Dal Times of Israel: “Attenzione! Queste nozioni su Hanukkah richiedono un certo sforzo mentale ed emotivo”

Il mio articolo “Attenzione! Queste nozioni su Hanukkah richiedono un certo sforzo mentale ed emotivo” pubblicato sul Times of Israel.

Mentre accendiamo le candele, mangiamo soufganiyot e spin dreidels (ciambelle ripiene e trottole) in questa Hanukkah, ecco un po’ di informazioni per avere una visione più profonda sulle abitudini e sul significato di questa festa. Dato che Hanukkah tratta dell’entrata in una nuova, vasta realtà di connessione positiva tra le persone, in aggiunta ai punti di cui sopra, ecco ulteriori elaborazioni…

Hanukkah, la Festa della Luce, ovvero la Festa della Connessione Positiva

Il significato interiore di “luce” indica connessione positiva fra le persone. Non ha nulla a che vedere con la luce del sole, delle candele, e neppure con la luce di contentezza che sentiamo risolvendo un grande dubbio. Portare connessione tra le persone è compito del popolo ebraico, cioè, essere “Una luce per le nazioni”.

Noi Ebrei dobbiamo prima realizzare tra noi una connessione positiva, attraverso un’educazione per migliorare la connessione e, così facendo, essere un canale per far circolare questa luce nel mondo. Hanukkah è un momento speciale in cui noi Ebrei possiamo riflettere sul suo significato, per noi e per il mondo, se realizzassimo il nostro ruolo di essere “Una luce per le nazioni” nei tempi turbolenti di oggi.

Hanukkah = La prima tappa sulla strada dell’amore

Connettendoci in modo positivo, correggiamo le nostre connessioni egoistiche dissestate. Si tratta di un processo e Hanukkah è la prima sosta (Hanu [parcheggio/fermata], Koh [qui]). Rappresenta il non fare agli altri ciò che odiamo. Questo processo di correzione continua finché non raggiungiamo “Ama il tuo amico come te stesso”.

Noi Ebrei abbiamo sia la missione che i mezzi per aprire la strada e passare al resto del mondo questo processo di connessione. Ad Hanukkah ci fermiamo in questo punto in cui siamo connessi nel “Non fare agli altri ciò che odiamo”. Non è ancora amore ma un passo significativo in quella direzione.

I Greci = L’Ego

I Greci sono il discernimento specifico del nostro ego, per cui giustifichiamo razionalmente il perché non serva sforzarci per connetterci con gli altri. Non ha nulla a che vedere con la nazionalità o con la cultura greca.

Se noi invece risvegliassimo la capacità ebraica di unirsi, cercando di connettersi al di sopra dell’ego che ci dice altrimenti (i Greci), cominceremo a sentir splendere nel mondo la luce della connessione positiva, una sensazione straordinaria di realtà molto più completa di quella mai sperimenta nelle nostre vite ordinarie. Quella realtà speciale, bloccata dietro i nostri sforzi per connetterci è quella di cui noi Ebrei abbiamo la chiave di sblocco per noi e per il mondo.

Il miracolo di Hanukkah = Il risveglio del desiderio di connettersi

Mentre i Greci, i nostri ego, ci elencano ogni buon motivo per cui non è necessario provare a connetterci con gli altri, se mettiamo dell’impegno al di sopra di questa logica, trovando anche la minima volontà per connettersi, quel desiderio di connessione è considerato il miracolo di Hanukkah. Ciò è miracoloso perché non esiste nella natura umana egoistica. È una scintilla di desiderio che si risveglia in noi, e se la curiamo come la preziosa luce di una candela che vogliamo proteggere dal vento e da qualsiasi cosa possa spegnerla, allora possiamo fare in modo che la luce della candela duri e accenda il processo per correggere le nostre connessioni.

Al di là delle usanze e delle storie piuttosto infantili, Hanukkah segna una fase iniziale molto seria nel processo di correzione delle nostre connessioni: “Non fare agli altri ciò che odi”. Mentre seguiamo il ritmo delle usanze e delle canzoni di Hanukkah, perché non facciamo attenzione all’atteggiamento che abbiamo verso gli altri? Stiamo facendo uno sforzo per connetterci positivamente al di sopra di qualsiasi differenza tra noi?

Usiamo questa Hanukkah per realizzare il passo importante che essa rappresenta, per diventare “Una luce per le nazioni”, cioè diventare un esempio di connessione positiva per il mondo.
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