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La sofferenza utile

Domanda: Come posso essere sicuro che la sofferenza mi spingerà verso il lavoro spirituale e non mi farà invece scappare via?

Risposta: Quello che conta è capire che esiste una sofferenza utile, che ci spinge verso lo scopo della creazione, ed esiste invece una sofferenza che noi semplicemente subiamo, ma che non porta alcun beneficio.

La sofferenza utile ci spinge ad immergerci nel gruppo sempre di più, ad essere in adesione con esso, ci spinge a costruire noi stessi. Proprio come quando guidiamo per andare da qualche parte e ci perdiamo, perché abbiamo preso una strada sbagliata, la sofferenza utile ci aiuta a trovare la strada giusta. Senza questi scossoni, non ci possiamo muovere correttamente.

Ci muoviamo sempre in base alle due linee: la destra e la sinistra, il piacere e la sofferenza.

Pertanto, la sofferenza giusta è quella che ci spinge avanti e ci indica sempre come muoverci correttamente.

Per esempio, lungo il suo percorso, un razzo in movimento assesta costantemente la propria rotta. Così anche noi dobbiamo monitorare il nostro cammino ed aggiustare la nostra traiettoria, a seconda del feedback negativo che ci corregge costantemente e ci tiene in rotta. Questa connessione è necessaria e non dovrebbe essere percepita come una sofferenza ma come una correzione indispensabile. Dobbiamo essere grati al Creatore che ci educa in questo modo.

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Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa, 18/11/2018

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