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Le linee di destra e di sinistra

Domanda: Nel libro Shamati (Ho udito), troviamo spesso termini quali “la linea di destra e la linea di sinistra”. In quale stato siamo nella linea di sinistra e in quale nella linea di destra?

Risposta: Questi sono concetti piuttosto difficili.

La linea di destra, in linea di principio, sono la dazione, l’amore, l’emanazione, la luce.

La linea di sinistra sono l’egoismo, la ricezione, l’attaccamento a se stessi.

Dobbiamo rimanere al centro delle due linee perché la connessione con l’uomo o con il Creatore è costruita sull’interazione fra la dazione e la ricezione.

La combinazione di entrambe le linee crea una linea di mezzo, la corretta combinazione delle caratteristiche del dare e del ricevere. In essa, costruiamo un sistema dinamico di interconnessione. Per esempio, ricevo tanto quanto ti do, e tu ricevi tanto quanto mi dai. Correggendo correttamente la connessione, cominciamo a sentire il Creatore tra le due linee.

In altre parole, la linea di mezzo è il Creatore stesso. La sua rivelazione è costruita su due caratteristiche opposte, ma queste due caratteristiche non hanno niente a che fare con Lui.

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Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa del 12/10/2017

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Non c’è gioia senza dolore

Nelle news (da Nautilus): “L’infelicità è la pulizia del palato”, di Indira M.Raman, “… Spesso ci comportiamo come se potessimo trovare una strada per l’appagamento, cioè conforto, sazietà, calore, o qualsiasi altro tipo di ricompensa, ed essere felici tutto il tempo solo potendo fare le scelte giuste. Ma il piacere è spesso fugace, anche quello che deriva dalle esperienze più accattivanti, dando origine alla noia e scatenando la spinta verso qualcosa di nuovo e sensazionale. Come neuroscienziato, non posso fare a meno di chiedermi se la transitorietà della nostra soddisfazione potrebbe non essere ineluttabile e invece potrebbe rivelare un aspetto inevitabile del modo in cui funziona il cervello, la cui comprensione potrebbe fornire un indizio su come affrontarlo. …”

“Senza essere in grado di fare paragoni, il mondo diventa grigio. In altre parole, non è solo la varietà che è il sale della vita; è la discordanza che ci fa percepire qualsiasi cosa. …”

“Noi percepiamo le cose non dal loro valore assoluto ma dal loro contrasto con ciò che c’era prima. …”

“… Penso che questo offra una chiave di felicità compatibile con il funzionamento del cervello. La capacità di rilevare anche gli stimoli familiari può essere in genere ripristinata da una breve pulizia del palato, che letteralmente consente un recupero dalla desensibilizzazione sufficiente per intensificare una successiva esperienza. … Poiché il cervello classifica su una curva, confrontando all’infinito il presente con ciò che c’era prima, il segreto della felicità potrebbe essere l’infelicità.

Non l’infelicità assoluta, certo, ma il brivido transitorio che ci fa sentire il caldo, la sensazione di fame che fa la sazietà così gradita, il periodo di disperazione vicina che ci catapulta nella stupefacente esperienza del trionfo. Il percorso verso la soddisfazione è attraverso il contrasto.”
Indira M. Raman, professoressa del Dipartimento di Neurobiologia alla Northwestern University.

Il mio commento: Sono d’accordo con lei. È impossibile distinguere la luce senza l’oscurità, la gioia senza il dolore e così via. I nostri sentimenti sono costruiti su due percezioni opposte, e tutto dipende da come li valutiamo, da come li soppesiamo.

Il modo più corretto per noi è quello di iniziare a realizzare che erano necessarie le sensazioni di amaro per sentire il dolce. E quindi anche loro diventano parte del dolce. Vi auguro una sensazione del genere.

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Dalla trasmissione di KabTV “Le notizie con Michael Laitman”, 20/03/2018

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