Nuova Vita # 673 – Torah e Mitzvot: non sono quello che pensi

Nuova Vita # 673 – Torah e Mitzvot: non sono quello che pensi

Dott. Michael Laitman in una conversazione con Oren Levi e Tal Mandelbaum ben Moshe

Riassunto

L’umanità vive nel suo mondo senza essere cosciente del sistema che lo gestisce, e quindi prende le bastonate. Questo sistema è ciò che noi chiamiamo “Torah”.

La Torah descrive le 613 forze che gestiscono l’uomo ed i 613 desideri che sono desiderabili come corretta reazione alle forze attive. La situazione è come l’uomo che si trova in una stanza buia con un tesoro, che ha fame ed è triste non vedendo nulla. Egli potrà correggere i suoi desideri e scoprire la Luce solo se attua la Torah e le Mitzvot (Precetti) secondo la definizione di Mitzvot della Saggezza della Kabbalah.

Il declino delle generazioni cominciò nel periodo della distruzione del primo Beit HaMikdash (Tempio), e l’ignoranza sulla comprensione della Torah e delle Mitzvot si diffuse tra il popolo di Israele.

I figli di Israele caduti sotto il controllo dell’ego smisero di vedere la vita in modo spirituale e l’atteggiamento verso la Torah e le Mitzvot divenne una formalità.

Loro adempirono le Mitzvot nel senso letterale, come scritte nella Torah nella forma esteriore, senza cercare di raggiungere “E amerai il tuo amico come te stesso” (Levitico 19:18) e la connessione con la Luce che Riforma per correggere l’anima scomparve.

Se noi tornassimo all’adempimento interiore e corretto della Torah e delle Mitzvot, si aprirebbe a noi un altro mondo e scopriremmo la forza superiore che è la forza generale della natura, e noi comprenderemmo come agisce su di noi e verso cosa ci sta portando.

La reazione corretta dell’uomo a questa forza lo rende simile ad essa fino a diventare una solo cosa.

Il nostro obbligo oggi è quello di insegnare all’umanità qual è il significato corretto della Torah e delle Mitzvot; in caso contrario, la vita semplicemente continuerà fino al momento in cui sarà possibile conseguire l’eternità. Secondo la percezione religiosa, l’uomo si aspetta una ricompensa, un paradiso nel mondo a venire, mentre la Saggezza della Kabbalah ci insegna che tutto dipende dall’uomo che consegue “Vedrete il vostro mondo nel tempo della vostra vita” (Berachot 17a), e se sviluppiamo l’amore per l’altro, scopriremo il mondo superiore.

In passato, abbiamo conseguito il mondo superiore dal quale abbiamo capito come mettere in relazione tutto ciò che esiste in tutti i livelli dell’esistenza: inanimato, vegetale, animato e parlante. Nel corso del tempo, è scomparsa la sensazione del mondo superiore e siamo rimasti solo con le azioni meccaniche, senza alcuna correzione del cuore.

L’ego umano è in costante sviluppo; il mondo continua a diventare più difficile, pieno di cose futili e l’umanità non sa come soddisfarsi.

Le urla saranno terribili fino a che, alla fine, ognuno arriverà alla domanda: Per cosa viviamo? E allora davanti a noi si aprirà un nuovo mondo.

Con l’aiuto della Luce che Riforma, correggiamo i 613 desideri dentro di noi, dall’egoismo all’amore. Ognuno di noi è connesso ad altri 613 fili; nella nostra natura egoistica vogliamo sfruttarci l’un l’altro, e la correzione è voler connettersi e voler dare a tutti la bontà.

Dalla trasmissione di Kab TV “Nuova Vita # 673, Torah e Mitzvot: non sono quello che pensi” 07/01/16

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