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Come si diventa un Messia?

Domanda da Facebook: Tu affermi che il Messia è una forza e che nessuna persona possa diventarlo.

Risposta: Il Messia (Mashiach) è una forza, che con le qualità della dazione e dell’amore ci tira fuori dall’egoismo.

Una persona che raggiunge le qualità della dazione e dell’amore con l’aiuto di questa forza ha fatto una correzione interiore completa. Raggiungendo quel livello, può anche essere chiamata Messia.

Domanda: Non era così che venivano chiamati i grandi kabbalisti, incluso l’Ari, durante il loro tempo?

Risposta: Sì. In altre parole, è una persona che ha una forza che la aiuta a correggersi completamente. Ma ciò non significa che, fatto questo, sia anche in grado di correggere gli altri perché il libero arbitrio rimane e ognuno deve correggere se stesso.

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Dalla trasmissione di KabTV “Le Notizie con Michael Laitman”, 23/11/2017

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Come si può misurare la devozione dell’anima?

Quando una persona studia la saggezza della Kabbalah, dovrebbe sforzarsi non solo di accrescere la propria saggezza ricevendo nuove conoscenze, ma soprattutto, di cambiare le proprie sensazioni in modo che il cuore cambi e si espanda. Il cuore impara a sentire i più alti fenomeni che sono inaccessibili a noi ora, le azioni di dazione e unificazione. Loro sono al di sopra della nostra ragione.

Nella Kabbalah c’è un concetto di “fede al di sopra della ragione“. La conoscenza è ciò che corrisponde alla ragione. Nella misura della mia comprensione, io sono in grado di dare, sapendo che questo mi farà bene. Io vado al supermercato e do dei soldi in cambio di prodotti. Non c’è nessun problema con questo.

Ma non c’è fede al di sopra della ragione nel nostro mondo. Dove posso ottenere la potenza extra per dare al di sopra della ragione? Secondo la mia comprensione, sono pronto a pagare un euro per una tazzina di caffè, e mi viene chiesto di pagare venti euro anziché uno, per qualche buona causa. Dove ottengo la forza di rinunciare ai diciotto euro in più?

Il potere che mi dà l’opportunità di fare del lavoro extra, di compiere ulteriori sforzi e di sacrificare il mio egoismo è chiamato “fede”. Questo è ciò per cui dobbiamo lottare. Solo in questo modo si può misurare quanto io realmente do. E questo non deriva dal mio ragionevole calcolo, ma dal desiderio di dare al mio ospite.

In altre parole, io do al di sopra del calcolo di quanto io ho ricevuto da Lui e sono pronto a ricompensarLo, ma del tutto disinteressatamente. Questo è ciò che è chiamato la devozione dell’anima quando io sono pronto a darGli il mondo intero anche se non ottengo nulla da Lui.

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Dalla seconda parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 21/03/18, Talmud Eser Sefirot

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