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Durante il workshop ascoltiamo tutti

Domanda: Perché è importante che tutti parlino durante il workshop?

Risposta: Dobbiamo incoraggiare i nostri amici, dobbiamo sentirli. Ognuno di loro dovrebbe essere in grado di parlare per capire di più se stesso, per potersi esprimere.

Domanda: E se una persona dice: “Io passo, non posso parlare, non voglio farlo”?

Risposta: In quel caso non c’è nulla che tu possa fare. Le persone nel nostro mondo sono molto diverse fra loro: alcune sono silenziose e altre sono loquaci. Ma nel gruppo, dobbiamo smussare tutto.

Nota: Durante il workshop ascoltiamo ogni amico e lo dimostriamo con empatia. Cioè, parliamo a turno, non ci interrompiamo l’un l’altro, ascoltiamo attentamente.

Commento: Nel workshop siamo interessati proprio all’opinione di tutti. Anche se certi pareri non mi interessano, devo sforzarmi di ascoltare in modo che il mio ego non ignori i messaggi dei miei amici.

E anche se il mio ego non vuole ascoltare nessuno, le loro opinioni sono quelle più importanti e valide per me.

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Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa del 22/10/2017

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La cosa più importante è lavorare!

Tutto è organizzato in maniera miracolosa in modo tale che persino senza nessun contatto con la spiritualità ho comunque la possibilità di arrivare ad essa solo per il fatto che, presumibilmente, io amo, mi voglio unire, avvicinarmi e sedere con gli amici e, in teoria, dare.

Se misurassimo la nostra distanza reale l’uno dall’altro, forse un amico si troverebbe lontano mille chilometri da me, un altro centomila, il terzo milioni di chilometri ed il quarto sparirebbe del tutto oltre la linea dell’orizzonte.

Tuttavia sembra che siamo seduti tutti assieme. Questo è chiamato un “mondo immaginario”. Grazie a questo, possiamo cominciare ad accostarci l’uno all’altro e gradualmente attrarre la Luce che incomincerà a cambiarci. Facendo questo, noi inizieremo ad acquisire la mente ed i sentimenti che non avevamo prima. Ogni volta avremo alti e bassi, e ci sentiremo sempre più stupidi e mai più intelligenti. Ma la cosa più importante è di continuare a lavorare!

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Dalla prima parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 28/2/2018, Baal HaSulam, Shamati, Articolo 37, “Un articolo per Purim”

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Tra occultamento e rivelazione

Il mondo altro non è che il Creatore nascosto in tutto ciò che vediamo davanti a noi: inanimato, vegetale, animale e parlante. Di fatto, il mondo non esiste, ma esistono quattro livelli dentro l’uomo: inanimato, vegetale, animale e parlante. L’uomo vede solo se stesso e le sue qualità interiori nella cornice del mondo superiore.

Se lavoriamo evitando di trovarci in opposizione alla Luce superiore, smettiamo di vedere noi stessi e raggiungiamo l’equivalenza delle qualità. Così, la Luce superiore, formata dalla forza della dazione e dall’amore, riveste la persona che si converte in Shechina (divinità).

Il Creatore desidera rivelarsi, desidera aiutare. Egli appoggia sempre l’uomo, ma non può accettare di diminuirne gli sforzi. Con lo sforzo l’uomo deve scoprire tutte le differenze tra il Creatore e se stesso, sviluppare le sensazioni e rivelare la realtà superiore. La persona si costruisce tra l’occultamento e la rivelazione. Pertanto, il Creatore può cedere e aiutare in tutto, eccetto quando è necessario sforzarsi.

Il mondo ci appare oscuro e cattivo perché adesso vediamo solo la nostra natura egoistica al di là dello sfondo della Luce bianca. Se facciamo sforzi per raggiungere la similitudine con la Luce, con l’unione e l’amore, non vediamo noi stessi, ma la Luce.

Pertanto, abbiamo bisogno di vedere il mondo con il desiderio del Creatore di rivelare Se stesso. Lui ci chiede semplicemente sforzi per trasformare i disturbi in appoggio e aiuto. Le perturbazioni ci mostrano i punti nei quali continuiamo ad essere diversi alla forza superiore, fino a che trasformiamo tutti i nemici in cari amici.

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Dalla prima parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 14/01/2018, lezione sul tema: ”Il Creatore desidera rivelarsi” (Preparazione al Congresso Mondiale 2018)

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