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Analisi globale per il 2019: come tornare all’equilibrio

Il 2019 è appena iniziato e il mondo si trova su una grande altalena, ma il giro non è di quelli rilassanti, con gli uccellini che cinguettano allegramente intorno a noi mentre ci godiamo il movimento piacevole ed equilibrato che va avanti e indietro. Sembriamo piuttosto dei bambini su un grande dondolo che ha perso il suo equilibrio, e per questo non sappiamo come fare a scendere, socialmente ed economicamente.

La Francia sta affrontando i disordini peggiori e più violenti degli ultimi 50 anni, disordini che hanno cominciato a diffondersi in altri paesi dimostrando di avere il potenziale per una “Primavera europea”. Un incredibile 80% degli impiegati americani riferisce di vivere alla giornata, mentre il loro governo è semplicemente “chiuso per un periodo di tempo indefinito”. I mercati azionari di tutto il mondo hanno avuto il peggior Dicembre degli ultimi decenni e il Fondo Monetario Internazionale ha fatto la previsione pessimistica di un rallentamento globale.

Per goderci un piacevole giro sull’altalena, due forze opposte dovrebbero farci oscillare in egual misura da entrambe le direzioni. Che cosa sta squilibrando la nostra altalena?

Fino ai primi anni ’90, il mondo oscillava tra due forze opposte. La Russia voleva dimostrare al mondo la propria potenza e il proprio successo con il suo regime comunista, che fungeva da contrappeso degli Stati Uniti e dell’Europa. C’era un incentivo alla base per i regimi capitalistici di avere il maggior successo possibile, il che significava anche che dovevano funzionare meglio per tutti.

Infatti, 30 e persino 40 anni fa, possedere una casa e un’auto era più realizzabile per i lavoratori statunitensi di quanto lo sia oggi. Negli ultimi decenni i salari dei lavoratori statunitensi sono paradossalmente rimasti invariati, mentre la loro produttività è aumentata continuamente. Dove sono finiti tutti i profitti? I ricchi sono diventati esponenzialmente più ricchi.

Quando la Russia sovietica è crollata insieme alle sue speranze comuniste, è scomparsa la forza che serviva a bilanciare le ambizioni del Capitalismo. Parallelamente, per mezzo della natura, l’egoismo umano ha continuato a crescere e ad evolvere a un livello superiore. Di conseguenza il Capitalismo di oggi è drammaticamente diverso da quello di 30 anni fa e la disuguaglianza economica ha raggiunto proporzioni epiche.

Nel bel mezzo di questa situazione estrema è arrivato Donald Trump, il quale ha identificato la tendenza ed è stato in grado di toccare le corde giuste di milioni di Americani che si sentivano scoraggiati e privati anche di quel poco che avevano. Trump ha vinto la presidenza con l’obiettivo dichiarato di “bonificare la palude”, combattere i banchieri e la gente di Wall Street che fa soldi su soldi mentre la maggioranza delle masse è in difficoltà.

E c’è dell’altro, Trump sta lavorando per ridurre al minimo la sensibilità dell’America alle fluttuazioni globali limitando le connessioni con altre nazioni, anche innescando una guerra commerciale con la Cina, aumentando le tariffe, non cooperando con l’UE e il forum del G20, o anche con la sua ultima mossa di ritirare le proprie truppe dalla Siria.

Tuttavia, un’altra forza si sta configurando come il contrappeso perfetto nella situazione attuale, ed è l’inevitabile realtà dell’interdipendenza globale. Se in Europa, ad esempio, le cose continueranno a degenerare verso una crisi economica, anche il mondo precipiterà in una crisi. Inoltre, oggi, la maggior parte delle industrie è diventata molto più sensibile alla questione delle frontiere, facendo affidamento sulla libera circolazione dei capitali, delle materie prime, della conoscenza e della forza lavoro.

Tutti i paesi di oggi sono virtualmente collegati tra di loro attraverso l’importazione e l’esportazione. In altre parole il mondo è diventato un’economia globalmente interdipendente e, per estensione, una società globale. Questa interdipendenza è una forza della natura che cresce sempre più forte e più stretta senza che ce ne accorgiamo. Se questa forza ci si rivolterà contro, vivremo una crisi economica globale che ci butterà giù bruscamente dall’altalena.

Tuttavia, mentre siamo ancora sull’altalena, abbiamo l’opportunità di riportarla in equilibrio di nostra iniziativa. Per fare questo, non possiamo impedire all’ego umano di crescere, né possiamo fermare la nostra crescente interdipendenza. Dobbiamo, piuttosto, educare noi stessi a relazionarci con un mondo connesso e a cambiare di conseguenza i nostri valori. Questo significa che tutte le persone – dai ricchi magnati ai manifestanti nelle piazze – devono attraversare un cambiamento di consapevolezza e riconoscere che il nostro futuro è inevitabilmente connesso.

Quando aggiorneremo il livello di connessione umana, cominceremo anche a vedere come cambiare il paradigma socioeconomico. Per mantenere l’equilibrio devono essere presenti due forze opposte. Pertanto la mia speranza per il 2019 è che si inizi un enorme programma educativo globale, in modo da poter bilanciare il crescente ego con una connessione umana positiva. Allora potremo ambire ad un piacevole giro sull’altalena.

Benvenuto 2019!


Dalla mia pagina Facebook Michael Laitman 31/12/2018

Spero che il 2019 sarà un anno di rivoluzione nei cuori delle persone. Un anno in cui apriremo gli occhi e vedremo molto chiaramente che siamo schiacciati contro un grande muro, ma che noi abbiamo la capacità di fare le cose diversamente nel mondo: nutrire ogni essere umano, prenderci cura di ogni essere bisognoso, educare ogni bambino, garantire le necessità di base ad ogni famiglia, fornire sicurezza ad ogni paese e preservare il clima. L’ego umano raggiungerà il suo limite, e allora il cambiamento sembrerà molto semplice.

Ma solo quando gli ostacoli e le pressioni si intensificano, vediamo di non avere scelta e quindi riconosciamo la nostra natura egoistica malvagia, la forza separatrice e di divisione, della quale siamo tutti schiavi. Allora apriremo le nostre orecchie e gradualmente anche i nostri cuori e comprenderemo che non abbiamo davvero altra scelta che unirci.

Possa essere questo un buon anno, un anno in cui riconosceremo il male dentro di noi e ci connetteremo al bene.

Vi prego di guardare il mio video clip riguardo al 2018 con tanta speranza per il nuovo anno >>>>>>>>>

Perché l’umanità non ha nessuna conoscenza dello scopo della creazione?

Commento: Se una persona non legge Rabash o Baal HaSulam non saprà nulla in merito allo scopo della creazione. Sembra strano ma l’umanità ha fatto molti progressi e condotto molte inchieste, ma ancora non è arrivata a questa comprensione.

Mio commento: Questo perché la mente umana non è pronta. Le persone parlano della natura come di un organismo unico interconnesso, ma non possono adattarsi ad essa, perché sono diverse da lei. Non sono connesse integralmente con la natura e con la società, pertanto, non possono riuscirvi ognuno per conto proprio. Non hanno una mente integrale, né sensibilità o percezione integrale.

Sono invece caratterizzare da una percezione egoistica, una connessione egoistica con il resto del mondo: prendere, afferrare, approfittare. Non essendo connesse integralmente al mondo, sono separate dalla natura e permangono dentro se stesse. Pertanto è molto difficile comprendere, percepire e sentire la natura come qualcosa di integrale e olistico.

La Kabbalah inizia gradualmente a sviluppare dentro di noi una percezione integrale della realtà. Inoltre afferma che vediamo la realtà che noi stessi creiamo. Qui troviamo un contrasto con la psicologia moderna. Iniziamo a percepirci come un proiettore della realtà: voi create il mondo, voi lo descrivete.

Alla fine, risulta che non esiste nessuna realtà, tutto è dentro di noi. E finalmente comprendiamo che, in qualche modo, dobbiamo cambiare noi stessi per indagare la realtà. Raggiungiamo questa possibilità sviluppandoci, verso l’integralità. Allora cominciamo ad usare noi stessi come una macchina, come un laboratorio. In altre parole, cambiando le nostre qualità, sentiamo come cambia la realtà che percepiamo.

Voi la descrivete, voi la create e così vi convertite nei Creatori della vostra realtà, della vostra vita. Inoltre vediamo come tutte le persone, gli animali, il mondo vegetale e il mondo inanimato, includendo tutto il cosmo, sono una proiezione delle nostre qualità interiori: componenti inanimato, vegetale, animale e umano – la prima, la seconda, la terza e la quarta tappa del vostro egoismo.

Possiamo poi verificare se questa realtà è corretta, cioè se è connessa integralmente ad altre parti.

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Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa, 08/12/2018

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Annullare se stessi e sapere=Rivelare=Connettersi

Come possiamo raggiungere un’energia inesauribile?

Domanda: Qual è il bilancio energetico delle fonti d’energia sostenibile rispetto a quelle non rinnovabili? Le prime apportano più energia di quella necessaria per la loro produzione?

Risposta: Noi utilizziamo tutti i tipi di energia disponibili in natura, nella misura dell’uno o due per cento, con un massimo del 5% della loro possibile produttività. Per questo la usiamo in maniera egoistica.

Ma se trattassimo la natura in maniera altruistica, se potessimo lavorare con lei secondo lo stesso principio che lei usa con noi, in forma equilibrata, allora potremmo ricevere dalla natura il 100% del suo potenziale, in cambio del rapporto con la natura al 100%, al suo stesso livello.

La natura ci tratta in maniera altruistica e se noi ci relazionassimo con tutto il mondo, con tutta l’umanità, in maniera reciproca, con amore, secondo il principio “Ama il prossimo tuo come te stesso”, allora potremmo estrarre dalla natura molta più energia, potremmo arrivare all’equilibrio con la natura e non ci mancherebbe nulla.

Saremmo uniti in forma armonica e integrale con la natura e riceveremmo da essa una risposta positiva, al posto di una negativa. Oggi la natura condivide con noi in maniera restia, quasi obbligata a darci piccole porzioni delle sue fonti di energia.

Ciononostante, non appena raggiungeremo l’equilibrio con la natura, potremmo ricevere l’inestinguibile energia imposta in ogni atomo. Così, in sostanza, solo da questo dipende la correzione della metodologia esistente e la soluzione per il futuro.

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Dalla Tavola Rotonda delle Opinioni Indipendenti, Berlino, 09/09/2006

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La fonte di tutti i problemi dell’Universo
Aspirare ad un punto di equilibrio

New Life n.115 – Connessione ed evoluzione

New Life n.115 – Connessione ed evoluzione
Il Dott. Michael Laitman in una conversazione con Oren Levi e Nitzah Mazoz

 

Riepilogo

Il senso della vita è avere una connessione continua con l’ambiente e l’essenza dell’evoluzione è la spinta alla crescita. La natura ha cominciato a sviluppare il desiderio di esistere da una singola scintilla, e da allora è sempre stata connessa. Oggigiorno gli studiosi hanno cominciato a dimostrare che le piante sono in connessione e che inoltre comunicano attraverso una rete. Il mondo animato si sviluppa attraverso professionalità e cooperazione. Tutto il mondo minerale, vegetale e animale è connesso in un unico sistema integrato ed intelligente che si gestisce autonomamente e si sviluppa nel tempo. Gli esseri umani sono le creature più dipendenti nell’ambiente e sono in continua lotta con esso. Per migliorare la nostra vita dobbiamo capire la natura umana e le forze che influenzano il nostro mondo. Abbiamo raggiunto il culmine dell’evoluzione iniziata con il Big Bang e abbiamo bisogno di una buona fonte di illuminazione per il futuro.
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Dalla trasmissione di KabTV “New Life n.115 –Connessione ed evoluzione”, 23/12/2012

Da The Times Of Israel: “Come reindirizzare l’antisemitismo emerso dalle proteste dei Gilet Gialli”

The Times of Israel ha pubblicato il mio nuovo articolo “Come reindirizzare l’antisemitismo emerso nelle proteste dei Gilet Gialli

Quello che è iniziato come un movimento contro gli aumenti delle tasse sul carburante ha rapidamente alimentato la fiamma dell’antisemitismo già presente in Francia. gli slogan sui cartelli e i manifestanti nelle strade dichiarano e urlano: “Macron è la puttana degli ebrei, un burattino”. Nelle ultime settimane l’opposizione al presidente Emmanuel Macron da parte degli attivisti soprannominati “Gilet Gialli” ha scosso il paese.

Di chi è la colpa quando le cose vanno male? Naturalmente degli ebrei. Sebbene le turbolenze sociali e il clamore avrebbero potuto essere fermati dalle concessioni offerte dal governo francese, le proteste hanno portato in superficie i sentimenti antisemiti profondamente radicati che si diffondono attraverso i social media. Sul web, infatti, circolano dei video che dichiarano che “Il vero nemico sono gli ebrei“, e affermano che “I responsabili dell’abbassamento delle tasse sui ricchi e dell’intera situazione finanziaria” sono gli ebrei.

Com’è possibile che, in una protesta contro le misure economiche e l’abbassamento del tenore di vita in Francia, gli ebrei possano diventare il punto focale per espressioni di odio e di antisemitismo da parte dei manifestanti? Indipendentemente dalle rivolte, secondo un recente sondaggio dell’Unione Europea, circa il 95% degli ebrei francesi sono “molto preoccupati” per l’antisemitismo nel loro paese. La grande domanda è: qual è la causa che porta dimostranti, attivisti sociali e molte celebrità francesi a trasformare gli ebrei francesi nei loro sacchi da boxe?

La risposta a questa domanda preoccupante arriva dai nostri saggi del Talmud. Com’è scritto: “Nessuna calamità arriva nel mondo se non per Israele” (Talmud Bavli, Yevamot). “Questo significa, come è scritto nelle correzioni di cui sopra, che essi [il popolo di Israele] causano povertà, rovina, rapine, uccisione e distruzione in tutto il mondo” (Rav Yehuda Ashlag [Baal HaSulam], “Introduzione a Il Libro dello Zohar”).

Il fattore determinante nell’equazione è la sofferenza che sentono una persona o un’intera nazione. Se il dolore è tollerabile, allora ci sono molti modi per affrontarlo. Tuttavia, se il dolore aumenta oltre i limiti della sopportazione, le masse scendono in piazza a manifestare. Quando la sofferenza supera tutti i limiti di sopportazione, comincia a crescere un senso di odio bruciante che diventa acutamente focalizzato e velenosamente diretto contro gli ebrei. Agli occhi delle nazioni del mondo, il popolo ebraico viene percepito come avido manipolatore che merita un triste destino.

Alla luce dell’attuale situazione in Francia, all’interno della comunità ebraica vi è un senso di incertezza sul modo migliore di rispondere. Come è stato annunciato, alcune sinagoghe e centri comunitari verranno temporaneamente chiusi come misura di sicurezza e intere famiglie stanno considerando di emigrare in Israele. Nulla di tutto ciò risolverà comunque la situazione. Inoltre non importa se i manifestanti francesi riceveranno da Macron tutti i fondi del mondo, comprese delle vacanze in Costa Azzurra, l’odio rimarrà per sempre nei loro cuori. Forse per un po’ si riuscirà a placare le fiamme dell’odio, ma sarà solo una questione di tempo prima che scoppi il prossimo incendio. La prova di ciò si può vedere nel fatto che i ricchi della Francia non mancano di mezzi, eppure molti di loro sono chiaramente persone che odiano gli ebrei.

Baal HaSulam spiega così questo fenomeno: “È un dato di fatto che Israele è odiato da tutte le nazioni, che sia per motivi religiosi, razziali, capitalistici, comunisti o cosmopoliti, ecc. È così perché l’odio precede tutte le ragioni e ognuna di esse si limita a risolvere il suo odio secondo la sua stessa psicologia” (Gli Scritti dell’Ultima Generazione).

Questo odio è in realtà l’espressione di una potente forza nella natura che dobbiamo comprendere. Secondo la saggezza della Kabbalah, due forze opposte fanno funzionare tutta la nostra realtà: il positivo e il negativo, la forza di dare e la forza di ricevere, la forza della connessione e la forza della separazione. Negli esseri umani queste forze sono egoismo e altruismo.

La forza negativa appena menzionata cresce in noi costantemente e quando le è permesso di scoppiare, senza alcuna inibizione, si manifesta come eccessivo amor proprio che separa gli esseri umani e suscita l’odio per l’altro. L’unica forza che può frenare e usare questa natura egoistica senza annullarla è la forza positiva della natura, una forza che può elevarci al di sopra di tutte le nostre divisioni e contraddizioni in un sistema ben oliato che opera armoniosamente.

Da dove proviene questa forza positiva decisiva? Dove può essere trovata? Può essere trovata tra gli ebrei stessi.

Baal HaSulam scrisse nell’articolo “L’Arvut“: “La nazione israeliana era stata costruita come una sorta di porta attraverso la quale le scintille di purezza avrebbero brillato su tutta la razza umana di tutto il mondo … fino a quando si sarebbe sviluppata al punto in cui poter comprendere la piacevolezza e la serenità che si trovano nell’essenza dell’amore per gli altri”. L’intera razza umana fa parte di quella rete che contiene tutta la realtà, come un unico sistema in cui tutte le sue parti dipendono l’una dall’altra. Quando gli ebrei si avvicinano tra loro, essi agiscono come “condotti” attraverso i quali una forza positiva e unificante fluisce nel mondo. Questa forza di armonizzazione ha la capacità di diffondersi su tutta la rete. In breve, questa forza operata dagli ebrei diventerà “Una luce per le nazioni”.

Ma quando il mondo invece non sente questa forza unificante, la gente sprofonda nella forza separatrice. Il potere negativo creato tra loro viene inconsciamente percepito e associato agli ebrei. Poiché il potere di connessione degli ebrei giace dormiente e sigillato poiché essi sono invece assorti nei propri interessi, le nazioni del mondo – e nel caso specifico la nazione francese – sentono istintivamente che gli ebrei sono colpevoli di tutti i mali e gridano che “I veri nemici sono gli ebrei”.

Perché ora stiamo osservando questo fenomeno tra i francesi? Accade perché sono un popolo altamente sviluppato. In altre parole, la forza negativa dell’interesse personale opera in loro più intensamente, e questo è ciò che li motiva a scendere in strada a chiedere il cambiamento, portando, dentro di sé, il desiderio nascosto per la realizzazione che questo cambiamento arrivi dagli ebrei. Le proteste dei Gilet Gialli sono solo l’onda di un intero tsunami di proteste che potrebbe spazzare i popoli dell’Europa e del resto del mondo. Di giorno in giorno assistiamo all’intensificazione della forza negativa all’interno della rete della natura che induce le persone a comportarsi in modo più egoistico e a diventare più esigenti riguardo al loro futuro. Se lasceremo prevalere questo potere negativo, sentiremo sempre più frequentemente notizie di estremo terrore, come l’attacco mortale ad un mercatino, che non è accaduto casualmente a Strasburgo, sede del Parlamento Europeo.

Così, proprio come la rivoluzione francese del 1789 annunciò un periodo di turbolenze e cambiamenti di potere nella storia francese, così oggi i francesi potrebbero essere destinati a provocare una nuova rivoluzione sociale di unione e amore, rivolgendo tutte le loro energie e la loro rabbia verso di ebrei di Francia e di altri paesi per costringerli ad unirsi. La forza positiva è impressa nella memoria genetica ebraica e possiede il metodo collaudato per connettere tutta l’umanità: la saggezza della Kabbalah. Pertanto, anche il più piccolo sforzo da parte di tutti gli ebrei del mondo ad unirsi nell’amore fraterno attiverà la forza positiva che potrà fluire e diffondersi in tutto il mondo, per calmare tutte le ondate di rabbia nelle strade e portare uno spirito positivo di pace e fratellanza a tutta l’umanità.

Da Thrive Global: “Qual è l’autentica fonte della felicità?”

Thrive Global ha pubblicato il mio nuovo articolo: “Qual è l’autentica fonte della felicità?

La Kabbalah è il metodo che insegna come creare una società positivamente connessa di individui felici, in equilibrio con la natura.

Tutti vogliono essere felici. Ci sono miriadi di interpretazioni di cosa sia la felicità, di come essere felici, di quale sia la fonte della felicità, e certamente, se potessimo individuare la vera fonte della felicità, allora potremmo confidare in uno scopo a cui aspirare.

In questa analisi sull’autentica fonte della felicità, osserveremo:

  • se esiste una cosa come la vera fonte della felicità,
  • se la felicità è soggettiva e relativa ad ogni persona o se ci può essere una fonte di felicità comune per tutti,
  • i ruoli che la società e i suoi valori ricoprono riguardo alla nostra felicità,
  • cosa ci impedisce di essere sempre felici,
  • il ruolo svolto dalla natura umana sulla nostra felicità,
  • definire l’autentica fonte della felicità e il tipo di trasformazione necessaria per provarla.

Esiste una vera fonte di felicità?

La felicità è soggettiva e relativa a ciascuna persona o ci può essere una fonte di felicità comune a tutti?

Per trovare risposta a queste domande è importante considerarci come una specie sociale, vedere le nostre vite connesse agli altri e comprendere che la qualità delle nostre connessioni influenza le nostre opinioni e le sensazioni di felicità.

Il fatto che siamo una specie sociale ci differenzia dagli animali. Siamo plasmati e influenzati dall’ambiente circostante in ogni momento della vita. Il luogo dove siamo nati, dove siamo cresciuti, le nostre famiglie, le scuole, gli amici, i colleghi di lavoro, come la nostra cultura e i mezzi di comunicazione che assorbiamo e ci coinvolgono, tutto influenza la definizione di felicità, di come possiamo raggiungerla e di cosa possiamo fare a questo proposito.

Molti studi sulla felicità hanno già confermato che una società positivamente connessa e solidale fornisce ai suoi membri le basi per la felicità. Una base sociale in cui ciascuno tende all’altro -ricevendo tanto quanto è necessario ad ogni individuo e lavorando a beneficio di tutti – è un assetto ottimale per la felicità di ognuno.

Cosa interferisce con la nostra felicità?

Il problema è che dove c’è la società, ci sono i desideri sociali, cioè desiderio di denaro, onore, rispetto, fama, controllo, potere e conoscenza. Il perseguimento individuale di tali desideri a spese degli altri interferisce con la nostra felicità. Per esempio, se una persona vuole diventare ricca, potente o famosa, deve lottare di continuo per superare gli altri, costruendo la ricerca di tali obiettivi sul danneggiare o rovinare il benessere, il potere o la fama degli altri.

Inoltre, la natura umana, che è desiderio di ricevere, funziona in modo tale che quando otteniamo qualcosa, il nostro desiderio per quella fonte di soddisfazione si estingue col riceverla e, al suo posto, si affaccia un nuovo desiderio. Questo modus operandi della natura umana ci rende costantemente insoddisfatti e bramosi.

Questa formula con cui viviamo, ovvero la ricerca della felicità a spese degli altri unita alla costante insoddisfazione insita nella natura umana, è l’antitesi della felicità. Si può concludere quindi che se le fonti della felicità restano quelle della ricerca di piacere individuale a spese degli altri non sperimenteremo mai una forma di felicità duratura e florida. Saremo afflitti dal fatto che i nostri desideri si svuotano continuamente e sopporteremo una crescente insoddisfazione finché finiremo per disperarci nel tentativo di farci strada nella società, con motivazioni competitive e individualistiche.

“Per ogni nazione è un dovere essere fortemente unita all’interno, così tutti gli individui che la compongono sono legati l’uno all’altro da un amore istintivo. Inoltre, ogni individuo dovrebbe sentire che la felicità della nazione è la sua felicità, e la decadenza della nazione è la sua decadenza… Significa che le persone di quella nazione che sentono quell’armonia, sono quelle che fanno la nazione, e la misura della felicità della nazione e la stabilità sono misurate dalle loro qualità”.
– Il kabbalista Yehuda Ashlag, La Nazione.

Oggi l’opinione pubblica venera la rivalità e il successo individuale. In altri termini, se eserciti la concorrenza per avere successo come individuo, sei visto con rispetto. Si tratta di un sintomo intrecciato dei valori individualistici-competitivi con i quali siamo cresciuti, nelle scuole e nelle università, attraverso i film, la musica, i media, gli show televisivi, i dibattiti su Internet con cui ci confrontiamo abitualmente. Pertanto, se cerchiamo un’autentica fonte di felicità, dobbiamo prima supporre che non cambierà nulla se la nostra natura umana egoistica continua ad assorbire l’influenza sociale che alimenta la sua direzione egoistica a spese degli altri.

Anche se definissimo la vera fonte della felicità in modo che possa soddisfare tutti, ossia un’illimitata forma di piacere che ci soddisfa quando ci impegniamo nel dare e ci connettiamo positivamente agli altri, non sperimenteremmo tuttavia una felicità duratura se la società nel suo insieme non riuscirà a dare priorità ai valori di dazione, gentilezza, altruismo e connessione positiva al di sopra dei valori attuali competitivi e individualistici.

Cosa aumenterà la consapevolezza di una vera fonte di felicità?

L’aumento delle disgrazie e dei problemi nella società umana svolgerà il suo ruolo di sensibilizzazione sul perché non riusciamo a raggiungere una forma di felicità autentica e duratura. Nella saggezza della Kabbalah, questo stato è chiamato “il riconoscimento del male”. Ciò significa che i problemi e le crisi si accumuleranno finché non vedremo che per quanto vogliamo avere una vita felice e armoniosa, non ci riusciremo e, inoltre, la situazione peggiorerà. Infine, realizzeremo che la soluzione è un cambiamento radicale dei nostri valori: dai valori competitivi, individualistici ed egoistici, ai valori altruistici di cooperazione e connessione; oltre a questo, le istituzioni educative e i media che inculcano i valori nelle nostre vite, dovranno farsi carico di maggiore responsabilità in tale trasformazione.

La sola presenza della scienza della felicità e della psicologia positiva in un’epoca in cui la depressione è aumentata fino a diventare la malattia più diffusa del mondo, mostra un chiaro esempio di come, appena le sofferenze aumentano, cerchiamo di contrastarle con un antidoto.

In questa stessa epoca gli autori de Il Libro dello Zohar , così come il più noto dei kabbalisti del 20° secolo, Yehuda Ashlag (Baal HaSulam) affermarono che sarebbe stata rivelata l’autentica saggezza della Kabbalah e sarebbe stata accessibile a tutti, come metodo per guidare la società verso i tipi di connessioni positive che possono rendere tutti felici.

La Kabbalah è il metodo che insegna come creare una società positivamente connessa di individui felici, in equilibrio con la natura. Lo fa guidando gli studenti attraverso un processo di sperimentazione nella connessione con gli altri allo scopo di attirare la forza di connessione insita nella natura, che ha il potere di cambiarci per renderci più premurosi l’uno con l’altro. Quindi, ogni essere umano imparerà a desiderare non solo di realizzare la propria felicità, ma anche quella degli altri. Una società umana armoniosa sarà perciò costruita per garantire la felicità di ogni individuo.

Medium: “Come mai i giovani d’oggi sono meno attivi sessualmente?”

Medium ha pubblicato il mio nuovo articolo: “Come mai i giovani d’oggi sono meno attivi sessualmente?

Le giovani generazioni vivono nell’epoca più permissiva: usano app dove possono trovare sesso occasionale, hanno la pillola del giorno dopo, il sexting (ossia l’invio di testi o immagini sessualmente esplicite tramite Internet o telefono cellulare) è diventato un comportamento normale e la nostra cultura non è mai stata più aperta alle relazioni sessuali tra giovani adulti. Eppure il sesso è in declino soprattutto tra le giovani generazioni.

La rivista Atlantic la definisce una “Sex Recession” e ha dedicato il numero di Dicembre 2018 all’esplorazione dell’argomento. Un articolo di 12.665 parole cerca di capire le ragioni principali del fenomeno, come ad esempio un sovraccarico di intrattenimento online abbia causato un calo del desiderio di intimità sessuale, l’uso frequente di app di appuntamenti che ha reso il flirt negli spazi pubblici meno accettabile, la depressione, l’ansia, la bassa autostima e la privazione del sonno che sono stati tutti identificati come motivi per reprimere il desiderio di fare sesso.

A questo si aggiungono gli alti tassi di visualizzazione del porno, il movimento #Metoo che ha reso gli uomini più ansiosi e meno spontanei nell’approcciare le donne, la paura crescente delle donne di essere sfruttate, le differenze di genere che diventano meno evidenti, l’accettazione sociale del matrimonio verso l’età dei quaranta, la tendenza a vivere con i propri genitori per convenienza economica ed evitare di avere figli, ed ecco che avete una serie di condizioni che hanno contribuito ad un calo rilevante dell’attività sessuale negli ultimi due decenni.

Ma invece di vedere il declino dell’attività sessuale come un semplice problema, dobbiamo vederlo come un fenomeno evolutivo che si sta verificando nella razza umana.

Alla deriva con la crescita del nostro Ego

L’ego è la forza trainante dell’evoluzione umana. È l’inclinazione naturale che differenzia l’essere umano dal mondo animale. Man mano che l’ego umano si evolve, spinge gli umani a concentrarsi maggiormente sui loro bisogni e desideri individuali chiedendo una convenienza sempre maggiore per permettere ad un individuo di creare connessioni con gli altri. Oggi, però, l’ego umano ha raggiunto un picco per cui è volto a minimizzare ogni impegno verso gli altri, anche quando si tratta di attività sessuale.

La crescita dell’ego è la ragione fondamentale alla base del declino dell’attività sessuale e ha importanti implicazioni nella società umana. Mentre il declino del sesso è evidente in superficie, il declino meno apparente sta avvenendo nella spinta alla base del corteggiamento tra i sessi. L’impulso di compiacere l’altro, di mostrare il nostro affetto nei confronti dell’altro e di creare un genuino interesse verso l’altro nei nostri confronti, tutto questo ha perso ogni importanza. Di conseguenza stiamo perdendo una passione fondamentale per la vita ed un combustibile significativo per l’attività umana.

Ogni essere umano ha un forte bisogno di attenzioni. Gli uomini, per esempio, vogliono istintivamente impressionare le donne, e questo dà forma a molti dei loro pensieri e azioni, con o senza la loro consapevolezza. Le donne, d’altra parte, hanno bisogno di un’attenzione diretta da parte degli uomini, che può essere espressa attraverso un complimento o un certo gesto fatto per amor loro.

Tuttavia, poiché il nostro egoismo è cresciuto e ha ampliato le distanze tra noi, anche la cultura umana si adatta, rendendo più conveniente per i sessi evitare di corteggiarsi reciprocamente e “arrivare dritti al punto”. Ma non solo finiamo per essere meno sessualmente attivi, stiamo anche intorpidendo l’interazione reciproca tra i sessi.

Maschio e femmina sono forze complementari della natura

Se “corteggiare” fosse il primo corso da insegnare di nuovo ai nostri figli a scuola, allora “ballare” sarebbe la prima lezione del corso.

L’intera natura esiste in una danza armoniosa tra i suoi elementi maschili e femminili – che siano più e meno, sperma e uovo, elettrone e protone, defluire e rifluire – le due parti opposte della creazione assumono continuamente nuove forme e creano nuovi livelli di vita.

Il movimento reciproco tra maschio e femmina è dove risiede la mente della natura. Se acquisiamo questa mente, riconosceremo i ruoli unici e naturali di entrambi i sessi, che sono profondamente radicati nella nostra biologia, che accadono nella nostra fisiologia e si esprimono nella nostra psicologia. Mentre è certamente possibile sfumare le differenze tra i sessi, è però impossibile eliminarle.

Inoltre, confondere le differenze tra maschio e femmina a livello socio-culturale disturba la nostra percezione della realtà. Proprio come i contrasti tra oscurità e luce, fame e sazietà, amaro e dolce, ecc. creano significato nelle nostre vite e costruiscono la nostra cognizione, il contrasto tra i sessi a livello umano è di fondamentale importanza per la nostra capacità analitica ed il modo in cui decifriamo la realtà.

Se continuiamo ad andare alla deriva con la crescita del nostro ego, senza lavorare coscientemente sulla connessione umana, potremmo trovarci in un futuro in cui i bambini vengono principalmente creati in laboratorio, le persone sviluppano relazioni principalmente con i robot, e la connessione umana gradualmente svanirà.

Il declino dell’attività sessuale indica una crisi evolutiva progettata per condurci verso la prossima mossa nella nostra danza con la natura. Le componenti maschili e femminili dell’umanità devono evolversi nella loro connessione per trovare un nuovo, più profondo, legame spirituale che è necessario per mantenere l’equilibrio nella società umana, non solo tra le persone, ma anche con l’intera natura.

Mentre gli animali mantengono il loro equilibrio per istinto, noi umani dobbiamo farlo coscientemente.

Abbiamo bisogno, pertanto, di educazione per sostenere e guidare la nostra trasformazione spirituale.
Poiché stiamo iniziando a salire verso un nuovo livello di connessione umana, non avremo bisogno di sfumare le nostre differenze perché vedremo come esse si fondono per creare armonia, come le nostre qualità uniche siano complementari l’una all’altra, proprio come succede nel resto della natura.

Questa è la connessione che manca a tutti noi. Le donne tendono ad essere naturalmente più sensibili a questo, ma anche gli uomini hanno lo stesso bisogno interiore per l’unione spirituale che la natura ha in serbo per noi. Come scrive Il Libro dello Zohar: “L’umano è l’inclusione di maschio e femmina, e il mondo non può essere costruito se maschio e femmina non sono entrambi presenti”. Scoprire la nostra connessione spirituale ristabilirà l’equilibrio tra maschio e femmina a tutti i livelli, compresa l’attività sessuale.

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New Life n.1045 – La chiave per l’efficienza nelle nostre vite


New Life n.1045 – La chiave per l’efficienza nelle nostre vite
Il Dott. Michael Laitman in una conversazione con Oren Levi e Tal Mandelbaum ben Moshe

Riepilogo

Perdiamo tempo nella vita quando fluttuiamo dietro al desiderio egoistico del nostro corpo che vuole solo riposare come un gatto sdraiato al sole. In questo modo, ci sforziamo di essere efficaci ed efficienti perché questo soddisfa il nostro ego. I kabbalisti usano il loro tempo in modo efficace perché è importante per loro correggere il mondo e connettere l’umanità. Hanno obiettivi intenzionali, importanti e personali, nonché un ambiente favorevole in cui raggiungere i propri obiettivi. Non seguono automaticamente la maggioranza della gente, oppure mirano ad essere accettati dalla società principale. Possiamo raggiungere un’effettiva auto-realizzazione senza tensione cambiando i nostri atteggiamenti dall’odio verso gli altri all’amore, e dalla lotta alla connessione.

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Dalla trasmissione di KabTV “New Life n.1045 – La chiave per l’efficienza nelle nostre vite”, 31/07/2018

Medium “Le scuse del primo ministro canadese Trudeau agli ebrei tedeschi arrivano mentre l’antisemitismo negli Stati Uniti e in Canada è all’apice”

Il mio articolo su Medium: “Le scuse del primo ministro canadese Trudeau agli ebrei tedeschi arrivano mentre l’antisemitismo negli Stati Uniti e in Canada è all’apice

Il Primo Ministro canadese Trudeau incontra la superstite dell’MS St. Louis, Ana Maria Gordon, a Ottawa (Reuters)

Il 7 giugno 1939, mentre cercavano di sfuggire alle atrocità della Germania nazista, a circa 900 rifugiati ebrei a bordo del transatlantico MS St.Louis, fu negato l’ingresso in Canada. Era una delle tante richieste di asilo respinte dal continente nordamericano e il transatlantico dovette riportare i passeggeri in porti sicuri di quattro paesi europei. Sfortunatamente, 254 di questi morirono, in seguito, nell’Olocausto.

Stavano fuggendo dalla persecuzione che era stata attivata in Germania da una serie di eventi che avevano messo in pericolo la vita degli Ebrei: l’ascesa di Adolf Hitler e del Terzo Reich, le leggi discriminatorie contro i cittadini ebrei, le leggi di Norimberga e le rivolte Kristallnacht dei nazisti nel 1938. Durante i pogrom in Germania e in Austria, più di 90 Ebrei furono uccisi, centinaia di sinagoghe furono incendiate e circa 30.000 Ebrei furono arrestati e mandati nei campi di sterminio.

L’MS St. Louis salpò il 13 maggio 1939. Il transatlantico di lusso partì da Amburgo, in Germania, e arrivò a Cuba, scalo intermedio per gli Stati Uniti. Ma il governo cubano non permise ai passeggeri di sbarcare e bloccò la nave nel porto per giorni. Le autorità rifiutarono di accettare i rifugiati stranieri nonostante possedessero visti legali acquisiti in precedenza. L’aumento dell’antisemitismo e le recenti modifiche ai regolamenti sull’immigrazione a Cuba non consentirono il loro ingresso.

Dopo il rifiuto di Cuba, il transatlantico navigò verso la costa della Florida in cerca di asilo, ma il presidente Franklin D. Roosevelt negò l’appello. Il governo sostenne che i profughi a bordo dovevano attendere il proprio turno nella lunga fila di richiedenti asilo, come chiunque altro. Dopo il rifiuto l’MS St. Louis ripartì per l’ Europa.

Consapevole dell’emergenza umanitaria, un gruppo di canadesi tentò invano di convincere il proprio governo a dare rifugio ai profughi. La risposta ufficiale fu che “Nessun paese può aprire le proprie porte con una ampiezza tale da accogliere le centinaia di migliaia di Ebrei che vogliono lasciare l’Europa”.

Il transatlantico proseguì poi il suo corso per il Vecchio Continente, attraccò in Belgio, e da lì i passeggeri furono dispersi in Francia, nei Paesi Bassi e nel Regno Unito. Ma durante la seconda guerra mondiale, molti dei paesi caddero sotto il controllo nazista, rimettendo i rifugiati in pericolo. Molti di loro sono sopravvissuti, ma centinaia furono inviati nei campi di concentramento e sono morti.

“Ci scusiamo con i 907 Ebrei tedeschi a bordo dell’MS St. Louis e con le loro famiglie”, ha detto recentemente il Primo Ministro canadese Justin Trudeau alla Camera dei Comuni. “Abbiamo usato le nostre leggi per mascherare il nostro antisemitismo, la nostra antipatia e il nostro risentimento”. Ha aggiunto: “Siamo spiacenti per l’insensibilità della risposta del Canada. E ci dispiace per non esserci scusati prima”.

Il “mea culpa” di Trudeau arriva nel momento in cui l’antisemitismo è in crescita a livello globale e Canada e Stati Uniti non fanno eccezione. L’attacco mortale alla sinagoga Tree of Life di Pittsburg negli Stati Uniti non è stato un incidente isolato. L’antisemitismo nei campus, su Internet, i continui attacchi fisici, non provocati, in città come New York, il vandalismo alle sinagoghe e alle case sono solo alcune delle manifestazioni dell’odio crescente verso gli Ebrei in America.

Con la costituzione dello Stato di Israele, il popolo ebraico può sentire che esiste un rifugio sicuro. In effetti, sull’orlo di una crisi insostenibile, nessun paese, nemmeno gli Stati Uniti o il Canada potranno essere sicuri in assoluto per noi, per difendere i nostri interessi e proteggerci dalle minacce esistenziali antisemite. Le ondate di moderno antisemitismo che affliggono gli Ebrei in Europa ora dovrebbero servire come promemoria della nostra missione: unire. Questa è la nostra unica assicurazione sulla vita.

Non abbiamo nessuno su cui contare, solo noi stessi. Tutto dipende da noi. Gli Ebrei sono responsabili di tutto ciò che accade nel mondo, sia nel bene che nel male. Come è scritto, “Non c’è calamità che viene nel mondo se non per Israele” (Tractate Yevamot 62a).

E anche se ora non ci sentiamo in quel modo, la saggezza della Kabbalah spiega che è così che il sistema di comunicazione umano è costruito dall’interno. Il Libro dello Zohar paragona la connessione tra Israele e il mondo agli organi del corpo umano: “Israele tra le nazioni è come un cuore tra gli organi; e come gli organi del corpo non possono esistere nel mondo neanche un momento senza il cuore, così tutte le nazioni non possono esistere nel mondo senza Israele”. Ogni accusa, ogni persecuzione, ogni rifiuto, ogni rabbia e minaccia esprimono la richiesta del mondo che il popolo ebraico, ovunque esso sia, assolva il proprio ruolo e conduca l’umanità alla felicità e ad una vita significativa.

Inconsciamente, l’umanità sente che gli Ebrei hanno la soluzione a tutti i problemi e la chiave della felicità. La pressione globale su Israele è guidata dal programma di sviluppo umano determinato dalla natura, come scrisse Rav Kook agli inizi del 1900: “In Israele risiede il segreto per l’unione del mondo”. Se è così, prima o poi la nazione ebraica deve adempiere al suo ruolo verso l’umanità ed essere “Una luce per le nazioni”, servendo da buon esempio di una società civile in cui tutti vivono in reciproca solidarietà e in amore fraterno, al di sopra di tutte le differenze. Solo allora navigheremo verso un mondo nuovo e buono. Come dissero i nostri saggi: “Se io non sono per me, chi è per me; e se io sono (solo) per me stesso, cosa sono io. E se non ora, quando?” – Hillel, Etica dei Padri, 1:14