“Gli scontri fra Iran e Israele e il perché i nemici di Israele non le danno tregua”

Il famoso portale Breaking Israel News ha pubblicato il mio nuovo articolo: “Gli scontri fra Iran e Israele e il perché i nemici di Israele non le danno tregua

“Se è impossibile suonare lo Shofar della redenzione, i nemici di Israele, Amalek, Hitler, ecc., arriveranno e ci richiameranno alla redenzione, ci hanno avvertito e non ci daranno tregua”.
(Rav Abraham HaCohen Kook)

Dopo lunghi periodi durante i quali Israele è stata in guerra con tutti i paesi limitrofi, l’Iran, il nemico di turno, la avverte che non le darà tregua.

La settimana scorsa è arrivato il momento in cui, fra i due paesi, dopo anni durante i quali hanno mostrato i muscoli, sono cominciati a volare i primi colpi. Ore dopo la rivendicazione dell’attacco alle forze israeliane sulle alture del Golan con razzi iraniani, Israele ha reagito sparando dozzine di missili sulle postazioni iraniane in Siria. Il breve ma intenso conflitto ha sollevato il timore che, nella regione, la violenza si intensificasse e potesse portare ad uno scontro diretto tra i due nemici.

Il solo modo di proteggere il popolo di Israele

Non sono un esperto nella risoluzione di conflitti internazionali. La storia, tuttavia, mi ha insegnato che Israele sarà sempre nel mirino dell’umanità e non avrà pace proprio a causa del ruolo unico che ha nei confronti del mondo, ovvero, quello di connettersi “Come un solo uomo con un solo cuore” e dare all’umanità un esempio positivo di connessione, cioè essere “Una luce per le nazioni”. Il solo rimedio che può proteggere dai problemi il popolo di Israele è realizzare questo compito. Finché non raggiungeremo una certa qualità e quantità di connessioni positive, al di sopra delle differenze, potremo solo aspettarci che le tensioni continuino a crescere.

Nel corso dei secoli, tutti i grandi leader ebraici hanno diffuso questo messaggio in tutti i modi possibili. Rabbi Kalman Kalonymus in Maor va Shemesh (Luce e Sole) scrisse: “Nessuna calamità può abbattersi su Israele quando tra loro ci sono l’amore, l’unione e l’amicizia”. Similmente, Rabbi Shmuel Bornsztain in Shem mi Shmuel (A Name Out of Samuel) scrisse: “Quando tutto Israele è come un solo uomo con un solo cuore diventa un muro fortificato contro le forze del male”. Allo stesso modo Rabbi Yehuda Leib Arieh Altar, ADMOR di Gur, ha sottolineato nel Sefat Emet (Vera Lingua): “L’unione di  Israele porta grandi redenzioni e allontana tutti i calunniatori”.

Perché il mondo ruota attorno ad Israele

Il popolo di Israele funge da nodo centrale nella rete di connessione umana. Se cerchiamo di connetterci positivamente al di sopra delle differenze, permettiamo che la forza di connessione positiva della natura fluisca, attraverso di noi, in tutta la rete di connessione umana. Di conseguenza, le persone iniziano a cambiare, anche se inconsciamente. La connessione sarebbe più apprezzata e come effetto secondario, l’atteggiamento verso il popolo di Israele sarebbe più positivo. D’altra parte il fallimento nell’investimento per rafforzare la connessione umana stimola la forza negativa ad alimentare ulteriormente l’inconscio umano, permettendo così alle fiamme dell’odio di divampare sempre più alte nella nostra direzione. Pertanto, nell’attuale situazione con l’Iran, è solo una questione di tempo prima che il popolo di Israele sia giudicato come quello da incolpare per la tensione.

Israele attualmente lavora contro la sua missione divina

Il clima di paura ci unisce nei periodi in cui tali tensioni sfociano in una guerra a tutto campo. Smettiamo di preoccuparci delle dispute interne e tutti si concentrano sulla protezione dalla minaccia esterna. Tuttavia, questa connessione temporanea non ha una forza duratura, nel senso che, nel momento in cui scompare la minaccia esterna, ricominciamo come al solito e le nostre dispute interne sono di nuovo al centro della scena.

Pertanto, mentre il tempo gioca ancora a nostro favore, dobbiamo preoccuparci di avviare la nostra connessione attraverso incentivi positivi. Il mondo sta aspettando che portiamo a termine la nostra fatidica missione, ovvero, quello di infonderlo con una connessione positiva. Quanto più possiamo ispirare relazioni di cura, gentilezza e amore reciproci al di sopra delle nostre inclinazioni di divisione, tanto più apriremo la strada ad un nuovo atteggiamento chiave che investa l’umanità. La mia speranza è che useremo la nostra ambiziosa energia per ravvivare la nostra connessione e diffonderla a tutto il mondo il prima possibile, invece di aspettare che tumulti e sofferenze ci spingano sull’orlo del baratro.

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