La Mitzva (Comandamento) per l’amore perfetto

Dr. Michael LaitmanDa Lo ZoharIl Secondo Comandamento” articolo 198: “La seconda Mitzva (Precetto, Comandamento) è inscindibilmente connessa alla Mitzva del timore, ed è la Mitzva dell’amore: affinché l’uomo ami il suo Creatore di un amore perfetto. Che cos’è l’amore perfetto? È un grande amore, com’è scritto “Egli cammina davanti al Creatore in completa sincerità e perfezione” (Beresheet, 17:1).

Esiste l’amore condizionato che appare come il risultato di tutta la bontà ricevuta dal Creatore (Introduzione allo Studio delle dieci Sefirot, articoli 66-74), a seguito della quale l’uomo si fonde con il Creatore con tutto il suo cuore e la sua anima. Eppure, anche se egli si fonde con il Creatore in completa perfezione, questo amore è considerato imperfetto.

L’amore perfetto è il più grande, il più inclusivo comandamento superiore di cui i Kabbalisti ci raccontano, che è il requisito più importante per quanto riguarda tutta la creazione che dobbiamo realizzare. Questo è il motivo per cui è chiamata Mitzva.

Nell’amore condizionato, più ricevo e più amo il donatore. Ne risulta che in realtà non amo proprio lui, ma amo la fonte da cui mi arrivano tutti i piaceri. Se questa fonte di piacere si fermasse, perderei la connessione con questa persona o questa forza. Questo si chiama amore condizionato poiché da questo dipende il mio piacere.

Io dipendo da questo amore perché non posso distinguere me stesso dal mio piacere, dalla parte di me che gode. Non divido ancora me stesso in due parti: l’asino che gode e l’essere umano che si differenzia, vede, capisce e sente questo. L’asino e l’essere umano sono ancora connessi. Pertanto, se mi sento bene, amo la fonte del piacere, e se mi sento male, non la amo.

Questo è il modo in cui noi tutti amiamo in questo mondo, a partire dai bambini piccoli che a volte dicono che la mamma è cattiva se non fa quello che piace a loro. Questa è una risposta dell’ego naturale e diretta, ed è naturale per tutti riguardo qualsiasi cosa nella vita. Questo tipo di amore si chiama amore condizionato e quindi è imperfetto. Questo è in accordo al livello del nostro sviluppo e non c’è niente che possiamo fare al riguardo.

Naturalmente, quanto più ci sviluppiamo, più pretendiamo un amore più sublime, non solo alcuni cibi deliziosi, qualche favore o alcuni piccoli piaceri, ma dei sentimenti più sublimi e speciali.

Tuttavia, questo amore dipende ancora dal ricevere piacere. È con tale amore e da questo amore che siamo nati, dal momento che siamo desiderio di ricevere; siamo tutti come delle bestie ed è da qui che dobbiamo cominciare. Questo è il motivo per cui amiamo quello che ci piace, ovvero, la fonte del piacere che percepiamo.

Ciò richiede molto lavoro, un grande sforzo e un dono dall’alto, in modo da cominciare a staccarsi dalla fonte del piacere e a connettersi alla propria essenza interiore. Dobbiamo smettere di dipendere dal ricevere piacere nel nostro asino e dobbiamo preferire la fonte reale del piacere, le Sue qualità, non perché apportano beneficio diretto a me, ma perché sono apprezzate solo per amor loro, per la loro fonte. Sarà un amore non soggetto a quello che io ottengo, ma dipendente solo da quello che io identifico nella mia impressione delle qualità sublimi della sorgente, dalla Sua elevazione speciale paragonata a tutto ciò che posso immaginarmi.
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Dalla preparazione alla lezione quotidiana di Kabbalah 10/02/14

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