Sebbene i ricchi stiano diventando sempre più ricchi, non sono loro il problema

Nel mondo si sta accentuando la differenziazione sociale. I ricchi continuano a diventare sempre più ricchi e i poveri diventano sempre più poveri, e tutto accade molto rapidamente.

Secondo dati recenti, l’anno scorso, l’1% della popolazione mondiale ha accumulato circa un terzo della ricchezza mondiale. È un male? Nell’ambito dell’egoismo umano, questo è normale e naturale. Non è una questione di miliardari. Come tutti noi, anche loro non possono sacrificare la propria natura (The Guardian).

Il nostro egoismo è senza fine e nulla è mai abbastanza per lui. È positivo che oggi siamo ancora in grado di tenerlo sotto controllo e di spremere qualche risorsa per gli altri. Nondimeno, la tendenza generale porta a un vicolo cieco.

Dopotutto, una persona ricca non stima il suo successo con i miliardi, ma con le sensazioni. Non sente di essere ricca perché altri sono più ricchi di lei oppure perché ancora non possiede tutto e tutti.

Paradossalmente, con cinquanta miliardi, si sente più povera di prima. Non c’è limite. Dona somme enormi per cause benefiche proprio perché il denaro stesso non la soddisfa. A tal proposito, tutti noi saremmo esattamente uguali al posto suo.

D’altro canto, nemmeno le massicce donazioni al Terzo Mondo sono state d’aiuto per cambiare radicalmente la situazione. Ancora muoiono di fame in centinaia di milioni e la maggior parte delle persone non è in grado di soddisfare le proprie necessità primarie.

Cosa deve essere fatto?

Per cominciare dobbiamo capire l’essenza del problema, la sua radice. Il male non è nella concentrazione della ricchezza del mondo, ma nel sistema stesso, dove le persone sono incapaci di cambiare perché non vogliono sentire che devono cambiare se stesse.

Siamo di fronte alla sfida della storia: il bisogno di rinnovare radicalmente la natura umana e coltivare una nuova qualità di dazione verso i nostri simili. Soltanto questo ci renderà uguali, veramente, onestamente, in modo affidabile e incruento. Questa non è una soluzione universale, piuttosto, permette a tutti di realizzarsi arrecando nient’altro che beneficio agli altri.

Solo in questo troveremo la nostra vocazione e la nostra felicità.

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