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Lezione quotidiana di Kabbalah – 08.01.2016

Preparazione alla Lezione
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Scritti di Rabash, “I gradini della scala”, articolo “La preghiera dei molti” (1986)
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Scritti di Baal HaSulam, “Prefazione alla Saggezza della Kabbalah”
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Scritti di Baal HaSulam, articolo “La Garanzia Mutua”
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Lavoro in questo mondo e ricompensa nel mondo a venire

Dr. Michael LaitmanDal Talmud Eser Sefirot, parte 1, “Histaklut Pnimit”, Articolo 7: “… Dissero che nei regali vi è un grande difetto, ovvero, la vergogna che prova ogni ricevente di un dono gratuito. Per riparare a questo, il Creatore ha predisposto questo mondo, in cui vi è lavoro e fatica, così da essere ricompensati nel mondo a venire per il lavoro e la fatica”.

Di solito i religiosi si fermano a queste parole e non vanno oltre. Sostengono che in questo mondo si debba lavorare per ricevere la ricompensa nel mondo a venire, ossia, dopo la morte. Come se noi lavorassimo oggi e ricevessimo la ricompensa domani.

Tuttavia, questa spiegazione è molto strana. È come l’uomo che dice all’amico “Lavora con me solo per qualche minuto e, in cambio, ti darò ogni piacere e tesoro al mondo per il resto della tua vita. Invero, non c’è migliore regalo di questo, poiché la ricompensa non è paragonabile al lavoro. Il lavoro in questo mondo è transitorio ed inutile se paragonato alla ricompensa e al piacere nel mondo eterno.

Quale valore vi è nel mondo transitorio paragonato al mondo eterno? A maggior ragione è così per quanto riguarda la qualità del lavoro, che non vale nulla se paragonato alla qualità della ricompensa.

I nostri saggi dissero: “Il Creatore è destinato ad ereditare ogni uomo giusto 310 mondi, ecc.”. Non possiamo dire che parte della ricompensa viene data in cambio del loro lavoro e il resto è un regalo, perché allora a cosa servirebbe? La macchia della vergogna rimarrebbe ancora! Invero, le loro parole non sono da prendere alla lettera, perché nelle loro parole vi è un significato profondo.

La vergogna è una creazione di per sé. È la sensazione nelle anime della differenza tra loro e il Creatore, la sensazione di distacco da Lui che è stata creata dal Creatore stesso. Pertanto, quanto più in alto sale l’uomo nel livello dei gradi, quanto più la sensazione di vergogna aumenta in lui e diventa più raffinata e chiara. Perciò si dice che la vergogna è destinata solo alle anime più elevate.

Se mi sento disconnesso dal Creatore, allora si risveglia la sensazione dell’“Io”, la sensazione di un’esistenza separata. Capisco di dover annullare questa separazione, avvicinarmi, farci qualcosa, e quindi lavoro. Questa sensazione di distanza tra me e il Creatore, tra l’ospite e il padrone di casa, la sensazione di vergogna, mi ha costretto a lavorare.

Sarò disposto a lavorare nella misura in cui sento questa vergogna, fino ad eliminare la separazione tra noi e a raggiungere l’equivalenza di forma con il Creatore, cioè l’adesione.

È chiaro che non si parla dei 70 anni di vita dell’uomo in questo mondo e nel mondo a venire dopo questa vita. Quando lavoro per me stesso si parla di Olam Haze (questo mondo) e devo lavorare in esso e correggermi. Quando talvolta riesco a correggermi rispetto ad ogni quantità di vergogna, la differenza che rivelo tra me e il Creatore, con questo eseguo il mio lavoro in questo mondo e, come risultato, raggiungo l’equivalenza di forma e l’adesione chiamate ricompensa nel mondo a venire.

Pertanto, nella mia vita in questo mondo devo sentire questo mondo e il mondo a venire. La differenza tra questi è lo stato in cui l’uomo prova vergogna e lavora per rimuoverla, per correggere questa mancanza di equivalenza con il Signore chiamata questo mondo. Questo è il mondo e questi sono gli sforzi in questo mondo. Il conseguimento dell’equivalenza e dell’adesione si chiama mondo a venire. Secondo questo principio, i due mondi sono separati.
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