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New Life n.1025 – Libertà e schiavitù – 2° Parte


New Life n.1025 – Libertà e schiavitù – 2° Parte
Il Dott. Michael Laitman in una conversazione con Oren Levi e Yael Leshed-Harel

Riepilogo

Tutti dipendiamo dal piacere. Ci troviamo nella più insidiosa delle schiavitù, sotto il controllo di un programma software nascosto che ci obbliga ad agire per soddisfare sempre il nostro piacere, in ogni modo e in ogni momento. Il kabbalista Baal HaSulam scrisse l’articolo “La libertà” per spiegare come possiamo svilupparci come esseri umani ed ascendere al livello di Bina. A questo livello le persone con il punto nel cuore scelgono di cambiare il programma che le domina e le gestisce per un programma basato sulla dazione. Così facendo, diventano più simili al Creatore.

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Dalla trasmissione di KabTV “New Life n.1025 – Libertà e schiavitù – 2° Parte”, 26/06/2018

Niente più compiti a casa


Dalla mia pagina Facebook Michael Laitman – 9/08/2018

Alzi la mano chi faceva volentieri i compiti a casa, quando era piccolo…

Abbiamo sempre odiato fare i compiti, ce ne lamentavamo e lo vedevamo come un lavoro duro. Lo percepivamo come un peso che ci rendeva schiavi della scuola e degli insegnanti. Un fardello che non finiva sui banchi di scuola e che continuava anche fra le mura domestiche.

In casa c’era tensione. I nostri genitori ci facevano pressione e minacciavano di imporci ogni genere di restrizioni se non terminavamo tutti i nostri compiti, fino all’ultimo esercizio, e se invece eravamo fortunati, avremmo dovuto fare le faccende domestiche. E quando facevamo tutti i compiti, era solo per paura della verifica degli insegnanti nella lezione successiva. Due giorni dopo avevamo già dimenticato quello che avevamo studiato.

La nuova tendenza generale negli Stati Uniti e in altri paesi occidentali del “No homework” (niente compiti a casa), dimostra che la strada da percorrere è quella giusta: i compiti a casa non hanno alcun effetto sul rendimento degli alunni durante le scuole elementari e non migliorano significativamente né le abitudini di apprendimento, né la motivazione all’apprendimento.

Questo è il motivo per cui in molte parti del mondo il formato standard dei compiti a casa è stato eliminato o significativamente ridotto, e questo sta aiutando anche quegli insegnanti che non sono in grado di punire gli studenti che non svolgono i loro compiti. Cosa faranno allora i bambini nel pomeriggio? Invece dei compiti a casa, la raccomandazione è quella di incoraggiare gli studenti a leggere libri, fare più esercizio fisico e riposare.

Il mio parere sull’argomento? Gli organi educativi di tutto il mondo si stanno finalmente aggiornando. Questo è solo l’inizio del pensiero corretto di trovare modi creativi per avvicinare i nostri figli all’educazione. La natura umana permette alla persona di crescere solo in un ambiente dove si diverte e dove può realizzarsi. La prova di quanto detto è che abbiamo completamente dimenticato quello che non ci piaceva studiare a scuola.

D’altra parte, se i bambini imparano la vita leggendo i libri che amano e guardando video affascinanti, anche se lo fanno dal loro cellulare che è diventato il loro ambiente naturale, potranno sicuramente trarne vantaggio. I ragazzi saranno più interessati a ciò che studieranno e impareranno ad avere le loro opinioni sul materiale di lavoro; saranno così più felici e rilassati. A loro volta, sia gli insegnanti che i genitori saranno sollevati da quello che ormai è diventato solo un fardello.

Scienza, natura, geografia, archeologia, sociologia e così via potrebbero facilmente diventare contenuti coinvolgenti e accattivanti per i bambini. E dopo aver esaurito l’argomento di studio, dovrebbero immediatamente avere una discussione sociale al riguardo, conversando sui materiali con i quali amano lavorare. In questo modo gli studenti avranno una base sana per la comunicazione e la connessione tra di loro.

New Life n.1024 – Libertà e schiavitù – 1° Parte


New Life n.1024 – Libertà e schiavitù – 1° Parte
Il Dott. Michael Laitman in una conversazione con Oren Levi e Yael Leshed-Harel

Riepilogo

Libertà significa elevarsi al di sopra della propria natura, sopra il desiderio di ricevere piacere da tutto, dal proprio mondo limitato.

Non viviamo più in strutture, come in passato, in cui ci sentivamo soddisfatti nell’essere schiavi “con una mente ristretta” credendo ci fosse qualcuno responsabile per noi e a cui importasse il nostro benessere. Oggi ognuno è libero di fare ciò che vuole, ossia di liberarsi da pressioni e responsabilità. Un kabbalista, tuttavia, lavora per liberarsi dal proprio desiderio egoistico di sfruttare ogni cosa a suo vantaggio. Egli lavora per trascendere la propria natura e vedere il mondo oggettivamente.

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Dalla trasmissione di KabTV “New Life n.1024 – Libertà e schiavitù – 1° Parte”, 26/06/2018

C’è aria di cambiamento in Cina

Dalla mia pagina Facebook Michael Laitman 12/08/2018

“Guardando indietro, mi rendo conto che mia moglie mi ha salvato la vita”, ricorda un mio studente cinese veterano di Pechino. “La notte del 4 giugno 1989, sono andato a dormire nei dormitori degli studenti solo perché mia moglie aveva insistito sul fatto che non potevo più passare la notte in Piazza Tienanmen. Nel cuore della notte, mi sono svegliato in preda al panico per i rumori struggenti delle grida e mi sono reso conto che stava succedendo il peggio, ossia l’esercito aveva iniziato a sparare sui manifestanti che volevano migliorare il loro paese”.

“Le lacrime scendevano dai miei occhi come una cascata, mentre mi stavo sforzando di credere a ciò che stava realmente accadendo. Dovevo andare lì e vedere io stesso. Io e mia moglie siamo saliti sulle nostre biciclette e siamo andati in piazza il più velocemente possibile”.

“Mentre ci avvicinavamo a Via Changan, un elicottero militare sorvolava le nostre teste, usando un altoparlante per avvertire i manifestanti di evacuare immediatamente la piazza, altrimenti l’esercito avrebbe caricato la folla. Più mi avvicinavo al punto in cui erano iniziate le rappresaglie, più sangue vedevo per le strade, e pianti orribili mi assordavano le orecchie. Mi sono reso conto che avevamo fallito. Che avevo fallito. Che la nazione aveva fallito”.

“Il mio sogno era finito, mentre la mia nazione perdeva la sua grande opportunità di cambiare in meglio. Il cielo è caduto e la realtà è diventata nera. Questo è stato il punto di rottura e di svolta della mia vita. Quella mattina ho pianto più di quanto avrei pianto nel decennio successivo”.

***
Ventisei anni dopo, mi sono trovato in quella piazza che può contenere fino a dieci milioni di persone. Centinaia di migliaia di cinesi mi circondavano. Un numero così grande e inimmaginabile di persone, eppure mi sono sentito solo. Non perché fossi straniero in una cultura straniera, ma perché la presenza del popolo cinese è fondamentalmente diversa da quella dell’uomo occidentale. Eppure, anche questo oggi sta cambiando.

Negli ultimi trent’anni la Cina si è sviluppata ad un ritmo rapidissimo. L’iniziativa cinese “One Belt, One Road” (definizione usata dalla Cina per descrivere la nuova via della seta), incarna l’aspirazione della dominazione globale. Un tentativo ambizioso di collegare il mondo attraverso una rete di strade, ferrovie e porti. Dopo molti anni in cui la Cina è stata in gran parte assorbita dal mondo, ora sta abbattendo le barriere inviando i suoi “agenti” in ogni paese e in ogni ambito.

Questo spiega anche la caparbietà cinese contro la guerra commerciale di Trump e il suo ingresso aggressivo nell’economia globale. Esiste tuttavia una differenza significativa tra le due superpotenze: la Cina ha enormi risorse, l’acciaio ad esempio, ma ancora non sa come usarle al meglio. L’America possiede le principali innovazioni, mentre la Cina è la migliore nel creare copie di alta qualità e repliche “Made in China”.

Gli sviluppi tecnologici ed economici sulla superficie sono solo l’effetto collaterale del desiderio più profondo che guida la nazione cinese. È la volontà del popolo cinese che sta di fatto avanzando verso un livello di sviluppo significativamente nuovo e più elevato.

Dopo migliaia di anni di abbandono e di obbedienza alle antiche filosofie cinesi che hanno mantenuto il popolo cinese in un rapporto equilibrato al suo interno e con la natura, l’ego dormiente del “gigante cinese” si sta risvegliando in tutto il suo splendore. Ora ogni cinese ha un forte desiderio di distinguersi, di arricchirsi ed essere il numero uno su tutti. Provare piacere il più possibile e non accontentarsi più di una ciotola di riso.

In altre parole, lo sviluppo della natura umana, il crescente egoismo che caratterizza tutta l’umanità, non ha scavalcato l’antico regime, ma ha posto fine al suo impero. Così come nel corso del Medioevo in Europa si verificò la rinascita della civiltà occidentale, nel giro di pochi decenni, in Cina, si sta verificando un cambiamento analogo.

Da un punto di vista globale, l’accelerato sviluppo in atto in Cina avverrà ancora più rapidamente in Africa e in Sud America. Il desiderio in continua evoluzione di ricevere piacere, è sia il motore dello sviluppo umano sia ciò che plasma tutto ciò che vediamo in esso: cultura, società, governo, economia, tecnologia, moda e tutto il resto.

Baal HaSulam, il grande kabbalista del XX secolo, scrive con il suo linguaggio scientifico: “Il desiderio di ricevere è tutta la sostanza della Creazione, dall’inizio alla fine. Così, tutte le creature, tutte le loro innumerevoli istanze e condotte che sono apparse e che appariranno, non sono che misure e varie denominazioni del desiderio di ricevere” (Prefazione alla Saggezza della Kabbalah).

L’antica filosofia cinese era ben consapevole del desiderio di ricevere che guida tutti. Ha anche riconosciuto la necessità di renderlo equilibrato, così come di trovare un accordo reciproco fra le persone e nel loro rapporto con la natura. Ma questi principi sono stati applicati solo a livello materiale. Il Confucianesimo è molto terreno e materialista, è morale, collettivo e semplice.

Decenni dopo il disimpegno di massa dalle antiche filosofie che stabilivano il concetto di uomo cinese, ulteriori cambiamenti oggi non permettono più la soppressione del desiderio all’interno della nazione cinese. È un processo necessario, naturale e inevitabile, verso un nuovo sviluppo di livello spirituale.

Sia la Cina che il mondo intero, dall’Oriente all’Occidente, si trovano di fronte a un paradigma di cambiamento. Il mondo occidentale ha già compiuto alcuni passi in avanti e sta sprofondando in una crisi. Le persone si sentono vuote, la depressione è diventata la prima causa di disabilità, i giovani sono disorientati dal mondo virtuale, la droga e la prostituzione sono ovunque, e l’elenco continua. La Cina sta ora percorrendo un sentiero dolce e amaro.

In un futuro non troppo lontano, sia la cultura occidentale che quella orientale dovranno riscoprire l’equilibrio con la natura ad un livello che non conoscevano prima. Il modo per bilanciare il crescente desiderio non è attraverso l’oppressione, ma creando una controforza, il senso di connessione reciproca, completa e armoniosa fra noi.

L’umanità sta per scoprire la forza naturale che lega tutti noi ad un unico organismo umano in tutto il pianeta. Solo questa nuova consapevolezza permetterà ad ogni nazione e ad ogni persona di integrarsi adeguatamente con il resto dell’umanità ed allora si aprirà un nuovo spazio spirituale, insieme alla comprensione di come equilibrare il desiderio umano senza sopprimerlo e di come riempirlo con un nuovo tipo di realizzazione spirituale.

Allora ogni nazione troverà il proprio posto nel mosaico umano e il popolo cinese scoprirà una nuova umanità, connessa e rotonda come Piazza Tienanmen, la più grande piazza cittadina del mondo, chiamata la “Porta della Pace Celeste”.

(Immagine Reuters)

Sentire l’amore

Domanda: Il mio desiderio è grande abbastanza per dar vita al mio sviluppo spirituale?

Risposta: È più che sufficiente. Normalmente le persone partono da uno stato nel quale non vogliono neppure sentir parlare del Creatore. Che tipo di Creatore è? È una forza che vuole amare?

Ad ogni modo io non credo che Lui ci ami veramente. Fammi mandare un telegramma da Lui e allora crederò nel Suo amore.

Nota: Gli esseri umani non riescono a vedere che il Creatore li ama.

Risposta: È certo che non possono vedere. È tutto strutturato così per dar loro il libero arbitrio.

Immagina di vedere in questo mondo solo le persone che ti amano e ti trattano bene. Non ci sono altre persone e tu esisti solo nel flusso dell’amore. Fai così e sarai come il Creatore. Sei il benvenuto a sperimentarlo. Ti è stato dato questo. Questo è il futuro che noi creiamo da soli.

Domanda: È questo ciò che un kabbalista sente?

Risposta: Sì. Egli sente che tutti lo amano perché ama il Creatore. A questo proposito è scritto: “Io sento l’amore in ogni fibra dell’anima”.

Domanda: Può essere che questa sia una specie di illusione?

Risposta: Si tratta certamente di un’illusione. Ma noi dobbiamo trasformarla in realtà.

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Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa del 04/03/2018

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Esiste un futuro per Israele?

Domanda da Facebook: Leggo sempre i tuoi articoli ma proprio non riesco a capire. Tutti i politici ed esperti di strategie militari concordano su un punto: il popolo di Israele esisterà solo fino a quando questo farà comodo agli Stati Uniti d’America. Nonostante ciò, tu affermi che tutto dipende da questo stesso popolo. O tu hai la visione delle cose più utopistica che io abbia mai sentito, o hai sicuramente un asso nella manica di cui solo tu sei a conoscenza.

Risposta: Non ho nessun asso nella manica, ma ho un jolly! È molto semplice: noi governiamo il mondo!

Puoi passare al setaccio l’intera storia dell’umanità e vedrai che siamo sempre stati dei leader. E poi scoprirai che questo accadeva soltanto per far avvicinare l’umanità al Creatore.

Questo metodo è in mano al popolo di Israele, un gruppo speciale di persone che da molti millenni cerca di avvicinare l’umanità al Creatore. Dato che avvicinare l’umanità al Creatore è il programma della creazione e questo metodo è nelle mani di Israele, il popolo di Israele è il punto centrale del mondo e dell’umanità.

Se per mettere in pratica questo metodo, cioè la realizzazione della rivelazione e dell’avvicinamento dell’umanità al Creatore, è necessario che esistano lo Stato e il popolo di Israele in questa forma, così sarà. Altrimenti sarà diverso. Ma ogni tipo di metamorfosi che capiterà alla gente, allo Stato di Israele ed al mondo intero, accadrà solo in accordo al piano della Creazione.

Mi interessa solo sapere in quale punto il popolo di Israele, e dopo di lui le nazioni del mondo, arriveranno ad un punto di connessione, avvicinamento e unione con il Creatore.

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Dalla trasmissione di Kabtv “Le notizie con Michael Laitman”, 24/04/2018

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Il tradimento può essere giustificato?

Domanda da Facebook: Io non posso perdonare un tradimento subito. Nel mio cuore capisco che il mio amico si è trovato in una situazione difficile, ma siamo cresciuti insieme, abbiamo affrontato assieme alti e bassi, e lui ha tradito la mia fiducia. Il mio stomaco si è rivoltato. Cosa posso fare a riguardo?

Risposta: Si dice di non giudicare nessuno fino a quando non ci troviamo nello stato particolare di chi ci ha deluso. Devi immedesimarti in lui, “metterti nei suoi panni” con tutte le sue qualità interiori, nello stato in cui si trovava. Allora riuscirai davvero a capire se lui avrebbe potuto o no agire diversamente.

Capiresti così che se tu ti fossi trovato in una situazione identica, esattamente in quella che ha dovuto affrontare lui, avresti agito allo stesso modo. E quale sarebbe stata la differenza tra voi due se tu avessi fatto tue tutte le sue caratteristiche e stati d’animo, le sue qualità e le circostanze che lo hanno indotto a comportarsi così? Chiaramente non ci sarebbe stata differenza. Pertanto non possiamo rimproverare o disprezzare nessuno per qualcosa. Solo amarlo.

Domanda: Quindi, non mi è chiaro: cosa significa “tradire”? Esiste un concetto del genere?

Risposta: No. Solo a me sembra che un altro essere umano mi abbia tradito, perché dal punto di vista del mio egoismo io mi aspettavo un comportamento diverso da lui.

Domanda: Allora tutto dipende solo dal fatto che io possa davvero immedesimarmi nella situazione che lui ha dovuto affrontare?

Risposta: Certo. Siamo elementi biologici, e tutto ciò che è dentro di noi detta le nostre azioni.

Domanda: L’essere umano, quindi, è così debole?

Risposta: Non è debole, semplicemente non esiste. Non esiste! Non è nessuno. Non ha la capacità di controllarsi. È solo un’illusione che costantemente ci “porta in giro” e apparentemente ci concede il libero arbitrio.

Domanda: Diciamo che ti accorgi che qualcuno vicino a te ha tradito la tua fiducia. Come ti relazioni con lui? Puoi perdonarlo per qualsiasi cosa?

Risposta: Lo prendo per così com’è. Per quanto riguarda chiunque altro, vicino o distante. Io non sono né impressionato, né infastidito, né sorpreso dalle relazioni che le persone hanno. Non mi fisso su nessuno, non mi aspetto nulla da nessuno che non sia il Creatore. Solo così posso predispormi in qualche modo verso la ricezione di ciò che mi arriva da Lui, verso la dazione.

Domanda: Da una persona?

Risposta: Dal Creatore attraverso un individuo. Non c’è altro modo. Cioè, mettere in discussione il comportamento di un individuo è sbagliato, non è corretto e non dovremmo attribuire o imporre una forma cosciente di comportamento a nessuno. Non si tratta di lui!

Domanda: Tu lavori con il Creatore attraverso le persone tutto il tempo?

Risposta: C’è un altro modo per farlo? Ovviamente no. Il modo in cui il Creatore controlla le persone, il modo in cui Lui le guida è il modo in cui io percepisco ogni persona. E così è il rapporto del Creatore nei miei confronti.

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Dalla trasmissione di KabTV “Nelle notizie con Michael Laitman”, 5/06/2018

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La Gematria è il linguaggio per descrivere i Mondi Superiori

Domanda: La logica del nostro mondo viene conservata nella spiritualità? Per esempio, due più due è sempre uguale a quattro?

Risposta: Nella spiritualità non è conservata la logica del nostro mondo. Lì non c’è aritmetica, ma ci sono molti altri calcoli differenti a seconda di ciò con cui si lavora. Avremo una matematica diversa su livelli diversi.

Domanda: La Gematria delle parole è l’aritmetica spirituale? È collegata al desiderio?

Risposta: Certamente, poiché ogni lettera in sé rappresenta la combinazione di diverse proporzioni delle forze di dazione e ricezione, ognuna delle quali crea una particolare forma base oppure un’altra. Per questo motivo le 22 lettere dell’alfabeto ebraico sono la base.

Le prime nove lettere corrispondono alle nove Sefirot di Bina, le seconde nove lettere sono le nove Sefirot di Zeir Anpin, e le quattro lettere finali sono le quattro Sefirot di Malchut. Ci sono anche altre cinque lettere aggiuntive che sono formate dal Parsa.

Domanda: Ogni elemento della lettera, ovvero, il punto, la linea orizzontale, la linea verticale, sono tutte forze?

Risposta: Sì. Una specifica combinazione delle forze di dazione e ricezione rappresenta le lettere. Non esiste altra combinazione.

Il Creatore ha creato il desiderio di ricevere (il punto nero). Durante il processo di sviluppo del desiderio, Egli ha esercitato costantemente la Sua influenza su di esso riunendo tutte le possibili combinazioni della Sua influenza. Questo è il motivo per cui quando il punto nero si riflette sullo sfondo della Luce bianca rappresenta la correlazione tra la Luce superiore e se stesso, i suoi desideri. Ciò crea i 22 schemi.

Le leggi della Gematria sono le stesse ovunque, le dieci Sefirot non cambiano. Ma ciò non si riflette nella matematica del nostro mondo. La Gematria è uno dei linguaggi che descrivono il mondo superiore e i suoi processi. Questo è linguaggio della Kabbalah.

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Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa del 25/02/2018

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Gli immigrati e l’Europa

Dalla mia pagina Facebook Michael Laitman – 05/08/2018

Un esempio del fallimento degli avvenimenti globali ci si è prospettato davanti quando il nuovo Governo italiano ha dichiarato che non sarebbe più stato “il campo profughi dell’Europa” e si è rifiutato di accogliere nuove navi cariche di immigrati; l’implicazione è stata immediatamente evidente nella vicina Spagna dove, dall’inizio dell’anno, sono arrivati 22.000 immigrati.

Ma neppure il Governo spagnolo può farsi carico di questo enorme fardello, infatti non ci sono abbastanza poliziotti, non ci sono abbastanza letti, non c’è abbastanza cibo. Ma questo non è solo un problema della Spagna o dell’Italia, è un problema di tutto il vecchio Continente. I leader dell’Unione Europea non riescono a trovare una soluzione che sia reale e a lungo termine, in quanto decidono, di volta in volta, di aprire o chiudere i loro porti per motivi politici, economici o di immagine.

Ma l’immigrazione di massa è solo un sintomo del malessere globale. Si aggiunge ad una lunga lista di complessità che compongono una crisi multiforme e globale che l’umanità deve fronteggiare da un punto di vista sociale, economico ed ecologico. E tutte queste sfide hanno una radice comune: l’incompatibilità di un’umanità profondamente divisa con un mondo sempre più interdipendente.

L’Europa è il luogo in cui molte delle sfide globali emergono e richiedono di essere risolte. In questo contesto, l’Europa di oggi sta mangiando l’amaro porridge che ha cucinato per sé fin dai tempi della corsa capitalistica coloniale della fine del XIX secolo, quando le potenze europee erano affamate della ricchezza delle risorse naturali e della manodopera a basso costo di Asia ed Africa.

L’orgoglio europeo racconta una storia di contributi morali e culturali alle popolazioni primitive del Terzo mondo. In pratica, però, la storia dimostra che molti dei paesi che erano sotto il dominio europeo non hanno ricevuto i mezzi educativi, economici e politici per potersi uniformare al resto del mondo in uno stato di parità. Infatti, i paesi europei hanno sradicato gli antichi valori spirituali dall’Africa con la diffusione del Cristianesimo, hanno portato alla segregazione etnica, e anche a brutali guerre civili, con il loro programma di dividere e conquistare.

Oggi il boomerang sta tornando indietro in Europa. Gli sciami di immigrati africani che inondano i suoi porti rappresentano un immane onere socioeconomico per i paesi, mentre milioni di mussulmani stanno gradualmente rimodellando la cultura europea.

Prima o poi, tutti riconosceremo che l’umanità è diventata una grande colonia che ospita gli immigrati provenienti da quasi tutti i paesi. La nostra inevitabile interdipendenza globale ci obbligherà, parallelamente, ad operare cambiamenti socioeconomici significativi, per equilibrare il tenore di vita in tutti i paesi.

Il kabbalista Yehuda Ashlag scrive nel suo articolo La Pace nel Mondo: “Non sorprendetevi se mescolo il benessere di un particolare collettivo con quello del mondo intero, perché, infatti, siamo già arrivati a un punto tale che il mondo intero è considerato un’unica collettività e un’unica società… Ognuno deve quindi prendersi cura del mondo intero per garantire la propria esistenza”.

Visione globale, sentimento integrale, pensiero cooperativo, sono solo alcuni dei principi del nuovo approccio che dobbiamo coltivare dentro di noi. Un cambiamento fondamentale nella consapevolezza umana è destinato ad accadere. Se vedessimo in anticipo la necessità di tutto questo e ci muovessimo di nostra iniziativa in quella direzione, la nostra “migrazione” verso un nuovo mondo connesso sarebbe molto più serena.

I profeti erano kabbalisti?

Domanda: Possiamo dire che i profeti erano dei kabbalisti? E se si, perché quasi tutti i profeti si lamentano?

Risposta: La profezia è uno dei livelli della realizzazione spirituale del Creatore. Il libro del Ramchal, un grande kabbalista del XVII secolo, intitolato La via del Creatore, descrive i livelli spirituali del conseguimento, uno dei quali viene chiamato “il livello della profezia”.

Si tratta di uno dei livelli che i kabbalisti raggiungono e anche tu puoi arrivare a questo stato. L’individuo che si trova su questo livello, è già al di sopra delle restrizioni del tempo, dello spazio e del movimento, ed è per questo che viene chiamato profeta. In altre parole, vede cosa si troverà davanti lungo il cammino e cosa si è lasciato alle spalle; vede questo al di là del tempo e delle azioni.

Domanda: Allora, perchè i profeti si lamentano?

Risposta: Questo accade perché essi provano rammarico per quanto sta accadendo all’umanità, perché vedono che le persone non capiscono che si stanno solo facendo del male. È davvero triste assistere a tutto questo, come quando guardi un bambino e comprendi che si sta rendendo infelice con le sue stesse mani.

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Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa del 18/03/2018

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