“…..lo sollevò sulle Sue ali…”

Dalla Torah, (Deuteronomio 32:11 – 32:12): “Come un’aquila che veglia la sua nidiata, che vola sopra i suoi nati, Egli spiegò le ali e lo prese, lo sollevò sulle Sue ali.

Il Signore lo guidò da solo, non c’era con Lui alcun dio straniero.”

Il linguaggio della Torah è molto poetico. Ma quando la saggezza della Kabbalah spiega di cosa parla la Torah, si scopre che non c’è poesia. Quello che si intende per le forze che ci governano, ci conduce in tutti questi stati: sia quando ci si alza al di sopra dello schermo che quando si scende al di sotto dello schermo, e così via.

Queste sono azioni molto gravi, inaspettate e pesanti che il Creatore esegue su di noi. E noi dobbiamo prendervi parte.

L’aquila che “…spiegò le ali e lo prese, lo sollevò…..” è lo schermo contro l’egoismo che ci solleva sempre più in alto.

L’aquila non trasporta i propri nidi con le zampe, ma li mette sulle ali e vola via. È incredibile, ma è esattamente quello che accade. Questa è un’azione speciale di Bina quando eleva Malchut sino a lei e quindi la protegge da frecciate egoistiche che volano verso di lei dal basso.

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Dalla trasmissione di KabTV “I Segreti del Libro Eterno”, 30/01/2017

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