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L’amore non è altro che armonia, l’equilibrio reciproco del più e del meno

Se parliamo di amore tra amici in un gruppo, allora ci sembra che sia qualcosa di artificiale, inutile, sgradevole e irraggiungibile. Ma in realtà, è solo l’attuazione della legge fondamentale della natura. La parola “amore” si è soltanto un po’ deteriorata ai giorni nostri.

Infatti, se nessuno annulla niente, ma vuole integrare, raggiungendo nel gruppo un completamento tra proprietà opposte che provengono da un’unica radice esistente in natura, comprendiamo che questo è ciò che viene chiamato armonia, amore, unione reciproca e non può esistere nessun altro stato.

Pertanto, una singola persona non può fare nulla. Da sola, una persona non può raggiungere il mondo superiore o raggiungere il sistema operativo del mondo poiché non ha lo stato interiore corrispondente, non partecipa a questo sistema. Deve creare dentro di sé un tale rivelatore, che è l’organo di percezione del mondo superiore. Per questo, è necessario unirsi in decine.

La nostra connessione è basata sul fatto che tu hai un segno meno, io ho un più, un’altra persona ha un più, ancora un’altra ha un meno e così via, in connessione incrociata tra noi formiamo una rete chiamata Kli, cioè un vaso per rivelare il Creatore. Cosa significa: il Creatore? La media matematica che otteniamo dalla combinazione degli opposti.

Pertanto, dobbiamo arrivare alla giusta unione tra noi: non distruggere nulla, non sopprimere nulla, ma imparare ad usare ogni singola proprietà di ciascun membro del gruppo, dalla peggiore alla migliore. Tutti hanno lo stesso diritto di esistere.

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Dal Congresso di Vilnius “Dal caos all’armonia”, Giorno uno, 3/11/2017, Lezione 1

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