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Una donna sposata

Dalla Torah, (Deuteronomio 22:22): “Nel caso che un uomo sia trovato a giacere con una donna sposata, allora entrambi devono morire insieme, l’uomo che giace con la donna e la donna. Così devi togliere ciò che è male da Israele.”

L’uomo rappresenta l’intenzione e la donna il desiderio. Una persona inizia a lavorare con un desiderio che non può correggere. Pertanto, l’intero processo è morto e non vi è alcuna continuità nel futuro.

Domanda: Eppure, “lei è una donna sposata”, vuol dire che è il desiderio di qualcun’altro?

Risposta: Ma una persona non può aver chiaro se questo desiderio è suo o meno. Dopo tutto, l’intera analisi avviene gradualmente, e tutto ciò che è malvagio in un livello, può essere positivo in un altro. In quel luogo è già stata data l’opportunità di riempire, indagare e correggere tutto.

Una donna sposata che è infedele al proprio marito è un desiderio che non può essere corretto con l’aiuto dell’intenzione con cui la persona sta lavorando in questo momento.

Diciamo che ho un certo desiderio e un’intenzione che non corrisponde ad esso. O è maggiore o è minore, o è totalmente differente nel carattere, mentre fra loro ci deve essere una corrispondenza chiara, che è determinata dalla Luce superiore, dal grado che si trova sopra quest’uomo e sopra questa donna. Un tale stato deve essere preceduto da un cosiddetto contratto di matrimonio spirituale.

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Dalla trasmissione di KabTV “I Segreti del Libro Eterno” 5/10/16

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Che cosa significa essere kabbalista?

Domanda: In base alla tua esperienza personale, che cosa significa essere kabbalista?

Risposta: Essere kabbalista significa vivere una doppia vita: da una parte ti trovi ad affrontare situazioni particolari nel rapporto con le persone intorno a te, inclusa la famiglia; poi se sei un insegnante ci sono gli studenti…..e così via, e dall’altra parte, hai un contatto interiore con la forza superiore.

Come regola generale, questo contatto stravolge tutto ciò che una persona sente nel nostro mondo, ma a dispetto di tutto questo, è comunque costretta a vivere in due mondi. Spetta a lei chiarire costantemente con il Creatore i suoi stati interiori, e deve essere contemporaneamente in contatto con chi la circonda. Questa è la doppia vita di un kabbalista.

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Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa del 29/01/17

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Demoni, angeli e miracoli

Domanda: Il Libro dello Zohar parla di demoni, angeli e altri miracoli. Mi sembra strano che la Kabbalah non sia un misticismo. Potresti spiegarmi cosa vuoi dire tutto questo?

Risposta: Il fatto è che i kabbalisti utilizzano termini come “satana”, “angelo”, “demone” e così via, per identificare le forze fisiche della natura.

Le forze positive e quelle negative della natura sono equivalenti fra loro. Inoltre, le forze negative non sono in alcun modo peggiori delle forze positive ma, in ebraico, esse sono descritte in questi termini, e quindi, la Kabbalah li usa. Sono termini che sono stati scritti nella Kabbalah 5.000 anni fa, quando non c’erano né il cristianesimo né l’ebraismo.

Il fatto che la gente abbia iniziato a dare dei nomi alle forze fisiche, alle forme, ai volumi, e ad utilizzarli nella propria quotidianità come se fossero collocate nel nostro mondo, deriva dall’immaginazione delle persone; questo è il misticismo.

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Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa del 22/01/17

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“Nessun ammonita o moabita potrà entrare nella congregazione del Signore tuo Dio”

Dalla Torah, (Deuteronomio 23: 3): “Nessun ammonita o moabita potrà entrare nella congregazione del Signore tuo Dio. Fino alla decima generazione nessuno dei loro potrà entrare nella congregazione del Signore tuo Dio a tempo indefinito.”

Una persona non sarà mai in grado di mettere in pratica una correzione che non sia finalizzata all’integrazione dell’anima comune. Dato che questa correzione è utilizzata per l’anima comune, c’è un unico Masach per tutti i desideri, mentre prima ogni desiderio aveva il proprio Masach: ora devono coincidere di nuovo e riconnettersi esattamente allo stesso modo.

Se appaiono un ammonita o un moabita, che rappresentano un Masach sbagliato per un desiderio sbagliato, allora c’è della discordia in tutto il sistema che porta ad una malattia tumorale, proprio come nel nostro mondo, perché questo desiderio deve essere corretto.

Un “ammonita” o un “moabita” identificano colui che è nato da un uso improprio di Malchut (desiderio) e del Masach perché l’intenzione, cioè l’essere in linea di principio diretti verso la dazione, non è stata adeguatamente selezionata per il suo Malchut. In questo caso, rappresenta solo un dettaglio distorto dell’anima comune.

Questo fenomeno può essere visto non solo a livello umano, ma anche nei livelli animale e vegetale.

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Dalla trasmissione di KabTV “I Segreti del Libro Eterno” 10/10/16

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Perché la saggezza della Kabbalah non è considerata una religione?

Domanda: Perché la saggezza della Kabbalah non è considerata una religione, se parla della forza superiore e del Creatore?

Risposta: Perché la saggezza della Kabbalah esplora e studia la forza superiore come un fisico che esplora e studia le forze fisiche nel nostro mondo. La saggezza della Kabbalah esplora il livello successivo della natura, le forze fisiche del mondo superiore.

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Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa del 22/01/17

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Siamo protetti dall’alto?

Vi sono due livelli di connessione col sistema del governo superiore. Al livello normale una persona non può autonomamente influenzare il sistema superiore in alcun modo; la persona agisce in esso istintivamente. Il sistema dall’alto, invece, opera un’influenza sulla persona ed essa istintivamente reagisce a questa influenza, dato che è connessa al sistema in innumerevoli modi.

Comunque è possibile avere un maggior livello di connessione col sistema del governo superiore ed i kabbalisti l’hanno raggiunto. Non sono necessari alcun oggetto o azione esteriore per questo, poiché questo è un processo interiore, del quale un individuo fa esperienza.

Domanda: Ma la tradizione dell’ebraismo non consiste solo di azioni esteriori; non vi sono forse radici più profonde?

Risposta: I comandamenti hanno radici ma le azioni fisiche non hanno energia spirituale. Non dobbiamo credere che la forza superiore sia contenuta nella mezuzah. La mezuzah rappresenta semplicemente questa forza e ci aiuta a conoscerla. Essa ci mostra che una certa forza chiamata “mezuzah”, che protegge la “dimora”, esiste in natura. E quella che noi chiamiamo “dimora” è l’anima. Così noi comprendiamo che vi è “un’anima” e che all’interno di essa vi è una “mezuzah”. In questo modo veniamo iniziati ai concetti spirituali.

Non vi è divinità nella mezuzah fisica posta sullo stipite della porta d’ingresso. Essa semplicemente indica una forza nel mondo spirituale, uno specifico ruolo del Creatore nei confronti delle anime. Tutta la sua divinità è contenuta in questo concetto. Nel nostro mondo non vi è divinità. La mezuzah è un simbolo che ci mostra che se costruiamo la nostra anima, allora all’interno di essa vi sarà una speciale energia protettiva chiamata “mezuzah”.

Domanda: Cosa significa costruire un’anima?

Risposta: Costruire un’anima significa operare una correzione: la restrizione del nostro desiderio, lo schermo e la Luce di Ritorno. Per fare questo abbiamo bisogno della connessione con gli altri, dobbiamo essere almeno in dieci, “Minyan” (il gruppo di dieci) ed essere nel giusto tipo di connessione tra di noi, così costruiamo l’anima, la “dimora”.

Tutti i comandamenti di questo mondo sono solo simbolici. Prova ne è che Abrahamo distrusse tutti i simboli, perché la gente iniziava ad attribuire loro poteri spirituali ed a venerarli come idoli.

Ma in realtà questi oggetti rappresentano semplicemente azioni spirituali che le persone devono compiere: costruire una connessione con gli altri al di sopra dell’egoismo di ciascuno, per creare all’interno di questa connessione un luogo per la rivelazione della forza superiore della dazione e dell’amore che dimora fra di loro. Questo è lo scopo dell’azione spirituale: connettersi con gli altri al di sopra dell’egoismo personale. Questo è chiamato amore.

Domanda: Se io faccio questa azione, connettendomi con gli altri, attraggo una forza protettiva su di me?

Risposta: Certamente! Ma tu non penserai più a questo perché acquisirai la forza dell’amore e tutti i tuoi obiettivi punteranno ad aiutare gli altri, in modo da “vivere” dentro di loro e fornire loro tutto ciò di cui hanno bisogno. Questo viene detto “ama il prossimo tuo come te stesso”, quando sei disposto a dargli anche l’unico cuscino che hai per dormire. Solo questa forza ci protegge nella vita, non vi è altra protezione.

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Dalla trasmissione di KabTV “New Life #819” 26/01/16

Correzioni di Pasqua

Dalla Torah, (Deuteronomio 16:3): “Non devi mangiare Chametz, nulla di lievitato, per sette giorni. Devi mangiare Matzot, pane non fermentato, il pane d’afflizione, perché fu in fretta che uscisti dal paese d’Egitto, affinché ti ricordi del giorno della tua uscita dal paese d’Egitto per tutti i giorni della tua vita.”

I figli di Israele mangiano pane senza lievito perché lasciarono l’Egitto così in fretta che l’impasto non ebbe il tempo di lievitare.

In fretta significa che la liberazione dall’egoismo succede istantaneamente. Questa é l’azione della luce superiore che accade in un battito di ciglia e un nuovo mondo si apre davanti alla persona.

Dalla Torah, (Deuteronomio 16:04): “E per sette giorni in tutto il tuo territorio non si deve vedere presso di te pasta acida, né la carne, che avrai sacrificato la sera del primo giorno, deve restare per tutta la notte fino al mattino.”

Il lievito è l’egoismo. “Non si può mangiare pane per sette giorni,” significa che nessun egoismo deve rimanere in voi.

Per lavorare correttamente con questo enorme desiderio egoistico chiamato Egitto, la persona deve allontanarsi completamente e questo richiede esattamente una settimana (sette giorni) dopo dei quali è possibile lavorare per la correzione.

Pertanto, durante l’anno lavoriamo con l’egoismo correggendolo e durante la settimana di Pasqua, non lo usiamo. E’ così ogni anno, perché il rinnovamento succede ogni volta.

Dalla Torah, (Deuteronomio 16:07): “E devi cuocerla e mangiarla nel luogo che il Signore tuo Dio sceglierà, e la mattina ti devi voltare e andare alle tue proprie tende.”

La persona deve arrivare ad un certo stato, ad una certa connessione con gli altri, per portare a termine la correzione dei più grandi desideri, perché la carne è il desiderio animale più pesante.

Dopo di ciò, possiamo ritornare alle nostre correzioni abituali. Questo conclude la festa di Pesach e noi continuiamo le nostre correzioni abituali durante l’anno.

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Dalla trasmissione di KabTV “I Segreti del Libro Eterno” 10/08/16

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La violenza nella spiritualità

Dalla Torah, (Deuteronomio 22:25): “Se l’uomo, comunque, ha trovato la ragazza fidanzata nel campo, e l’uomo l’ha afferrata ed è giaciuto con lei, allora deve morire solo l’uomo che è giaciuto con lei”.

Domanda: Quale è il significato della violenza nella spiritualità?

Risposta: La violenza rappresenta la diversità fra il desiderio ed il Masach (schermo). Non bisognerebbe fare ricorso alla violenza. D’altra parte vi sono desideri che non possono essere corretti in altro modo. Vediamo certi esempi anche nel nostro mondo, tra gli animali e gli umani. Questa è la conseguenza del comportamento spirituale.

Nel nostro mondo vi è un complesso sistema comportamentale tra uomo e donna, che ha ovviamente origine negli stati spirituali del Masach e del desiderio.

Da una parte una donna, consciamente o inconsciamente, provoca un uomo, nel senso che lei lo attrae, anche al punto che egli la potrebbe violentare. Nel nostro mondo la donna può esserne, in parte, psicologicamente inconsapevole, ma nel mondo spirituale è così. Dobbiamo quindi capire che tutto questo è un sistema molto complicato.

Quando iniziamo a svelare i nostri desideri ed a pensare a come correggerli, siamo stupiti che sia proprio perché viviamo nel nostro mondo illusorio che noi riceviamo, attraverso di esso, la capacità di descrivere gli stati spirituali. Dopotutto non vi è linguaggio nel mondo spirituale e non vi sono oggetti separati quali uomo, donna, campagna, città e così via.

Sarebbe molto difficile descrivere tutto questo se i kabbalisti non usassero il linguaggio dei rami.

Quindi, nel nostro mondo, è possibile descrivere così bene ogni cosa e con tali dettagli che vi sono parole per tutto, ad esempio “Un uomo trova una ragazza fidanzata in campagna e quest’uomo le usa violenza”.

Significa che la Torah usa migliaia di parole diverse che descrivono un determinato stato nel dettaglio e se noi descriviamo questo stato con un linguaggio kabbalistico, allora stiamo parlando del modo in cui il Masach interagisce col desiderio, come si approcciano l’uno all’altro, come si incontrano in campagna, cioè al di fuori dell’influenza di tutti gli altri, visto che così nessuno ha la possibilità di influenzarli e limitarli.

Il Masach tenta in ogni modo di operare una correzione, anche su un desiderio che non è adatto a questo. Come principio quest’azione non è corretta ma il desiderio può essere corretto in questo modo.

Dalla trasmissione di KabTV “I Segreti del Libro Eterno” 10/10/16

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Perchè la carità non viene considerata vera dazione

Domanda: Perché la carità non viene considerata vera dazione dalla saggezza della Kabbalah?

Risposta: La carità nel nostro mondo è totalmente egoistica. Nessuna persona può compiere un atto di bontà spirituale perché siamo egoisti per natura.

Non importa cosa facciamo, noi non possiamo dare in alcun modo: non ai nostri bimbi, né a noi stessi, ai parenti o a nessun altro. Non possiamo fare azioni di dazione visto che siamo solo desiderio di ricevere.

Solo quando iniziamo ad unirci secondo un certo criterio allora possiamo avvicinarci e creare l’attributo della dazione. Ma tutti i nostri tentativi di avvicinamento senza unione non ci portano a nulla e sono solamente degli sforzi inutili.

Quando siamo assieme, sia che si tratti di due e dieci persone, e facciamo un grande sforzo ed allo stesso tempo studiamo dalle fonti kabbalistiche, evochiamo la Luce Superiore Circostante su di noi e questa corregge il nostro egoismo.

Domanda: Ed allora possiamo agire nella dazione?

Risposta: Si, ma per far questo dobbiamo accuratamente seguire tutte le istruzioni dei kabbalisti. Dobbiamo invocare e richiamare l’impatto del mondo superiore su di noi, dell’attributo superiore, visto che siamo del tutto egoisti per natura.

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Dalla lezione di Kabbalah in lingua russa del 27/11/16

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Donare è la vita, ricevere è la morte

Dalla Torah, (Deuteronomio, “Ki Titze”, 23:03 Bibbia Ebraica): “Nessun ammonita o moabita potrà entrare nella congregazione del Signore tuo Dio. Fino alla decima generazione nessuno dei loro potrà entrare nella congregazione del Signore tuo Dio a tempo indefinito”.

I desideri chiamati ammoniti o moabiti non possono essere corretti nella forma in cui esistono. Essi possono essere corretti solo attraverso la morte. Ciò significa che una persona annulla completamente il suo egoismo.

In altre parole, tutte le dieci Sefirot sono nella zona impura, nella ricezione per il proprio interesse, e in questa forma esse non possono essere corrette; di conseguenza, devono passare attraverso l’annullamento completo dell’intenzione. Questa è la morte. Nella saggezza della Kabbalah, tutto ciò che va verso la dazione si chiama vita, e ciò che va verso la ricezione, morte.

Pertanto, tutti i desideri che sono chiamati le sette nazioni del mondo non possono essere corretti. Possiamo solo ucciderli all’interno di noi stessi, e solo una volta che il loro uso egoistico cessa completamente, possiamo cominciare la loro conversione in uso altruistico.

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Dalla trasmissione di KabTV “I Segreti del Libro Eterno” 19/10/16

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