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Quando fai un prestito al tuo vicino…

Dalla Torah, (Deuteronomio 24:10 – 24:11): “Quando presterai qualsiasi cosa al tuo prossimo, non entrerai in casa sua per prendere il suo pegno; te ne starai fuori e l’uomo a cui avrai fatto il prestito ti porterà fuori il pegno”

La Torah non parla delle interazioni umane fra le persone, imponendoti di non entrare nella casa di una persona a cui stai facendo un prestito per evitare di mostrargli che tu hai il comando della situazione e che quella persona ti è debitrice. Non sta parlando di azioni corporee.

Prestare significa dare forza ai desideri egoistici per consentire loro di essere in seguito utilizzati per scopi altruistici.

Entrare in una casa significa unirsi con il desiderio egoistico. Tuttavia, esso deve uscire e darti ciò che gli permette di connettersi a te. Pertanto, non hai il diritto di entrare nella casa della persona a cui stai facendo un prestito, perché potresti essere influenzato dal suo egoismo, dal momento che sarebbe come se fossi entrato nel suo Kli o nel suo vaso, nel suo desiderio, nelle sue quattro fasi. L’interazione deve essere puramente esteriore, e tu devi riprenderti il tuo prestito senza un impegno e senza interessi.

È scritto, “starai fuori”, dove star fuori si riferisce alle proprietà.

C’è una distinzione tra la proprietà privata e quella pubblica (come le piazze e le strade). I cortili sono un tipo di proprietà che appartiene a diverse famiglie. Ci sono anche delle proprietà come i campi che sono al di là dei confini della città, ma ancora appartengono ad un determinato proprietario.

Ci sono poi proprietà che non appartengono a nessuno, il che significa che esse appartengono al pubblico. Ci sono proprietà che appartengono ai Cohen (sacerdoti), che significa al Tempio, e così via. In altre parole, ogni cosa è stata fatta proprio perché tutto ha una radice spirituale. Il trattato dello “Shabbat” nel Talmud parla di questo.

Il nostro mondo interiore è diviso in questo modo, ed è per questo che noi lo vediamo così dall’esterno. In realtà, non esiste un mondo esterno, è solo il modo in cui lo percepiamo. Se correggiamo noi stessi, gradualmente scopriremo che così è il mondo in cui esistiamo esternamente.

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Dalla trasmissione di KabTV “I Segreti del Libro Eterno” 31/10/16

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