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Che cosa nasce dalla discussione?

Domanda: Come nascono le regole del workshop, quali il parlare a turno, l’annullare se stessi, il non criticare? Dopotutto, com’è noto, la verità nasce dalla discussione.

Risposta: Tutte le regole del workshop si basano sui principi dei kabbalisti, a cominciare da Il Libro dello Zohar quando dieci grandi kabbalisti si riunirono insieme, si rifugiarono in una grotta e scrissero questo libro. Da qui deriva la conoscenza della “decina”, del come unirsi in essa e di cosa dobbiamo fare con essa. Più tardi il mio maestro Rabash descrisse nei minimi dettagli le relazioni nella decina, sottolineando che tutte le basi per l’interazione fra le persone nel cerchio non hanno nulla a che fare con la psicologia pratica.

L’affermazione che la verità nasce dalla discussione è assolutamente sbagliata. Come può nascere dalla discussione se tutti siamo egoisti e ognuno pensa in maniera scorretta; e poiché tutti discutono su dieci verità egoistiche, ne potrebbero pure nascere altre venti, trenta o quaranta simili. Non mi è mai capitato di assistere ad una discussione che abbia portato alla nascita della verità. Per arrivare a questo le persone dovrebbero essere speciali, capire in quale modo, con le capacità limitate che possediamo, poter usare questo principio.

Questo non è accettabile nella Kabbalah. Non ci devono essere discussioni perché la verità ci arriva dal prossimo livello di consapevolezza, non dal livello in cui siamo! Non c’è nulla da vedere dentro di noi. Mi sembra che la storia dell’umanità ce lo abbia già dimostrato: non possiamo tirare fuori nulla di buono da noi stessi. Perciò non c’è bisogno di cercare nulla, neppure la “verità”. Dobbiamo solo metterci insieme in modo tale da portare l’illuminazione superiore su di noi, la Luce superiore. Allora ci riusciremo.

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Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa dell’8/10/2017

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Non dimenticare…

La festa di Purim è la più felice, il miglior momento per grandi misericordie. Purim rappresenta tutto il nostro lavoro spirituale.

Tutti i giorni festivi sono legati alla connessione dell’anima frammentata di Adam HaRishon, il primo uomo, però solo Purim rappresenta la fine di questo processo, l’ultima azione, chiamata Gmar Tikkun, la fine della correzione.

Così ricordiamo tutto il nostro desiderio egoistico di ricevere piacere con tutto il suo tremendo peso e comprendiamo che non vi è modo di resistergli. Siamo molto deboli. Anche il giusto Mordechai si siede su una roccia di fronte alla porta del re, un povero anziano che nessuno nota, mentre Amman governa tutto il regno, come la mano destra del re.

Il Creatore, in proposito, incorona l’ego affinché governi, come è scritto: “Ho creato l’inclinazione al male”. Il faraone (l’egoismo) è il re del mondo, in diversi ruoli e personaggi. Solo quando l’uomo sente che l’esistenza è minacciata, si sveglia; chi lo aiuta a risvegliarsi? Amman lo fa dicendo: “Distruggiamo, dalla base, questa radice che potrebbe risvegliare il desiderio di dare o l’intenzione di dare, perché dovremmo lasciarla? Sono il re!”.

Quando raggiungiamo questa altezza del desiderio di ricevere che vuole controllare tutto con l’intenzione di ricevere, scopriamo che il desiderio di ricevere è materia immutabile, ma l’intenzione di ricevere è scorretta e possiamo controllare il desiderio di ricevere con l’intenzione di dare. Anche se l’intenzione di dare è contraria alla natura ed è molto debole, contraria alla nostra coscienza, comprensione e natura stessa ed inoltre il re, ovvero il Creatore, non la appoggia, lei è ancora lì. Come possiamo lottare? L’intenzione di dare è troppo debole, troppo tenue e delicata per confrontarsi con Assuero che appoggia Amman con il potere del male.

Però c’è una parte del desiderio di ricevere che si chiama “giudei” (Yehudi), questa parte possiede la forza potenziale dell’unione. Se una minaccia grave incombe su di essi, si uniranno. A prescindere dal fatto che questa unione venga loro imposta, provocata dal timore della distruzione, in qualche modo attrae la Luce che riforma, la forza superiore. Questa risveglia il re Assuero, che inizialmente appoggiò Amman, ma dopo l’unione degli ebrei, completa ed appoggia felicemente Mordechai.

Tutto dipende dal gruppo, che potenzialmente viene chiamato “giudei” (la parola ebrea per ‘giudeo’ [Yehudi] proviene dalla parola ‘unito’ [Yihudi]. Così quando si uniscono, prima per coercizione e dopo in maniera volontaria, ottengono una grande forza, prima per controllare il re Assuero e dopo per distruggere il potere di Amman, l’inclinazione al male che avrebbe potuto distruggerli facilmente.

Tutto questo fu fatto per la loro unione che aveva attratto quella grande forza che li aiutò ad unirsi anche di più e dopo, agendo con il potere dell’unione, sottomisero il potere della separazione, il potere di Amman.

Lo fanno in ogni grado e stato, perché questa è la correzione ed in Purim viene rappresentata come un miracolo. Purim è un’enorme volontà di ricevere, nelle sue 32 parti, che non è possibile correggere direttamente. Per questo viene considerata un miracolo, perché possiamo correggere gradualmente 288 parti del desiderio di ricevere, nei 125 gradi e, il cuore di pietra, si unisce a tutta la correzione, anche se non vi appare. Solo nell’azione finale, il cuore di pietra nasce ed è corretto dalle 288 parti ed anche le 32 parti entrano nella correzione in un sol colpo. Così arriva la Luce della fine della correzione.

A Purim possiamo vedere tutto questo processo di correzione: l’esilio e la liberazione di tutte le sue forme. Per questo Purim comincia con la lettura del capitolo Ricorda quello che Amalek ti ha fatto. L’intenzione per il proprio beneficio, chiamata inclinazione al male o Amalek, ci accompagna tutto il tempo e precisamente grazie ad Amalek arriviamo al Creatore.

Se non fosse stato per questa inclinazione al male, mai avremmo provocato l’unione, mai avremmo rivelato la nostra separazione dal Creatore e non saremmo riusciti ad essere uguali nella forma con Lui. È impossibile ottenere l’adesione senza l’aiuto di questa forza maligna che lavora nella linea di sinistra.

Per questo dobbiamo ricordare quello che Amalek ci ha fatto. In ogni stato il Creatore ci invia un aiuto al contrario, e questo è un grande aiuto. Abbiamo solo bisogno di sapere come relazionarci correttamente con queste forze della natura.

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Dalla prima parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 27/02/2018, “Gli Scritti di Rabash”, articolo 21

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Il tempo della rivelazione della Kabbalah

Osservazione: Fino ai secoli XVII° e XVIII° la civiltà occidentale ha vissuto con la sensazione che esistesse un qualche tipo di ordine cosmico nella società e nella natura, e cioè che esistesse una forza superiore.

Il mio commento: L’uomo della civiltà occidentale visse, come si suol dire, in grazia di Dio, un Dio che inventò. Questa invenzione fu di grande aiuto per i re, per il clero ed altri organi di controllo, perché diede al re la legittimità di essere il rappresentante di Dio in Terra.

Ma, in seguito, tutto cambiò perché l’egoismo crebbe e non fu più possibile regnare sulla gente. Apparvero diversi movimenti: il Calvinismo, il Luteranesimo ed altri ancora, che diedero un forte impulso allo sviluppo del futuro.

Molto presto questi movimenti cominciarono a trasformare la religione in nuove strutture, perché quelle già esistenti non erano più utili per lo sviluppo sociale. Nelle sue relazioni sociali, economiche e politiche, la popolazione superò il confine della vecchia religione; aveva bisogno di una religione differente. Apparvero così diversi movimenti basati sulla fede.

Il Medioevo si distinse per il suo rapido sviluppo, anche se ci sembra che trascorse molto lentamente; ci furono però processi evolutivi molto seri che diedero impulso in maniera significativa a nuove possibilità nello sviluppo delle scienze, delle arti e della nascita di una nuova libertà. L’individuo cominciò a sfuggire al controllo del clero.

Nacque la necessità di controllare l’individuo. Apparvero ogni genere di movimenti nazionalisti e, in contrapposizione, non mancarono di prender vita anche movimenti socialisti e comunisti.

Domanda: Quale fu lo scopo del salvaguardare anche la religione ordinaria? Preparare l’umanità per una prospettiva più illuminata?

Risposta: L’obbiettivo della natura è dare all’uomo l’opportunità di comprendere il proprio destino e di trovare i mezzi per risolvere la domanda più importante della vita: “Perché esisto?”

Durante questi anni, anche se questa domanda sorgeva, veniva repressa con la paura e con la pressione sociale; tuttavia, dopo il Medioevo, cominciò a manifestarsi con maggiore forza in base allo sviluppo interiore della gente che non aveva più paura di essere chiamata atea, cioè non connessa al Creatore. Il teismo è la connessione con il Creatore, l’ateismo è l’assenza di questa connessione.

Domanda: Forse anche gli atei cercarono di costruire un sistema sociale basato sulla moralità, ma senza il controllo della forza superiore?

Risposta: Si. Cercarono di immaginare come si sarebbe potuto strutturare un governo senza un potere superiore, non nella forma di Dio e non nella forma del re. Questo rappresentò un cambiamento molto serio, cioè quando l’individuo viene prima di tutto.

Però l’individuo non può controllare se stesso, non può fare nulla “senza il re o senza un Dio nella propria testa”. Per questo apparvero ogni tipo di movimenti terroristici: il Fascismo, il Nazismo ecc … la gente cercava un modo per controllarsi, per mantenere il sistema in ordine e vide che non aveva successo. E così fu, colpo su colpo.

Pertanto, all’inizio del XX° secolo, dopo il rapido sviluppo della scienza, della cultura e dell’autocoscienza, la scienza della saggezza della Kabbalah cominciò a rivelarsi. Quando terminò l’era delle scoperte scientifiche e dell’arte, fu chiaro che non c’era risposta alla domanda sul senso della vita, che era apparsa anche prima del Medioevo. Neppure l’era dell’Illuminismo diede questa risposta.

E la Kabbalah fu rivelata. Cominciò a spiegare che aveva la soluzione a questi problemi. Però era irrazionale per il modo di pensare dell’umanità, perché è come prendere la teoria della relatività e cercare di applicarla alla vita quotidiana.

Nel nostro mondo non è comprensibile, e anche se lo fosse, solo in pochi ci riuscirebbero. Cosicché, di cosa possiamo parlare con le persone comuni? Comunque, in base alla saggezza della Kabbalah, tutti devono ormai essere elevati ad un nuovo livello.

Pertanto, a prescindere dal fatto che la Kabbalah sia stata rivelata o meno, è evidente che ci sia bisogno di molto tempo prima che la gente capisca che la società deve esistere secondo i suoi principi e che altrimenti non avrebbe la capacità di sostenersi.

L’umanità si avvicina gradualmente a questo stato ma non esiste ancora in esso. In questo momento il nostro gruppo kabbalistico si dedica completamente a modellare i principi kabbalistici sui quali si baserà la società futura, ad analizzarli e a svilupparli internamente, come in un laboratorio. Ma, alla fine, questa sarà la realizzazione della legge fondamentale della natura nell’umanità.

I kabbalisti hanno l’obbligo di dimostrare all’umanità che la loro metodologia è l’unica che spiega la struttura futura della natura, della società, dell’umanità e dell’educazione; senza questo, il mondo non potrà mantenersi in nessun tipo di organizzazione sociale.

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Dalla trasmissione di KabTV “L’ultima generazione”, 3/07/2017

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