“Non farai al tuo fratello prestiti a interesse”

Dalla Torah, (Deuteronomio 23:20): “Non farai al tuo fratello prestiti a interesse, né di denaro, né di viveri, né di qualunque cosa che si presta a interesse.”

È proibito dare con la speranza di ricevere di più in cambio, cioè di caricare interessi ovunque e in qualsiasi cosa! Non posso darti in uso il mio asino aspettandomi da te due asini in cambio, come si usa comunemente oggi nella pratica commerciale. Dopo tutto, ciò che mi stai dando è il tuo guadagno, non il mio, perché tu mi hai fatto il prestito.

Gli ebrei sono stati accusati di usura, ma in realtà non era usura, si trattava di interessi sul debito. Stiamo cominciando solo ora a capire perché una persona deve restituire una somma maggiore di denaro a colui che glielo ha prestato.

Dalla Torah, (Deuteronomio 23:21): “Allo straniero potrai prestare a interesse, ma non al tuo fratello, perché il Signore tuo Dio ti benedica in tutto ciò a cui metterai mano, nel paese di cui stai per andare a prender possesso.”

“Lo straniero” è il desiderio che è ancora diretto “a me”. Nel processo di correzione di questi desideri si vuole estrarre da loro il massimo profitto per la qualità della dazione e trasformare le qualità egoistiche in altruistiche, con i più alti interessi possibili.

Nella Torah, quando è scritto che puoi rubare dai non ebrei, rapirli, ecc., si riferisce al modo in cui abbiamo bisogno di trasformare il nostro egoismo, perché la Torah parla solo della correzione interiore dell’individuo.

[206245]

Dalla trasmissione di KabTV “I Segreti del Libro Eterno”, 26/10/16

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