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Meglio starsene da soli o andare al congresso?

Domanda: Io sono un lupo solitario per natura ed evito di stare in mezzo alla gente. Credo che determinate caratteristiche si possano raggiungere solo singolarmente. C’è una spiegazione logica sul vantaggio di partecipare ad un congresso invece di studiare le lezioni e i tuoi libri in solitudine?

Risposta: La solitudine non è una cattiva cosa. Anche a me piace stare da solo. Tutti sanno che mi siedo nel mio studio e rimango lì a porte chiuse e non è facile raggiungermi, ma il punto è che il piano della creazione si compie nella connessione fra le persone.

Anche se non si tratta della connessione fisica ma di quella interiore, dobbiamo comunque stabilire connessioni fisiche per raggiungerla. Questa è la ragione per cui abbiamo bisogno di partecipare ai congressi, agli incontri, ai pasti e alle lezioni insieme, sono tutti momenti essenziali.

Non fa differenza chi sei per natura: un lupo solitario o una persona socievole che ha sempre il sorriso sulle labbra, è comunque necessario stabilire una connessione interna e reciproca con le altre persone.

Questo è più difficile per te che per gli altri, quindi per te sarà maggiore la ricompensa che riceverai per gli sforzi che farai per raggiungere la rivelazione del Creatore.

Ma startene seduto da solo con i libri, mentre è in atto un congresso, è come la morte spirituale.

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Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa del 19/02/17

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“Nessuno prenderà in pegno né le due pietre della macina domestica né la pietra superiore della macina”

 Dalla Torah, (Deuteronomio 24:6): “Nessuno prenderà in pegno né le due pietre della macina domestica né la pietra superiore della macina, perché sarebbe come prendere in pegno la vita.”

Non puoi dare qualcosa in pegno ad una persona e richiedere in cambio i suoi strumenti di difesa o gli attrezzi che le serviranno per la produzione di cibo o di altri oggetti senza i quali non sopravviverebbe.

Tutto ciò che riguarda la sopravvivenza delle persone non può essere toccato. L’intero Talmud parla delle interazioni fra le persone sui diversi livelli della loro comunicazione.

Tutto in esso è spiegato molto chiaramente e dimostra ancora una volta che non è una persona che cambia, ma una connessione, perché una persona si manifesta nella connessione con gli altri.

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Dalla trasmissione di KabTV “I Segreti del Libro Eterno” 26/10/16

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Far chiarezza da soli

Domanda: Esistono dei criteri nella saggezza della Kabbalah, secondo i quali è possibile distinguere fra sensazioni kabbalistiche e distorsioni cognitive a cui ognuno di noi è esposto?

Risposta: Le sensazioni kabbalistiche non possono essere trasmesse ad altri. Ad un certo punto capisci semplicemente che si tratta esattamente di quello che volevi sentire, a differenza di tutti i tipi di filosofie, teorie o scienze che hai finora desiderato conoscere, capire e scoprire.

Quando studi per il bene della tua anima, lo senti. È necessario chiarire con se stessi e capire con precisione che si sta imparando qualcosa a proposito della propria vita. Se non hai una sensazione come questa, la devi cercare.

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Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa del 29/01/17

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Avanzare come l’anima ci suggerisce

Domanda: Come può una persona capire che ha iniziato il cammino del proprio sviluppo spirituale?

Risposta: Istintivamente. Ai miei tempi, sono passato attraverso molte mani e ho incontrato diversi insegnanti. Ma nessuno di loro mi aveva soddisfatto. Avevo incontrato altri kabbalisti, ma o erano piccoli o troppo specifici.

Anche se ci sono stati anche grandi kabbalisti fra loro, non insegnavano nello stile che io ero pronto a cogliere. Ho continuato in questo modo fino a quando ho trovato il mio insegnante.

Quindi, spetta alla persona fare la propria ricerca. Se io non ti piaccio, allora potrebbe essere che ci sono altri insegnanti più consoni a te. Ti consiglio di verificare per capire se un insegnante è giusto o sbagliato per te. E allora potrai capire se devi tornare a studiare con me o continuare con qualcun altro. Questo perché la cosa più importante è avanzare nel modo in cui la tua anima ti dice di farlo.

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Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa del 29/01/17

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Dovremmo aver paura dei nostri desideri?

Domanda: Dovrei aver paura dei miei desideri? Cosa accadrà se avrò desideri tali da non poter essere controllati?

Risposta: Molte persone hanno paura di perdere il controllo dei propri desideri e di cominciare ad agire in maniera del tutto incontrollata.

Il fatto è che tutto dipende dall’ambiente. Se siamo nel giusto ambiente, allora una persona non deve preoccuparsi dell’autocontrollo.

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Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa del 15/01/17

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Esaminando i desideri

E’ scritto nella Torah, “Quando vai in guerra.” Una persona va in guerra con i propri desideri e li analizza tutti e 613, esaminandoli dentro di sé ad uno ad uno. Questo significa “Mosè fa appello al popolo.”

Mosè è il punto nel cuore, l’unica cosa che riceviamo dal livello spirituale. Inoltre deve essere corretto perché Mosè si è sviluppato nella casa del Faraone (nell’egoismo). E quindi, siccome lui è corretto, può già portare tutti gli altri desideri di una persona.

La correzione di Mosè si verifica prima della salita al di sopra dell’egoismo, in Egitto, e quindi, dopo aver lasciato Jethro, egli comincia a rivelare il Creatore.

Il Creatore gli dice: “Vieni al Faraone.” Questo significa che Mosè sente già le due forze in sé, la qualità della dazione (il Creatore) e la qualità della ricezione (il Faraone), e vive e lavora in mezzo a loro. Dal momento in cui sente la voce del Creatore proveniente dal roveto ardente, egli inizia ad agire in queste due direzioni.

Una persona attraverso il proprio Mosè interiore riesamina tutti i desideri dentro di sé e chiarisce quali avrebbe potuto correggere e quali mettere da parte per tornare da loro e lavorare con essi su diversi livelli.

Pertanto, la Torah (dalla parola “Oraa” “istruzione”) è appunto un’istruzione per ogni persona, che le spiega come dovrebbero essere le sue azioni.

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Dalla trasmissione di KabTV “I Segreti del Libro Eterno” 19/10/16

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La suprema delizia dell’anima

Dalla Torah, (Deuteronomio 23:07): “Non cercherai né la loro pace, né la loro prosperità, finché tu viva, mai.”

I desideri egoistici, chiamati “ammoniti o moabiti,” si rivelano ad ogni livello della scala su cui noi saliamo. E ogni volta sono nuovi e più potenti.

Tutti i 125 livelli sono simili fra loro; differiscono solo in potenza e volume di proprietà positive e negative, in proprietà della linea di destra e di sinistra, e nel numero di dettagli coinvolti. In linea di principio, la potenza del livello dipende dal numero di desideri e intenzioni.

Quando saliamo, il nostro stato diventa molto integrato e complesso, ed è in questa complessità che si comprendono tutti i suoi vantaggi, svantaggi, tutta la potenza della nostra connessione, che è quella in cui noi troviamo la perfezione.

E’ dalla chiusura di milioni di vari tipi di forze, intenzioni e atti, fin dall’inizio della creazione, al centro, e di nuovo dall’inizio alla fine, ecc., che la perfezione del Creatore viene raggiunta. La piena rivelazione dei meccanismi di interazione del Creatore con il desiderio che Egli ha creato è la gioia suprema dell’anima.

A proposito di questo si dice che “Il giusto siede e si gode lo splendore della Shechina.” Dopo tutto, la Luce superiore della saggezza riempie l’intera creazione, brilla e risplende. Questa realizzazione comprende il significato più alto e la suprema delizia che l’anima sente.

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Dalla trasmissione di KabTV “I Segreti del Libro Eterno” 19/10/16

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La fede secondo la saggezza della Kabbalah

Domanda: La fede al di sopra della ragione è il concetto fondamentale nella Kabbalah. Ma il concetto di fede appartiene tradizionalmente alle religioni. Che cos’è la fede nella Kabbalah?

Risposta: La fede viene definita come la qualità della dazione nella Kabbalah. Ma questo non viene accettato dalle religioni. Tutti i termini kabbalistici hanno avuto origine migliaia di anni prima della comparsa delle religioni.

La religione ebraica è nata 2.000 anni fa. Prima di allora, gli ebrei avevano solo la Kabbalah e le persone esistevano percependo contemporaneamente i due mondi: il nostro mondo e il mondo superiore. In seguito, sono caduti dalla percezione del mondo superiore e sono rimasti solamente nella percezione del nostro mondo, e ciò che ne è risultato divenne noto come il giudaismo, una religione.

La nazione ebraica perse la condizione di “Ama il prossimo tuo come te stesso” e cominciò ad impegnarsi nell’adempimento di routine quali i comandamenti – le Mitzvot. Da qui è apparso il cristianesimo, con tutti i suoi rami e più tardi, l’islamismo. L’ebraismo, il cristianesimo e l’islamismo non appartengono alla Kabbalah.

La Kabbalah esplora il mondo superiore e porta una persona alla sua rivelazione mentre vive in questo mondo. Ecco perché nella Kabbalah non c’è bisogno di credere in qualcosa. Nella Kabbalah, la fede è chiamata la qualità della dazione, la qualità dell’influenzare gli altri.

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Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa del 22/01/17

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Quale rapporto c’è fra la saggezza della Kabbalah e la Torah?

Domanda da Facebook: Qual è il collegamento fra la saggezza della Kabbalah e la Torah? Dopo tutto, la Kabbalah è una scienza che riguarda l’universo, la sua origine, la sua struttura generale, il suo movimento complessivo, e ogni dettaglio in particolare. Come può un insegnamento così grandioso essere basato su storie religiose e parabole?

Risposta: Allo stato attuale delle cose, non vi è alcuna connessione fra la Kabbalah e l’ordinaria e moderna interpretazione della Torah. Ma, in verità, la Kabbalah è la parte segreta e nascosta della Torah, perché una persona non può rivelarla attraverso le proprie qualità.

Quando la Torah si rivela, però, la persona vede che essa cambia i suoi sensi e la conduce alla percezione del mondo superiore, il sistema di governo del nostro mondo, per trasformare un essere umano e, attraverso di lui, il nostro mondo, e non solo per eseguire un qualche tipo di azioni materiali. Questo è ciò di cui la Torah parla.

La Torah è divisa nella parte interna (la Kabbalah) e nella parte esterna, che parla dell’adempimento di alcune convenzioni e azioni ormai assodate, chiamate “ebraismo pratico”.

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Dalla trasmissione di KabTV “Le Notizie con Michael Laitman” 27/03/17

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L’invito a rivelare la Torah

Shavuot è la festa del donare e del ricevere la Torah. Questo è un giorno molto importante, perché la Torah è tutto! La Torah è il sistema in cui esistiamo, una “matrice” al di fuori della quale non possiamo vivere. E’ scritto ne Il Libro dello Zohar che la Torah è stata creata anche prima della creazione del mondo. Il Creatore stava esaminando la Torah quando creò il mondo.

Abbiamo bisogno di capire che cosa significhi questo. La Torah è un programma, uno schema di tutta la realtà, un motore grazie al quale esiste questa realtà e si sviluppa dall’inizio alla fine.

In altre parole, la Torah non è un libro che si può prendere dallo scaffale, leggerlo e capirlo, ma una matrice, un mondo in cui si può entrare e rivelare il sistema di tutta la realtà. In questo modo, è possibile capire come esso viva e si sviluppi, come ci controlli, e come noi dipendiamo da esso.

Ha anche un elemento speciale che si chiama la libertà dal desiderio di una persona, grazie al quale siamo in grado di influenzare il nostro destino, se vogliamo ricevere la Torah. Tuttavia, dalla parte del sistema, il dono della Torah si verifica sempre.

Cioè, il sistema è costruito in modo tale che si realizza senza chiedere il nostro permesso. Ma, allo stesso tempo, noi possiamo includerci in lui, e in proporzione alla nostra conformità con il sistema, cominciamo a studiarlo, a comprenderlo e a interagire con lui per dare e ricevere secondo le sue leggi.

Quindi, attraverso la nostra partecipazione, siamo anche in grado di accelerare lo sviluppo di tutta la realtà con l’aggiunta delle forze positive che agiscono nel sistema della Torah.

Il dono della Torah significa che il sistema è pronto perché noi lo possiamo conoscere. E la ricezione della Torah è il nostro graduale ingresso nel sistema attraverso i 125 gradini ed il suo completamento con le nostre azioni positive. Grazie a questo, siamo in grado di essere chiamati “uomo” e considerati come coloro che compiono la Torah.

Le leggi del sistema che noi accettiamo sono chiamate comandamenti. Nella misura in cui correggiamo noi stessi, diventiamo sempre più inclusi nel sistema.

Inizialmente il nostro desiderio di godere viene creato come opposto al sistema, quindi non possiamo influenzarlo positivamente. Ma mentre noi correggiamo gradualmente i nostri 613 desideri verso la dazione per il bene della dazione, e più tardi anche alla ricezione per il bene della dazione, diventiamo figli della Torah.

Tutto questo enorme sistema ci è stato nascosto fino ad ora, ma ci stiamo avvicinando a lui. Abbiamo ricevuto il permesso, l’accordo e l’invito ad avvicinarci e addirittura a diventare inclusi e prendere parte nel lavoro del sistema. Anche se non abbiamo ancora iniziato il vero lavoro, giorno dopo giorno, facciamo passi che ci avvicinano ad esso. Questo è un grosso problema e un enorme privilegio al tempo stesso.

Pertanto, la festa del dono della Torah è così importante per noi; dopo tutto, noi celebriamo il fatto che ci viene data l’opportunità di avvicinarci al sistema della vera realtà e di partecipare ai lavori della forza chiamata il Creatore, il sistema generale dei mondi superiori. Speriamo di avere successo!

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Dalla 1° parte della Lezione quotidiana di Kabbalah del 24/05/17, Shamati #66 “Il Dono della Torah

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