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“…Tutto il popolo dirà:’Amen!’”

Dalla Torah, (Deuteronomio 27:16): “…Tutto il popolo dirà: Amen”

“Amen” è tradotto come “esattezza”, “verità”, ed esprime il nostro accordo interiore, la decisione interna di mettere in atto qualche azione con tutte le nostre forze.

Pertanto, le persone sono obbligate a dire “Amen” prima dell’ingresso nella terra di Israele. Si tratta di esprimere un accordo con queste condizioni, senza le quali nessuno può entrare, perché entrare significa salire alla correzione di desideri completamente nuovi e di quelle intenzioni egoistiche che vengono di conseguenza rivelate.

In ogni fase il popolo ripete “Amen”, perché ogni volta entra in una correzione completamente nuova.

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Da KabTV “I segreti del Libro Eterno” 11/21/16

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Nuovo Corso Online di Kabbalah 2017

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“Acquista” le qualità del Creatore

Tutti i nostri desideri terreni sono una creazione (Malchut). Noi siamo la creazione. Le nove parti che scendono in Malchut sono le forze superiori o le nove Sefirot del Creatore che ci influenzano. Pertanto, il Partzuf (il corpo spirituale) è sempre diviso in nove e uno.

Lo scopo della creazione è quello di salire al livello del Creatore. Ciò significa che dal nostro stato dobbiamo padroneggiare le nove Sefirot e trasformarle nelle nostre proprietà personali. Allora raggiungeremo il Creatore.

La realizzazione di questo metodo ci viene data dalla saggezza della Kabbalah, che spiega come possiamo “comprare” le nove qualità superiori, esistenti in un’atmosfera completamente ultraterrena, e quindi diventare come il Creatore e salire al Suo livello di eternità, di infinito, e di assoluta bontà.

Pertanto, la cosa più importante che dobbiamo acquisire sono le nove proprietà (le prime nove Sefirot) che esistono fra noi e il Creatore. Dobbiamo rivelarle in noi stessi. E poi riveleremo il Creatore dentro di noi, perché tutto è rivelato all’interno della persona.

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Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa del 3/05/17

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Cambiare una prospettiva egoistica

La Saggezza della Kabbalah ci dice che nasciamo egoisti, separati e solitari. Inoltre, ci trattiamo a vicenda in maniera egoistica. Ognuno guarda agli altri e li vede solo attraverso il calcolo del beneficio che può trarre da loro.

Valutiamo gli altri per capire quanto ci possano danneggiare oppure portarci un qualsiasi profitto. E se non possono fare nulla per noi, non li notiamo neppure. Questo è chiamato guardare agli altri attraverso una prospettiva egoistica.

Quindi, il nostro lavoro è quello di cambiare la nostra attuale visione e di vedere in che modo possiamo dare tutto ciò che abbiamo agli altri per diventare conduttori del Creatore.

In principio, io non ho niente da dare, ma se voglio farlo, mi connetto immediatamente al Creatore. Quindi il Creatore lavorerà attraverso di me per il mondo intero. E il mondo intero, per il quale io lavoro, sarà chiamato la mia anima. Questa è una connessione altruistica.
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Dalla trasmissione di KabTV “I Segreti del Libro Eterno” 19/10/16

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Quando i sentimenti se ne stanno in silenzio

Domanda: In base alla mia esperienza, posso dire che ci sono persone che sentono che tutto va bene quando si uniscono in un congresso perché percepiscono davvero l’elevazione spirituale; e ce ne sono altre invece che non sentono assolutamente nulla di tutto questo.

In quale stato si deve sentire una persona se ancora non ha sviluppato le caratteristiche altruistiche? Se la persona sente le caratteristiche egoistiche, non si trova in unione? Cosa consiglierebbe a quelle persone che non sentono nulla?

Risposta: Dipende dall’attitudine della persona verso quello che le sta accadendo. Se si dispiace e piange perché non sente nulla, o se invece festeggia dicendo: “Non sento niente e non me ne preoccupo, tu vai avanti e preoccupati”. Questa seconda situazione deve rappresentare una grande preoccupazione per lei, perché tutta la sua vita potrebbe continuare così, allo stesso modo in cui è trascorsa fino ad oggi….e per quale motivo?

La persona deve desiderare di rivelare la più alta qualità nel nostro mondo e nel mondo superiore, cioè il Creatore, il potere della natura che include la creazione e dirige tutto.

Se sono una persona socievole che ama il gruppo e ama l’unione, allora la mia correzione con gli altri sarà facile. Mi interessa stare con tutti, faccio le giravolte, canto a squarciagola e ballo; questa è una cosa.

Però quando lo faccio perché desidero rivelare il Creatore, è un’altra cosa. Per farlo, sono disposto ad agire come un bambino piccolo. Farò quello che mi dicono, perché voglio raggiungere la mia meta. Pertanto farò tutto per far infuriare il mio ego. Lasciate che l’ego mi “provochi” e per disprezzarlo lo calpesterò e continuerò per la mia strada.

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Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa del 16/02/17

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Il Congresso è….unirsi al flusso comune

Domanda: Come possono essere uniti i desideri? Anche per legare i mattoni serve il cemento. Cosa ci connette, visto che siamo così diversi?

Risposta: Siamo tutti egoisti, questo è vero, ma ciascuno di noi ha un punto nel cuore e noi vogliamo connettere tutti questi punti in un grande unico punto. Questa è la nostra aspirazione verso il Creatore.
Il nostro egoismo resta in basso e la nostra aspirazione al Creatore sta al di sopra.

Se ci eleviamo al di sopra del nostro egoismo fino ad un determinato livello, lì il potenziale spirituale chiamato Kli (vaso) viene rivelato, cioè l’attrito fra l’aspirazione per il Creatore in alto e le nostre ambizioni materiali in basso.

Noi formiamo il nostro Kli in base a questo potenziale. Sorge comunque la domanda se questo Kli sia sufficiente per rivelare il Creatore.

Domanda: Significa che maggiore è il rifiuto, maggiore è il potenziale? Cioè…..questo mi turba profondamente?

Risposta: Non solo in te ma nel gruppo intero. Se sei in una decina, allora ci dovrebbero essere dieci stati simili al tuo. E’ così che il Creatore verrà rivelato in voi. La cosa principale è il punto in comune (colorato in rosso nel disegno), il Creatore. Dobbiamo costantemente aggrapparci a questo.

Domanda: Allora il potenziale è molto più forte per coloro che vengono al congresso senza un desiderio, con grossi dubbi ma poi li superano?

Risposta: Certamente. Quindi abbiamo bisogno di tutti: con potenziali diversi, con diversi desideri; la cosa più importante è che tutti si uniscano al nostro flusso comune.

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Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa del 19/02/17

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“Maledetto chi maltratta il padre e la madre!”

Dalla Torah, (Deuteronomio 27:16): “Maledetto chi maltratta il padre e la madre! Tutto il popolo dirà: Amen.”

Il padre e la madre rappresentano le due più alte fonti del desiderio, nonché il corretto lavoro con entrambi. Il desiderio di ricevere al fine di dare è la qualità di padre. L’aspirazione a salire al di sopra dei desideri egoistici è la qualità di madre.

Questi sono Hochma e Bina. Una persona deve accettare entrambe le qualità da loro, connetterli correttamente dentro di sé, e andare avanti in questo modo.

Ma colui che non eserciterà la correzione in ogni momento esisterà dentro il desiderio non corretto, e questa è la maledizione.

In altre parole, non ci sono eventuali punizioni materiali e maledizioni. Il fatto stesso che rimaniamo nei nostri desideri egoistici ed esistiamo in essi, rappresenta la punizione e la maledizione.

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Dalla trasmissione di KabTV “I Segreti del Libro Eterno” 21/11/16

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Non gratificare “l’animale” che è in te

Dalla Torah, (Deuteronomio, 27:21): “Maledetto chi si unisce con qualsiasi bestia! Tutto il popolo dirà: Amen.”

Giacere con gli animali è completamente vietato perché durante un atto simile non agisce il lato umano dentro se stessi ma piuttosto il lato animale, e noi, in questo contesto, ci stiamo riferendo allo stato interiore.

Attraverso questa azione ci si abbassa ad un tale livello da diventare animali o anche peggio perché si sta assecondando l’animale dentro di sé, traendone piacere. Ovvero si desidera essere l’animale. In altre parole il comportamento in questo mondo non è per lo scopo di innalzarsi verso il Creatore, ma piuttosto per compiacere l’animale che uno ha dentro di sé.

Una persona che si intrattiene nel compiacere il suo stato animale danneggia se stessa. Questo significa soddisfare qualunque desiderio animale, non solo quelli sessuali. Per esempio quando uno nutre la “propria mucca” solo per il piacere sensoriale, allora affonda più in basso perché la sta compiacendo. Dovrebbe nutrirsi solo allo scopo di innalzarsi al livello umano, ovvero, dovremmo essere sempre occupati con il lavoro su noi stessi.

Domanda: Questo significa che un uomo dovrebbe giacere solo con una donna con il desiderio di nascere nel prossimo livello?

Risposta: Secondo la Torah, è così. L’accoppiamento rappresenta solo il mezzo per avanzare spiritualmente, quando la persona è sempre nell’intenzione di concepire il prossimo grado spirituale. Nel nostro mondo questo è rappresentato dalla nascita di un nuovo bambino.

Domanda: E questo è il motivo per cui ciò è consentito solo nei giorni “puri”?

Risposta: Si, nel nostro mondo, seguire queste regole è un riflesso diretto delle forze spirituali secondo la legge del ramo.

Domanda: Affinché questo atto avvenga solo per la nascita nel prossimo livello, chi ha la maggior responsabilità, l’uomo (diciamo interiormente) o la donna? E lei deve essere pura?

Risposta: Entrambi. Ci sono cose che sanno solo le donne e che solo loro possono fare, mentre gli uomini no. In questo l’uomo deve avere fede completa nella donna. Non c’è modo in cui lui possa verificare alcunché. Tutto è basato sull’onesta e sul senso di responsabilità.

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Dalla trasmissione di KabTV “I Segreti del Libro Eterno” 23/11/16

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“Il sacerdote prenderà la cesta dalle tue mani”

Dalla Torah, (Deuteronomio 26:3-26:4): “Ti presenterai al sacerdote in carica in quei giorni e gli dirai: ‘Io dichiaro oggi al Signore tuo Dio che sono entrato nel paese che il Signore ha giurato ai nostri padri di darci.’ Il sacerdote prenderà la cesta dalle tue mani e la deporrà davanti all’altare del Signore tuo Dio.”

Cohen (sacerdote) è la qualità della dazione, la qualità superiore di connettere tutto ad un tutto. Se puoi raggiungere tale qualità significa che ti converti in un Cohen.

Dentro ognuno di noi c’è un animale, una semplice persona o comunque qualcuno che comincia a lavorare su se stesso. In altre parole, il mio “IO” inizia a lavorare su se stesso per connettersi con gli altri e, attraverso questa connessione, con il Creatore.

Se lavoro in questa maniera con gli altri, vengo chiamato Levita e, se nella connessione con gli altri inizio a lavorare con il Creatore, allora mi chiamano Cohen. In seguito, per effetto di tutta questa gerarchia, trovo il contatto con il Creatore ed esisto in adesione con Lui.

Significa che porto il mio cestino, cioè tutte le mie intenzioni e gli sforzi, al Cohen.

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Dalla trasmissione di KabTV “I Segreti del Libro Eterno” 9/11/16

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La garanzia dell’avanzamento

Domanda: Come si deve comportare una persona che ha raggiunto un particolare livello spirituale dal quale poi cade?

Risposta: È necessario preparare una garanzia per se stessi, anche prima della discesa, in modo da poter cadere giù e risalire in maniera corretta. Questa garanzia si trova unicamente nella società che ti circonda, nel gruppo.

Se sei con il gruppo, nelle migliori condizioni, questo ti sarà sempre d’aiuto e potrà rimuovere tutti i tuoi stati di discesa; questo si chiama, fare un patto.

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Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa del 29/01/17

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