Il Vaso aperto
Dalla Torah (Numeri, “Chukat“, 19.15): “Ogni vaso aperto che non abbia il coperchio ben aderente diventa impuro”.
L’uomo è costituito da piccoli vasi (Kelim) che in realtà sono i nostri desideri, intenzioni e proprietà. Se il vaso dell’uomo non è ancora formato, se non è sostenuto da uno schermo, se l’uomo non usa il vaso dopo la contrazione, se è aperto a qualsiasi azione, vale a dire, se l’uomo non ne ha il controllo, allora è considerato un vaso impuro che non ha un “coperchio”.
Tutti devono percepire e comprendere di quale particolare qualità si tratti, creare lo schermo e tenerlo aderente. Allo stesso tempo, l’uomo deve sapere a quale stato questa proprietà appartenga e quando può essere usata per favorire il proprio avanzamento.
Il nostro vaso deve essere sempre pulito e aderente, altrimenti diventa incline a varie influenze esterne ed interne, che in linea di principio sono uguali. Il vaso si deve aprire solo quando è assolutamente necessario, al fine di soddisfare le esigenze della società in cui viviamo.
Dalla Torah (Numeri, “Chukat“, 19:20): “Chi si sia reso impuro e non si pulisce, tale uomo verrà reciso di mezzo al suo popolo…”.
L’uomo che non si purifica non riesce a connettersi agli altri; è come se fosse estraniato dall’anima generale.
La Torah menziona il “campo” che l’uomo impuro deve lasciare e che deve trascorrere molti giorni di purificazione di se stesso prima che gli sia permesso di tornare. Il campo rappresenta la connessione inter umana, vale a dire, l’anima generale.
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Dalla trasmissione di Kab TV “I Segreti del Libro Eterno” 26/06/2015
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