persone vogliamo e non sentire alcun sovraffollamento o mancanza. Pertanto, ciò che è importante è che iniziamo a investire non nel tasso di natalità, ma nel modificare dall’ostilità all’amicizia l’ atteggiamento di coloro che sono già qui.

Tutto ciò che sta succedendo ora, tensioni e pandemie, crisi e disordini, dovrebbe portarci ad una sola conclusione: dobbiamo partire dalla radice dei nostri problemi, le nostre relazioni.  Le leggi della natura dettano che dobbiamo agire in maniera integrale e integrata, proprio come la natura stessa. I nostri incessanti sforzi per distruggerci l’un l’altro economicamente, socialmente e anche fisicamente, ci mettono in contrasto con la natura.  Siamo all’opposto dell’ ambiente in cui viviamo, e quindi come possiamo pretendere di stare bene?  Un pesce fuor d’acqua può stare bene?  Possiamo aspettarci la sua sopravvivenza?

É proprio questo che stiamo facendo a noi stessi: stiamo vivendo in un ambiente interconnesso e interdipendente, eppure ci comportiamo come se fossimo esseri indipendenti e autosufficienti.  In uno stato tale, non possiamo stare bene qui, e a lungo termine, non sopravviveremo.

Siamo arrivati al punto, non solo in Cina, ma in tutto il mondo, di dover costruire le nostre connessioni come una rete interdipendente e interconnessa, proprio come il mondo che ci circonda.

Siamo troppo grandi e troppo influenti perché la natura possa tollerarci al nostro attuale livello di distruzione della sua struttura. Dato che siamo dentro la natura, e dato che è la natura che ci ha creati e che ci mantiene, se insistiamo nel combatterla  essa ci estirperà proprio come estirpa qualsiasi essere che è incompatibile con le sue leggi.

Pertanto, invece di preoccuparci della quantità delle persone, dovremmo preoccuparci della loro qualità, del livello della nostra connessione e della attenzione  reciproca.

Le diversificazioni all’interno di ognuno

Domanda: Nella Kabbalah esiste il concetto di luce superiore. Possiamo sapere se il campo generale dell’informazione forma tale energia?

Risposta: Puoi trovare delle analogie. Ma io non ridurrei il campo dell’informazione al livello fisico, che è o in  particelle o in onde, perché in questo modo abbassiamo tale livello e, soprattutto, tutto il livello della sua influenza.

Il campo dell’informazione non è diviso in parti e la persona che lo percepisce lo scompone  in base alla sua struttura. Il campo stesso è indivisibile. Esso porta l’intera informazione e tutte le influenze che noi  sentiamo provenire dal campo stesso.

In generale, possiamo dire che ogni cosa che percepiamo è informazione che poi sentiamo dentro di noi come un frammento della natura: piacevole, sgradevole, ecc. Vale a dire che tutte le differenziazioni hanno luogo all’interno di noi.

 

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Dalla trasmissione di KabTV “Meetings with Kabbalah”, 3/01/2019

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L’umanità ha mai conosciuto la verità?

Commento: Siamo entrati ora nell’era della post-verità, un’era fatta di miscredenza, sebbene questo non sia un fenomeno nuovo. Durante lo sviluppo umano, la storia di intere nazioni è stata inventata.

La società prima divora una sorta di storia immaginaria, e in seguito scopre che non era affatto così. E l’uomo, non sapendo a chi credere, non crede più a nessuno. Vede una sorta di evoluzione dell’umanità, ma non riesce a comprendere dov’è la verità.

La mia risposta: Non può capire perché l’umanità non è mai stata al livello della verità. La nostra natura primordiale è l’egoismo, che distorce completamente l’intero quadro: sia il nostro mondo interiore che quello circostante. Pertanto, non abbiamo mai conosciuto la verità.

Per un breve periodo di tempo la verità fu solo tra il popolo ebraico, dall’esodo dell’Egitto e dalla formazione del primo tempio fino alla cattività babilonese.  Allora videro la vera forma di se stessi e del mondo che li circondava.

Poi ci fu un declino graduale, che continuò fino al crollo del secondo tempio. E fu così che questo livello scomparve completamente.

Il vero mondo è la forza del bene, che di fatto controlla l’universo e riempie tutto lo spazio che ci circonda, e dentro a questa forza del bene noi rappresentiamo la forza egoistica ad essa opposta, e vediamo il mondo intero attraverso le sue proprietà.

Pertanto, non si può dire che l’umanità una volta conosceva la verità. Non c’è mai stata tranne che per un brevissimo periodo di tempo. Da allora, l’intera verità fu praticamente sepolta.

Quegli individui che vogliono davvero arrivarci devono prendere i libri kabbalistici e studiando seriamente, devono iniziare a lavorare su se stessi secondo questo metodo che correggerà le loro proprietà egoistiche in altruistiche.

Solo quando arriveranno  allo stato di “Ama il tuo prossimo come te stesso” saranno in grado di vedere l’immagine reale dell’intero universo, il Borè, la forza positiva che controlla questa immagine. Prima di ciò, è assolutamente tutto inutile.

Quindi, oggi la scienza si sta muovendo più verso il centro, verso la consapevolezza che ci siamo sbagliati. Ma io non posso offrirgli nulla se non studiare la Kabbalah e imparare la verità.

Le conclusioni degli scienziati sulla natura egoistica dell’uomo sono corrette. Ma non hanno i mezzi per aggiustarla, per superarla. Finché siamo nelle nostre proprietà egoistiche, altereremo tutti i nostri impulsi migliori, scientifici, culturali e altri risultati, a nostro discapito.

 

 

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Dalla trasmissione di KabTV “Challenges of the 21st century. Introduction”, 24/04/2019

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XXI Secolo: guardare alla radice del problema

Domanda: Il libro di Yuval Noah Harari 21 lezioni per il XXI Secolo parla delle sfide che l’umanità affronterà nei prossimi anni.

L’autore descrive queste sfide come disoccupazione di massa, sfide politiche e ambientali, armi nucleari, un cambio di valori, un’era di sfiducia o un’epoca post-verità, guerre di massa, un cambio dell’istruzione, e costante disorientamento nel futuro.

L’autore ritiene che le precedenti credenze sulle quali il mondo si è basato fino ai tempi recenti, siano già crollate, ma nulla è ancora giunto a sostituirle. Non comprendiamo dove andare, cosa fare, che abilità acquisire. Dove ci condurrà questo?

Risposta: Non considero queste sfide una minaccia diretta all’umanità poiché essa affronta un obiettivo comune, più serio: innalzarsi al di sopra della nostra natura che ci sta continuamente distruggendo.

Nel XX secolo, siamo passati attraverso ogni sorta di rivoluzioni tecniche e tecnologiche e due guerre mondiali, ma questo non ci salva. Abbiamo raggiunto informatizzazione e scoperte tecnologiche, ma persino ciò ci danneggia. Vediamo che il nostro egoismo sta semplicemente uccidendo l’umanità, sviluppando nuove élite, ed esse, come un’idra, divorano tutto intorno a loro.

Perciò dobbiamo guardare alla radice del problema. Possiamo cambiare le tecnologie sociali, politiche, non importa cosa, mille volte, ma dopo una certa speranza in qualche tipo di “panacea” di nuovo ci ritroviamo perdenti perché il nostro egoismo, come un serpente, conquista tutto e ci lascia con niente…

Perciò tutte le tecnologie e i progressi in qualsiasi settore ci porteranno alla delusione nel nostro sviluppo. Ci sembrava di poter rendere felice l’umanità, ricca dei frutti del nostro sviluppo, ma vediamo che, al contrario, essa si sente cadere sempre più in basso, affamata, ingiustamente divisa in paesi, nazioni e classi. Come risultato, ci troviamo di nuovo di fronte a una grande disillusione.

Perciò, dobbiamo cogliere il nostro obiettivo principale, la natura egoistica dell’uomo, e vedere come possiamo correggerla. Senza questo, tutti i principi o le cause delle nostre disgrazie non porteranno a nulla. Dobbiamo guardare esattamente alla radice.

 

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Dalla conversazione sull’argomento  “Challenges of the XXI century. Introduction”, 24/04/2019

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