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Da dove vengono i nostri pensieri?

Domanda: Perché il Creatore mi dà la sensazione che i miei pensieri siano i miei pensieri e che i miei desideri siano i miei desideri?

Risposta: Lo fa perché tu possa rivelare che Egli è la fonte di tutti i tuoi pensieri e desideri, sia di quelli cattivi che di quelli buoni; di tutte le tue azioni, di tutto ciò che accade a te, intorno a te e al di fuori di te.

Ogni volta che ti capita di provare pensieri nuovi, li consideri come tuoi, ma non sono tuoi.

Spesso l’uomo si sorprende quando si rende conto che ciò che gli passa per la testa non sono i suoi pensieri. Ma da dove vengono? Si sono librati da qualche parte tra le nuvole e ora sono atterrati nella sua testa? E poi si trova a dire: “No, non l’ho pensato. Non intendevo dire questo”.

In un certo senso cerca di “controllarsi” perchè si rende conto che qualcosa in lui non va. Questi sono i problemi della nostra individualità e del modo in cui ci posizioniamo rispetto alla realtà.

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Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa, 02/09/2018

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Possiamo ritardare il giorno della nostra morte?

Domanda: Perché un evento naturale come la morte crea istintivamente tanta paura? Qual è la sua radice spirituale?

Risposta: La morte rappresenta la perdita, la disgregazione, l’annichilimento, perché non rimane più nulla. Una persona egoista è molto dispiaciuta di perdere la propria vita, anche se questa è stata per la maggior parte piena di sofferenze.

Se prendiamo in considerazione solo la quantità di piacere ottenuta durante la nostra vita, rispetto alla sofferenza, ovviamente non vale la pena vivere.

Tuttavia, per il nostro corpo animale, questo rappresenta una vera sfida.

Domanda: Come possiamo usare correttamente la paura della morte?

Risposta: Al momento abbiamo bisogno di avere paura della morte, cosicché, come dice la saggezza della Kabbalah, verremo spinti verso la possibilità di scegliere la vita vera. Quindi per conseguire la perfetta vita eterna, abbiamo bisogno di avere paura della morte.

Domanda: È possibile chiedere al Creatore di ritardare il giorno in cui moriremo, per consentirci di avanzare di più nel cammino spirituale?

Risposta: Questa non è la domanda corretta. Cerca di raggiungere la spiritualità anziché di annullare la morte.

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Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa, 07/10/2018

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New Life n.1082 – La tendenza al minimalismo

New Life n.1082 – La tendenza al minimalismo
Il Dott. Michael Laitman in una conversazione con Oren Levi e Tal Mandelbaum ben Moshe

Riepilogo
La vera ricchezza è eterna e non ha nulla a che fare con il farci regali a vicenda, ma con l’acquisire la capacità di amare gli altri. Il minimalismo esisteva anche nelle culture antiche, quando le persone preferivano liberarsi dei beni che le rendevano schiave. Le persone oggi sono sottoposte al lavaggio del cervello per indurle a credere che saranno più soddisfatte se compreranno sempre di più. Il genere umano sentirà un piacere illimitato solo cambiando il metodo di riempimento da ricezione a dazione. Mettere in pratica il vero minimalismo significa solo avere bisogno di relazioni umane amorevoli per sentirsi realizzati. Lo sviluppo della qualità della dazione e dell’amore richiede lavoro di gruppo secondo il metodo della saggezza della Kabbalah. Le persone imparano a limitare o a fare delle restrizioni sui pensieri che riguardano se stesse e a pensare di più al bene degli altri. Anche se continueremo ad avere proprietà e beni materiali, la nostra vitalità deriverà dall’apprezzamento per gli altri e dall’amore per il mondo intero.

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Dalla trasmissione di KabTV “New Life n.1082 – La tendenza al minimalismo”, 20/12/2018

Tutto si sistemerà nel livello del mondo superiore

Domanda: Se gli altri sono parte di me, allora cambiando gli altri sto cambiando le mie parti esteriori?

Risposta: Certamente. Però, pian piano, perderai la percezione di ciò che ti sta accadendo e non sentirai più chi stai cambiando, se loro oppure te stesso. Comincerai a connetterti con gli altri e poi tutto risulterà essere un insieme comune. Il Creatore connette tutti.

Domanda: Adesso siamo a lezione e ci sono ancora miliardi di persone là fuori nel mondo che fanno cose come lavorare, dormire, litigare, ecc. Ma noi non le sentiamo, allora come possiamo comportarci nei loro confronti?

Risposta: Avete bisogno di abituarvi a questo gradualmente ed allora la questione del tempo, dello spazio su molti livelli, e tutto quello che succede, scomparirà. Vedrete che questo non conta nulla e che tutto si sistemerà su un livello completamente differente.

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Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa, 02/09/2018

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Quando c’è la mancanza per la spiritualità…

Rabash, “L’Agenda dell’Assemblea – 1″, Articolo 17, Parte 2, 1984: ‘E successivamente ognuno deve comportarsi come nelle ultime tre parti della “Preghiera Diciotto”. In altre parole, dopo aver supplicato davanti al Creatore, Lo Zohar dice che nelle ultime tre parti della “Preghiera Diciotto”, l’uomo deve pensare come se il Creatore avesse già esaudito la sua richiesta e se ne fosse andato’.

Domanda: Perché Rabash traccia un’analogia tra la preghiera e l’assemblea della società?

Risposta: La Torah e tutti i testi autentici non sono destinati alle persone religiose, ma al nostro lavoro spirituale pratico.

Domanda: La preghiera è il programma delle azioni della persona nel gruppo?

Risposta: Certo. Per cos’altro credete che sia stata scritta? La preghiera è la crescita del desiderio che rivolgete al Creatore in modo che Egli vi dia tutto ciò che è necessario per il vostro lavoro spirituale. Se una persona non arriva alla preghiera significa che non ha questa necessità (Hissaron), non c’è senso di mancanza, forza per andare avanti, desiderio e fame di spiritualità.

Domanda: Tutto ciò che Rabash scrive sull’ordine dell’assemblea della società si verifica nello stesso luogo e nello stesso tempo?

Risposta: Non contano né la geografia, né il tempo. Tutto può accadere in momenti diversi, tra amici diversi.

Domanda: Si tratta di stati cumulativi?

Risposta: Sì, ma in ognuno di noi si accumulano arbitrariamente, non necessariamente nello stesso luogo e allo stesso tempo. Nella spiritualità questa non è una funzione rigida.

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Dalla trasmissione di KabTV “L’ultima generazione”, 13/06/2018

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I robot rappresentano il nostro futuro

Dalle News (Reuters): “Nel nuovo stabilimento dell’ABB (ABBN.S) in Cina, i robot costruiranno nuovi robot. Questo nuovo stabilimento che sorgerà a Shangai costerà 150 milioni di dollari e, secondo quanto sostenuto da un gruppo di ingegneri svizzeri, difenderà la posizione di ABB quale più grande produttore di robot industriali nel paese….

…“La Cina sta incrementando la propria forza lavoro robotizzata, visto che i salari delle risorse umane sono in crescita e la Cina sta cercando di competere, attraverso l’automazione, con gli altri paesi che lavorano a basso costo. Secondo le dichiarazioni di ABB, nel 2017 ogni 3 robot venduti, 1 è stato destinato al mercato cinese, che ne ha assorbiti ben 130.000.

La compagnia dichiarato che la nuova fabbrica da 75.000 metri quadrati di ABB userà programmi che permetteranno ai robot e agli umani di lavorare a stretto contatto, aggiungendo che i sui robot Yumi – che sono progettati per lavorare fianco a fianco con gli esseri umani – saranno anche usati per l’assemblaggio dei molti piccoli componenti che sono necessari per la costruzione di un robot ABB.

Domanda: Le persone, i giornalisti e gli scienziati sono preoccupati del fatto che il futuro sarà dominato dai robot! Come sarà il nostro futuro con i robot?

Risposta: Il nostro futuro si sta muovendo verso uno stato in cui le persone avranno come unica occupazione il lavoro spirituale. Ci occuperemo solo delle cose che i robot non possono fare, ossia la giusta connessione interiore e spirituale fra noi.

I robot si occuperanno di tutto il resto. In generale il nostro mondo sta gradualmente raggiungendo un punto nel quale tutti arriveremo alla spiritualità. Solo i robot rimarranno nella materia fisica. E in seguito spariranno anche loro.

All’inizio il nostro mondo si manifesterà gradualmente come un mondo di forze, di spiritualità, ed una rete di forze, non di materia fisica. La materia non esiste davvero. Possiamo già vedere questo nella fisica quantistica.

E quindi non c’è motivo di preoccuparsi per il fatto che i robot ci rimpiazzeranno. Al contrario, ci sforzeremo per assicurarci che tutto quello che facciamo sia trasferito ai robot, e noi faremo quello che loro non possono fare: il lavoro spirituale, unirci assieme e sperimentare il livello successivo dell’esistenza: il mondo spirituale.

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Dalla trasmissione di KabTV “Le notizie con Michael Laitman”, 28/11/2018

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Segreti e angeli

Domanda: Adam HaRishon scrisse un libro intitolato L’Angelo Segreto. La saggezza della Kabbalah viene definita scienza, ma questo libro parla di segreti e angeli?

Risposta: “Segreto” significa nascosto e niente di più. Ogni cosa che mi viene tenuta nascosta è per me un segreto e diventa realtà solo quando mi viene rivelata.

L’“Angelo” è una forza. Tutte le forze della Natura sono chiamate angeli. Ad esempio la forza di gravità: se qualcosa cade sul pavimento indica che la Terra produce una forza che attrae a sé. Questa forza è chiamata l’angelo dell’attrazione. “Angelo”, in ebraico la parola “Malach“ ha origine dalla parola “Malchut.” Noi chiamiamo angeli tutte le particolari caratteristiche di Malchut.

Domanda: Qual è la forza nascosta che Adam conseguì, e che è diversa dalle onde elettromagnetiche e dalla forza di gravità?

Risposta: Adam rivelò la forza della natura che governa l’intero universo, l’intera creazione, il nostro mondo e il mondo superiore. La chiamò Creatore, “Boreh”, che significa “Creatore”. Ovvero comprese che questa forza crea. Boreh, inoltre, significa “Bo” e “Reh”: vieni, scopri, vedi, rivela. Adam sperimentò tutto questo e lo descrisse nel libro L’Angelo Segreto.

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Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa, 16/09/2018

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Per chi è stato scritto Il libro dello Zohar?

“Saranno dolori per quelle persone che parlano della Torah intesa per raccontare storie letterali, e in parole ignoranti di Esau e Laban. Perché se questo fosse il caso, anche oggi potremmo trasformare parole ignoranti nella Torah, anche parole più belle di quelle usate allora. E se la Torah indicasse argomenti mondani, anche i governanti del mondo avrebbero tra loro cose migliori, quindi seguiamoli e trasformiamoli in una legge allo stesso modo. Tuttavia, tutte le parole della Torah hanno il significato più alto”. Il Libro dello Zohar con il Commentario Sulam, Parashat BeHaalotecha, 58.

È molto difficile spiegare Il Libro dello Zohar ai principianti. Si tratta di un libro completamente chiuso. I suoi testi sembrano essere letterari o storici, spesso spaventosi, mistici.

Quando iniziai a studiare con Rabash, mi venne proposto di studiare l’articolo “Prefazione alla Saggezza della Kabbalah” di Baal HaSulam, che è una delle introduzioni a Il Libro dello Zohar. Ma l’intero metodo, la tecnica del lavoro spirituale, è chiaramente descritto in esso nel linguaggio della saggezza della Kabbalah e non in quello dei sentimenti.

Il Libro dello Zohar non può essere usato come libro di testo, può essere usato solo come materiale per lezioni supplementari per persone che studiano seriamente la saggezza della Kabbalah.

Domanda: Quali segreti vi sono nascosti?

Risposta: È impossibile rivelare questi segreti a chi ha appena iniziato a studiare perché tutto risulterebbe comunque poco chiaro, poiché non ha ancora una mente aperta e capace di mettere insieme cose incomprensibili.

Il fatto è che chi inizia a studiare la saggezza della Kabbalah ha una normale psicologia terrena e deve lavorare su se stesso fino a quando la Luce comincia a cambiarlo un po’, e in accordo a questo percepirà diversamente la materia studiata.

Domanda: Allora perché è stato scritto Il Libro dello Zohar?

Risposta: In modo tale che voi abbiate qualcosa da studiare, in modo che possiate cambiare. E nella misura in cui cambiate, sentite come sta cambiando il mondo, che un tempo sembrava unilaterale, ma che ora vedrete come integrale.

Allora lo percepirete in modo completamente diverso: complementare, intercambiabile, come un tutt’uno comune. Tutta la natura inanimata, vegetale, animata e umana sarà percepita come un unico sistema.

Ma voi vivrete in essa. Non sarete in grado di cambiare qualcosa senza cambiare tutto il resto.

Il Libro dello Zohar è il commento alla Torah. Nella Torah, tutto ciò che riguarda il cammino di una singola persona così come di tutta l’umanità, è registrato dall’inizio alla fine. Solo colui che cambia secondo l’ascesa sui gradini spirituali consegue ciò che vi stato è scritto.

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Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa, 26/08/2018

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Un aiuto nel lavoro spirituale

Domanda: I mezzi virtuali di comunicazione al giorno d’oggi sono molto ben sviluppati. Ci sono stati rivelati in questo particolare momento storico perché l’ego è esploso così intensamente che non saremmo stati in grado di fare a meno di loro?

Risposta: Certamente. Attualmente abbiamo ogni tipo di dispositivi che ci permette di stare in costante comunicazione reciproca. Possiamo scriverci e-mail, inviare immagini, parlare; tutto ciò che vogliamo! Questo cancella le distanze.

Possiamo vedere i nostri amici, la nostra Decina, sul nostro telefono o sullo schermo del computer, e allo stesso tempo parlare con loro come se fossimo in una connessione fisica costante. In realtà, questa connessione è fisica perché la sentiamo come una connessione normale.

Pertanto, ora si presta molta attenzione alla qualità della comunicazione. La distanza non conta, tutto dipende da noi.

Certo, la cosa più importante è la comunicazione interiore, ma è insufficiente. Questa deve essere supportata dalla connessione fisica. Senza questo, non saremo in grado di produrre continuamente sforzi interiori.

Dobbiamo ascoltare, vedere e capire i nostri amici, ammirarli e invidiarli, e sentire tutto questo. Altrimenti, come possiamo accingerci a lavorare?

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Dalla trasmissione di KabTV “L’ultima generazione”, 27/06/2018

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Riepilogo
La natura umana è puro desiderio egoistico di ricevere. Amiamo ciò che ci piace e odiamo ciò che ci angoscia. L’ego cresce di giorno in giorno e noi siamo completamente presi dalle esperienze di amore e odio, di piacere e sofferenza. Quando le fonti che pensiamo dovrebbero arrecarci piacere si esauriscono diventando fonti di sofferenza, impariamo ad odiarle. Se una persona diventa fonte di tormento per me, non posso più godermi la vita finché lei esiste. Infliggere sofferenze all’“Io” di una persona la fa impazzire. Tutta la vita è solo un calcolo su quanto siamo disposti a soffrire allo scopo di ricevere qualcosa. L’immaginazione e la conoscenza umana espandono i confini dell’odio e dell’amore laddove le altre creature hanno solo istinti. Solo l’umanità gode del fatto che gli altri soffrano. Dobbiamo imparare a lavorare correttamente con l’odio e l’amore in modo da poterci elevare al di sopra di essi nella linea di mezzo.
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Dalla trasmissione di KabTV “New Life n.1078 – Perché proviamo tanto odio?”, 13/12/2018