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La felicità per un kabbalista

Domanda: Cos’è la felicità per un kabbalista?

Risposta: La felicità per un kabbalista è l’opportunità di riempire gli altri e, attraverso di loro, il Creatore. Tuttavia, io da solo non posso dare al Creatore o ricevere da Lui, ma solo attraverso un intermediario, che è il gruppo, e ancora meglio, l’intera umanità.

Domanda: Qual è la più grande gioia di un kabbalista?

Risposta: La più grande gioia arriva ad un kabbalista dall’azione con cui egli può donare al Creatore attraverso il gruppo, e scoprire il Creatore in esso: vedendo come l’uno entra nell’altro, come il gruppo diventa un cuscinetto tra lui e il Creatore, e come tutti insieme, loro tre, si incontrano in questo gruppo, in questa massa.

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Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa del 31/12/2017

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Il mondo intero è l’Egitto

Tutto il nostro mondo, tutta la nostra vita, è l’Egitto, il luogo dell’esilio. Siamo nati qui e cresciuti sentendo noi stessi in una realtà sbagliata, molto lontana dal potere della dazione, dell’amore, dell’auto-sacrificarsi, dell’unione, cioè dalle proprietà del Creatore.

Lo studio della saggezza della Kabbalah ha lo scopo di darci una visione sempre più corretta del mondo in modo che possiamo vedere che c’è una sola persona al mondo.

Ognuno deve vedere se stesso come questa unica persona. Se ognuno incorpora tutta l’umanità in se stesso, grazie all’unione e all’amore e alle varie correzioni che deve eseguire, vedrà davvero solo una persona esistente nel mondo.

Nel frattempo, scopriamo una moltitudine di forze nel mondo che si contraddicono e si oppongono l’una all’altra. Abbiamo bisogno di associarle tutte ad una fonte, ad un desiderio, ad una forza accanto alla quale non c’è nulla. In questo modo, arriveremo gradualmente alla conclusione che solo l’auto-annullamento è l’unica azione che noi dobbiamo fare in ogni momento, abolendo tutte le forze che provengono da me, dagli altri, da chiunque altro, in modo che rimanga solo una sola forza superiore che domina completamente su tutto.

Questo è lo stato che ci pone di fronte al Creatore, al Suo fianco, per aderire a Lui e per essere inclusi in Lui.

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Dalla prima parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 27/03/2018, “Gli scritti di Rabash

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“La vera forza di Israele è l’unione: un dono per l’umanità”

The Times of Israel ha pubblicato il mio nuovo articolo: “La vera forza di Israele è l’unione: un dono per l’umanità

La tensione al confine fra Israele e Gaza, verificatasi durante la Pasqua di quest’anno, è un promemoria chiaro che i nemici di Israele non hanno cambiato programma. Ciò vale sia per i diretti nemici, confinanti, che per i nemici in tutto il mondo, che subito hanno colto l’occasione di diffondere ancora una volta sui media le loro critiche a Israele etichettandola come “inumana” e “oppressiva.” Possiamo aspettarci che si organizzi una maggiore ostilità contro Israele se il popolo di Israele dovesse continuare a contrastare l’unificazione.

Lo stato di Israele è un riflesso del popolo ebraico che vi risiede. Il problema è che attualmente lo stato di Israele non esiste nel senso di popolo ebraico unificato (la parola ebraica per “ebreo” [Yehudi] deriva dalla parola “unito” [yihudi] [Yaarot Devash, Parte 2, Drush n. 2]). Ma in realtà esiste solo un insieme di gruppi separati. Le guerre e le tensioni con i paesi vicini uniscono temporaneamente gli abitanti di Israele contro un nemico comune esterno; ma appena inizia un periodo di pace, le fazioni di Israele cominciano una lotta continua l’una contro l’altra: sinistra contro destra, religiosi contro laici, ashkenaziti contro sefarditi, solo per citarne alcune.

I valori ebraici riguardano l’amore e la connessione

Per costruire un vero stato di Israele, prima dobbiamo ripristinare i valori che ci hanno caratterizzato in origine come popolo ebraico. Questi sono valori stabiliti all’inizio da Abrahamo e dal suo gruppo, 3.800 anni fa, ragion per cui egli è considerato il padre della nazione. Ha posto le fondamenta dell’unione e della connessione in cui “Ama il prossimo tuo come te stesso” (Levitico 19:18) e “L’ amore copre tutti i crimini” (Proverbi 10:12) erano i principi cardine perché i suoi seguaci vivessero armoniosamente, sotto un’unica tenda, in una sola connessione.

Non dobbiamo raggiungere immediatamente questo stato euforico di amore e connessione. Se potessimo semplicemente accettare la volontà di iniziare a mirare ad una trasformazione, potremmo, in seguito, cominciare ad organizzarci come una vera società ebraica.

Quando Abrahamo compose il suo gruppo nell’antica Babilonia, non si trattava di un gruppo di persone unite da legami di parentela, ma di gente che si riuniva seguendo un certo ideale e che sentiva che l’amore per il prossimo era il valore fondamentale a cui dedicare la vita. Se l’intenzione di una persona è quella di raggiungere l’unione e la connessione con gli altri, può seguire il percorso mostrato da Abrahamo ed entrare nella tenda della pace e dell’armonia.

Per Israele è giunto il momento di mostrare i suoi veri colori

Se ci riuniamo così sotto una comune bandiera che ci unisce verso un comune obiettivo di amore e connessione, allora possiamo prepararci ad affrontare tutti i problemi attuali e futuri, impegnarci nella costruzione reciproca creando non solo un autentico popolo ebraico, ma anche uno stato ben consolidato.

Lo stato di Israele sarà fondato su leggi che servono a rafforzare i legami d’amore tra i suoi abitanti, leggi di connessione estese a persone, gruppi, fazioni, età e generi, che mirino ad unire chiunque, senza eccezione, in una sola società cooperativa. Lo stato ebraico è quello che si occupa dell’unione al di sopra di qualsiasi altra cosa, pur consentendo la piena espressione dell’unicità di ciascun individuo.

Una nazione legata alla forza più elevata di amore e connessione

Impegnandoci in questa impresa comune di costruire una nuova società positiva, basata sull’amore e sulla connessione, saremo in grado di fare passi da gigante verso la realizzazione del nostro destino, bramato dai nostri antenati, di diventare lo stato di Israele nella massima espressione della parola: “Israel” dalle parole “Yashar Kel” (“dritto a Dio”), una nazione legata dalla forza più elevata di amore e connessione. Realizzando tale visione, serviremo da modello di società perfetta con individui felici e di successo che condividono i più importanti valori della vita di amore e connessione. Come risultato, il mondo assorbirà l’atmosfera che diffonderemo e scompariranno le critiche verso Israele.

Quelli che oggi protestano, boicottano, calunniano e odiano Israele saranno i primi a sentire la trasformazione positiva di Israele. Essi sono il promemoria costante che sottolinea la divisione del popolo di Israele. L’odio verso Israele e il popolo ebraico evidenzia solo la mancanza di amore dello stesso popolo ebraico.

A metà del secolo scorso la maggior parte delle nazioni erano favorevoli alla creazione dello stato di Israele. Rappresentava l’opportunità di far emergere una nuova società di amore e unione. Tuttavia, l’opportunità data al popolo ebraico nello stato di Israele, durante gli ultimi 70 anni, di costruire una tale società, sta rapidamente volgendo al termine. Di conseguenza, la visione del mondo su Israele e sul popolo ebraico ha preso la direzione sbagliata. Quando non riusciamo a portare a termine la nostra missione il mondo ci scredita. Gradualmente verremo eliminati dalla scena, scomparendo come ogni altra potenza mondiale che abbia governato in determinati periodi storici. Comunque, dato che la felicità e il benessere degli altri popoli dipendono dal fatto che Israele adempia al proprio compito, allora, Israele sarà obbligata a farlo e ad unirsi, a differenza di altre nazioni che sono sorte e poi cadute (Germania, Russia, Antica Grecia e Roma).

Una missione per unire il mondo

Quei brevi momenti in cui il mondo ci spinge ad unirci sono un esempio di come dovremmo trattarci reciprocamente ogni giorno. Tuttavia, in una tale connessione non esiste una forza unificante duratura poiché è basata su cause esterne. Al fine di creare una società unificata in modo positivo, dobbiamo creare un incentivo a connetterci per un obiettivo elevato. Anche se sulla terra rimanessero solo una manciata di ebrei, sarebbero costretti a farlo, perché il mondo non si arrenderà. La nostra missione è unirci e, così facendo, consentire che la diffusione di quella coscienza accresciuta e unificata si sparga in tutta l’umanità. Se lavoriamo alla nostra connessione, allora potremo attrarre quella forza positiva e unificante che risiede nella natura e che deve entrare nelle nostre connessioni, permettendo così che questa forza si diffonda, creando una nuova base per una società di dazione, connessione e amore.

Le generazioni passate hanno desistito perché mancavano loro i mezzi

Questa è anche la società che sognavano i padri fondatori del Sionismo, incluso David Ben-Gurion. Tuttavia, ad un certo punto, essi rinunciarono, perché non avevano i mezzi con cui realizzare la loro visione di una società positivamente connessa. Però, oggi, questi mezzi sono disponibili e diventano ancora più necessari per superare l’aumento della divisione sociale e realizzare quella direzione completamente nuova, positiva, armoniosa che la società può prendere.

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Il periodo di occultamento nella storia della Kabbalah

Domanda: Se la Kabbalah è il metodo per scoprire il Creatore, perché è rimasta nascosta per duemila anni, impedendo alle persone di usarla?

Risposta: Si è trattato di un periodo latente nella storia della Kabbalah, come nel Medioevo.

A noi sembra che non sia successo nulla durante il Medioevo. Lo sviluppo in Europa sembrava congelarsi, ma non era così. Gli esperti ti diranno che è stato un periodo di rapido sviluppo, ma è stato interno, nascosto. Ha preparato l’Europa per tutti i successivi progressi. Senza questa preparazione, non ci sarebbe stata alcuna rivoluzione culturale o industriale. Niente Rinascimento, nulla di nulla.

Domanda: Se il nostro sviluppo non fosse stato tecnologico, quale poteva essere?

Risposta: Il nostro sviluppo doveva essere tecnologico perché era il risultato del nostro sviluppo egoistico.

Oggi, questo periodo sta volgendo al termine. Il prossimo stadio sarà lo sviluppo spirituale. Ci stiamo gradualmente entrando ora. Il riconoscimento del male del nostro attuale sviluppo ci porterà ad esso.

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Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa del 23/07/2017

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“La privacy nella nuova era digitale: cosa abbiamo da nascondere?”

I Media hanno pubblicato il mio nuovo articolo: La privacy nella nuova era digitale: cosa abbiamo da nascondere?

“Signor Zuckerberg”, ha chiesto il senatore Dick Durbin riguardo alla percezione della privacy da parte del CEO di Facebook, “Sarebbe a suo agio nel condividere con noi il nome dell’hotel nel quale ha dormito ieri notte?”

“Mm…” Zuckerberg ha esitato qualche istante a rispondere mentre era inquadrato da dozzine di telecamere. “No”, disse il giovane uomo vestito in giacca e cravatta. La folla ha ridacchiato goffamente mentre rispondeva alla sorprendente domanda.

Durbin ha continuato a chiedere: “Se ha inviato messaggi a qualcuno questa settimana, vuole condividere con noi i nomi delle persone con cui hai parlato?”

“Senatore, no, probabilmente non sceglierei di farlo pubblicamente qui”, disse Zuckerberg, più appassionatamente di prima. Ma il senatore Durbin, come molti dei suoi colleghi, non è sembrato soddisfatto; anche quando la faccia da ragazzino di Zuckerberg si è voltata a guardarli con espressione umiliata.

Per oltre sei ore, Mark Zuckerberg, il fondatore e CEO di Facebook, ha testimoniato davanti al Senato a Washington. Zuckerberg ha dovuto spiegare come le informazioni private di 87 milioni di utenti abbiano raggiunto le mani di Cambridge Analytica, una società di data mining.

In effetti, ciò che veniva analizzato in quel momento non era Facebook, né il suo CEO, ma in realtà il diritto alla privacy. In un mondo tecnologico avanzato, con uno spazio virtuale aperto e sempre più interconnesso, c’è spazio per la privacy nelle nostre vite?

La mia risposta è: quasi nessuna. Gli utenti di Internet potrebbero lottare per questo, ma la tendenza futura mostra che non ci sarà molto da nascondere.

Le leggi devono infatti essere legiferate per limitare la capacità dei grandi monopoli di scambiare le nostre informazioni e calpestare i nostri diritti. Questa, tuttavia, non è la questione principale. La società umana sta marciando verso una nuova era in cui tutti sapremo tutto di tutti, dalle informazioni più elementari che qualunque fanatico del computer può facilmente rintracciare, alle azioni apparentemente più imbarazzanti che cerchiamo di nascondere agli occhi dei nostri vicini e colleghi.

Stiamo per sperimentare una profonda trasformazione di ciò di cui ci vergogniamo, una nuova era in cui tutto viene svelato. Presto diverrà chiaro che siamo tutti fatti dello stesso materiale.

Superare la facciata della rettitudine per vederci come siamo

Una breve occhiata ai leader del nostro mondo di oggi e alla loro immagine pubblica rivela la nuda verità: il presidente Clinton aveva rapporti sessuali extraconiugali, il presidente Trump si trova ora di fronte alle accuse di aver tradito sua moglie con una pornostar, l’ex primo ministro d’Italia, Silvio Berlusconi si vantava dei suoi orgiastici party “bunga bunga”, abbondano le storie dei festini dell’ex dittatore libico Gheddafi, così come una miriade di altre voci di diverse personalità pubbliche.

Ufficiali e personalità pubbliche non sono diversi dagli altri. Il loro ruolo ufficiale non li rende immuni dalle pulsioni e dagli impulsi naturali insiti in ogni uomo e donna del mondo. Ogni uomo, dal meno importante al più importante, dal lavoratore al leader, dall’anziano al giovane, è spinto dal desiderio di godersi cibo, sesso e famiglia. Per quanto riguarda questi desideri, non siamo diversi da qualsiasi altro animale, pertanto, non c’è motivo di restare perplessi riguardo alle informazioni rivelate su di noi nei social media, in quanto non rivelano nulla di nuovo sulla nostra vera natura.

Se qualcuno ha un problema con la tua natura, con le tue preferenze e inclinazioni, le tue passioni e comportamenti, il tuo carattere e i tuoi pensieri, allora puoi rispondere con una frase dei saggi ebrei: “Vai dall’artigiano che mi ha fatto e digli: “Quanto è brutto il vaso che hai creato” (Talmud, Taanit 20a-b).

La privacy diventerà una cosa del passato quando realizzeremo che siamo tutti fatti dello stesso materiale, ognuno con una diversa sfumatura e colore di desiderio. Quando ciò accadrà, allora potremo approfondire ciò che ci rende umani.

Quindi cosa ci rende umani?

Noi siamo composti da due livelli: il livello fisico-corporale e il livello umano-spirituale. Al primo livello ogni persona ha bisogno di soddisfare i propri desideri corporei. Questo va bene a condizione che nel processo nessuno venga danneggiato. Al secondo livello c’è la nostra essenza interiore, che è ciò di cui abbiamo bisogno per una vera, sentita connessione con gli altri.

Questo secondo livello ci viene nascosto. È il livello profondo delle relazioni con gli altri, un livello spirituale che non viene sperimentato nei nostri legami corporei di primo livello. Si chiama “l’umano” in noi, come lo chiamano i kabbalisti, e per coglierlo ulteriormente è necessario evolvere coscientemente.

Il secondo livello è intangibile e non possiamo sentirlo poiché ci viene nascosto. Noi identifichiamo erroneamente il nostro sé spirituale “umano” con il nostro corpo fisico umano. Di conseguenza creiamo norme sociali e valori morali che limitano l’uso del corpo umano, ossia l’adempimento dei desideri al primo livello.

Proprio questo è il punto in cui i media entrano per approfittare del modo con cui ci limitiamo. I media prosperano nel celebrare la nostra mancanza di connessione con la nostra essenza interiore. Per continuare a fare soldi, i media ci fuorviano giorno e notte, producendo spettacoli stravaganti provenienti dai nostri impulsi naturali. I media drammatizzano i comportamenti e le azioni che derivano dalle nostre pulsioni di base istintive invece di ricordarci che è la nostra vera natura, e la loro. E così siamo gradualmente sottoposti al lavaggio del cervello da un sistema di valori falsi, che lodano o rimproverano gli altri per le pulsioni naturali con cui sono nati.

La versione corretta dei media si impegnerebbe a creare connessioni umane positive, “collegare le persone, costruire comunità e avvicinare il mondo”, proprio come ha testimoniato Zuckerberg davanti al Congresso degli Stati Uniti e davanti al mondo. I media devono aiutarci ad elevarci al secondo livello nascosto; creare un nuovo insieme di valori basati non sui nostri corpi e impulsi naturali, ma su un insieme di valori volti a raggiungere la nostra essenza, a rafforzare il nostro contributo alla società e ad incoraggiare buone relazioni.

Gli umani sono cablati per la connessione

La vittoria del pubblico nella lotta per la privacy sarà possibile quando inizieremo a sviluppare il nostro “livello umano” interiore e ci connetteremo agli altri in modo significativo e positivo. Scopriremo le relazioni reciproche attraverso la forza nascosta della natura, una forza che ci lega a tutti i livelli e che ci pressa sempre di più al fine di svegliarci e affrontare la nostra connessione reciproca. Raggiungendo una tale sensazione della forza superiore della natura, alzeremo la cortina di nebbia che copre ciò che riteniamo privato e vergognoso, e questo “mistero” che circonda il mondo virtuale sparirà.

I media, con Facebook come uno dei suoi attuali protagonisti, hanno la capacità di creare tendenze positive che ispireranno ed eleveranno l’umanità a una maggiore connessione, poiché hanno il potere di impostare il tono sociale e creare una nuova cultura, di affinare la percezione sociale della realtà in una sana percezione della natura umana e di aiutare ogni persona ad adottare nuove comprensioni sulle propri pulsioni fisiche e spirituali.

Quando contenuti di tal significato scorreranno nelle vene dei social network, nessuno si vergognerà o temerà più nulla. Più ci identificheremo con il nostro livello spirituale che è disconnesso da qualsiasi necessità fisica, più saremo in grado di essere calmi per quanto riguarda incidenze come la perdita di privacy di decine di milioni di utenti. Sapremo come mettere nella giusta prospettiva, fisica e spirituale il nostro sé. In un clima sociale di questo tipo, l’unica vergogna che affliggerà l’uomo sarà quando osserverà attentamente se stesso e si chiederà: “Ho investito abbastanza nella creazione di relazioni positive? Ho contribuito a una connessione positiva nella società? Sono stato attento agli altri, come dovrebbe essere un “essere umano”?

New Life #964 – I pionieri del nuovo mondo


New Life #964 – I pionieri del nuovo mondo
Il Dott.Michael Laitman in una conversazione con Oren Levi e Tal Mandelbaum ben Moshe.

Riepilogo

Il Creatore ha risvegliato lo spirito pionieristico negli ebrei così che possano insegnare al mondo come amare unendosi a Lui. Come nostro padre Abrahamo, che era il nostro pioniere spirituale, gli ebrei devono dedicarsi al bene della società e dell’ambiente. Gli ebrei hanno cominciato ad adempiere alla loro missione nella storia quando si sono allontanati fra loro e dispersi in vari territori. Dopo di questo, la borghesia ha cominciato a svilupparsi in Israele perché gli ebrei hanno avuto il desiderio di costruire una nazione proprio come tutte le altre nazioni.

Israele deve mirare al proprio sviluppo, ancora una volta, al livello più alto dei pionieri, che è quello di uscire dal mondo oscuro verso un illuminato mondo spirituale.

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Dalla trasmissione di KabTV “New Life #964 – I pionieri del nuovo mondo”, 13/02/2018

La cosa più importante è avere tanta pazienza

La cosa difficile nello studiare la Kabbalah è che ci richiede di acquisire nuovi valori. Ecco perché coloro che non sono pronti o disposti a farlo per mancanza di pazienza, abbandonano. Non credono che questo studio porterà loro risultati reali e non capiscono veramente di cosa tratti questa scienza.

Qui c’è bisogno di tanta pazienza per lasciare che la Luce superiore agisca su di te, perché è la forza che ti trasforma in un nuovo essere. Gradualmente, iniziamo a sentire, a capire e a giudicare attraverso nuove definizioni.

Anche se dall’esterno sembra che un individuo sia sempre lo stesso, in realtà egli è completamente diverso. Egli è impossibile da definire con i chiarimenti, i valori e le normali regole corporee. Ora egli pensa in termini di uguaglianza della forma con la forza superiore, in modo completamente diverso.
Tale cambiamento qualitativo è ricevuto attraverso l’influenza della Luce superiore, attraverso il passare un’intricata rivoluzione interiore. Ciò richiede molti anni perché tali cambiamenti avvengono in una persona gradualmente, a piccoli passi.

E anche questo è difficile da ottenere. È molto più facile avanzare con il gruppo a cui puoi aggrapparti. Se una persona si stringe al gruppo con gli occhi chiusi, supera tutte le difficoltà.

Chiude la porta ai suoi vecchi valori e ne riceve di nuovi dal gruppo, dall’unificazione degli amici, che significa il nuovo Kli, dove dieci diventano come uno: riceve così una nuova mente e nuovi sentimenti, una nuova attitudine, nuove unità di misura.

È un periodo molto delicato e difficile di cui è scritto: “Mille entrano in casa, ma solo uno esce alla Luce”. Devi avere molta pazienza affinché la Luce superiore lavori su di te e ti dia nuove qualità. Quando si dice: “Fa di tutto, solo non abbandonare”, questo è ciò di cui si sta parlando.

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Dalla seconda parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 5/03/2018, Talmud Eser Sefirot

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I libri sull’eterno

Se cominciamo a spiegare ad un bambino di tre o quattro anni i nostri problemi di adulti, ovviamente in base al suo sviluppo mentale, psicologico e spirituale, sarà incapace di capirli. Non è interessato ad essi e non sono inclusi assolutamente nelle sue sensazioni.

Così quando leggiamo i libri scritti dai kabbalisti dobbiamo accettare il fatto che non capiamo assolutamente ciò che dicono.

Se per esempio leggiamo l’articolo “Riguardo all’Amore per gli amici”, non sappiamo cosa siano gli amici, né cosa sia l’amore. “Gli Amici” nella spiritualità sono parti della mia anima; tuttavia non li sento in questo modo. Immediatamente confondo la parola “amici” con l’amicizia usuale di questo mondo: con i conoscenti, qualcuno con il quale mi sento bene a passare una serata o a viaggiare, o con gli amici di infanzia.

Tuttavia l’amicizia qui ha un significato completamente differente. Voglio rivelare la mia anima, la parte eterna della realtà, però fino ad ora ho vissuto soltanto un’esistenza temporale, illusoria nel nostro mondo immaginario che in realtà non esiste. Pertanto devo capire che i libri parlano della mia anima eterna, il che appare davanti a me nella forma di certe persone speciali alle quali sono stato portato mediante il governo superiore, mediante la rete frammentata di connessioni fra di noi.

È necessario formare una rappresentazione di questo sistema dentro di noi, anche quando è ancora immaginario, ma tanto vicino alla spiritualità quanto sia possibile. A parte questo, abbiamo bisogno di definire in maniera precisa chi è “una persona” in generale e “gli amici” in particolare, e cos’è “L’amore per gli amici”. Gli amici non sono coloro con i quali è gradevole convivere, andare a bere qualcosa, a cena, a ballare o a studiare.

Gli amici sono una connessione spirituale speciale, che non avviene con il proposito di dare soddisfazione reciproca. Il piacere può risiedere solo nel mezzo; però in realtà, l’amore per gli amici si ha quando ognuno agisce per soddisfare l’altro.

Questa è una delle difficoltà dello studiare la saggezza della Kabbalah.

La seconda difficoltà è che percepiamo la Torah come una storia che riguarda il nostro mondo: come se esistessero il tempo, il movimento e lo spazio, che in realtà non esistono nel mondo spirituale. Pertanto, questa “storia” che ascoltiamo della Torah, nemmeno esiste! Non esiste l’Egitto, né l’esilio in Egitto.

La Torah non descrive eventi storici, ma la sequenza di stati preparatori attraverso i quali passarono i kabbalisti, con il fine di ottenere la vera ed unica percezione della realtà che esiste.

Allora anche io devo costantemente immaginarmi non a studiare la storia che avvenne nei tempi antichi, con un gruppo di persone che scappavano da un luogo all’altro. Non riguarda questo, ma delle impressioni sensoriali di una persona che si trova in uno stato che definisce come esilio spirituale, esilio dal mondo spirituale. Allora è possibile immaginare cosa siano la redenzione e lo sviluppo spirituale. Si tratta solo di quello che succede all’interno di una persona.

Ogni giorno voglio separarmi sempre di più dalle narrazioni, dalla storia e dalla geografia e spiegarlo a livello interiore, sensoriale: il mio o quello di qualcun altro che vuole svilupparsi spiritualmente. Tutto questo si applica solo al periodo dello sviluppo spirituale di una persona. Pertanto, “l’amore degli amici” ed in generale tutta la Torah, devono essere considerati solo nella forma interna, in relazione al nostro sviluppo.

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Dalla prima parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 06/03/2018, lezione sul tema: “Preparazione per Pesach”

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La Terra e i suoi ultimi anni di vita

Commento: Gli scienziati americani e quelli britannici hanno presentato un rapporto ufficiale alla National Academy of Sciences degli Stati Uniti secondo cui la Terra diverrà inadatta per ospitare la vita tra il 2200 e il 2400, indipendentemente dal calo demografico stimato per la crescita entro il 2100.

Gli esperti puntano il dito contro il pericolo del cambiamento climatico, che sarà inevitabile a causa dell’aumento del consumo di energia e che continuerà ad aumentare anche con la riduzione delle emissioni di gas serra nell’atmosfera. Inoltre, ci sono altri rischi globali (Kathmandu Tribune). Sulla stessa linea di pensiero, Stephen Hawking aveva recentemente suggerito di trovare una nuova casa nello spazio per l’umanità (NBC News).

Il mio commento: Il problema è che tali progetti non sono realistici. Le persone sono inestricabilmente legate a questo pianeta da un invisibile “cordone ombelicale”. Siamo un tutt’uno, siamo intrecciati ad esso con un numero infinito di fili e non possiamo esistere senza di esso.

Ma diciamo, ad esempio, che ci siamo trasferiti su Marte. Che cosa accadrà dopo? Inquineremo o spremeremo tutte le sue risorse, proprio come abbiamo fatto con la Terra. E inoltre, dovremo affrontare problemi personali e sociali perché anche cambiando il luogo di residenza, non avremo cambiato la nostra natura. Quindi, cosa faremo? Vagheremo da un pianeta all’altro sfuggendo a noi stessi? Non ci sarà di alcun aiuto.

Portiamo la morte intorno a noi perché questa è la nostra natura. “La morte” è l’egoismo che vuole divorare tutto. Gode a distruggere tutto ciò che lo circonda. Non sopravviveremo su nessun pianeta. Dopotutto, non sappiamo come prendere in considerazione la natura globale e le sue leggi fondamentali.

Prendiamo in considerazione solo ciò che è vantaggioso e conveniente per noi. Questo atteggiamento è distruttivo per la Terra perché avvelena il sistema planetario comune.

La carica negativa dell’egoismo è ciò che realmente scuote la noosfera. Gli squilibri crescenti nella società, tra le persone, minano l’equilibrio in tutto. Qual è il futuro che ci aspetta? Nella peggiore delle ipotesi, dopo aver attraversato una dura sofferenza, fino all’inverno nucleare e ad altre “delizie” distopistiche, ci renderemo finalmente conto della necessità di liberarci dell’egoismo.

Allora le persone finalmente supereranno la loro natura egoistica e correggeranno questa Terra, smettendo di inquinarla e di rovinarla in tutti i modi. Dopotutto, la Terra ha un grande potenziale rigenerativo. Può guarire se la gente smette di nuocerle e se accetta le leggi della natura che stabiliscono interazioni, armonia e omeostasi.

In altre parole, se ci eleveremo al di sopra dell’egoismo, saremo come su un altro pianeta, che guarisce le ferite e si relaziona con noi in modo benevolo. Quindi non dovremmo andare da nessuna parte. Scopriremo che se rinunciamo all’amore per noi stessi, allora tutto servirà alla nostra prosperità. Rimane solo una domanda: perché non farlo adesso?

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Dalla trasmissione di KabTV “Le Notizie con Michael Laitman”, 23/01/2018

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New Life #975 – Il livello successivo dello sviluppo dell’umanità

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Il Dott. Michael Laitman in una conversazione con Oren Levi e Yael Leshed-Harel

Riepilogo

Nel livello di sviluppo successivo, le persone spirituali vivranno al di sopra delle limitazioni del tempo, dello spazio e del movimento.

Gli umani finalmente troveranno felicità, allegria e soddisfazione, raggiungendo un nuovo desiderio d’amore e dazione pura. Quel nuovo mondo non avrà limiti come li ha questo. Attualmente, non siamo felici nonostante gli infiniti sviluppi tecnologici e l’avere tutto ciò che desideriamo. La natura ha programmato il nostro sviluppo, da quando avevamo una natura animale fino ad entrare nell’intenzione per la dazione, in accordo con il pensiero iniziale della Creazione.

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Dalla trasmissione di KabTV “New Life #975 – Il livello successivo dello sviluppo dell’umanità” 6/03/2018