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Il piacere del congresso e la domanda sul senso della vita

Domanda: Le piacevoli sensazioni che provo al congresso, possono cancellare la mia domanda sul senso della vita?

Risposta: No, questo non accadrà mai, perché tutti pensano continuamente a trovare risposta a questa domanda. Al contrario, ad ogni congresso, le persone cominciano a porsi questa domanda sempre di più, e sentono sempre più il bisogno di trovarvi una risposta.

Tuttavia, durante il congresso, attraversano stati in cui sentono solo fallimenti e delusioni: “tutto svanisce, non c’è nulla in tutto questo, perché sono qui?”

Allora, improvvisamente, tutto comincia ad apparire di nuovo chiaro. E questo è meraviglioso! Se questo accade durante il congresso, è grandioso!

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Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa del 19/02/17

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“Gli toglierà il sandalo dal piede”

Dalla Torah, (Deuteronomio 25:07-25:10): “Ma se quell’uomo non ha piacere di prendere la cognata, essa salirà alla porta degli anziani e dirà: ‘Mio cognato rifiuta di assicurare in Israele il nome del fratello; non acconsente a compiere verso di me il dovere del cognato.’ Allora gli anziani della sua città lo chiameranno e gli parleranno; se egli persiste e dice: ‘Non ho piacere di prenderla’, allora sua cognata gli si avvicinerà in presenza degli anziani, gli toglierà il sandalo dal piede, gli sputerà in faccia e prendendo la parola dirà: ‘Così sarà fatto all’uomo che non vuole ricostruire la famiglia del fratello.’ La famiglia di lui sarà chiamata in Israele la famiglia dello scalzato.”

“Mio cognato rifiuta di assicurare il nome di suo fratello in Israele” significa che egli non ha la capacità di ripristinare il nome di suo fratello all’interno del sistema dell’anima collettiva. Non può farlo perché sente che il suo schermo non è adeguato a correggere la sposa di suo fratello.

E per questo si nega; deve fare la correzione in maniera diversa. Tutto questo ha a che fare con il fatto che la donna va dagli anziani, cioè si eleva al livello successivo, si connette con gli anziani e loro rispondono per lei. “Gli toglierà il sandalo dal piede”, naal (dalla parola “nael”, che significa chiuso o assicurato), cioè completa quel livello.

Domanda: Perché era richiesto agli ebrei di usare le scarpe?

Risposta: Tutte le parti del corpo dell’uomo devono sempre essere coperte; questo è riferito al fatto che tutto esiste all’interno di un sistema di dieci Sefirot. Così siamo creati ad immagine e somiglianza del sistema superiore e questa è la maniera nella quale dobbiamo mantenerci nel nostro mondo.

Non c’è niente di più qui, né “pro”, né “contro”. La persona deve essere sempre vestita, anche quando dorme. Non c’è niente qui che possa essere interpretato in nessun altro modo. Per questo gli ebrei, di norma, portavano le scarpe, cosa che praticamente non esisteva in altre nazioni, fino ai tempi moderni. Solo negli ultimi 200 o 300 anni l’uso delle scarpe si è generalizzato, ma prima tutti camminavano scalzi e non si sentivano scomodi.

Certamente i piedi dell’uomo sono così peculiari, e camminando costantemente scalzo, sviluppa una pelle così ruvida che non sente neppure quando è fermo su delle pietre affilate. Può correre nel campo ed inciampare su oggetti affilati e non sentirli, come se portasse le scarpe.

Però gli ebrei, nell’antica Israele e attraverso i millenni, hanno camminato con le scarpe, questo rappresenta il loro distacco dalla terra (dal desiderio di ricevere).

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Dalla trasmissione di KabTV “I Segreti del Libro Eterno” 2/11/16

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“I parenti” nella spiritualità

Dalla Torah, (Deuteronomio 27:20): “Maledetto chi si unisce con la moglie del padre, perché solleva il lembo del mantello del padre! Tutto il popolo dirà: Amen.”

“Padre e madre” rappresentano il grado del prossimo livello spirituale. Ecco perché quando parliamo di loro, quello a cui viene fatto riferimento qui è l’annullamento totale del livello più basso, l’annullamento dell’anima inferiore rispetto a quella superiore, e l’impegno con la parte superiore.

E qui è scritto del padre e di sua moglie che non è tua madre. Apparentemente lei è una donna estranea a te. Ma dato che lei appartiene al padre ed esiste nel suo livello, non hai il diritto di impegnarla, è la sbagliata Nukva per te, non è il giusto aspetto femminile che puoi correggere.

“La moglie del padre” è un desiderio di un grado superiore. Ecco perché una persona che lavora con un desiderio che non riesce a correggere maledice se stessa. Si eleva su un livello ma, facendo questo, distrugge in sé la capacità di avanzare.

Ciò che si intende per “padre”, “madre”, “zia”, “zio”, ecc., è il grado successivo in cui si diventa padre rispetto al precedente gradino. Ma non hai il diritto di lavorare con un desiderio di livello superiore al tuo, perché così “scopri l’angolo del mantello di tuo padre”. Ma quando ti innalzerai su quel gradino, allora andrà bene per te.

Domanda: Quando nasce un figlio, diciamo sempre che è il prossimo livello spirituale. E ora è invece chiaro che il padre è il prossimo livello spirituale. Com’è possibile?

Risposta: Il livello spirituale successivo non è più alto di quello del padre perché il padre continua a salire e il figlio si eleva dopo di lui. Qui c’è una severa subordinazione. Il rapporto viene sempre mantenuto: il figlio si eleva al gradino del padre e, al tempo stesso, il padre sale ancora di più.

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Dalla trasmissione di KabTV “I Segreti del Libro Eterno” 23/11/16

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Che cosa ci guadagniamo nel gioco dell’amore?

Commento: Suona tutto come una fantasia, come un gioco d’amore artificiale con la completa mancanza di sentimenti, ma che può portarci al traguardo spirituale.

Risposta: Hai assolutamente ragione, tutto questo è impossibile da realizzare nel nostro mondo.

Ma quando compiamo determinate azioni che spingono e invocano una certa forza segreta dall’alto, anche se non capiamo che cosa sia, in realtà sentiamo il risultato.

Noi non percepiamo questa forza segreta, proprio come non sentiamo molte forze che ci circondano, ma quando la suscitiamo, sentiamo il suo risultato dentro di noi. E tutto ha un senso perfetto.

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Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa del 19/02/17

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“…..non prenderai in pegno la veste della vedova….”

Dalla Torah, (Deuteronomio 24:17 – 24:18): “Non lederai il diritto dello straniero e dell’orfano e non prenderai in pegno la veste della vedova, ma ti ricorderai che sei stato schiavo in Egitto e che di là ti ha liberato il Signore tuo Dio; perciò ti comando di fare questa cosa.”

Gli indumenti della vedova rimangono a lei dopo la morte del marito. Questo è ciò a cui lei è attaccata, anche se è già uscita fuori da quell’anima, dal Partzuf al quale apparteneva come parte femminile di una parte maschile. Ciò significa che gli indumenti che vengono lasciati a lei sono parte dello schermo (Masach) che una volta era suo marito.

Dopo tutto, l’anima è costituita da una parte maschile e da una femminile. La parte femminile è il desiderio e la parte maschile è l’intenzione di dare. Se questa intenzione di dare scompare o muore, allora rimane solo la parte femminile che viene chiamata vedova.

Tuttavia, dal momento che è appartenuta ad una parte maschile, v’è un certo schermo residuo in lei e quindi nessuno ha il diritto di prenderglielo. Solo se arrivasse un altro marito, lui le cambierebbe i vestiti. Questo è l’intero sistema di interazioni fra la vecchia e la nuova intenzione sul vecchio e sul nuovo desiderio. Tutto questo è il ciclo delle anime.

Commento: Una volta hai detto che se una donna avesse avuto diversi uomini, allora i geni degli uomini precedenti verrebbero incorporati nel suo bambino.

La mia risposta: In effetti, se una donna avesse avuto diversi uomini, allora i geni di tutti quegli uomini si manifesterebbero nel suo bambino. Per questo è così importante che lei sia vergine.

Questo è stato avvalorato in tutti i tempi, ma oggi quel valore è già diminuito, non a causa della perversione e del grande egoismo, ma perché il mondo intero arriva in questo modo alla sua convergenza ed equilibrio.

Non è che l’egoismo interiore ci forzi ad essere così vaghi, ma è a causa dello scopo della creazione. Una delle ragioni di questo è che dobbiamo diventare pienamente uniti e inclusi l’uno nell’altro.

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Dalla trasmissione di KabTV “I Segreti del Libro Eterno” 31/10/16

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La Torah: Il sistema di connessione fra il Creatore e la creazione

Il Libro dello Zohar, “Lech Lecha”: “Quanto amata è la Torah dal Creatore, con le sue virtù l’uomo viene premiato con la vita nel mondo a venire. E tutti coloro che insegnano la Torah agli altri sono più importanti di tutti gli altri.”

La Torah è chiamata la Luce superiore (Ohr), che agisce su colui che studia nel modo giusto, cioè, che vuole raggiungere un livello più alto nella Torah rispetto a quello nel quale si trova adesso.

Lui vuole diventare più altruista, dando, amando, connettendosi di più con gli altri e sostenendo tutti. In altre parole, lui vuole diventare come il Creatore, in un certo senso, completando e portando il bene.

Se una persona si sforza, quindi, di cambiare se stessa, allora la Luce superiore, chiamata Torah, agisce su di lei e la spinge in avanti, verso questo stato. E allora lei sente che sta cambiando.

Naturalmente, in questi cambiamenti ci sono alti e bassi, un cambiamento in ogni livello; ma da tutti loro, una persona impara quanto la Torah in realtà la influenzi e agisca su di lei.

Prima di tutto, una persona deve acquisire i desideri del donare e della fede al di sopra della ragione, e così andrà oltre i confini di questo mondo. Questo mondo inizia a dissiparsi come un miraggio, perché esiste solo nella nostra immaginazione egoista.

Nella Kabbalah, il nostro mondo è chiamato il “punto di questo mondo”, perché non c’è nessun altro punto in esso. Quando andiamo al di là dei confini del punto egoista e ci espandiamo, cominciamo a sentire l’abbondanza e il significato della Torah, aderendo al suo Albero della Vita. E se così non fosse, allora resteremmo nel buio, all’interno di un piccolo punto nero.

La Torah è la Luce del mondo dell’Infinito, che secondo il programma della Creazione (HaVaYaH) è stato diviso in 620 Luci, il cui scopo è quello di agire sul desiderio corrotto e correggerlo. Una persona deve correggere il suo desiderio con l’aiuto di questa Luce, e d’altra parte, deve svegliare questa Luce da sé.

Non può cambiare se stessa senza la Luce superiore, ma la Luce deve essere attratta, e per questo, è necessaria anche la Torah. Si scopre che l’intero sistema che connette la Creazione con il Creatore e il Creatore con la Creazione viene chiamato: Torah.

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Israele e le nazioni del mondo

Dalla Torah, (Deuteronomio 23:05): “Non vi entreranno mai perché non vi vennero incontro con il pane e con l’acqua nel vostro cammino quando uscivate dall’Egitto e perché hanno prezzolato contro di te Balaam, figlio di Beor, da Petor nel paese dei due fiumi, perché ti maledicesse.”

Gli ammoniti e i moabiti non hanno potuto partecipare alla fuga dall’Egitto, che significa innalzarsi al di sopra dell’ego, visto che le persone di Israele sono quelle che stanno cercando di liberarsi dall’egoismo. E coloro che non possono farlo vengono chiamati le “altre nazioni”.

Quindi le sette nazioni che vivono nella terra di Israele sono lì solo per merito delle loro origini ma non possono essere corrette. Non possono nemmeno aggrapparsi alla correzione in alcun modo. Questi sono i desideri dentro alla persona, che non le permettono di fare uno sforzo per correggere se stessa in alcun modo e devono essere uccisi.

Se le sette nazioni non possono seguire la via della correzione allora cosa rimane per loro? Quello che resta è distruggere Israele, la sua intenzione, il suo movimento ed il fine di tutta la correzione dell’umanità, ed allora si sentiranno bene.

In fondo, tutte le nazioni del mondo aspirano a questo perché in un modo o nell’altro esse appartengono a queste proprietà che devono essere corrette attraverso un piccolo gruppo di persone chiamate “il popolo di Israele”, che un tempo uscì dalla Babilonia.

Il resto del popolo babilonese non poté seguirli, non sentì il bisogno di farlo. Questo è il motivo per cui può essere corretto solo attraverso l’aiuto di un piccolo gruppo che può innalzarsi al di sopra di se stesso. E mentre il popolo di Israele percorre questo lungo cammino di elevazione, il resto della Babilonia vive la sua vita e si sviluppa.

Eppure c’è una contraddizione fra le persone di Israele ed il resto del mondo perché i contrasti ideologici sono molto forti sul livello del nostro mondo. Quelli che si innalzano oltre se stessi hanno il loro modo di concepire il mondo, cioè una sensazione di controllo interiore del mondo, e una connessione con il potere che controlla l’universo.
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Dalla trasmissione di KabTV “I Segreti del Libro Eterno” 19/10/16

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Tutti come Uno

Al Congresso Italiano di Kabbalah ci uniremo TUTTI COME UNO, dal 28 al 30 Luglio 2017, a Roma.

Maggiori info su www.kabbalah.it/congresso
Registrazione: http://www.kabbalah.it/congresso/it/registrazione/

“Cancellerai la memoria di Amalek”

Dalla Torah, (Deuteronomio 25:19): “Quando dunque il Signore tuo Dio ti avrà assicurato tranquillità, liberandoti da tutti i tuoi nemici all’intorno nel paese che il Signore tuo Dio sta per darti in eredità, cancellerai la memoria di Amalek sotto al cielo: non dimenticare!”

Non dimenticate che dovete costantemente cancellare la memoria di Amalek.

In nessuna circostanza dovrete far calare il vostro livello di attenzione, ma state sempre in guardia, e ricordatevi che Amalek, l’intenzione per il proprio bene, può avvicinarsi a voi in ogni momento, entrare dentro di voi attraverso alcuni desideri e intenzioni specifiche, e rubarli per se stesso. In questo modo, egli riceverà di nuovo sostentamento da voi, e vi indebolirà sul vostro cammino.

Domanda: Quando il Creatore ci darà finalmente riposo?

Risposta: Non c’è riposo.

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Dalla trasmissione di KabTV “I Segreti del Libro Eterno” 2/11/16

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Ognuno è responsabile per se stesso

Dalla Torah, (Deuteronomio 24:16): “Non si metteranno a morte i padri per una colpa dei figli, né si metteranno a morte i figli per una colpa dei padri; ognuno sarà messo a morte per il proprio peccato.”

Il livello superiore è chiamato padre, quello inferiore è il figlio. La parte superiore non può essere completamente responsabile di quella inferiore e viceversa. Devono attenersi a certi tipi di connessione per sostenersi a vicenda, ma possono essere ritenute responsabili solo per il compimento del proprio lavoro.

Pertanto, in un gruppo kabbalistico, così come in tutte le altre situazioni, noi dobbiamo rimanere in contatto l’uno con l’altro, e ogni persona deve capire il quadro della sua responsabilità. La Torah, da un lato parla della nostra piena unione fra noi e, dall’altra parte, di come noi dobbiamo essere responsabili di noi stessi.

Io mi assumo la responsabilità di aiutare i miei amici, ma posso rispondere solo per le mie azioni e non ho alcun diritto di approfondire quello che sta succedendo nell’interiorità di ognuno di essi.

Sono obbligato a mettere a disposizione la mia parte di sforzo, supporto e interazione perché siamo tutti piccole parti di un unico sistema. Ma io non so come la parte successiva andrà a finire. Io rispondo solo per quello che io passo a lui, ma non posso assumermi responsabilità per il lavoro di un altro. Ognuno ha il suo libero arbitrio.

Domanda: Come posso determinare la mia particolare parte nel gruppo?

Risposta: Tu devi fornire agli altri ciò di cui hanno bisogno per il loro normale funzionamento. Solo questo! È per questo motivo che ognuno rimane libero nella propria realizzazione e deve dare agli altri ciò che ha per la loro realizzazione.

C’è un sistema di regole in cui le parti del sistema integrale devono essere connesse fra loro per soddisfare le condizioni del suo corretto funzionamento.

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Dalla trasmissione di KabTV “I Segreti del Libro Eterno” 31/01/16

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